Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Robin7    11/06/2013    6 recensioni
«Fidati di me, fidati di questa ciurma Chopper, come hai sempre fatto. Non sarai MAI solo. Ci siamo noi, ok?» gli posò una delle sue enormi mani sulla piccola testa, cercando di essere il più delicato possibile. In quel momento si accorse degli occhi lucidi del compagno, e sentì anche i suoi inumidirsi. «Franky... stai piangendo?» chiese Chopper, avvicinandosi a lui con un piccolo sorriso.
«Sigh... è che mi hai fatto commuovere! E anche gli uomini SUPER a volte piangono, ecco!» sorrise, ricacciando indietro le lacrime.
Nella coffa risuonò una risata cristallina, inconfondibile alle orecchie del cyborg, che si girò verso la porta. Appoggiata allo stipite, con un gomito appoggiato sul palmo aperto e un dito a picchiettarsi le labbra, stava Robin. Nessuno dei due l'aveva sentita arrivare, ma di questo non c'era di che stupirsi... era pur sempre Robin. «Posso sapere perchè state piangendo?» chiese, continuando a picchiettarsi le labbra piegate in un sorriso.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chopper, Franky, Nico Robin | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
g

.Quel Qualcuno.



17 anni, pensò. Quasi non gli sembrava vero. Che poi, per una renna sembrava una cosa così stupida contare gli anni: era più una cosa da umani! Si guardò le zampette, scrutandole nel buio. Istintivamente, iniziò a contare i suoi anni di vita lì, su quei piccoli zoccoli. Uno. Due. Tre... e quattro. Con una punta di rammarico si fermò: gli zoccoli potevano arrivare fino a quattro, mentre invece gli anni continuavano a scorrere. Sì, per contare servivano le dita... e le dita erano da umano, cosa che lui non era, nonostante i poteri del Frutto del Diavolo.
Era un essere tristemente unico nel suo genere: non era esattamente umano, ma non poteva essere considerato una vera renna sotto vari aspetti. Si ricordò di un libro che aveva letto quel pomeriggio con Robin, a proposito di certi fenomeni da baraccone: “persona che, per le sue insolite caratteristiche fisiche o per particolari capacità, potrebbe figurare come attrazione
diceva.
C'era stato un tempo in cui si era sentito terribilmente solo, così simile a quelle persone – anche se la gente scappava davanti a lui, non si azzardava nemmeno a pensare di usarlo come attrazione. Ma ora aveva amici, di quelli autentici: dei veri Nakama! Non era più una renna dal naso blu che si trasformava in un mostro al metà fra l'umano e l'animale. O almeno, non era solo quello. Era Tony Tony Chopper, medico di bordo della ciurma dei Mugiwara, capitanata da Monkey D. Rufy, colui che diventerà il Re dei pirati!
Aveva dei veri Nakama, sì. Eppure, sentiva che la solitudine di cui aveva paura, era diversa da quella di essere senza compagni di viaggio...
Tornò a scrutare il mare, con sguardo serio. Sono di ronda, non posso distrarmi!, pensò, prendendo un po' troppo sul serio il compito che gli era stato affidato. Forse per colpa delle storie di fantasmi, mostri e demoni che Usopp non mancava mai di raccontare; forse a causa del tetro umorismo di Robin, che lo portava a immaginare i finali peggiori di qualsiasi situazione, ma non riusciva a stare tranquillo. Anzi, al minimo fruscio – come quello che aveva appena sentito – sobbalzava, facendosi prendere dal panico.
Gli era persino sembrato di vedere un'ombra scendere dalla coffa... Questa sarà una lunga notte, constatò con un brivido.
Riprese a fare il giro della Sunny, guardando bene per terra per non inciampare nel buio. Non voleva anche rischiare di svegliare qualcuno facendo baccano. Salì le scale del ponte di prua con passò veloce, per bloccarsi con la zampetta a mezz'aria all'ultimo scalino.
«Non sono inciampato..?» sussurrò. Le scale erano illuminate, seppur debolmente, perciò era riuscito a distinguere il primo scalino, cosa che raramente capitava. Da dove viene la luce? Alzò lo sguardo verso la coffa, e capì. Le luci nella coffa erano accese; o qualcuno – Rufy – si era scordato di spegnerle, o non era l'unico sveglio, quella notte.
