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Autore: Harmonia__    11/06/2013    6 recensioni
''Hermione urlò nella sua direzione, urlò fino a squarciarsi le corde vocali, sebbene non fosse troppo lontano, quell'urlo fu la conferma delle sue ipotesi. Era abbastanza forte da dimenticare. Da ricominciare.''
(Tratto dal 1° Capitolo)
Una Dramione o un'Harmony? Leggete per scoprirlo :3
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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1° Capitolo

 

So raise your glass if you are wrong,
in all the right ways,
all my underdogs,
we will never be never be anything but loud
and nitty gritty dirty little freaks
won’t you come on and come on and raise your glass,
just come on and come on and raise your glass
♫ P!nk- Raise your glass-
 

 

<< Mamma.. esco. >>

Hermione salutò la madre cercando di nascondere gli occhi rossi circondate da occhiaie, trucco sbavato e la depressione dipinta in faccia. Ma per quanto una madre possa essere indaffarata, una madre che sa osservare, sa anche capire.

<< Herm... qualcosa che non va? >> Chiese apprensiva, cercando di non immergersi troppo, di lasciarle spazio, di lasciarle tempo.

<< No mamma... tutto bene. >> Mentì lei, e così la madre capì che era il momento di farsi da parte.

<< Sii prudente.. >>

<< Si mamma.. >>

 

♠ ♠ ♠

 

Il vento le carezzava il viso bagnato dalle lacrime, una volta arrivata alla fermata dell'autobus.

Hermione adorava viaggiare, sin da bambina, senza meta. Il 26/ arrivò puntuale e si fermò, facendo salire la giovane ragazza che porse qualche sterlina al conducente senza nemmeno aspettarsi il resto, perchè quelli, il resto non lo davano nemmeno se c'era bisogno di darlo. Ma alla fine, ad Hermione questo contava poco. Lei era da un altra parte, era in una casa, davanti un ragazzo dai capelli rossi, e lui le diceva di amarla, di volerla un giorno sposare, l'abbracciava stretta, lui era innamorato.

Ma nel mondo non gira tutto come vogliamo, lei era su un autobus, appena stata mollata dal rosso, che probabilmente era già nelle grazie di una biondina tutto culo e tette.

'' Magari ti becchi l'AIDS.'' Pesò Hermione, accendendo l'Ipod e mettendo la prima canzone che le venne in mente. '' Who Knew'' di P!nk.

'' Si.. un po' più depressa e ci siamo, Hermione, sarai ufficialmente la tristezza fatta persona''.

L'autobus viaggiava nelle strade buie appena illuminate dai lampioni, nessuno era su quel bus insieme a lei, nessuno a condividere quel viaggio. Nessuno a dirle '' Hermione, non sei sola.''

Dopo circa mezz'ora di viaggio, l'auto si fermò e fece salire un passeggero dai capelli bruni, aveva un ombrello al braccio ed Hermione guardò fuori dal finestrino. Pioveva, e lei non se ne era resa conto, le gocce bagnavano il finestrino con tanta imponenza che sembrava volessero infrangerlo, distruggerlo come Ron aveva distrutto lei.

Nel buio, riconobbe un ragazzo che correva sotto la pioggia, verso l'autobus dove si trovava lei e riuscii a salire per un soffio, porse le sue monete al conducente e si sedette davanti ad Hermione, giusto qualche posto più in la.

Lei riusciva a vedergli i lineamenti, e non capiva perché, ma ne era rimasta rapita dal momento che quest'ultimo era salito sulla vettura. La prima cosa che notavi di lui, erano sicuramente i capelli, poiché seppur fossero bagnati, erano di un biondo cenere molto intenso e scompigliati sulla fronte, indossava abiti ben abbinati tra loro, una maglietta azzurro cielo a maniche lunghe, un paio di jeans chiari che gli fasciavano alla perfezione le gambe lunghe e snelle, e un paio di scarpe grigio-azzurre da ginnastica.

'' Vedo che ti sei già consolata'' La sua coscienza parlò per lei, ma dopotutto stava solo guardando. Non c'era nulla di male, era un bel ragazzo e si sa, i bei ragazzi sono stati fatti per essere guardati.

