Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Pepper 97    11/06/2013    2 recensioni
“Vedo che ti sei svegliato… Come ti senti piccolo Zayn?”. La donna era comparsa davanti a lui in tutta la sua bruttezza. Sempre con il sorriso sadico stampato in viso. Anche lei risultava enorme agli occhi del ragazzo.
“Razza di strega! Che diavolo mi hai fatto!”, provò a dire, ma tutto quello che uscì dalla sua bocca fu un miagolio sommesso. Strabuzzò gli occhi e tentò di muoversi, stavolta sulle quattro zampe. Corse fino a che non trovò uno specchio e guardò il suo riflesso: una palla di pelo nero, piccoli occhietti gialli e artigli affilati. Un gatto!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





Era mezzanotte. L’unica luce proveniva dai lampioni lungo la strada. Tre ragazzi camminavano tranquilli al ritorno dalla discoteca. Avevano bevuto. Non troppo però, la quantità necessaria affinché potessero reggersi in piedi tranquillamente. Il primo era un biondino alto sul metro e settanta, gli occhi glaciali e ammaliatori, lucidi e lo sguardo rintronato. Probabilmente quello dei tre che reggeva meno l’alcool. Un altro era un castano della stessa altezza del primo. Un viso da angelo incorniciato perfettamente da una pettinatura sbarazzina. Il terzo teneva fra le labbra una sigaretta. Era il più alto dei tre, sul metro e settantacinque. Capelli corvini tenuti su in una cresta da una quantità esorbitante di gel. Occhi profondi che avrebbero fatto cadere ai suoi piedi qualunque ragazza. 
Erano ragazzi di circa diciotto anni, belli da mozzare il fiato e consapevoli di esserlo. Ecco come apparivano a tutte le ragazze che incrociavano. Alcune sospiravano, altre arrossivano agli sguardi maliziosi che lanciavano i tre. Passeggiarono ancora per alcuni metri e si fermarono incuriositi da un’insegna luminosa che recitava: “Da Selene, tarocchi e magie per tutti i gusti”. 
“Che figata, entriamo?”. Era stato il biondino a parlare. Saltellava allegramente davanti agli amici nel vano tentativo di convincerli. 
“Niall, tu sei tutto scemo… Mi sa che hai bevuto un po’ troppo stasera.”. Disse il castano, rivolgendosi poi al terzo, che era rimasto a fissare perplesso l’insegna luminescente. “Non credi Zayn?”. Il moro non rispondeva. Era totalmente assorto nella contemplazione della scritta. Era sicuro di non averla mai vista prima. 
“Visto Liam, anche Zayn vuole entrare. Vero?”. Chiese ansioso Niall. 
“No… Ti prego dimmi che quel fuori di testa dell’irlandese si sbaglia. Non puoi voler entrare in quel posto per davvero! ” Liam parlava a raffica, gesticolando a più non posso. Il moro rimaneva impassibile: non aveva sentito nulla di tutto ciò che avevano detto i suoi amici. Fu riportato alla realtà dalla mano che Liam gli stava sventolando davanti agli occhi. 
“Zayn, sei tra noi?”. Il ragazzo distolse lo sguardo per rivolgerlo all’amico e buttò a terra la sigaretta ormai terminata. 
“Sì… È la prima volta che vediamo quell’insegna o sbaglio?”. Chiese Zayn perplesso. 
“Oddio, ma vi siete ammattiti!”. Bofonchiò Liam guardando prima l’uno poi l’altro “Sarebbe il caso di tornare a casa prima che iniziate a urlare al mondo che avete visto Shakespeare fumarsi una canna”. Detto questo girò i tacci aspettandosi che gli altri lo avrebbero a ruota, ma, voltatosi a guardarli, non si erano mossi di un millimetro. Sospirò e rassegnato enunciò agli amici che lo avevano convinto a entrare. 
