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Autore: Light and Darkness    27/12/2007    1 recensioni
(Per chi sapesse la trama di Darkstalker l'azione di questa fic si svolge dopo il torneo di Pyron e dopo la sua sconfitta. Questa fic però è una possibile prosecuzione degli eventi, quindi non preoccupatevi se non conoscete la trama precedente perché questa fic è una storia a se stante.)Due angeli caduti, due fratelli scesi sulla terra, l'uno per desiderio di potere, l'altro per cercare il suo parente smarrito.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gabriel stava seduto a contemplare l'aurora. Felicia e John dormivano ancora, e lui non si sentiva di svegliarli, era troppo presto per muoversi.

Lasciò che il vento gli passasse gentilmente sulla faccia, poi si stirò, era ancora un po indolenzito dal sonno.

“Gabriel.” una voce parlò, l'angelo si voltò in tutte le direzioni, non vide nessuno.

Dal cielo scese una stella, piccola ma luminosissima.

“Gabriel figlio mio. Non mi sarei aspettato una tale condotta da te.” disse una voce che sembrava provenire proprio da quella stella.

“Padre chiedo perdono. Ho infranto una delle sacre regole che ci impedivano di interagire con la terra. Ma lo fatto per venire a cercare......” tentò di giustificarsi Gabriel. “Lo so, io so tutto. Ma tuo fratello Lucifer ha agito contro la mia volontà. È stato corrotto dalla sete di potere. Non è più uno di noi.” la voce lo interruppe.

“Ora sta vagando per queste terre alla ricerca delle entità chiamate Darkstalker per assorbirne i poteri. È diventato uno di loro, capisci ? Tu però hai ancora la possibilità di tornare da me. Fallo ora di tua spontanea volontà e non ti punirò.” Gabriel rabbrividi al sentire tutte quelle notizie orribili.

“Non posso farlo padre, se davvero mio fratello sta facendo del male io devo fermarlo. Devo dirgli dell'immane catastrofe che sta per abbattersi su questo mondo. Devo riportarlo a casa.” Gabriel era inorridito e allo stesso tempo confuso, non poteva permettersi di parlare cosi a suo padre, ma non voleva lasciare suo fratello a morire.

“Gabriel come osi disubbidire a me ? Fai immediatamente come ti ho ordinato. Tuo fratello ci ha traditi tutti. Non merita di vivere.” la voce urlò e sollevò un vento violentissimo.“No.” controbatté Gabriel forte, la sorte di suo fratello gli stava troppo a cuore per lasciarlo morire cosi.

“Hai fatto la tua scelta dunque, da questo momento in avanti tu non sei più mio figlio. Per tanto ti privo dei tuoi poteri di angelo.” dette queste parole, Gabriel si senti il sangue gelarsi nelle vene. Poi un improvviso dolore alla schiena lo prese, sentiva le sue ali rientrargli dentro dolorosamente.

“Padre ti prego non farmi questo, io ho bisogno dei miei poteri. Senza non troverò mai Lucifer.” Gabriel piangeva, poi un ululato. Gabriel ebbe la forza di voltarsi per vedere uscire dai cespugli diversi fasci luminosi che avevano la figura di lupi, i quali si diressero verso la stella luminosa, la quale si staccò dall'angelo.

“Tu come osi interferire ?” disse la voce rivolta a John il quale si mostrò.

“Non mi importa di chi tu sia o cosa tu sia, lascia stare Gabriel.” disse quello mostrando i denti.

“E chi saresti tu per poter dare ordini a me Darkstalker?” la voce era carica di disprezzo.

“Un suo amico.” disse John spavaldamente.

“Un suo amico ? Non dire assurdità.” ribatté la voce.

“È la verità padre.” Gabriel si era rialzato, le sue ali erano ritornate, suo padre non aveva fatto in tempo a toglierli tutti i poteri. John ebbe un sussulto silenzioso, era davvero difronte a quello che pensava oppure era solo un sogno ? Non si sapeva dare risposta.

