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Autore: _Nat_91    11/06/2013    3 recensioni
{Sequel de La mia vita sei tu!}
Giugno 2012, l'estate è alle porte.
Bill ed Elisabeth sono ancora insieme, più innamorati che mai. I Tokio Hotel sono prossimi alla partenza del nuovo tour e le ragazze seguiranno i loro compagni. Ma durante questo viaggio una serie di eventi che causeranno molta sofferenza a molte persone...
Una nuova lunga storia d'amore, ricca di colpi di scena e new entry che causeranno molto scompiglio nelle vite di Bill ed Elisabeth.
La tempesta della vita si abbatte contro le rocce del cuore mettendo alla prova la resistenza di un Amore...
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio ragazze,
scusate il ritardo ma, come vi ho detto, ero senza computer. Ora sembra essersi risolto tutto.
Vorrei ringraziare:
- memy881, mimimiky e Seryfenice per aver commentato il precedente capitolo.
Ringrazio anche coloro che hanno letto soltanto o che mi seguono su facebook e ringrazio tutte coloro che mi sono state vicine e hanno usato molto tatto nei miei confronti.
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia. Ci sarà una svolta molto importante.
Il prossimo capitolo arriverà sabato...
Un bacio,
Nat
 
...Buona lettura...
 
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Il Destino del nostro amore

 
 
 
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63. La felicità di ritrovarsi

 
 
 
 
Martedì 11 dicembre.
L'inverno ormai bussava alle porte e la neve stava annunciando il suo arrivo. Una pioggia di foglie gialle e secche salutava gli alberi adagiandosi ai loro piedi prima di essere spazzate via dal vento che, leggere, le faceva librare nell'aria regalando un piacevole gioco di colori e forme.
L'inverno aveva il suo fascino nonostante il clima glaciale; l'inverno abbracciava l'arrivo del Natale e scatenava un preludio di allegria e serenità.
 
Ma quella serenità aveva già fatto breccia nei cuori di due ragazzi innamorati che si erano ritrovati e riscoperti più forti ed uniti di prima.
Ora che Bill ed Elisabeth erano di nuovo insieme, il tempo sembrava trascorrere velocemente e volar via senza che nessuno dei due se ne accorgesse.
Infatti era quasi una settimana che erano tornati da Innsbruck dove erano rimasti cinque giorni; durante il soggiorno austriaco, la mora aveva trascorso più tempo possibile con Jason e Marie ma anche con Simon e Charlotte. Tutti e quattro si erano mostrati contenti per quell'unione che aveva finalmente ridonato la luce e la solarità ad Elisabeth.
L'ultima sera prima della partenza, Simon aveva avvicinato Bill mentre le donne erano in cucina con Jason.
 
- Sei un uomo fortunato -gli disse l'austriaco- Sei riuscito a rubare il cuore ad una ragazza straordinaria come lei -lo vide sorridere dolcemente, poi continuò- Abbine cura Bill o ti renderò la vita un inferno. Elisabeth ti ama e ha capito i suoi sbagli ed ora merita di essere felice, ma se le farai del male non te la farò passare liscia. Tengo ancora moltissimo a lei e le starò accanto come ho sempre fatto senza più essere una minaccia per te, in fondo lei ha già fatto la sua scelta.
 
- Grazie Simon -aveva risposto il vocalist- Mi prenderò cura di lei ma soprattutto la amerò come ho sempre fatto e mi impegnerò affinchè il nostro rapporto migliori ancora.
 
- Bene, vedo che siamo d'accordo -aveva sorriso lui dandogli una pacca sulla spalla- È tempo di fare le scelte più giuste ormai. Ma adesso direi che sia meglio vedere cosa stanno facendo di là, non vorrei che mia madre facesse abbuffare Elisabeth con i suoi dolci -aveva concluso sarcastico ridendo insieme a Bill.
 
Così quella sera entrambi avevano definitivamente sepolto l'ascia di guerra pensando solo a godersi gli ultimi momenti tutti insieme.
 
L'indomani il vocalist e la mora erano ripartiti portando con loro tutta la roba che lei aveva lasciato lì ad Innsbruck.
Una volta giunti ad Amburgo, Elisabeth aveva cominciato a frequentare un corso pre-parto mentre Bill aveva subito cominciato i lavori nella loro nuova casa e Tom, Georg e Gustav si erano offerti di aiutarlo insieme a Gordon, felice che uno dei suoi due "figli" si stesse costruendo la propria famiglia.
 