Decise che valeva la pena salire fin lì, se non altro per scacciare quel senso d'ansia che faceva tremare il suo lieve respiro. Magari un po' di compagnia sarebbe riuscito a calmarlo. Si arrampicò con fretta sempre maggiore, e tirò un sospiro di sollievo una volta in cima all'albero. Si concesse una breve pausa per riprendere fiato, prima di aggrapparsi alla scaletta della coffa.
Tenne lo sguardo fisso sui pioli della scala, chiedendosi se fosse il caso di annunciarsi... con un colpo di tosse, magari. Beh, non sono nemmeno sicuro ci sia qualcuno lassù, rifletté, sollevando lo sguardo. Quando gli occhi arrivarono all'altezza del pavimento, si bloccò, terrorizzato.
Un ombra gigantesca si stagliava davanti a lui.
Fu tentato di gridare, ma un forte odore di cola, misto a un altro dolcissimo profumo che non riuscì a identificare, lo convinse a ricacciare indietro l'urlo. Lo guardò bene, e nella figura in controluce che lo sovrastava riconobbe un Franky piuttosto sorpreso. «C-Chopper!» balbettò il cyborg, mettendo su un sorrisetto imbarazzato. «Come mai qui?» chiese, spostandosi di lato per farlo salire. Lo issò su con qualche frettoloso colpetto sulla schiena, e sbirciò di sotto, come per assicursi che fosse solo.
«Io sono di guardia... dovrei chiederti io per...» cominciò la renna, per venire interrotto dall'improvvisa risata di Franky. «Ahah, tu sei di guardia? Credevo toccasse a me, stanotte.» si diede un colpetto sulla fronte, che risuonò con un sonoro “clank”, come a punire la propria sbadataggine. «Sono stato SUPER sbadato!»
Chopper lo squadrò per quello strano comportamento, ma Franky non si fece intimorire e sostenne il suo sguardo, senza smettere di sorridere. La renna capì che era nervoso, come se stesse nascondendo qualcosa, e poi c'era quell'odore... lo sentiva addosso all'amico, ma chiaramente non era il suo. Era così dolce, e l'aveva sentito tante volte, ma forse era troppo lieve perfino per il suo naso. Ripensò alla figura che aveva visto scendere dalla coffa, e...
«Ehi, tutto bene? Hai una faccia strana, Chopper.»

***

Fu il turno di Franky di squadrare l'amico, abbandonando l'aria nervosa. Si ricordò quello che gli aveva detto Robin sul fatto che da qualche giorno la renna sembrasse un po' giù di morale. «Tu devi essere sempre in forma, eh! Sei il nostro SUPER dottore!» ammiccò nella sua direzione, mentre gli veniva in mente un discorso avuto con Robin poco prima di venire interrotti dall'arrivo della renna. Che poi, interrotti? Non era successo proprio un bel niente, con gran dispiacere di Franky, perché Chopper aveva impiegato meno del previsto ad accorgersi della luce nella coffa. Così, aveva avuto il tempo di stringere Robin fra le braccia per pochissimo, prima che la stessa gli scoccasse un bacio sulla guancia e si calasse dalla coffa, dopo aver sussurrato un lieve "Buonanotte".
Aveva provato a rincorrerla, dopo essersi sistemato un minimo la camicia, ma si era trovato davanti un Chopper piuttosto agitato; non gli era rimasto altro da fare se non augurarsi che Robin fosse riuscita a rientrare in camera senza farsi beccare.
In ogni caso, la giovane gli aveva detto di trovare il tempo di parlare con Chopper, che sembrava non volersi aprire con lei. “Anche se non sembra, Chopper sta crescendo, come tutti noi. E per alcuni argomenti, credo voglia parlare con un uomo, piuttosto che con una donna” gli aveva spiegato. Non che le avesse dato modo di approfondire l'argomento, eh. Per quanto uno tenga agli amici, non può resistere a una meravigliosa Robin al chiaro di luna. In poche parole, le aveva passato un braccio attorno ai fianchi e aveva catturato le sue morbide labbra. Inutile dire che entrambi avevano perso interesse per l'argomento... all'istante. “Ci penserò più tardi” si era detto.