“Molto bene figlio mio... tieniti i tuoi poteri... da oggi in poi tu non sarai più accetto in paradiso, lo stesso vale per tuo fratello. Da adesso in poi siete uguali a qualsiasi Darkstalker. Addio.” la voce disse queste parole, poi la stella svani in un lampo luminoso.

“Tutto bene ?” chiese John. Gabriel non sapeva cosa dire. Aveva ancora i suoi poteri si, ma come avrebbe potuto salvare suo fratello ?

“Io ho fallito.” disse Gabriel piangendo. John non capi, ma gli sembrò chiaro che per Gabriel quel dolore era troppo per lui che non lo aveva mai provato. Felicia aveva sentito tutto ed era uscita anche lei.

La ragazza si avvicinò.

“Gabriel...” John non sapeva cosa dire non era mai stato molto bravo a confortare la gente gli mise una mano sulla spalla.

“John, Felicia, io vi devo delle scuse... sono stato uno stupido.” disse Gabriel tra le lacrime.

“Tu hai fatto solo la cosa che ritenevi più giusta, la tua non è stata stupidità , e l'amore per tuo fratello che ti ha guidato fin qui.” Felicia gli aveva preso le mani e le teneva tra i due guantoni a forma di zampe di gatto.

“Usa il tuo potere per le cose giuste, o almeno quelle in cui credi. L'hai detta tu questa frase Gabriel. Ora dimostrami che non l'hai detta solo per tirarmi su il morale. Forza bamboccio, dimostrami che sei forte.” pensò John, Gabriel guardò negli occhi i suoi amici, e recepi il messaggio. Strinse un pungo il quale si caricò vibrante di energia sprigionando folgori bianche e azzurre.

“Avete ragione. Grazie amici.” le parole di Gabirel erano cariche di riconoscenza.

“Però ho delle cose da dirvi.” John e Felicia si sedettero di fronte a Gabriel.

“La verità é che questo mondo e minacciato da un male molto potente che sembrava essere stato scacciato. Pyron sta per tornare più forte di prima.” John e Felicia non capirono, come poteva un qualsiasi essere vivente tornare dalla morte ?

“Mio fratello venendo qui ha spaccato quel delicato equilibrio che mantiene i mondi separati, e cosi tra il mondo dei morti e quello dei vivi si è venuto a creare un passaggio. E l'anima di Pyron è tornata in questo mondo e ha potere sufficiente per ricostruire il suo corpo, ma le serve tempo.” John trasali e intervene.

“E cosa aspettavi a dircelo subito ?” chiese.

“Non potevo, ero vincolato da delle regole che mio padre in persona a istituito proprio per evitare quello che è successo con mio fratello.” spiegò Gabriel.

“E ora non lo sei più perché sei diventato un Darkstalker ?” chiese Felicia curiosa.

“Esattamente.” rispose.“Ero venuto per avvisarlo di quanto stava per accadere e riportarlo a casa.” concluse.

“E che ne sarebbe stato di noi ?” chiese John un po sospettoso.

“Per chi mi hai preso John ? Certo che non vi avrei lasciato qui a marcire. Vi avrei portato con me sicuramente.” disse Gabriel.

“Ehi. Non ti scaldare bamboccio, stavo solo chiedendo. Quanto tempo abbiamo prima che Pyron riformi il suo corpo ?” chiese John con un sorrisetto beffardo sul volto.

“Questo non lo so. Però non molto.” disse Gabriel con rammarico.

“Temo che l'unica alternativa che ci rimanga sia combattere, ma prima dobbiamo trovare mio fratello.” concluse Gabriel preoccupato, sapeva che Pyron possedeva potenza e poteri immaginabili.