 
 
Ed anche quel giorno Bill era impegnato con la sistemazione della casa ed aveva proibito categoricamente ad Elisabeth di avvicinarsi anche solamente alla porta d'ingresso. Lei si era chiesta cosa stesse facendo il suo ragazzo di così misterioso ma come risposta ottenne un semplice "stasera vedrai" che la incuriosì ancor di più. Allora quel giorno la mora aveva deciso di passare il tempo andando a fare delle compere sia per la bambina che per se stessa, ormai era alla ventisettesima settimana inoltrata di gravidanza ed alcuni abbigliamenti le stavano stretti. Quindi decise di fare un salto nella boutique dove aveva lavorato fino a qualche mese fa insieme a Jennifer; e fu proprio lei che vide non appena varcò la soglia.
 
- Ehi Lizie -esclamò con un sorriso l'amica- Cosa ci fai qui?
 
- Ho bisogno di qualche nuovo paio di jeans e di magliette -le rispose indicandosi.
 
L'amica scoppiò a ridere poi una voce maschile attirò l'attenzione di entrambe le ragazze.
- Elisabeth! -la chiamò un uomo sulla quarantina.
 
- Signor Strüsser buon giorno -lo salutò lei stringendogli la mano- Mi fa piacere rivederla.
 
- Fa piacere soprattutto a me -le sorrise guardandole il ventre- Guarda un po' che bel pancione che abbiamo qui. Adesso a che mese sei?
 
- Sono entrata nel settimo -rispose contenta- A proposito, vorrei scusarmi per essere sparita in questo modo senza alcun preavviso ma ho avuto dei problemi personali oltre che di salute legati alla bambina.
 
- Ma figurati ragazza mia! -la tranquillizzò agitando una mano per poi prenderla per le spalle- Non devi assolutamente preoccuparti. Jennifer mi ha riferito della tua gravidanza e poi... Hai lavorato qui per anni in maniera assolutamente impeccabile, non succede niente se per un volta hai avuto dei problemi. Hai semplicemente anticipato il tuo periodo di maternità -disse prima di concludere- sempre se tu abbia intenzione di tornare a lavorare qui.
 
- La ringrazio signor Strüsser, se lei me ne darà l'opportunità, tornerò più che volentieri -gli rispose felice- Ma, con la bambina, dovrò regolare i miei turni.
 
- Questo non è assolutamente un problema -ribadì l'uomo- Penseremo tutto a tempo debito, non sarà difficile trovare qualcuno che coprà metà dei tuoi turni in modo che tu possa passare la maggior parte del tempo possibile con tua figlia. E poi -aggiunse facendole l'occhiolino- puoi portare benissimo anche la piccola. Voglio davvero vederla.
 
- Sicuramente -annuì la mora convinta- Grazie infinite signor Strüsser.
 
- Figurati Elisabeth -le sorrise prima di indicarle il reparto premaman- Adesso fai pure tutte le spese che ti servono, lo sai benissimo che per voi dipendenti c'è lo sconto del 50%.
 
La mora lo ringraziò nuovamente poi, insieme a Jennifer, iniziò a curiosare tra i vari indumenti scegliendo quelli che più le piacevano e le stavano meglio. Nel frattempo raccontò all'amica di ciò che aveva imparato nelle prime lezioni del corso pre-parto e di come si sentisse più tranquilla ora che lo stava seguendo.
Tra una chiacchiera ed un'altra, Elisabeth fece diversi acquisti poi comunicò all'amica che sarebbe passare a ritirare i suoi esami del sangue prima di tornare a casa.
 
- Oggi a che ora hai l'appuntamento col ginecologo? -le chiese Jennifer.
 
- Alle sedici -le rispose la mora- E subito dopo andremo da Simone, vuole un resoconto completo della visita -le disse sorridendo- Ci vediamo direttamente lì?
 
- Sì, credo che io e Tom verremo per le otto -confermò prima di salutarla e rientrare in negozio.
 
La mora, con in mano diversi pacchetti, si diresse verso l'ambulatorio medico; era contenta di sapere che il suo datore di lavoro non l'avesse licenziata e che potesse riprendere a lavorare dopo la nascita della bambina. Anche se in minima parte, avrebbe contribuito alle spese della loro nuova casa, non avrebbe mai permesso che Bill se le assumesse tutte da solo.
 