E così, ora si trovava a incoraggiare la piccola renna, senza sapere per cosa dovesse farlo. Gli sembrò un buon inizio chiamarlo “dottore”. E infatti, non passò che un secondo dal termine della frase, che Chopper iniziò quello strano balletto che i Mugiwara – e chiunque lo avesse mai chiamato con l'appellativo di “dottore”– conoscevano, borbottando un qualcosa come “...B-baka! Non mi fai mica un complimento...”.
Franky attese che si calmasse un poco, prima di chiedergli di nuovo come stesse. «Robin mi ha detto che – sentendo nominare la compagna, Chopper annusò l'aria un'altra volta, come se cercasse qualcosa – sei un po' sovrappensiero questi giorni...» si fermò, notando che la renna sembrava prestare attenzione solo al proprio naso.
«Eri qua da solo, Franky?» chiese infatti, con il naso ostinatamente per aria. Inspirò un ultima volta, e poi sembrò puntare su di lui. Più precisamente al suo collo, lì dove Robin intrecciava sempre le mani; lì dove Robin incendiava pelle, nervi e muscoli a ogni bacio... Oh, merda. Non può averlo capito!
«Sì, ero solo.» rispose frettolosamente, cercando comunque di calcare sull'ultima parola. «Ma non hai ancora risposto alla mia domanda.» gli fece notare, arretrando di un passo. La renna guardò con sospetto quel vano tentativo di togliersi dalla portata del suo olfatto, ma sembrò interessarsi davvero alla conversazione. «Quale domanda?»
«Cavoli, se sei distratto! Robin aveva davvero ragione...» si lasciò sfuggire il cyborg, solo per ricevere un'altra occhiata indagatrice.
«Chi aveva ragione? Robi...» tornò alla carica la renna.
«NESSUNO! Davvero, Chopper, nessuno. Ho solo notato che sei un po' assente... e pensieroso! Mi stavo appunto chiedendo perché fossi così strano ultimamente... Ma tu sembri voler evitare la domanda a tutti i costi!» disse Franky, cercando di rigirare la frittata, fortunatamente con successo.
Chopper, che sembrava aver perso ogni interesse per qualsiasi cosa il suo naso gli stesse suggerendo, si decise una volta per tutte a rispondergli. «Ecco, veramente c'è una cosuccia di cui volevo parlarti...» iniziò. Franky sapeva che, se non fosse stato per il pelo, a questo punto avrebbe visto il rossore farsi spazio sul piccolo viso dell'amico.
«E sarebbe?» incalzò.
Chopper sbuffò prima di rispondere. «Qualche giorno fa, stavo chiacchierando con Brook. E siamo finiti a parlare a quello che faremo dopo... quando, finirà tutto. Se tutti noi riusciremo a realizzare i nostri sogni, cosa rimarrà di noi? Intendo, dei Mugiwara? Magari ci divideremo, e riprenderemo le nostre vite, no?»
«Beh, sì. È probabile, ma...» provò a interromperlo. Quella discussione stava prendendo una brutta piega.
«E allora, torneremo a essere soli, come prima di incontrarci?» domandò, lasciando spiazzato il cyborg. Quella era una domanda che tutti, almeno una volta da quando erano entrati in quella stramba ciurma, si erano posti. Personalmente, aveva smesso di farsi certe domande dopo la prima notte con Robin. Quella donna era la cosa più bella che gli fosse mai capitata, e la donna più meravigliosa che potesse augurarsi di incontrare. E poi l'amava. La amava come mai aveva amato qualcuno; e aveva avuto la sfacciatissima fortuna di essere ricambiato.
Già dalla prima volta che aveva poggiato le proprie labbra sulle sue, sapeva che l'avrebbe rincorsa in capo al mondo, che avrebbe rivissuto Enies Lobby mille volte, se ciò fosse servito a salvarla altrettante volte. Avrebbe affrontato chiunque, pur di lasciarla vivere, e per lei avrebbe sacrificato la propria vita, senza alcun rimpianto, se non quello di non poter più starle accanto.
Grazie a lei aveva la certezza che non sarebbe più stato solo, né ora, né dopo la fine della loro avventura.
Ma il caso di Chopper era molto particolare, e non andava affrontato così su due piedi. Forse non avrei dovuto interrompere Robin...
