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Autore: JonasFan_    11/06/2013    1 recensioni
non ho la minima idea di come andranno le cose se partirò per Los Angeles, ma non mi importa. per una volta nella mia vita voglio divertirmi, fare nuove esperienze, pensare un po' a me stessa e meno ai miei problemi..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“E’ tardi Nick, andiamo via.”
“No.” mi risponde secco.
“Che cosa?” chiedo incredula
“Ho detto di no, non ti riporterò in albergo”
“E perché?”
“Perché sei arrabbiata e se lo facessi sono sicuro che non ti rivedrei più.”
“Ho detto che voglio andare via.”
“Smettila di fare la bambina, Audrey, non fai altro che complicare le cose.”
“Ah, e così sarei io la bambina? E tu invece, che ti rifiuti di ammettere che stavi cantando, cosa sei?”
“Ancora con questa storia? Ti prego, basta.”
“Senti, se non mi ci porti tu in albergo, chiederò un passaggio a qualcuno.”
Non mi risponde, così prendo le mie cose e vado via lasciandolo lì.


Poco dopo mi raggiunge e senza dire una parola sale in macchina.
Io faccio finta di non vederlo e lui dopo qualche minuto, con aria fredda e distaccata dice:
“Andiamo?”
“Ah, ti sei deciso?” rispondo
“Se vuoi che ti riporti in albergo vieni, altrimenti io me ne vado.”
Probabilmente non lo avrebbe fatto, non se ne sarebbe andato lascia domi lì da sola, ma è arrabbiato, lo noto dal modo in cui mi parla, dall’espressione del suo viso, dai suoi sguardi.
Salgo in macchina e sbatto la portiera per attirare la sua attenzione, ma a lui sembra non importare, è come se io fossi invisibile.


Per tutto il viaggio nessuno dei due dice una parola, silenzio totale finché il suo cellulare non squilla.
Lui lo sente squillare, guarda lo schermo per vedere chi è ma non risponde.
Io sono girata verso il finestrino, ma con la coda dell’occhio noto che mi sta guardando..
“Audrey..” la sua voce sembra più dolce e rilassata, deve essersi calmato.
“Che c’è, Nick?”
“Non andare via, non ritornare in albergo, vieni da me, dimentichiamoci di quel litigio, non voglio perderti.”
“Scusa ma non mi va, e poi devo ritornare in albergo altrimenti i miei insegnanti mi daranno per dispersa”
“Chi se ne frega!”
“A me importa Nick, a me! E’ possibile che conti solo quello che importa a te? Un po’ sei arrabbiato, un po’ ti calmi, posso sapere che ti prende?”
“Mi dispiace Audrey, davvero. Perdonami, sono stato uno stupido, mi sono comportato male, ti ho trattato male e non lo meriti.”
“Ci sono rimasta male Nick, davvero.”
“Lo so piccola, lo so..”


Intanto lui continua a guidare, io noto che la strada non è quella che porta all’albergo ma non dico nulla.
Arrivati davanti ad una casa enorme ci fermiamo.
E’ una casa bellissima, con un grande giardino pieno di fiori e di piante, con uno scivolo, un’altalena e una piscina enorme con intorno dei lettini per prendere il sole.
“Wow, è casa tua questa?” dico meravigliata
“Si, ti piace?” dice sorridendo
“Si, è molto bella.”
“E a me piaci tu, Audrey, tanto.”

Io abbasso lo sguardo per non fargli notare che sto arrossendo dalla vergogna.
Sono ancora arrabbiata, ma non posso nascondere che quello che ha detto mi ha resa la ragazza più felice della terra.


Intanto lui intreccia la sua mano alla mia, apre il grande cancello bianco ed insieme entriamo.
Entrati in casa arriviamo subito in soggiorno, una stanza molto grande e luminosa, dove sdraiato sul divano c’è un ragazzo che, appena ci sente entrare si alza e corre verso di noi.
E’ davvero molto carino, probabilmente sono una famiglia di bei ragazzi.
“Ciao, piacere, io sono Joe!” dice sorridendo
Deve essere molto simpatico.
Ricambio il sorriso e dico: “Io sono Audrey, piacere mio”
“Come immaginavo. Ciao Audrey, ascolto sempre le telefonate sdolcinate tra te e mio fratello, sorride come un ebete quando vi sentite o uscite insieme”
Io scoppio a ridere e Nick è rosso come un pomodoro dalla vergogna.
Sembra un cucciolo indifeso, mi fa un sacco di tenerezza, così d’istinto gli prendo la mano e lui stringe la presa.
Si sente a disagio, è normale, ma forse lui non sa che provo lo stesso, che anch’io sorrido come un’ebete ogni volta che mi chiama, che ci metto or per decidere cosa mettere quando dobbiamo uscire insieme, che mi fa sentire unica e mi fa stare bene.


“Sei sempre il solito, Joe!” e gli da una pacca sulla spalla.
  
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