Dopo aver ritirato i risultati dei suoi esami, andò a casa dove preparò il pranzo ai ragazzi e dove si rilassò un po' nell'attesa della nuova ecografia.
 
 
 
Il primo pomeriggio trascorse molto velocemente tra i resoconti dei ragazzi sulla loro mattinata di lavoro ed i battibecchi tra i gemelli. Quando giunse l'ora di andare dal dottor Bernard, Bill ed Elisabeth salutarono tutti i presenti e si diressero verso la clinica; durante il viaggio, il vocalist si mostrò entusista ed euforico al pensiero che avrebbe visto ancora una volta la loro bambina. Era così elettrizzato che la mora non riuscì a non sorridere di fronte a quello scoppio di gioia.
 
- Che fai mi prendi in giro? -le chiese fermandosi e guardandola assottigliando le palpebre.
 
- No, assolutamente, non mi permetterei mai -gli rispose sarcastica trattendo a stento un sorriso.
 
- Questa me la paghi -la minacciò lui cominciando a farle il solletico.
 
Elisabeth iniziò a divincolarsi per sottrarsi alle sue dita e lo supplicò più volte chiedendogli scusa.
 
- Non bastano le tue scuse, dovrai pagare un pegno -le sorrise furbo stringendola ancora tra la braccia per poi ordinarle di baciarlo.
 
- Quante storie per un avere un bacio -sorrise lei circondandogli il collo con le braccia- Avremo una vita intera per baciarci -concluse guardandolo negli occhi prima di sfiorare le sue labbra.
 
Posò una mano su una sua guancia, resa poco più ruvida dalla presenza di una fine barbetta incolta, mentre con l'altra strinse i suoi capelli non appena il bacio si approfondì.
 
- Mmm non smetterei mai di baciarti -mugulò il vocalist baciandole più volte la guancia.
 
- Ma adesso devi lasciarmi perchè tra pochi minuti ho la visita -lo prese in giro lei accarezzandogli le braccia.
 
A quelle parole Bill si ricompose e, intrecciando le sue dita con quelle della mora, si avviarono insieme verso la sala d'attesa dove si accomodarono iniziando a parlare.
- Quando usciremo, andremo prima a casa nostra e poi dai tuoi? -gli chiese lei ad un certo punto.
 
- Ah la mia curiosona -la canzonò divertito- Tranquilla, andremo a casa nostra prima.
 
Elisabeth gli sorrise e stava per rispondere quando la segretaria la chiamò dicendole che era arrivato il suo turno. Lei annuì e, insieme a Bill, entrò nella stanza del dottor Bernard che li accolse con gioia.
Anche quella volta si rallegrò nel vedere un bel pancione; era sempre così, si entusiasmava ogni volta che vedeva una donna incinta e quell'aura che una gravidanza le regalava e per quello aveva scelto di fare il ginecologo: per amore della nuova vita e della gioia che essa portava con sè.
 
Dopo i convenievoli, il dottore controllò subito i risultati degli esami della mora constatando come tutto andasse bene e fosse nella norma. Glieli riconsegnò e prestò tutta la sua attenzione sul vocalist che voleva parlargli di qualcosa.
 
- Elisabeth ha minimizzato il tutto dicendomi che non era niente di preoccupante ma voglio comunque parlarne con lei -precisò subito prima di continuare- In questi giorni lei ha avuto degli strani dolori al ventre, una sorta di crampi, che duravano pochi secondi.
 
- E non facevano neanche male -continuò la mora per lui- Erano solo un po' fastidiosi ma mio cugino mi aveva accennato qualcosa su questi eventuali...crampi -concluse cercando di spiegare cosa avesse sentito.
 
- La sua fidanzata ha ragione, signor Kaulitz -affermò allora il dottore rivolgendosi poi alla mora- e ciò che ha percepito lei, signorina Johnson, non sono crampi bensì delle contrazioni.
 
- Vuol dire che la bambina vuole già nascere? -chiese Bill allarmandosi immediatamente.
 
- No, ragazzo mio -dissentì lui sorridendo- In una gravidanza, intorno alla ventiseiesima settimana di gestazione, una donna può percepire delle lievi contrazioni di Braxton-Hicks ossia delle contrazioni che somigliano molto ai tipici crampi mestruali e che preparano l'utero della donna al parto. È una cosa normalissima -aggiunse vedendo il ragazzo tirare un sospiro di sollievo guardando poi Elisabeth- D'ora in poi le sentirà con più frequenza e, con l'avvicinarsi del termine, acquisiranno una forza maggiore ma stia tranquilla: ripeto, è tutto normale.
 