«Chopper...» iniziò il cyborg, cercando le parole giuste da usare. «Tu non sarai mai solo: prima o poi, tutti trovano quel Qualcuno che gli starà affianco per sempre. Capisci di cosa parlo?»
Chopper annuì. «Sì, anche Brook mi ha detto una cosa simile. Gli ho chiesto se lui aveva già incontrato quella persona... e mi ha parlato di una donna, che ha amato. Tanto tempo fa, prima che morisse. Dice che il suo ricordo non lo abbandona mai, e che perciò non è mai solo. E poi, mi ha detto che ha noi, e che dopo starà con Lovoon.» lo guardò negli occhi, con una serietà che proprio non gli si addiceva.
«Sai, una volta una persona mi fece lo stesso discorso... più o meno. Questa persona aveva una gran paura di rimanere sola, ma poi si ricordò di cosa gli aveva detto un suo grandissimo amico.» cercò di alleggerire i toni, anche per tranquillizzare il piccolo Chopper. Cercò di ricordare le esatte parole che Robin aveva usato per citare il suo amico. Effettivamente, Sauro era stato davvero un grandissimo, enorme amico. «E cosa aveva detto?» chiese la renna, in trepida attesa.
«Che nessuno nasce per rimanere completamente solo.» citò Franky.
La risposta lasciò la renna un po' perplessa. «Ma tu intendi, soli nel senso... senza Nakama? O soli in quell'altro senso...?» borbottò Chopper, imbarazzatissimo.
Oh, Robin intendeva questi discorsi... «Beh, in tutti e due i sensi.» sorrise, imbarazzandosi a sua volta. Si chinò alla sua altezza, e lo fissò negli occhi. «Tu pensi di essere così diverso da non avere possibilità di incontrare quel Qualcuno, vero?»
Il piccolo medico annuì, fissando il pavimento. «Sì.» sussurrò, ricevendo una lieve pacca di incoraggiamento da Franky. «Tu hai ragione a dire queste cose, Franky. Ma come fai a esserne così sicuro? Sto crescendo, e non ho ancora incontrato nessuno come me. Io non sono umano, e non sono una semplice renna. Insomma, non è così semplice. Sono più un... un fenomeno da baraccone.»
Franky si alzò in piedi di scatto a quelle parole. «Chi ti ha messo in testa certe idiozie?!» cercò di trattenersi, ma la frase uscì comunque come un urlo, che fece sussultare la renna. «Sai quanto faresti incazzare Rufy se ti sentisse dire certe stupidaggini? Insomma, guardati intorno, Chopper! Un ragazzo di gomma, uno spadaccino con il senso d'orientamento di un comodino, una ladra, il cecchino più pavido del mondo, un cuoco con le sopracciglia a ricciolo, un'archeologa con un umorismo davvero tetro, un ammasso di circuiti e ingranaggi e uno scheletro pervertito... sei un fenomeno da baraccone tanto quanto lo siamo noi!
«Sì, siamo una ciurma di gente strana. E con questo? Avevamo tutti la stessa possibilità di rimanere soli, ma non lo siamo. Siamo qui tutti assieme, e vivremo le nostre avventure uniti! Lo saremo anche dopo il nostro viaggio!»
Chopper, che fissava con i grandi occhioni il gesticolare delle sue enormi mani, parve un po' intimorito da quel cambio di toni; ma sopratutto dispiaciuto per quello che aveva detto. Il cyborg decise di darsi una calmata... Oh, dov'è Robin quando serve?! Non ci so davvero fare con questi discorsi.
«Anche io avevo paura di rimanere solo... » riprese, abbandonandosi a un sospiro.
« Ma quella stessa persona che mi ha confidato ciò che le aveva detto il suo amico, mi ha fatto capire quanto egli avesse ragione. Eppure, ci sono voluti così tanti anni prima che anche lei capisse la grandezza del proprio sbaglio! Perché pensare di essere soli in questo mondo, è un grossissimo sbaglio, Chopper.»
«E... questa persona è il tuo Qualcuno?» sussurrò il piccolo medico.
Franky esitò, per paura di scoprirsi troppo; ma rispose con la sincerità che il suo amico meritava. «Sì, Chopper.»
«E sei felice, ora?»