“Così almeno potremmo tornare a casa quando avrete capito che tutta questa storia è una bufala bella e buona!”. Si diresse verso la porta del piccolo negozietto dai vetri oscurati e gli altri lo seguirono a ruota. La aprì con un gesto secco e furono travolti da un tanfo opprimente. Mentre si tappavano il naso, un pipistrello volò fuori dalla porta e passò sulla loro testa. 
“Io non entro!”. Gridarono all’unisono Liam e Niall. Zayn continuava a essere pervaso da una serie di brividi dovuti all’adrenalina che scorreva nelle vene. 
“Siete dei bambini, non mi faccio certo spaventare da un pipistrello”. Avanzò con passo sicuro e oltrepassò la soglia. Il “noi ti aspettiamo fuori” di Liam gli arrivò ovattato. Addentrandosi in quel luogo capì che l’odore fetido che gli era arrivato alle narici era urina di gatto: gatti ovunque. Seduti sulla poltrona malconcia, sui mobili, che si affacciavano dalla ringhiera delle scale. Soprammobili di gatti, fotografie e perfino quadri raffiguranti gatti appesi alle pareti. Gli occhietti piccoli e scuri lo mettevano a disagio. Lo scrutavano, come se cercassero di leggerlo. Che scemo, pensò, mi sto facendo infinocchiare da dei gatti! Si guardò intorno e vide davanti a sé una tendina di perline che separava l’entrata da quello che doveva sembrare una specie di studio. Allungò il passo e si ritrovò davanti la tendina, anch’essa mangiucchiata dai gatti. Come tutto in quel posto. 
“Sei qui per una predizione ragazzo?”. Una voce gracile e leggermente roca gli arrivò all’orecchio e Zayn alzò lo sguardo verso una poltrona di pelle completamente rovinata sia dagli artigli dei felini, sia dal tempo. 
“No, in realtà ero solo curioso…”. Disse titubante. La poltrona roteò e il moro poté osservare la bizzarra proprietaria di quel posto. Una vecchina minuta e gracile, proprio come la sua voce, sedeva attorniata da due gatti spelacchiati. I vestiti logori e risalenti probabilmente al secolo scorso. I viso solcato da rughe e enormi borse viola. I piccoli occhi erano chiusi a fessura e guardavano circospetti Zayn. Deglutì quando vide lo sguardo ostile che la vecchia aveva nei suoi confronti. 
“Ti mettono a disagio i miei micetti ragazzo?”. Domandò grattando la testolina di uno dei due gatti. 
“N-no… A dire la verità li odio”. Rispose spavaldo il ragazzo non riuscendo a reprimere la voglia di denigrare la donnetta. Come se lo avesse sentito il gatto accarezzato dalla donna era scattato in avanti soffiando e ringhiando contro il moro. 
“Sai i gatti non sono poi così stupidi… Capiscono proprio tutto”. Sorrise la donna, anche se il suo sorriso più che allegro sembrava sadico. Accarezzò di nuovo il gatto che si era ritirato e continuò. 
“Gli occhi dei gatti sono incredibili… in grado di leggere anche il più stupido dei ragazzini. Il mio Duxi ha capito subito che tipo di persona sei…” 
“Ovvero?”. Domandò divertito Zayn. 
La vecchia puntò i suoi occhi in quelli del moro e sorrise. Di nuovo quel sorriso sadico. 
“Zayn Malik… Capitano della squadra di football, viziato, circondato da centinaia e centinai di ragazze che fanno a gara per averlo nel loro letto. Ti divertono tutte queste attenzioni, vero? Ma talvolta alcuni finiscono scottati dal tuo divertimento… ”. Al ragazzo gelò il sangue nelle vene. 
“Come…”. La donna però non aveva ancora terminato il suo discorso. 
“I secchioni… Quanti ne hai tormentati, quanti ne hai costretti a farti i compiti, eh? E tutte le ragazze che hai lasciato con il cuore spezzato, eh? ”. la donna lo scrutò dalle piccole fessure. 
“Non sono l’unico che fa queste cose…”. Rispose a tono Zayn. 