La mora lo ringraziò per quelle delucidazione poi, su invito del dottore, si stese sul lettino e si alzò la maglietta fino sotto il seno rabbrividendo quando l'uomo le mise il gel sul ventre.
Bill le strinse la mano sorridendole e baciandole dolcemente la tempia in seguito si concentrò sullo schermo dopo aver osservato il dottore spandere il gel con la sonda. Finalmente cominciarono a delinearsi delle figure ed entrambi non riuscirono a trattenere un sorriso.
 
- Ecco qui la nostra signorinella -esclamò il dottore iniziando a fermare i vari fotogrammi per poi cominciare a chiarire ciò che appariva sul monitor- Qui c'è la testolina, qui le manine e qui i piedini e guardate che bel pancino -disse sorridendo- La piccola ha già raggiunto il peso di un chilogrammo e la lunghezza di 34 centimetri ed il battito cardiaco è perfetto -aggiunse permettendo ai due giovani genitori di sentirlo- È tutto nella norma, vostra figlia sta crescendo bene.
 
Diede della carta alla mora affinchè si pulisse poi, come di consueto, cominciò a stendere la relazione dell'ecografia e mise tutto in una piccola busta gialla che consegnò ad Elisabeth.
 
- Ho fissato il prossimo incontro per il nove gennaio del nuovo anno, per lei va bene? -le chiese vedendola annuire ed alzarsi insieme al fidanzato- Un'ultima cosa: in quest'ultimo periodo aumenterà anche il desiderio carnale quindi ricordatevi di non essere troppi irruenti durante il rapporto sessuale.
 
Le sue guance si tinsero subito di rosso ma annuì poi lei ed il vocalist lo salutarono ed uscirono dall'ambulatorio.
Poco prima di mettere in moto la macchina, Bill scoppiò a ridere poggiando la testa sullo sterzo; Elisabeth lo guardò confusa ma quando lui si voltò nella sua direzione non riuscì a non seguirlo in quello scoppio di ilarità.
 
- Sei diventata rossa come un peperone mentre io volevo solo ridergli in faccia -ammise lui all'improvviso- Se sapesse tutto ciò che abbiamo affrontato in questi mesi, non avrebbe detto quella frase.
 
- Poverino, lui non poteva saperlo -lo difese lei sorridendo- Per fortuna ce ne ha parlato ora che siamo tornati insieme e non il mese scorso.
 
- Già, per fortuna è tornato tutto come prima -convenne il vocalist per poi mettere in moto ed uscire dal parcheggio- Ed ora andiamo a casa nostra.
 
Durante il tragitto, parlarono dell'ecografia e di cosa il dottore aveva riferito loro ma discussero anche del corso pre-parto che la mora stava frequentando; dopo una ventina di minuti, giunsero a destinazione e, mano nella mano, entrarono nella loro nuova casa. La mora si guardò intorno cercando di trovare qualcosa di diverso ma non vide niente; all'improvviso il vocalist le tappò gli occhi posandovi sopra le mani e la invitò a muoversi seguendo le sue istruzioni. Quando lui la lasciò e le disse di guardarsi intorno, lei lo fece e si commosse subito.
 
Era in una delle due stanze le cui pareti adesso erano di uno stupendo rosa antico e dello stesso colore erano anche le tende che ornavano la finestra. Inoltre non era più vuota: un armadio ed un'elegante cassettiera facevano bella mostra sulla sua sinistra mentre sulla sinistria c'erano dei comodini, un fasciatoio e, in un angolo, un box in legno. Infine, al centro della stanza, si stagliava una magnifica culla con tendine e lenzuolini di un tenue color lilla.
 
- È magnifica Bill -esclamò voltandosi verso di lui sorridendo e guardandolo con occhi lucidi- è davvero una sorpresa stupenda, amore. Grazie -si avvicinò e gli lasciò un morbido bacio sulle labbra prima di stringersi a lui- Ed io che credevo avessi sistemato la nostra camera da letto -confessò ridendo.
 
- Per la nostra camera ce ne occuperemo insieme -precisò il vocalist baciandole i capelli- Ma ci tenevo a fare qualcosa per nostra figlia -aggiunse prima di ammirare la stanza- Tra tre mesi lei dormirà qui dentro ed ancora non riesco a crederci eppure non vedo l'ora.
 