Annuì, sentendolo tirare su con il naso. «Fidati di me, fidati di questa ciurma Chopper, come hai sempre fatto. Non sarai MAI solo. Ci siamo noi, ok?» gli posò una delle sue enormi mani sulla piccola testa, cercando di essere il più delicato possibile. In quel momento si accorse degli occhi lucidi del compagno, e sentì anche i suoi inumidirsi. «Franky... stai piangendo?» chiese Chopper, avvicinandosi a lui con un piccolo sorriso.
«Sigh... è che mi hai fatto commuovere! E anche gli uomini SUPER a volte piangono, ecco!» sorrise, ricacciando indietro le lacrime.
Nella coffa risuonò una risata cristallina, inconfondibile alle orecchie del cyborg, che si girò. Appoggiata alla parete, con un gomito appoggiato sul palmo aperto e un dito a picchiettarsi le labbra, stava Robin. Nessuno dei due l'aveva sentita arrivare, ma di questo non c'era di che stupirsi... era pur sempre Robin. «Posso sapere perchè state piangendo?» chiese, continuando a picchiettarsi le labbra piegate in un sorriso. Franky capì che non si era mai allontanata per davvero; forse non aveva assistito a tutta la conversazione, ma era rimasta vicina.
«Emh... ecco, perchè... Noi stavamo parlando di...» provò a spiegare Chopper. Ma Franky capì che stava cercando di cambiare argomento, forse per vergogna di mostrarsi debole anche davanti a Robin; così lo anticipò, prendendo in mano le redini del discorso. «Quello che Chopper voleva dire, è che stavamo parlando della sua paura di rimanere solo.» spiegò, lasciando spiazzato il compagno, che invece sperava lo coprisse davanti alla donna. Ma Franky sperava che, coinvolgendola, l'impresa di consolare Chopper si sarebbe dimostrata meno ardua.
Il sorriso di Robin si incrinò un poco, vedendo che la renna non sembrava davvero intenzionata a parlarne con lei, ma non si lasciò scoraggiare. E poi, poteva capirlo: ci sono discorsi che sono difficili da affrontare di per sé, e che spesso non si vogliono affrontare con chiunque.
«Oh, Chopper.» disse solo, chinandosi su di lui e dandogli un buffetto sul nasetto blu. Poi lo strinse a sé, e fu felice di sentire che la renna stava ricambiando l'abbraccio. «Per tantissimo tempo anche io ho pensato di essere sola, sai? Per venti, lunghissimi anni.» sospirò, senza sciogliere la stretta. «La gente vedeva solo i soldi della mia taglia, del Demone di Ohara. Così, fra quelli che cercavano di catturarmi, c'erano anche quelli che scappavano da me, per paura.» disse, sapendo di trovare riscontro con il passato della renna, da questo punto di vista. «Poi, proprio quando avevo perso la speranza, ho incontrato voi. E allora ho capito che mi ero sbagliata su tutto!» si staccò un poco, per guardarlo negli occhi. «Quando vivevo ancora a Ohara, conobbi un gigante, naufragato lì. Fu il mio primo amico, e le sue ultime parole mi accompagnarono per tanti anni, anche se io mi rifiutavo di credergli.»
Quando Robin alzò lo sguardo sul cyborg, come per chiedergli il permesso di andare avanti, Franky di essersi sbagliato: Robin aveva assistito a tutta la conversazione. Gli stava chiedendo il permesso di andare avanti, perchè ciò che stava per dire, li avrebbe scoperti. Serve a far capire a Chopper che le parole di Sauro si sono rivelate essere assolutamente vere, perciò... annuì, deciso ad aiutare la renna fino in fondo. Serviva una prova tangibile, la dimostrazione vivente delle loro parole.
La mora gli sorrise prima di tornare a guardare il piccolo medico. «Sai cosa mi ha detto? “ Nessuno nasce per rimanere completamente solo”. Si chiamava Sauro, e aveva davvero ragione.»
Chopper sgranò gli occhi, collegando quanto detto da Franky sulla persona che gli aveva confidato queste parole, con quello appena detto dalla donna. Robin era... il Qualcuno di Franky?! Riabbracciò la compagna e annusò i suoi capelli setosi. Sì, era il dolce profumo di fiori – ora lo capiva – che aveva sentito addosso a Franky, e lo stesso che aleggiava nella stanza al suo arrivo. Effettivamente, anche su Robin sentiva un po' dell'odore di cola di Franky!