“Io non posso muovermi in queste condizioni.” esclamò John. “Inizierebbero di nuovo a darmi la caccia.” John ricordava troppo bene il fatto di essere continuamente braccato dagli esseri umani perché lo credevano un mostro, eppure lui non aveva ucciso mai nessuno. Improvvisamente gli venne in mente la prima volta in cui si era trasformato.

...

Era una notte di luna piena, un John appena dodicenne stava camminando tranquillamente nel giardino di casa sua.

“Che bella notte.” pensò guardando il cielo stellato.

“John torna dentro è tardi.” la voce della madre lo raggiunse. “Va bene mamma.” rispose lui, si voltò.

Corse verso la porta, sulla quale soglia stava una donna vestita elegantemente. Distrattamente John inciampò in un sasso del vialetto e cadde a terra.

La donna sulla soglia sorrise.

“Sei sicura di volerlo fare ? Non è ancora presto perché lui sappia la verità ?” chiese la voce di un uomo dietro di lei.

“Che scelta abbiamo Arnold ? Dovremmo dirglielo in ogni caso prima o poi.” la voce di lei si contrappose a quella del marito. Non avrebbe voluto farlo per davvero ma preferiva fare cosi, invece che aspettare che suo figlio si trasformasse.

“Fai come credi, speriamo solo regga lo shock della cosa.” rispose quello nell'ombra.

La donna avanzò esponendosi alla luce del plenilunio, ci sarebbero voluti pochi minuti prima che lei si trasformasse.

Si chinò su suo figlio con un fazzoletto in mano e gli pulì la faccia dal terriccio.

“Ti sei fatto male ?” chiese lei. “No.” rispose lui, la stava guardando negli occhi.

“John ascolta e non interrompermi intesi ?” disse la donna, lo sguardo di lei si fece stranamente più animalesco. Il ragazzo annui intimorito.

“Tu non sei un essere umano come gli altri. Su di me e su tuo padre è stata lanciata una maledizione che si trasmette anche hai figli.”la donna sentiva che la trasformazione stava per sopraggiungere. John guardò terrorizzato il fisico di sua madre cambiare e divenire quello di un essere ibrido tra un essere umano e un lupo, suo padre usci e raggiunse la moglie. Lui era già trasformato. A vederli John rimase paralizzato dal terrore, quando pochi secondi dopo si senti prendere da delle fortissime convulsioni all'altezza dello stomaco. In un attimo il suo corpo cambiò.

...

“Non ho mai odiato i miei genitori per quello che sono. Ho sempre cercato di ritornare umano. Non ho mai dato fastidio a nessuno, mai ucciso nessuno. Ho preferito vivere come un eremita, eppure non ci sono riuscito. Sono ancora la bestia che ero.” John abbassò la testa.

“Hey. Non è il caso di abbassare la testa. Io e Felicia crediamo in te.” disse Gabriel che era in grado percepire le emozioni.

“Sei incredibile.” cominciò il licantropo. “Non riesci proprio a farti gli affari tuoi.” concluse accennando un sorriso.

“Credo sia il suo modo per dirti grazie.” intervene Felicia. Gabriel sorrise, poi disse:“Data l'attuale situazione, credo sia meglio muoverci di notte. Approfitteremo del giorno per riposare e ottenere informazioni. Anche contando il fatto che se John rimane a debita distanza da me ritorna umano, a meno che non ci sia la luna piena. ” detto questo i tre si divisero. Si sarebbero rincontrati in quel punto al tramonto. Gabriel si recò in un villaggio poco distante, la piazza del mercato era brulicante di vita, ne poteva respirare l'essenza cosa che lo rendeva immensamente felice.

Cercò ogni possibile traccia del passaggio di suo fratello, una qualsiasi aura di male che poteva emanare il corpo di un immortale corrotto. Non trovò nulla.

“Mio fratello di certo non è passato di qui, eppure ho un brutto presentimento, c'è un aura di male residua in questo luogo, come se bene e male si fossero già scontrati qui non molto tempo fa.” pensò Gabriel, quella sensazione lo metteva a disagio. Arrivato in una piazza che era oramai tardo pomeriggio, si sedette su una delle tante panchine, poi si massaggio le tempie e chiuse gli occhi cercando di concentrarsi il più possibile per analizzare ogni aura di quel luogo.