“Ma sei l’unico che crede sia giusto farlo…”. Di nuovo la donna sorrise, consapevole di aver messo paura al moro. 
“Sono degli sfigati, se lo meritano… E di certo non mi faccio fare la predica da una donnetta che vive sola con più di venti gatti in un tugurio puzzolente!”. La vecchia rise. Una risata isterica e sadica. 
“La pensi davvero così?”. Domandò. Zayn indietreggiò e decise che era il momento buono per filarsela. 
“Duxi, fermalo immediatamente!”. Urlò la donnetta. Il gatto raggiunse il moro e gli graffiò la gamba. Il ragazzo si accasciò a terra imprecando. Le unghie dovevano essere particolarmente lunghe se erano riuscite a penetrare in profondità la pelle avvolta dalla stoffa dei jeans. Osservò il felino raggiungere la padrona e allungarle la zampa impregnata del suo sangue. La donna prese un fazzoletto con cui pulì la zampa dell’animale. Prese il pezzo di stoffa fra le mani e cominciò a pronunciare parole di una lingua ormai morta da secoli. 
“Ora capirai cosa significa essere indifesi, Zayn Malik!”. Trillò sadica la donna. L’ultima cosa che il ragazzo udì prima di svenire furono le risate malefiche della megera. 

Si svegliò pochi minuti dopo, avvolto da un’aria malsana e capì di essere ancora nel luogo in cui era svenuto. Tentò di alzarsi in piedi ma ricadde a terra. Tutto attorno a lui appariva così enorme. Come se si fosse rimpicciolito. Provò a sedersi, ma ricadde nuovamente. 
“Vedo che ti sei svegliato… Come ti senti piccolo Zayn?”. La donna era comparsa davanti a lui in tutta la sua bruttezza. Sempre con il sorriso sadico stampato in viso. Anche lei risultava enorme agli occhi del ragazzo. 
“Razza di strega! Che diavolo mi hai fatto!”, provò a dire, ma tutto quello che uscì dalla sua bocca fu un miagolio sommesso. Strabuzzò gli occhi e tentò di muoversi, stavolta sulle quattro zampe. Corse fino a che non trovò uno specchio e guardò il suo riflesso: una palla di pelo nero, piccoli occhietti gialli e artigli affilati. Un gatto! Era stato trasformato in un gatto! Si voltò in direzione della vecchia che intanto se la rideva. Imprecò un “merda” nella sua piccola testa di felino e cercò di pensare a un modo per uscire da quella situazione, per quanto potesse essere complicato date le condizioni in cui si trovava . 
“Tranquillo micetto, non rimarrai così per sempre… ”. il gatto la guardò confuso piegando leggermente la testa. La vecchia rise divertita per la buffa espressione del malcapitato. 
“Ti metterò alla prova. Ti trasformerai in un gatto a seconda di ciò che dovrai affrontare. Talvolta in forma umana, talvolta… sotto forma di un tenero gattino nero”. Il ragazzo emise un miagolio strozzato e si rannicchiò per saltare addosso alla causa di ciò che gli era accaduto. Cercò di balzarle addosso, ma quella lo afferrò prontamente per la collottola. 
“No no Zayn, adesso fai il bravo”. Il gattino tentò di dimenarsi ma la presa salda della donna lo costrinse a demordere. Lo trasportò fino all’entrata. Lo lasciò sulla soglia e disse, prima di dissolversi nel nulla: “Alla prossima”. Zayn si guardò in torno ma la donna era sparita. Si decise ad uscire e andare in contro ai suoi amici. Erano esattamente dove li aveva lasciati. Miagolò e si strusciò sulle gambe di Liam nella speranza di avere la sua attenzione. L’unica cosa che ottenne però fu un calcio leggero e un “togliti di mezzo bestiaccia”. I ragazzi si fissarono e concordarono di tornare a casa pensando che Zayn li avesse preceduti. Il vero Zayn fu lasciato lì, senza possibilità di farsi ascoltare. Così capì per la prima volta cosa significasse non essere ascoltato.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Pepper 97