Sentiva li sguardi dei due compagni su di lui, perchè sapevano che lui aveva capito. Erano legati. «Quindi... non siete più soli?»
«No.» risposero all'unisono. «Ora sei un po' più tranquillo?» s'informò Robin, sciogliendo l'abbraccio.
«Sì, ora ci credo davvero.» sorrise, ma le ultime parole si persero in uno sbadiglio. Franky si asciugò le ultime lacrime – ogni volta che Robin anche solo accennava all'ultimo gesto di Sauro, davvero non riusciva a trattenerle – e si avvicinò furtivamente alla compagna. «Dici che fra un po' crolla a terra addormentato?» le bisbigliò all'orecchio, assicurandosi di non farsi sentire dalla renna.
«Credo proprio di sì.» ridacchiò. Lei sembrava l'unica a non risentire dell'atmosfera triste che aleggiava nella coffa, ma Franky sapeva quanto le costava rivangare il passato. E sapeva anche che avrebbero fatto i conti più tardi, perciò cercò di apparire tranquillo come lei. «Ehi, Chopper, perchè non vai a dormire? Credo siano stati dei giorni piuttosto impegnativi per te.»
«Uh?» borbottò, scuotendosi dal piacevole tepore post-sbadiglio. «Ah sì, giusto. Ma chi lo fa il turno di guardia?» si strofinò un occhio, sentendo il peso dello stress accumulato nei giorni.
«Tu vai a dormire, Chopper. Ci pensa Franky al turno di guardia.» lo rassicurò Robin.
«Ma Nami poi si arrabbia con me, e...» provò a protestare la renna.
«Glielo dico io a Nami. Tu hai bisogno di dormire! Da bravo dottore quale sei, sai che non fa bene trascurare il sonno.» sorrise dolcemente, dandogli un buffetto sulla guancia.
Colpito e affondato, Robin, pensò Franky guardandola. Quale modo migliore per convincere Chopper a darle ascolto? E infatti, il compagno si stava esibendo nello stesso balletto che aveva riservato a Franky quella stessa notte.

Accompagnarono la renna fino alla porta della camera dei ragazzi, e poi Robin si chinò per dare il bacio della buonanotte al Chopper più assonnato che avesse mai visto. «Vedrai che non farai più questi brutti pensieri. E se li farai, ricordati che tutto quello che ti abbiamo detto è assolutamente vero.» affermò con il sorriso più dolce che Franky avesse mai visto. La guardò mentre dava un leggero bacio sulla guancia di Chopper, augurandogli di fare bei sogni, e quando furono davvero soli, la prese per mano.
«E così, adesso Chopper sa di...» riuscì a dire, prima che il dito di Robin si posasse sulle sua labbra, zittendolo. La guardò, confuso, e lei indicò con un cenno del capo la stanza dei ragazzi. «Può esserci qualcuno ancora sveglio.» spiegò. Al che, Franky sentì proprio di non afferrare la situazione.
Robin gli voltò le spalle, e s'incamminò verso l'interno della Sunny. Si fermò solo una volta arrivata alla stanza dell'acquario, dove si accomodò sui divanetti.
«Allora, non ti siedi?» chiese con aria innocente la donna. Batté la mano sui cuscini affianco a sé, sorridendo nella sua direzione. Franky accettò di buon grado l'invito, e nel sedersi la prese sulle proprie gambe, facendola accomodare di traverso. La donna si poggiò con una spalla al suo enorme petto, andando ad accarezzargli la linea della mascella.
«Cosa ne pensi?» fece lei, spezzando la quiete della stanza.
«Cosa ne penso di cosa?»
«Di Chopper, dei suoi dubbi...» precisò Robin, che aveva dato per scontato che il cyborg stesse ancora pensando a quanto successo. Non immaginava che la mente di Franky fosse concentrata a capire perchè lo avesse zittito poco prima. «Gli passerà, vedrai. Ci passiamo tutti prima o poi... ma ricordami di dire a Brook di non affrontare più certi argomenti con Chopper, d'accordo?» le chiese, a metà fra il serio e il divertito.
«Ok, ok, te lo ricorderò.» sorrise la mora.
