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Autore: Lily_and_the_Marauders    11/06/2013    1 recensioni
1.500 parole piene di sad moments e fluff tutte per voi, gente.
I fatti si svolgono dopo quel famoso assolo di Harry, quello non andato secondo le aspettative.
La storia è incentrata principalmente su di lui, infatti, ma sono presenti tutti i ragazzi.
Avverto: c'è Larry. Solo bromance per ora.
Libera ispirazione dai video su YouTube; Grazie alla canzone 'They don't know about us' per avermi accompagnata durante la stesura.
Dal testo: «Non sanno quanto sei speciale, Harry. Non l’hanno ancora capito e forse non riusciranno mai a capirlo come ho fatto io o come hanno fatto gli altri. Lascia che dicano pure ciò che vogliono, lasciali parlare. Loro non sanno niente di noi, alla fine»
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THEY DON'T KNOW HOW SPECIAL YOU ARE.
 


 

     


Appena sceso dal palco, a testa bassa, si chiuse in una stanza lasciando fuori il resto dei ragazzi e si mise seduto in un angolino.
Non pianse, no, non subito, al contrario quello che fece fu digitare semplicemente il suo nome su Google e vedere cosa ne usciva.
Cercava delle persone che gli dessero la conferma del suo fallimento ma quello che trovò fu molto di più. Parecchi link lo ricollegavano a Twitter così controllò la sua cronologia e avrebbe potuto confermare che c’era scritto di tutto.
Ingoiò il groppo che aveva in gola, chiuse gli occhi per qualche secondo cercando di trattenere le lacrime.
Si sforzò di pensare che non gli importava, che non poteva stare male per quello ma, in realtà, ormai tutte le parole lette erano state marchiate a fuoco nel suo cervello.
Doveva accettare la critica, era una di quelle cose comprese nel pacchetto ‘persona famosa’ che aveva deciso di scartare mesi prima. La accettava ma faceva anche immensamente male vedere delle persone che dieci minuti prima ti osannavano andarci giù pesanti con le parole.
La sua timeline era completamente piena di… insulti? Li si poteva definire così?
Harry si asciugò il viso con il cappello, aveva iniziato a piangere e non se ne era nemmeno accorto; teneva il telefono stretto in mano.
Si rannicchiò contro la parete per nascondersi ancora di più dal resto del mondo, portò le ginocchia al petto e ascoltò.
Dall’altra parte della porta in legno arrivava un chiacchiericcio sommesso, non riusciva a distinguere le parole ma aveva la netta sensazione che stessero parlando di lui e questo lo demoralizzò ancora di più.
Dopo alcuni minuti bussarono.
«Harry? Possiamo entrare?» era Niall.
«No» rispose cupo lui.
«Harry, per favore» si lamentò Zayn.
«Non ho voglia».
«Harry, non farti pregare. Aprici» disse Liam, spiccio.
«No».
Silenzio. Forse se ne erano andati.
Sentì qualche mormorio; no, non ne erano andati affatto.
«Okay, Harry. Non volevo arrivare a questo ma sappi che se non apri allora butterò giù la porta».
Harry si mordicchiò il labbro cercando di trattenere un sorriso, l’immagine di Louis che buttava giù una porta era piuttosto buffa.
«Va bene, Harry. L’hai voluto tu» sembrava piuttosto serio, doveva preoccuparsi?
Calò di nuovo il silenzio, udì un tonfo.
L’aveva fatto davvero? Harry ridacchiò e si alzò asciugandosi le ultime lacrime, avanzò fino alla porta per evitare che Louis si rompesse una spalla tentando di fare l’ariete.
Quell'ariete però aveva già caricato con il risultato di non beccare la porta ma solo il povero Harry.
Inutile dire che caddero entrambi rovinosamente a terra.
«Harreh!» esclamò allora Louis con il viso ad un palmo da quello dell’altro ragazzo. Aveva stampato in faccia il suo solito sorriso, come se non fosse appena caduto.
«Pensavamo fossi morto!»
«Beh, mi hai ucciso te ora» gracchiò lui.
Louis non pesava molto ma il suo gomito minacciava di rompergli una costola da un momento all’altro.
Si tirarono su a fatica ed Harry notò che accanto alla porta c’erano anche gli altri tre.
«Cosa è successo, Harry?» gli chiese cauto Liam avanzando nella sala.
Harry si rabbuiò, si mise a sedere di nuovo nell’angolino e strinse convulsamente il telefono. Gli altri lo accerchiarono in meno di un secondo.
Sembrava così piccino quando era triste. Harry era il più giovane del gruppo ma solitamente non dimostrava l’età che aveva, sembrava sempre più grande.
Invece non lo era e il suo lato da cucciolo emergeva solo in momenti come quelli.
«Ho fatto schifo ‘sta sera» disse, abbassando lo sguardo. «Ho deluso tutti».
«Non può andare sempre tutto a meraviglia, Harry» spiegò Liam «eri nervosissimo oggi durante le prove e questo nervosismo te lo sei portato dietro, capita a tutti».
Harry non rispose.
«Non ti abbattere, è una sciocchezza» continuò allora Niall.
«Beh, il resto del mondo non la pensa così!» esclamò allora, infervorato.
Gli altri si scambiarono degli sguardi interrogativi.
«Che vuoi dire?» gli domandò Zayn.
Niall notò il telefono che teneva stretto in mano e, con cautela, glielo prese.
«Ma cosa…?» disse, scandalizzato. Con più foga fece scorrere la timeline di Twitter. I commenti erano sempre gli stessi ed erano tanti, troppi.
Louis gli strappò il telefono dalle mani facendo leggere anche a Liam e Zayn.
