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Autore: Ronan    11/06/2013    1 recensioni
Merlino socchiuse gli occhi e si concentrò. Ma niente, buio più totale, quella ragazza proprio non riusciva a ricordarla. Eppure non doveva essere difficile tenere a mente una capigliatura così fiammeggiante o degli occhi così particolari, che sembravano argento fuso. No per forza c'era qulacosa che non andava. Oppure doveva arrendersi all'inevitabile e dare ragione ad Artù: gli mancava proprio qualche rotella.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Nel futuro
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-3-

«Draghi?» domandò Artù incredulo.
«Esattamente sire.» assicurò Gaius.
«Ma Gaius, i draghi sono estinti. Non esistono più. L’ultimo Grande Drago l’ho ucciso solo pochi anni fa. O mi sbaglio?» chiese poi rivolgendosi a Merlino.
«Questo Artù potrebbe essere un problema in effetti.» commentò il servo pensando già a che scusa usare per andare a parlare con Kilgharrah.
«Se mi permette andrò a ritirarmi in biblioteca per studiare al meglio la situazione.» disse il cerusico.
«Andate pure Gaius.»
Dalla sala uscì il medico seguito dai due cavalieri, rimasero solo Merlin e il re.
«Vi state sentendo in colpa, vero?» chiese Merlin ad Artù.
«Scusa?»
«Ogni volta che succede qualcosa di brutto a Camelot o nel regno voi vi sentite in colpa.»
«Perché succede qualcosa di brutto agli abitanti di un regno che ho giurato di proteggere con tutte le mie forze.»
«Non potete salvare sempre tutti, Artù. Non potete prevedere quando il male colpirà.»
«Per questo mio padre ha condannato la stregoneria, per evitare che il male colpisca il nostro regno.»
«Non è la stregoneria il problema: è l’uso che la gente ne fa.»
Artù si voltò per guardarlo stupito:«Che pensieri profondi Merlino, sei sicuro di stare bene?»
Merlino alzò gli occhi al cielo:«Io sono più che in grado di fare dei pensieri profondi, a differenza di qualcuno.»
«Spero che tu non ti stia riferendo a me Merlino.»
«Non mi permetterei mai.»
«Su questo ho dei dubbi.»
In quel momento entrò una guardia:«Sire, la regina Ginevra è rientrata al castello. Chiede di voi.»
«Arrivo subito.»
La guardia uscì di nuovo e Artù si voltò verso il suo servitore:«Cosa devi portare a termine delle tue mansioni?»
«Devo ancora finire di lavare i panni e lucidare l’armatura.» rispose lui colpito da quella strana domanda.
«Comincia a lucidare l’armatura non credo sia il caso che tu resti da solo al lavatoio con tutto quello che sta succedendo qui a Camelot.»
«Vi preoccupate per me, sire?»
«Mi preoccupo che il tuo sangue non sporchi i miei vestiti e poi lo sai com’è difficile trovare un buon servitore di questi tempi.»
«Credevo che diceste sempre che non sono un buon servitore.»
«In fatti un buon servitore non starebbe qui a perdere tempo quando c’è un’intera armatura da lucidare.» commentò Artù dandogli un calcio sugli stinchi. Merlino lo evitò e si avviò verso il portone sorridendo per essere riuscito a schivare il colpo di Artù. Ma il re lo richiamò mentre era quasi fuori dalla sala:«Merlino…»
«Sì, sire?»
«Fai attenzione.»
«Certo, sire.»
E uscì.
Merlino corse a pulire l’armatura, la sistemò in così poco tempo che persino lui si stupì di se stesso e poi si diresse immediatamente in biblioteca da Gaius.
«Gaius, dovete coprirmi mentre vado a parlare con il Grande Drago.»
«Vuoi andare adesso Merlino? Ma è ancora giorno! Rischi di essere scoperto.»
«Non posso rischiare che l’Ombra uccida qualcun altro. Devo andare subito.»
«Va bene Merlino, ma cosa posso inventarmi se Artù mi chiede dove sei?»
«Non lo so, dite che sono a raccogliere erbe, che sto curando dei malati alla città bassa. Basta che non dite che sono alla taverna.»

