10 - Constant craving
Constant craving
Has always been.
Constant Craving - K. D. Lang
“Fammi indovinare, avete incontrato un gatto tornando da scuola?”
Nabiki ridacchia lanciando uno sguardo ad Akane seduta al tavolo del salotto, a sua volta intenta ad osservare Ranma in preda ai deliri del Nekoken, appollaiato sul ramo di un albero del giardino e occupato ad affilarsi le unghie sulla corteccia.
“Non uno qualsiasi” sbuffa Akane, rigirando il cucchiaino nella tazza di tè, “Shan-Pu!”
“Oh, immagino già la scena: Shan-Pu sbuca dal nulla con la sua bici, salta addosso a Ranma che come al solito cammina con la testa tra le nuvole sulla ringhiera, cadono entrambi nel canale, e quando Ranma si accorge della trasformazione di Shan-Pu dà di matto e inizia a miagolare!”
“Sì le cose sono andate più o meno così, tranne che per il finale” commenta Akane, sorseggiando il suo tè.
“Ovvero?”
“Siamo riusciti a seminare Shan-Pu prima che Ranma perdesse
il controllo...”
“Ma...?”
“...ma
non ha fatto caso al gatto che gironzolava davanti
l’ambulatorio del dottor Tofu,
dov’eravamo andati per chiedergli dell’acqua calda.
Era appena tornato maschio quando il gatto gli si è
strusciato sulla gamba facendo le fusa...”
Akane sospira sconsolata, mentre la sorella si sbellica dalle risate
davanti a lei incurante del leggero fastidio che sta provando.
“Nabiki,
non è affatto divertente!”
“Un po’ lo è, ammettilo”
risponde quest’ultima, cercando di riprendersi
“come riesce a farsi fregare Ranma dalle donne e dai gatti,
nessuno...”
“Già...” non può fare a meno
di concordare Akane. Ranma sa essere davvero tonto certe volte.
“Piuttosto,
perché è ancora in quello stato?”
“Perché non è ancora ora di cena, e
senza cibo sarebbe stato un problema farlo scendere da
lì” spiega Akane, “e poi non credo mi
avrebbe dato retta in ogni caso.”
Nabiki inarca un sopracciglio.
“Su
questo ho dei dubbi... da quando si è comportato come un
gatto per la prima volta ha sempre dimostrato una spiccata preferenza
per te, sorellina.”
Akane sgrana gli occhi e arrossisce di colpo.
“N-non
è vero!”
“Ah no? Eppure quel bacio con fusa annesse...”
“Per piacere, non mi va di ripensarci!” tuona
Akane, che non ha ancora superato lo shock del suo primo bacio: detesta
il modo ridicolo in cui è accaduto... ma soprattutto, odia
il fatto che Ranma nemmeno se lo ricordi.
Quell’idiota...
“Beh, al di là del bacio, è te che Ranma ha cercato quando è sceso da quell’albero in cortile, se ricordi: suo padre ha cercato di attirare la sua attenzione in tutti i modi, ma ha fatto le fusa solo a te. Ed è così ogni volta che succede... questo” conclude Nabiki, indicando Ranma che, ancora sul ramo, sta zampando una farfalla che gli svolazza attorno.
La ragazza sa di aver ragione e l’espressione dubbiosa sul volto della sorella ne è la conferma; decide quindi di rincarare la dose.
“Vedi,
secondo la mia opinione, quando Ranma è in quello stato
agisce solo per istinto... in sostanza, si lascia andare a comportamenti che normalmente
non ha per puro orgoglio maschile. Come cercare l’affetto di
qualcuno.”
Akane inclina la testa, incuriosita dalla teoria di Nabiki.
“Pensaci
bene” prosegue, "Ranma è cresciuto con un
padre che non solo gli ha causato un trauma non da poco, ma non gli ha
mai spiegato come relazionarsi col prossimo né gli ha dato
tutto l’affetto che un bambino meriterebbe. Credi sia un caso
che non sappia farsi degli amici, o che non si fidi quasi di
nessuno se non di se stesso?”
In
effetti...
Akane osserva Nabiki in silenzio; non aveva mai pensato a Ranma in quei termini, ma il ragionamento della sorella non fa una piega. Con un cenno della testa chiede a Nabiki di proseguire.
Quest’ultima sorride, sapendo di aver colto nel segno.
“Quello
che intendo dire è che quando si comporta da gatto gli
riesce infinitamente più semplice dare e ricevere
l’affetto che non ha mai avuto e che ha sempre cercato. Ma
ovviamente, in quanto gatto - e in quanto Ranma, non lo cerca da una
persona qualunque... ma da quella di cui si fida di
più.”
