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Autore: leedskiss    10/06/2013    3 recensioni
Il problema era che ogni volta Harry si sentiva morire, ma voleva soltanto esser salvato, da lui, che puntualmente andava via e non manteneva la promessa fatta un anno prima.
Harry Styles 19 anni, giornalista.
Louis Tomlinson 20 anni, soldato semplice.
Il tempo sembra fermarsi, scorrere più lentamente.
Lettere, registrazioni, sbagli, parole mancate e non dette.
Maledetta distanza, amore senza limiti.
Sarebbe andato tutto bene, si sarebbero salvati a vicenda, come sempre, e come si erano promessi quando avevano capito che il loro, era amore.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DEAR LOU

1. flashback.


Il problema era che ogni volta Harry si sentiva morire, ma voleva soltanto esser salvato, da lui, che puntualmente andava via e non manteneva la promessa fatta un anno prima.
 
Louis stava preparando i bagagli nel loft, raccogliendo le cose essenziali nel borsone militare.
Louis non era felice di lasciare per l’ennesima volta Harry da solo, sapendo che si sarebbe preoccupato per tutta la durata della spedizione in Afghanistan.


Flashback.

Harry, ragazzo di meravigliosa bellezza e straordinaria intelligenza, era nel suo ufficio londinese, mentre lavorava al suo prossimo articolo di cronaca che il giornale avrebbe pubblicato a breve.
S’innervosì perché sapeva di cosa parlare, e aveva già steso gran parte del testo dell’articolo, ma era un articolo delicato, e non riusciva a trovare un modo per usare le parole giuste.
Harry non aveva mezze misure, o sbatteva a tutti in faccia la verità o preferiva lasciare l’incarico a qualcun altro se doveva scrivere cose non veritiere.
Con un gesto di rabbia chiuse il laptop sulla sua scrivania, ed osservò la vista dal suo ufficio all’ottavo piano, una vista che gli mozzava sempre il fiato, nonostante ci lavorasse da un anno, non si era abituato a lavorare lì, per il giornale più importante della regione.
Aveva solo diciannove anni e aveva realizzato gran parte dei suoi sogni, che per troppo tempo, o per paura, o per un sentimento a lui sconosciuto, erano rimasti rinchiusi in un cassetto, intrappolati, come se avesse perso la chiave e l’avesse ritrovata dopo un’accurata ricerca che ha impiegato anni.
Mentre osservava i palazzi e il Tamigi attraverso la finestra, all’improvviso qualcuno bussò alla porta, anzi non era una persona, ma bensì due.
‘’Entrate’’ disse Harry senza rivolgere loro uno sguardo, il suo era ancora ipnotizzato dalla sua meravigliosa città.
A questo punto il giornalista si girò verso i due uomini, e li guardò per bene, erano entrambi in divisa.
Soltanto che il primo, doveva avere una cinquantina d’anni, lo stava scrutando con aria severa, e l’altro, che doveva avere la sua età, forse qualche anno in più, lo guardava con aria curiosa.
Osservò meglio ciò che c’era scritto sulle loro divise militari.
‘Generale Smith.’ da una parte, e dall’altra ‘soldato semplice Tomlinson’.
‘’Ditemi, generale Smith, cosa c’è che non va?’’ chiese Harry spazientito.
Il generale fece finta di tossire per darsi autorità, e iniziò a parlare, mentre Harry fece segno ai due di sedersi, mentre lui faceva la stessa cosa.
‘’Grazie- disse il generale ad Harry – sono venuto qui per parlarle dell’articolo…come sa, quelle con cui sta trattando, sono informazioni abbastanza riservate, e quindi le chiedo gentilmente di evitare di scrivere quell’articolo per il bene comune, i militari in Siria hanno sbagliato, ma hanno operato a fin di bene, non bisogna metterli in cattiva luce, quindi…’’
‘’Cosa?’’ Harry si alzò di scatto e riservò al generale un’occhiata minacciosa ed inquisitoria.
‘’Ha capito bene, il quartier generale mi ha mandato a dirle che non può scrivere quell’articolo.’’ Disse il generale senza perdere la pazienza.
‘’Ho capito bene, l’hanno mandata a fare il lavoro sporco, ma le dico chiaro e tondo che io ho intenzione, e scriverò, quell’articolo, e nessuno, dico nessuno – e Harry pronunciò questa parola sottolineandola – mi fermerà, è mio diritto e dovere informare le persone su cosa sta accadendo lì, le persone non possono far finta di non saper nulla, o il paese non può evitare che il popolo sappia, il popolo ne ha il pieno diritto. Cosa mi dice del tenente Joy? Avete comunicato la morte alla moglie? Ah giusto, lei crede ancora che voi lo diate per disperso.’’
‘’Styles non le conviene affatto…’’ iniziò il generale Smith.
Il soldato semplice era ancora seduto, mentre gli altri due si stavano affrontando in piedi.
‘’No, generale a lei non conviene più venir qui, le consiglio di andare via di qui, e subito.’’ Disse risoluto Harry che si aggiustò la camicia bianca che gli aderiva al petto.
‘’Consideratelo un avvertimento, Styles.’’ Disse il generale prima di allontanarsi dall’ufficio.
Harry si girò per scrutare un’altra volta il generale, e il soldato semplice.
‘’Generale io devo fare delle commissioni nelle vicinanze, torno al quartier generale fra un’oretta.’’ Disse il soldato semplice pronunciandosi per la prima volta.
‘’Tomlinson non faccia tardi.’’ Disse il generale prima di sparire.
Harry si girò verso la finestra e continuò ad osservare il paesaggio.
‘’Avete coraggio da vendere, Styles.’’ Disse il soldato semplice.
‘’Per favore, siamo due ragazzi, chiamami Harry e dammi del tu.’’ Disse Harry innervosito e divertito allo stesso tempo.
‘’Okay, come vuoi Harry.’’
Harry si sedette di nuovo, e guardò per bene per la prima volta il soldato semplice.
Era alto, snello, un viso a dir poco spettacolare: labbra piene, occhi azzurri come il mare, e capelli castani corti un po’ scompigliati.
E aveva l’aspetto da prima donna, ma doveva avere una forza straordinaria se era entrato a far parte dell’esercito.
‘’Aspetta, cosa ti trattiene qui…?’’ chiese Harry.
‘’Louis, sono Louis Tomlinson, e sono colpito dalla tua…forza, dal tuo senso di giustizia, e ti volevo chiedere se volevi venire a prendere un caffè.’’
Louis arrossì un po’ e Harry sorrise, facendolo passare per primo oltre la porta e chiudendola a chiave.