***

Ginevra liquidò il marito con la scusa di volersi fare un bagno caldo prima di scendere a cena:«Mi aiuterà Rowan, Artù, non c’è bisogno di scomodare Merlino per l’acqua, ci vediamo a cena.»
Avrebbe anche evitato di richiedere il resoconto degli avvenimenti della giornata, ma doveva continuare a recitare la parte della brava regina e c’erano proprio lussi che non si poteva permettere.
«Non deve essere dispiacevole fingere di essere la fedele moglie del re Artù.» commentò Rowan mentre osservava il sovrano uscire dalla stanza con sguardo languido.
«Lo è quando si è consapevoli del fatto che sia l’unico nemico della mia unica e vera signora.»
«Capisco.» disse incerta la ragazza, si era dimenticata di quanto le vittime dell’urlo della Mandragola fossero totalmente prive di libero arbitrio.
«Tu invece ti senti all’altezza di affrontare il sovrano di Camelot e innalzare la nostra sovrana alla gloria?» le chiese la regina immergendosi nell’acqua calda.
«Ascoltatemi bene, vostra altezza,- rispose Rowan che cominciava già a mal sopportare quella scocciatrice senza anima propria- La vostra signora Morgana è solamente la vostra signora, non certo la mia. Per me è solo una datrice di lavoro temporanea che scomparirà dalla mia vita appena finirò questo compito per il quale, fra parentesi, mi sento più che pronta. Ho ucciso uomini molti più forti e astuti di sua maestà il re Artù e immagino che se solo sospettasse ciò che lo attende sarebbe lui a tremare per la paura.»
«Attieniti al piano e Artù non sospetterà mai ciò che lo attende neanche quando si troverà i vostri artigli nelle carni.»
Che noia. Pensò la giovine mentre si allontanava per recuperare delle vesti pulite per la regina. “Attieniti al piano e Artù non sospetterà mai ciò che lo attende” neanche fossi una novellina del mestiere.  Un vero oltraggio per le mie capacità.
«Non ho mai visto una donna più sicura di vincere di Morgana, la vostra signora non sa che troppa sicurezza porta il cavaliere errante sulla strada della fine?»
«La mia signora non ha niente da temere.»
«Proprio niente? Eppure ho sentito parlare che il suo destino è essere sconfitta dal più grande stregone di tutte le ere che sono state, che sono e che saranno: Emrys.»
«Emrys è una sciocca leggenda.»
«Anche le Ombre erano ritenute una sciocca leggenda per spaventare i bambini eppure io sono qui di fronte a voi.»
«Tu sai per caso chi sia questo stregone? Lo hai mai visto? Ti è mai stato indicato?»
«No, lady Ginevra.» e se lo sapessi non verrei certo a dirlo a voi. Pensò tra sé e sé; quasi quasi cominciava a tifare per Artù e i suoi cavalieri, loro almeno erano più simpatici. Certo era che non erano loro a pagarla. Purtroppo.
Oh, basta con certi stupidi pensieri, Rowan. Domani sarà una giornata importante, non puoi permetterti di stare qui a cincischiare.
Aiutò la regina a vestirsi e si ritirò nella sua stanza.

***

Merlino scese da cavallo. Aveva scelto una radura nascosta da una parete di roccia a qualche ora da Camelot. Chiamò il drago.
«Salve giovane stregone.» lo salutò quello come al solito quando planò dolcemente sull’erba.
«Salve Kilgharrah, ti chiamo per avere delle informazioni sulla Grande Guerra tra i Draghi e le Sacerdotesse della Triplice Dea.»
«Informazioni? Di che genere?»
«Pare che a Camelot sia comparsa un’Ombra che fa strage degli abitanti e temo che possa nuocere ad Artù, ma non so come fermarla. Nessuno lo sa. Gaius mi ha detto che solo le creature che hanno combattuto durante la Grande Guerra possono saperlo.»
«In effetti giovane stregone, il tuo mentore non ha tutti i torti, solo i Draghi e le Sacerdotesse conoscono il segreto per uccidere un’Ombra, ma ti avverto Merlino non è affatto facile.»