Anche lui ascoltava musica, portava le cuffiette alle orecchie e si era addormentato lungo il tragitto. Era bello da guardare, uno come lui però, non avrebbe mai voluto guardare lei. L'autobus non fece salire altri passeggeri, e non si fermò per dieci minuti buoni, quando il ragazzo si svegliò e si accorse di aver superato la sua fermata però, corse ad avvertire il conducente, e lo fece scendere.

Hermione si rattristì, non si sentiva molto sola quando c'era anche lui, lui che come lei ascoltava musica, da solo, nel buio della notte.

Guardò il posto vuoto che aveva lasciato il ragazzo nell'autobus e notò che, sul sedile, c'era un oggetto bianco che sporgeva dal sedile, si chiese cosa fosse e sporgendosi per guardare meglio, notò le cuffie con l'iPod ancora attaccato ad esse, dimenticato dal bel ragazzo appena sceso. Lei si alzò e lo andò a prendere, tenerlo in mano le faceva strano. Avere un oggetto appartenuto a quel ragazzo, la faceva sentire quasi felice, come se avesse trovato un tesoro. Passò il dito sullo schermo e questo si illuminò, facendo apparire la schermata di una Playlist.

'' Devo assolutamente restituirlo..''

<< Mi scusi, mi perdoni davvero, ma devo proprio scendere! >> Il conducente la guardò con l'espressione di uno che ti dice ''ma scherzi?''. Ma la fece scendere ugualmente, seppur sbuffando e partendo a gran velocità, ingranando la quarta come se non ci fosse un domani.

Una volta scesa dall'autobus, l'acqua le pungeva il viso, la strada era deserta , debolmente illuminata da lampioni solitari. Doveva fare qualcosa, doveva trovarlo. Prese a camminare, veloce, come se fosse questione di vita o di morte, quell'iPod doveva essere restituito.

Correva, correva contro la pioggia, contro il tempo, correva e basta, e le lacrime le scendevano, si confondevano con le gocce d'acqua e non facevano male, piano piano, sarebbe guarita.

Si fermò ansimante, immobile. Sotto un lampione, a pochi metri di distanza, un ragazzo camminava lento a testa bassa. Indossava una maglietta azzurra, i capelli biondi bagnati fradici, era lui. L'aveva trovato.

<< Ehy! >> Hermione urlò nella sua direzione, urlò fino a squarciarsi le corde vocali, sebbene non fosse troppo lontano, quell'urlo fu la conferma delle sue ipotesi. Era abbastanza forte da dimenticare. Da ricominciare.

Il ragazzo si voltò nella sua direzione, si fermò e la guardò, aspettando.

<< Dici a me? >> Gridò lui in risposta, indicandosi il petto con l'indice.

Lei si avvicinò e dopo pochi secondi gli fu davanti. Prese l'iPod dalla tasca e glielo cedette.

<< L'avevi.. lasciato sul bus...>> Aveva il fiatone, ma sorrideva, sorrideva soddisfatta mentre la pioggia cessava.

Il ragazzo teneva l'oggetto in mano e se lo mise nella tasca dei pantaloni, incredulo, ma l'attimo dopo le tendeva la mano e sorrideva.

<< Ti ringrazio davvero, piacere, sono Draco Malfoy. >>

<< Hermione.. ehm, Granger. Abito sulla diciassettesima.. sai, qui vicino. >>

<< Beh, comunque troppo lontana ora per tornare a casa a piedi, se vuoi ti accompagno io, ho la macchina parcheggiata non troppo lontano, dieci minuti a piedi. Voglio ricambiare il favore che mi hai appena fatto, Hermione. >>

La voce del biondo era serena, adulta, bella. Era rassicurante.

<< Oh no non voglio disturbare, davvero, aspetterò il prossimo autobus! >>

<< Ma scherzi? A quest'ora poi.. il prossimo c'è tra un'ora buona e non mi fido a lasciarti qui da sola. Niente storie, seguimi! >>

Prese a camminare e lei lo seguì, andandogli a fianco.

<< Ti bagnerò tutto il sedile, però..>> Disse a malincuore, guardandosi i vestiti bagnati fradici.

<< Oh, i sedili sono in pelle, basterà passarci un panno asciutto e poi, guardami, sono bagnato anche io! Questo tempo non promette bene, va bene che siamo in Inghilterra, però a Giugno non dovrebbe esserci 'sto casino, non trovi? >>

<< Beh in effetti è deprimente.. Tu.. di dove sei? >>

<< Io sono della ventitreesima, sai, quella col centro commerciale immenso costruito da poco..>>

La zona che stava descrivendo il ragazzo era una delle più altolocate della città, si distribuiva su una zona collinare e le ville non venivano a mancare.