«Ma visto che stiamo ancora parlando di Chopper... mi vuoi spiegare perchè mi hai zittito poco fa? Insomma, se tanto lui sai di noi due, quanto vuoi che ci metta a dirlo alla ciurma?»
«No, la ciurma non lo saprà finché non glielo diremo noi, o finché qualcuno non si accorgerà delle nostre... emh, attività notturne...»
«... e non.» completò Franky, con un sorrisetto malizioso. «E come fai a esserne così sicura?»
«Lo so perchè Chopper non ha nemmeno un decimo della malizia del tuo sorrisetto. È più innocente di Rufy in queste cose. Insomma, ha capito che abbiamo un legame, ma non credo ne abbia capito la vera entità. Probabilmente pensa sia una... amicizia molto, molto profonda. È il legame più alto a cui per il momento può pensare, anche se credo che farà prima lui a maturare di Rufy.» scherzò, riuscendo a strappare una risata anche a lui.
«Perciò, per il momento, dobbiamo considerarci in clandestinità.»
«Esatto.»
Calò di nuovo il silenzio, accompagnato solo dai loro respiri. Franky ne approfittò per mettere un po' in ordine le idee. Avevano dato una certezza a Chopper, la sicurezza di aver sempre qualcuno al proprio fianco. Era una fortuna che la renna non avesse ben chiaro che ruolo avesse quel Qualcuno nella vita di ognuno. Per ora bastava assicurargli che i Nakama ci sarebbero stati sempre, anche dopo la fine del viaggio.
«Sai, secondo me non è solo a Chopper che fanno male certe discussioni.» iniziò il cyborg. «Ti ho vista mentre parlavi di Sauro...» la osservò di sottecchi, attendendo una sua reazione. La donna si strinse ancora di più a lui, sospirando. «Sì, non volevo turbare Chopper... ma è stato solo un momento, ti giuro. Mi manca, ecco tutto.» ammise con un sorriso.
Franky la strinse delicatamente a sé, chinandosi su di lei e lasciandole una scia di baci sulla nivea pelle del collo. «Conosco un metodo – la baciò di nuovo – per dimenticare tutti i malumori.» sussurrò, una volta arrivato all'orecchio della donna. «Se vuoi, posso mostrarti come...»
Robin gli prese il volto fra le mani, e lo baciò con passione, desiderosa di riprendere quello che Chopper aveva interrotto. «Robin... qui? Sei sicu...» chiese con titubanza Franky, staccandosi momentaneamente. Ma la mora lo attirò nuovamente a sé, catturando le sue labbra e il resto della frase.
Sorrise contro la bocca schiusa del compagno. «Come se non l'avessimo già fatto qui...»


Angolo dell'autrice.
E buonsalve a tutti! Premettendo che non so da dove sia uscita questa cosa, annuncio che avrei tanto voluto pubblicarla ieri, ma all'una di questa notte stavo ancora scrivendo l'ultima parte. Volevo fare una cosa “carina”, visto che ieri era un anno che sono qui su EFP a rompere le scatole ogni tanto! Rimedio pubblicando oggi, dai.
Per chi mi conosce, ho voluto provare un cambio di font, perchè il “Calibri” non riuscivo più a sopportarlo, giuro. Chiamatemi scema, ma se scrivevo con quei caratteri, non riuscivo a tirar fuori niente che mi piacesse... sì, metto Times New Roman e PUFF!, riesco a scrivere. No, non sono normale. Decisamente no. A questo punto, credo che cambierò font anche a tutte le altre mie ff, per mantenere un minimo di coerenza :)
Allora, la fine non mi convince proprio per niente. Fatemi sapere se beccate errori, ve ne sarò immensamente grata! E si, se vi sembra una schifezza, sentitevi liberi di farmelo sapere :) Sempre che qualcuno recensisca...
Piccolo e, sopratutto, ultimo appunto: ho corretto dopo la pubblicazione un pezzettino, dopo essermi accorta com'è realmente l'entrata della coffa. C'è una scaletta che praticamente sbuca abbastanza in mezzo alle scatole nel pavimento della palestra/coffa. Io avevo... bah, lasciate perdere! Per chi l'avesse letta prima della correzione... emh, chiudete un occhio, ok? :D (Grazie :3)
Alla prossima!







  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Robin7