“Ma che.....? Sento un enorme aura di apatia proveniente da.....” Gabriel apri gli occhi, da vanti a lui c'era un chiesa. L'angelo sorrise alla casualità del fato. Sarebbe dovuto entrare nella dimora del padre che lo aveva scacciato.

Gabriel non esitò oltre si mosse apri il portone e poi lo chiuse. Le navate e le arcate erano imponenti, scolpite con fregi pregiati. Uno spettacolo che si presentò nuovo agli occhi di Gabriel, il quale si perse nella bellezza del luogo. Camminava testa alta, poi ritornò a concentrarsi sulla sua missione.

Il corridoio centrale era vuoto, non c'era nessuno, il silenzio regnava sovrano. Gabriel lo percorse, sentiva quell'intenso vuoto di sentimenti divenire più grande man mano che si avvicinava all'altare.

Vide una ragazza dai capelli castani vestita di un completo nero che pregava vicino ad un sarcofago nella navata laterale, vicino a lei una bambina dai cappelli bruni stava in silenzio.

Gabriel intese che dalla bambina veniva quell'immensa apatia, quel vuoto di sensazioni e sentimenti. Si avvicinò lentamente.

La ragazza senti il rumore dei passi amplificato dal vuoto, interruppe le sue preghiere e si voltò verso il nuovo arrivato.

“Buon pomeriggio, scusa se ti ho disturbata, ma non fare caso a me continua pure.” disse Gabriel cortesemente, l'angelo non pote fare a meno di notare la bellezza di lei, gli occhi neri di lei erano cosi profondi da potercisi specchiare dentro.

“Ciao....non mi hai disturbata.” salutò lei. “......sei nuovo di qui ? Non ti ho mai visto prima ?” domandò la ragazza sorridendo.

“Beh si. Sono arrivato oggi. Oh.... Ma che scortese il mio nome è Gabriel.” rispose lui.

“Kisala. Sei venuto qui per pregare ?” chiese lei.

“Anche, però mi domando chi sia quella bambina ?” Kisala si voltò verso quella che stava ferma a fissare il sarcofago in silenzio.

“Quella bambina si chiama Anita, e dentro il sarcofago c'è un suo amico, l'unico suo amico per la precisione. Dono...” Kisala si interruppe, Anita si era voltata e la stava guardando.

“Dono..... ? Che si riferisca a Donovan ? A quanto ne so era un Darkstalker anche lui. Uno valoroso anche.” pensò Gabriel. Poi improvvisamente senti una grande rabbia sormontare da Anita.

“Kisala....” la voce di Anita era fredda, gelida, quasi glaciale. La ragazza abbassò la testa e non rispose.

“Perché una bambina carina come te deve provare cosi tanto odio ?” chiese Gabriel rivoltò ad Anita.

“Tu non puoi capire, vattene.”disse la bambina.

“Ok, se è questo che vuoi.” Anita si sorprese, non pote fare a meno di notare quanto Gabriel e Donovan fossero simili.

L'angelo mosse diversi passi verso il corridoio centrale.

“Sei un Darkstalker anche tu vero ?” la voce di Anita raggiunse le orecchie dell'angelo, il quale si voltò, posò uno sguardo la cielo, poi fece scendere un lacrima dai suoi occhi.

“Si.” rispose, poi l'angelo spari in un lampo luminoso.

Kisala rimase in silenzio e tornò alle sue preghiere, ma l'immagine del volto di Gabriel era ora mai impressa nella sua mente e anche nel suo cuore.

Ecco qua il secondo cap, come sempre un grazie a tutti solo per averla letta,( e se magari mi lasciate qualche commentino vi risponderò volentieri. )

  
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