Iniziò ad accarezzarle il pancione con amore e poco dopo sentì qualcosa muoversi e sorrise intenerito. Anche lei sorrise e posò una mano sulla sua.
- Cristal Kaulitz -sussurrò avvicinandosi al volto della mora- La prima pargoletta della famiglia Kaulitz -concluse per poi baciarla con infinita passione.
 
Le morse appena il labbro inferiore poi le disse che forse era il caso di andare a casa di sua madre, lei annuì e lo seguì fino alla macchina per poi ripartire per la loro nuova destinazione. Un leggero sottofondo musicale la fece rilassare contro il sedile permettendole di godere di tutte quelle emozioni che quella giornata le aveva regalato fino a quel momento. Era felice e serena e quella sensazione di gioia era nata grazie a lui, grazie a Bill, grazie a colui che le aveva donato un amore magico ma, soprattutto, un dono meraviglioso che, giorno dopo giorno, cresceva nel suo grembo.
 
 
 
Erano quasi le otto di sera quando Tom e Jennifer arrivarono a casa di Simone e Gordon; la ragazza si scusò per l'eccessivo ritardo legato ad una cliente dell'ultimo minuto ma la donna la tranquillizzò subito dicendole che ancora la cena non era pronta. Inoltre invitò entrambi ad andare in salotto dove c'erano anche gli altri; li trovarono Gordon, Bill ed Elisabeth intenti a sistemare l'albero di Natale.
 
- Scusateci ragazzi -disse allora Gordon dopo averli salutati- volevamo aspettarvi per farlo insieme prima di cena ma, non vedendovi arrivare, abbiamo iniziato. Però ora che siete qui prendete il mio posto -aggiunse poggiando una mano sulla spalla del chitarrista- Ormai ho una certa età e la schiena inizia a risentirne.
 
I quattro ragazzi lo guardarono attoniti per poi scoppiare a ridere coinvolgendo anche i due coniugi Trümper.
Quest'ultimi andarono in cucina e Jennifer si avvicinò all'amica aiutandola con gli addobbi ed iniziando a parlare con lei dell'ecografia e della sorpresa che il vocalist le aveva fatto. Anche i due gemelli iniziarono a parlarne finchè non furono tutti chiamati per la cena.
Seduti a tavola, mangiarono con gusto ogni cosa che Simone aveva preparato, riempiendola di complimenti; parlarono molto della nuova casa di Bill ed Elisabeth e delle nuove compere da fare per la bambina.
La madre dei gemelli si offrì per accompagnare la mora a fare acquisti poi, dopo aver sparecchiato ed aver sistemato tutto nella lavastoviglie, tornò in salotto con un mano un sacchetto di carta da cui nei uscì qualcosa.
 
- Mamma ma sono bellissime! -esclamò il vocalist prendendo tra le mani un paio di minuscole scarpette rosa.
 
- È vero Simone, sono magnifiche -concordò la mora sfiorando la morbidezza della lana con cui erano state fatte.
 
- Sono contenta che vi piacciano -confessò Simone sorridendo per poi uscire anche qualcos'altro dal sacchettino- Ed ora mi sto dedicando ad una magliettina.
 
- E non sapete quante cose ha in mente di fare -disse allora Gordon passando un braccio sulle spalle della moglie- Da quando ha scoperto che diventerà nonna ha cominciato a fantasticare su tutte le cose che avrebbe potuto fare per la sua prima nipotina.
 
- E lo farò anche con i successivi nipotini che avrò in futuro dalle mie nuore -aggiunse la donna guardando il marito.
 
Bill ed Elisabeth sorrisero teneramente di fronte a quella scena mentre Jennifer e Tom arrossirono appena ma non riuscirono a non sorridersi quando si guardarono negli occhi.
Quell'atmosfera così calda e piacevole e quella dolce allegria li accompagnarono fino alla fine della serata quando i gemelli e le loro ragazze salutarono Simone e Gordon e si avviarono, con le rispettive macchine, verso casa.
 
La musica di sottofondo e la tranquillità del viaggio cullarono Elisabeth che si appisolò sul sedile. Giunti a casa, Bill si voltò a guardarla con amore sfiorandole la guancia e sistemandole i capelli dietro le orecchie; infine le si avvicinò e la chiamò piano per svegliarla.
La mora sentì il soffio caldo di Bill solleticarle l'orecchio e sorrise aprendo gli occhi per poi scendere dall'auto seguita dal vocalist che la strinse a sè; entrarono in casa insieme a Tom e Jennifer e, senza fare rumore, ognuno si recò nella propria stanza.
 