Akane sgrana gli occhi, ma non ha neanche il tempo di ribattere che
viene di nuovo zittita da Nabiki.
“Quanto
ci scommetti che se lo chiamo io non si muove
dall’albero” propone “ma se lo chiami tu
scende di corsa?”
“Se lo farà - e ne dubito, senza cibo ad
attirarlo, scenderà a prescindere da chi lo
chiama!”
“Scommessa?”
Akane rimane in silenzio, non sapendo cosa rispondere; prendendolo come un sì, Nabiki fa la sua mossa.
“Ehi,
Ranma! Micio micio micio, vieni qui!”
Ranma smette di cacciare la farfalla e osserva Nabiki, inclinando la
testa di lato.
“Su,
vieni qui micione!”
“Meow?” miagola curioso, ma senza muoversi di un
millimetro.
“Visto?”
commenta Nabiki, voltandosi verso la sorella. “Ora prova
tu.”
Akane la osserva per qualche secondo, poi decide di accettare la sfida
- tanto è sicura che Ranma la ignorerà.
“Ranma,
vieni qui!”
“Mrao?”
Ranma si volta di nuovo, stavolta lo sguardo molto più attento di prima. Quando si accorge che è Akane a chiamarlo, salta giù dal ramo e in un balzo le è accanto.
“Cosa ti avevo detto?” cantilena Nabiki, che quasi si pente di non aver scommesso denaro; Akane la ignora, imbambolata com’è a guardare Ranma che le si struscia addosso facendo le fusa. In realtà sapeva anche lei che sarebbe sceso subito al suo richiamo, ma alla luce del discorso fatto da Nabiki la cosa la imbarazza e la manda un po’ nel panico: significa che in fondo Ranma le è davvero affezionato, ma che non riesce ad ammetterlo normalmente - mentre in quelle condizioni glielo dimostra facendo le fusa e obbedendole... e cercando solo da lei quell’affetto che desidera tanto disperatamente ma che non ha mai osato chiedere.
Guardandolo ora, accovacciato sulle sue gambe in attesa di qualche coccola, non riesce a non provare tenerezza, reprimendo l’istinto iniziale di allontanarlo da sé.
“Bene, io ora devo andare, lascio voi due piccioncini a divertirvi! Mi raccomando Ranma, fai il bravo micione!” trilla Nabiki, ottenendo persino un mrao di risposta dal codinato.
Akane non si accorge nemmeno che la sorella è andata via, mentre accarezza i capelli di Ranma; quest’ultimo le si struscia ancora di più sulle gambe, chiedendo altri grattini e miagolando contento.
“Quindi è così? Non hai il coraggio di ammettere che a me ci tieni...?” chiede Akane, più a se stessa che a Ranma; quest’ultimo sussurra un mrrr, quasi a volerle rispondere a modo suo.
La ragazza sorride quasi senza accorgersene: fatica ad ammetterlo, ma in fondo questa nuova consapevolezza la riempie di gioia. E non smette di coccolare Ranma nemmeno quando si accorge che ha smesso di fare le fusa e le si è addormentato con la testa sulle sue gambe - segno che la crisi del Nekoken è passata.
Non sarebbe male se questo lo facessi anche quando non miagoli... sospira. Ma Ranma è troppo testardo e orgoglioso per lasciarsi andare così con lei - non ancora.
Mentre continua ad accarezzargli i capelli, Ranma si accoccola ancora di più sulle sue gambe cercando istintivamente quel gesto affettuoso... e Akane non riesce a trattenere un sorriso.
Magari lo sveglierò tra un po’ pensa.
Tanto per godersi ancora quel momento di tenerezza.***
Oh, da quanto aspettavo di poter pubblicare questo capitolo!
È uno di quei capitoli scritti di getto, ma così avanti nella timeline che non potevo pubblicare subito... ma finalmente eccolo qui! :>
Il Nekoken è uno di quegli aspetti di Ranma che ho sempre adorato ma che avrei voluto vedere trattato più spesso da Rumiko, oltre alle varie gag in cui Ranma urla in preda al terrore per i gatti. Povero, è un concentrato di maledizioni...
In ogni caso non potevo esimermi dal provare a scriverci, soprattutto per parlare del rapporto tra Ranma e Akane! :> Anche questo capitolo non è riferito a un capitolo specifico, ma fa riferimento a più di uno.
Il titolo viene dalla bellissima Constant craving di K. D. Lang, il cui testo mi ha fatto subito pensare a Ranma, mentre il prompt usato è 227. Fame di affetto del 500themes_ita.
Come al solito mi trovate qui se volete!
Alla prossima!
Mana Sputachu