<< Che bella zona! >>

<< Finché non ci vivi dentro.. la gente è tutta con la puzza sotto il naso, sai? Hanno le tasche con i soldi dentro e pensano d'essere qualcuno. Idioti... comunque, tu quanti anni hai? >>

<< Diciotto, e tu? >>

<< Diciannove. >>

Parlarono del più e del meno, e senza rendersene conto erano arrivati ad un parcheggio.

<< Aspetta qui, entro e prendo la macchina. >>

Lei attese fuori, aspettando come le era stato detto. Il tempo si era calmato, la pioggia oramai non scendeva più dal cielo che, lentamente, prendeva a schiarirsi. Due minuti dopo, una BMW nera con i fari accesi l'abbagliò, mentre usciva dal parcheggio e la affiancava. Il finestrino si abbassò e lei guardò sbalordita il conducente. Niente popò di meno che Draco.

<< Ma scherzi? >> Gli chiese allora, indicando la macchina come se fosse oro colato.

<< Prego? >> Domandò lui, assumendo una buffa espressione sul viso che fece ridere la ragazza.

<< Perdonami ma.. io non ci salgo! Se rovino i sedili poi ti costerà un occhio della testa! >>

<< Ma smettila, te l'ho detto, la pelle s'asciuga in fretta e poi anche io sono bagnato, dai! >>

Lei sbuffando aprii la portiera e si sedette sul sedile del passeggero, rigorosamente in pelle color panna e interni di classe.

<< Musica? >> Chiese lui, ingranando la prima.

<< Si, magari! >>

Draco premette un pulsante della radio e questa cominciò a trasmettere buona musica, il quale ritmo animava l'atmosfera.

<< La diciassettesima è da questa parte? >> Chiese Draco indicando una via poco più avanti.

<< Si, giri a destra e poi vai dritto, per un po segui solo la strada.. >>

Per un po non parlarono, restarono in silenzio a sentire musica, a guardare fuori dal finestrino, seguendo la linea bianca su quell'asfalto così grigio.

<< Ecco, ora gira a sinistra..>>

La macchina girò e intraprese una stradina più piccola, circondata da casette tutte uguali, con un piccolo giardino ciascuna, alcune avevano ancora le luci accese nelle stanze ed una di queste era proprio casa sua. Sua madre la stava aspettando.

<< Bene, è questa qui, quella bianca. >>

<< Ora accosto..>> Il ragazzo accosta la macchina e spegne il motore, scendono entrambi dall'auto e lei ora lo guarda curiosa.

<< Oh, no tranquilla non voglio entrare, ti accompagno solo fino alla porta.>>

<< Ma che gentleman..>> Scherzò lei, sorridendogli appena.

<< Mi sembra il minimo..>> L'affiancò e poi si diressero verso la porta, e quello è, da sempre, il momento più bello e più odiato da tutte.

<< Quindi...ti ringrazio tanto per il passaggio Draco. >>

<< Ed io ringrazio te per L'iPod.. >>

<< Si, beh.. dovere. Comunque è stato un piacere per me conoscerti, Draco, davvero un piacere.>>

<< È stato un piacere anche per me, ma spero ci saranno occasioni per parlare ancora, spero.>>

<< Ma certo, certamente!>> Lei era totalmente in imbarazzo, un ragazzo così sicuro di sé, così educato e così, diciamocelo, bello, era inquietante. Insomma, sembrava uno scherzo, una burla.

<< Potremmo scambiarci i numeri, che ne dici? >> Il sorriso del biondo era quanto di più sexy avesse mai visto.

'' Hermione, brutta vacca idiota, ti sei appena lasciata col tuo amore!''

<< Certo, hai una penna? >> '' Vacca idiota.''

<< Uhm, no.. facciamo così, me lo salvo sul mio telefono, ok? >>

Lei così gli dettò il numero, e salutandosi, lui tornò nella macchina e lei rincasò.

Due volte in un giorno si era trovata attaccata alla porta dell'ingresso, e questa volta, si ritrovava le guance rosse, ed un sorriso ebete sul viso.

''Oh mio Dio..''

 

   
 
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