Dopo essersi cambiati, il vocalist e la mora si rifugiarono nel caldo tepore delle coperte; lei si poggiò sul suo petto e cominciò a disegnarvi sopra dei cerchi immaginari. Nascose il volto nell'incavo del suo collo respirando quell'odore buono e virile che l'aveva sempre fatta impazzire; sentì qualcosa muoversi e svegliarsi dentro di lei ed un improvviso desiderio divampare nel suo ventre.
Iniziò a lasciargli dei delicati baci sul collo e sentendolo irrigidirsi appena prima che lui le posasse una mano sulla guancia e le facesse alzare il volto baciandola con ardore. Baci sempre più infuocati si susseguirono l'uno dopo l'altro mentre carezze sempre più audaci risvegliarono una passione mai davvero sopita.
Bill le si mise sopra sostenendosi con i gomiti per non toccarle il ventre; la baciò con passione per poi scendere sul suo collo facendole scappare un gemito soffocato.
 
- Liz -la chiamò Bill con un leggero fiatone e la voce bassa e roca- Se non te la senti di fare l'amore fermami adesso perchè non credo che riuscirò a farlo dopo.
 
Lei gli rispose attirandolo di nuovo a sè e baciandolo.
- Non voglio fermarmi ora -gli sussurrò guardandolo con occhi languidi- Voglio essere di nuovo veramente tua.
 
- Per sempre mia -aggiunse lui baciandola a fior di labbra prima di sfilarle la maglietta- Farò piano, te lo prometto.
 
Lei lo zittì prendogli il volto tra le mani e coinvolgendolo in un nuovo bacio, gli accarezzò più volte il petto prima di togliergli la maglietta per poter sentire, sotto le sue dita, quella pelle bollente.
Bill stava impazzendo, era eccitato ma anche immensamente felice di poter sentir fremere la ragazza che amava ogni suo tocco, felice di poterla amare in maniera totale e completa, felice di poter essere di nuovo una sola cosa con lei.
 
Le liberò quel seno pieno e sodo dal reggiseno baciandolo ed accarezzandolo con desiderio, poi scese sul ventre gonfio fino a raggiungere i pantaloni che tolse subito insieme agli slip; anche lui lanciò gli ultimi indumenti che aveva addosso e, dopo un ultimo bacio, entrò in lei.
 
Una scossa elettrica, un brivido intenso, un terremoto dell'anima.
Era questo ciò che entrambi provarono quando finalmente i loro corpi si unirono nella loro danza d'amore. I loro cuori battevano forte ed in perfetta sincronia, le loro emozioni si intrecciavano raggiungendo quella magica felicità dei sensi, i loro occhi erano persi in quel mare di amore e passione che vi bruciava dentro.
Spinte lente e passionali, carezze delicate ed incandescenti, baci dolci ed intensi li condussero al culmine del piacere.
 
Bill le si distese affianco sospirando estasiato mentre Elisabeth si sollevò appena, coprendosi il seno con il lenzuolo, e poggiò il mento sulla sua spalla; lui le sfiorò la guancia, poi l'attirò a lui imprigionandole ancora le labbra tra le sue.
 
- Allora non è stato un sogno -le sussurròa pochi centimetri dal suo viso.
 
- È la semplice realtà -replicò lei abbracciandola- Ci siamo amati dopo tanto tempo e questa volta è star ancor più bello e significativo.
 
Il vocalist annuì e, dopo un ultimo bacio, le augurò una buona notte e la strinse a lui lasciando che i loro respiri, le loro emozioni ed i loro cuori li conducessero nel mondo dei sogni con un dolce "ti amo" in sottofondo.
Dopo quasi cinque mesi avevano compiuto un nuovo passo per il futuro e finalmente si erano amati con passione, si erano donati l'uno all'altra senza nessuna paura e nessun rimorso. Dopo quasi cinque mesi si erano tuffati nel fiume del desiderio e si erano ritrovati riportando a galla sentimenti che nemmeno il tempo avrebbe mai cancellato perchè sarebbe stato impossibile cancellare qualcosa di indelebile come una storia d'amore scritta dal destino.
 
Continua
   
 
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