‘’Vada per un caffè, ho bisogno di una pausa Louis.’’

 

Harry comparve sulla porta, ed osservò Louis fare i bagagli, e il suo cuore non ce la fece.
‘’Quando parti Lou?’’ chiese Harry avvicinandosi a lui.
‘’Questo pomeriggio, Haz…mi dispiace.’’ Sussurrò Louis abbassando lo sguardo per non incontrare quello di Harry.
Harry deglutì a fatica e poi respirò profondamente.
‘’Perché mi devi sempre lasciare? Perché devo sopportare tutto questo?’’ chiese mentre una lacrima gli rigava il viso, ma non diede tempo a Louis di rispondere e di trovare le parole giuste, e subito premette le sue labbra su quelle del compagno, sorprendendolo.
I ragazzi si abbandonarono ad un bacio travolgente, fin quando Harry cercò di sfilare la maglietta a Louis, che ridacchiò un po’, e lo lasciò fare, opponendogli un po’ di resistenza.
‘’Dai Lou, non ci rivedremo per almeno un mese.’’ Disse Haz, facendogli il solletico continuando a baciarlo, prima sulla fronte, poi sulle tempie, sulla guancia, all’apertura delle labbra, e sul mento, evitando le labbra.
‘’Non è giusto Haz.’’ Disse Louis togliendosi la maglietta e buttandola a terra, così si lasciò prendere da Harry, che mentre sorrideva, gli lasciava baci sul collo  e manteneva le distanze con la sua mano, posandola sul petto nudo di Louis.
‘’Sei cattivo con me, Haz.’’ Disse Louis.
‘’Ah, e perché?’’ chiese Harry ridacchiando.
‘’Baciami idiota.’’
‘’Ricorda che me lo hai chiesto tu.’’ Gli sussurrò Harry all’orecchio, facendolo arrossire.
Harry così si abbandonò e lasciò che il suo ragazzo lo baciasse, e si spogliò anche lui.
Si ritrovarono accanto alla porta del bagno ed erano entrambi solo in boxer.
‘’Avevo detto di baciarmi, non di fare l’amore Haz, no.’’ Disse Lou.
Ma Harry lo spinse sul letto e si ritrovarono  a fare l’amore, Harry gli baciava ogni singola parte del corpo, lasciandogli un succhiotto sul collo, e mordendogli il lobo dell’orecchio sinistro.
‘’Sei mio.’’ Disse Harry ansimante.
‘’E tu mio.’’ Ripeté Louis, andando sopra ed attirandolo a sé e baciandolo tirandogli i ricci, e quando Harry sporse le labbra, non ancora contento dei baci del ragazzo, Louis gli morse il labbro, e lasciò che la sua lingua incontrasse quella di Harry.
‘’Ehi ehi, adesso devo andare.’’ Disse divertito Louis, rivestendosi.
‘’Aspetta.’’ Disse Harry rivestendosi anche lui e arrivando da lui gli lasciò un altro succhiotto.
‘’Come sei aggressivo.’’ Disse Louis.
‘’Naaah.’’ Fece per andarsene ma Louis lo abbracciò da dietro, mantenendo le sue mani sui suoi fianchi, e sussurrandogli un ‘ti amo.’
‘’Anche io Lou Lou.’’
I due si prepararono e arrivarono all’aeroporto di Londra, dove Louis sarebbe partito con il suo gruppo.
Prima di arrivare sulla pista Harry lo prese in disparte, e gli disse ‘’non fare lo stronzo laggiù, torna sano e salvo, io ti amo Louis, non mi lasciare da solo, ti prego.’’
Louis si aggiustò il cappellino e gli sussurrò all’orecchio ‘’anche io ti amo.’’
‘’Promettimelo, promettimi che ritornerai.’’ Chiese Harry che si stava quasi per abbandonare ad un pianto.
‘’Ti prometto che ritornerò da te, e che vivremo felici, che ti amerò per sempre e che sei la mia vita Harry.’’
Quelle parole calmarono Harry che sapeva che tutto era imprevedibile laggiù, ma avrebbe pregato ogni singolo giorno affinché il suo ragazzo fosse ritornato da lui.
I due si baciarono dolcemente, e poi Harry lo salutò, mentre Louis stava salendo sull’aereo.
Lo vide andar via, di nuovo.


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And I wanna kiss you, make you feel alright

I'm just so tired to share my nights

I wanna cry and I wanna love
But all my tears have been used up



 

@haroldsromance on twitter.
inutile scrivervi che so che nessuno calcolerà questa storia, ma la sto scrivendo e voglio condivederla con voi.
mmh spero vi piaccia, non so sinceramente quando posterò, sto scrivendo gli altri capitoli, non avrei dovuto nemmeno pubblicare questo, dovevo prima finirla e poi pubblicarla, boh.
NON HO RILETTO, sappiate che sono molto pigra.

alla prossima :)
 
  
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