Intanto a Camelot…

«Merlino! Merlino! Sapete dove si trova Merlino, Gaius?» domandò Artù entrando nelle stanze del medico.
«Io sire temo di no… voglio dire certo che lo so, si trova… ehm si trova a raccogliere erbe sire, nella foresta.»
«Siete un pessimo bugiardo, Gaius. Spero solo che non si trovi alla taverna.»
«Certo che no sire.» disse il cerusico con un po’ troppa foga.
«Io lo esonero dai suoi lavori per evitare che giri da solo per Camelot e lui va alla taverna, da solo e poco prima del tramonto. Vado a recuperarlo prima che mi tocchi ripulire le strade dai suoi resti. Sempre che non lo faccia fuori prima io.»
 
«Non importa quanto sarà difficile, devo salvare Artù.»
«Allora lascia che ti racconti una storia. Durante la Grande guerra le Sacerdotesse schierarono le Ombre, esseri nati da una magia così antica e oscura che non solo le armi umane non potevano scalfirle ma neanche quelle magiche. Decimarono i nostri eserciti, la Guerra sembrava persa, ma uno dei nostri generali, Loghioos, famoso per la sua sapienza, con l’aiuto dei quattro popoli guardiani forgiò delle armi in grado di distruggerle.»
«I quattro popoli guardiani?»
«Sono i popoli che proteggono i quattro elementi di cui è composto l’intero universo: gli Gnomi per la Terra, le Silfidi per l’Aria, le Sirene per l’Acqua e i Demoni per il fuoco. Loro sono la fonte della Magia stessa e come tali si contrapposero alle Ombre e alla Sacerdotesse perché volevano il controllo della Magia solo per loro. Così crearono delle armi in grado di distruggere le Ombre, ma ad una condizione: alla fine della Guerra noi Draghi avremmo dovuto distruggerle tutte.»
«Tutte? Quindi non ne è rimasta neppure una?» chiese preoccupato il mago.
«No, non tutte. Solo quattro dovevano essere risparmiate, adesso dovrebbero essere custodite all’interno dei quattro templi sacri.»
«E come posso raggiungere uno di questi templi?»
«Non è facile giovane stregone. I templi si spostano in continuazione e tutti accolgono mal volentieri i pellegrini, soprattutto se verranno a conoscenza del fatto che arrivi per conto di Camelot.»
«Devo provarci lo stesso o chissà quante altre persone moriranno per mano dell’Ombra.»
«Allora posso dirti solo questo: il tempio più vicino dovrebbe essere quello dell’Aria, in Galles o almeno l’ultima volta che ne ho sentito parlare si trovava lì. Le Silfidi sono molto solitarie, ma anche molto pacifiche dovrebbero essere le meno pericolose da disturbare.»
«Grazie, partirò subito.»
Merlino fece per andarsene, ma il drago lo richiamò:«Merlino, per una volta ascolta il mio consiglio: quelle spade non uccidono solo l’essere che dimora all’interno dei corpi uccide tutto. Non potrai salvare la povera disgraziata che è stata scelta dall’Ombra e non provarci neanche.»
«Dovrei… dovrei uccidere una ragazza innocente?»
«Senza esitare. Un’Ombra dopo aver fatto per così tanto tempo affidamento sullo stesso corpo non può resistere a lungo senza, se uccidi l’involucro l’essere essendone privato morirà entro poche ore, ma se tenti di salvare la giovine l’Ombra la ritroverà e il tuo sforza sarà stato vano. Lo capisci questo Merlino?»
«Certo. Lo capisco.»
 
Note dell’autrice:
Rieccomi! Scusate per il mega ritardo ma sono stata molto impegnata (molto, molto) e so che anche il capitolo non è dei migliori ma prometto che la prossima volta mi farò perdonare con uno bellissimo.
Poi come al solito vorrei ringraziare Morganalastrega e OkinoLinYu che mi hanno scritto delle bellissime recensioni che mi fanno sempre mooooolto piacere, per tutti gli altri grazie anche solo per leggere.
Al prossimo capitolo,
Ronan
  
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