Harry fissava le espressioni sui loro volti in silenzio.
Dopo un po’ ne ebbero abbastanza di tutte quelle enormi sciocchezze, Louis lanciò il telefono sul divano dalla parte opposta della sala e guardò Harry negli occhi, serio. «Ascoltami bene, Harry. Non devi permettere che la critica ti abbatta, parlano a vanvera!»
Harry scosse la testa in segno di diniego. «No, Louis, quelli sono i nostri fans! Se non piaccio a loro è inutile andare avanti, se alla gente non vado a genio come cantante significa che, forse, sarebbe stato meglio rimanere a Holmes Chapel rinchiuso dentro la panetteria!»
«Harry, tu hai talento» continuò Louis imperterrito.
«Non abbastanza, mi pare»
Zayn sembrava sconvolto «Harry, ma ti ascolti quando parli? Smettila di dire stronzate, ti prego».
Harry si rannicchiò e nascose il viso tra le ginocchia «Basta, non ne voglio più parlare…» mugolò.
I ragazzi si guardarono sconfortati e uscirono.
Tranne Louis, lui restò lì.
Silenziosamente si accucciò accanto ad Harry e gli portò un braccio attorno alle spalle.
«Ascolta bene le mie parole, ricciolino» gli sussurrò, dolce «hai una voce meravigliosa; se questa sera è andata male non importa, okay? A noi non importa e, francamente, il nostro parere conta. Siamo noi che cantiamo con te, che viviamo con te, che ti conosciamo. Loro non sanno niente di te, di noi. Parlano, parlano e parlano. Troppo. Questa sera è andata così, le prossime andranno meglio. Ora sai qual è il tuo punto debole e puoi migliorare. Ti prego, ti prego non abbatterti così. Non fissarti in testa delle stupide idee, non lasciare che le persone ti distruggano. Ti prego, Harry».
Harry continuò a tenere il viso nascosto ma fu grato a Louis per quelle parole.
Dopo un po’ di silenzio il più grande aggiunse «Non sanno quanto sei speciale, Harry. Non l’hanno ancora capito e forse non riusciranno mai a capirlo come ho fatto io o come hanno fatto gli altri. Lascia che dicano pure ciò che vogliono, lasciali parlare. Loro non sanno niente di noi, alla fine»
Harry annuì e finalmente tirò su il viso. «Grazie, Boo»
Louis gli scompigliò i riccioli castani e sorrise. «Figurati» sussurrò. «Beh, io torno dagli altri, okay? Lavati la faccia, tu. Hai un aspetto orribile»
Harry ridacchiò «Gentile come al solito» poi si struffò gli occhi che bruciavano dopo il pianto.
«Oh» aggiunse prima che Louis se ne andò «Ringraziali, d’accordo? Non so come farei senza di voi».
Louis gli saltò praticamente addosso con la sua solita aria baldanzosa «Oh, Harreh!» esclamò pizzicandogli le guance morbide «come sei sentimentale!» Gli stampò un bacio sulla fossetta causata dal sorriso che, inevitabilmente, gli si era aperto sul volto.
«Okay, okay... Ora scendi» rise.
«Ti voglio bene, ricciolino» gli disse camminando all’indietro verso la porta.
«Anche io, Boo».
«Lavati la faccia!» fu l’ultima cosa che Harry sentì prima che la porta si chiudesse.
Il sorriso si fece più grande, un po’ del malumore di prima era svanito.
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Beh, salve *arrossisce*
Non mi avete mai vista qui, è la prima volta che pubblico in questa sezione.
Diciamo che non faccio parte proprio del fandom ma adoro i ragazzi.
Come spiegare questa cosa? Boh, non ne ho idea sinceramente.
Un giorno di poco tempo fa (qualche mese) mi sono imbattuta in alcune gif Larry su Tumblr e ho deciso di ‘scavare più a fondo’. Quindi ho aperto YouTube e mi sono strafogata di video, ho iniziato dai provini di XFactor e ho continuato fino ai più recenti. Mi sono fatta una cultura u.u
La cosa che mi ha colpita subito è stata la personalità di ognuno di loro asghgf
Sono una fangirl di professione e provo a cimentarmi anche nel ruolo di fanwriter perciò non potevo non scrivere su di loro.
Partiamo dal presupposto che li adoro tutti ma ho voluto iniziare concentrandomi di più su Harry e Louis, che ci vogliamo fare? Questi due insieme sono ashjgfrf
Questa è solo bromance ma ciò non toglie il fatto che prima o poi scriverò una romance.
Volevo partire da un livello semplice u.u Sono settimane che provo a scrivere qualcosa di decente, devo dire che questo è il Fandom più complicato in cui abbia mai messo piede D:
Anyway, eccomi qui. Non dico che questa OS sia da archiviare negli annali perché non è nulla di che.
Solo una prova.
Premetto anche che ogni atto è frutto della mia immaginazione, ho preso liberamente spunto dal video che narra di quest’episodio accaduto tempo fa e dalle parole dette da Harry, poi ci ho costruito intorno tutto il resto.
Perciò, niente…Spero vi sia piaciuta, ecco :3
 
Per ogni dubbio/perplessità, per lanciarmi ortaggi di vario genere, crocifiggermi o insultarmi ci sono le recensioni. Se volete potete anche lasciarmi parole affettuose, prometto che non me la prenderò LOL
Altrimenti c’è anche il mio account Twitter:
@ohmycastieel
 
P.S.: Il titolo, come avrete capito di sicuro, è una frase di ‘They Don’t Know About Us’. Mi ha ispirata durante la stesura, ci tenevo a precisarlo.
Altre cosa: la gif appartiene a tutto un altro momento, lo so, ma stava bene con il contesto dunque l'ho scelta.  

   
 
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