"Non puoi non esserci, è la festa di inizio anno scolastico, sarà presente tutta la scuola, tu devi venire!"

Elena Doyle, 17 anni, distesa sul letto, osservava la sorella Rebekah che la stava implorando, con aria divertita e disperata allo stesso tempo, chiedendosi per l'ennesima volta nella sua vita come loro due potessero essere sorelle, per di più gemelle.

"Becky, non so se te ne sei accorta, ma ho la febbre! Solo perché ho accettato di darti una mano a prepararti non vuol dire che io sia in grado di andare a una festa, in una stanza grande quanto uno sgabuzzino con musica a palla e luci a intermittenza snervanti, piena di ragazzi tra i 14 e i 18 anni già ubriachi alle nove di sera! A malapena mi reggo in piedi ..."

Rebekah sbuffò e dopo aver borbottato qualcosa che non sembrava esattamente comprensione per la sorella, cominciò a tirare fuori decine e decine di vestiti dal suo armadio.

Dopo aver avuto una delle loro solite discussioni, questa volta sul se fosse più adatto un abito a un paio di jeans, le sorelle trovarono il modo di accordarsi su un paio di shorts e un top blu con le paillettes, che metteva in risalto gli occhi azzurri di Rebekah.

Poi passarono al trucco e all'acconciatura.
Proprio mentre Elena stava passando la piastra sui capelli mori della sorella, sentì il telefono vibrare.

-Ti è arrivato un messaggio, Ele. Mmm, chi potrà mai essere...- disse Rebekah alzando gli occhi al cielo

-Idiota...- rispose l'altra con tono divertito.

 

Allora hai proprio deciso di rimpiazzarmi per il tuo letto stasera, eh? Sono geloso … 

M.

 

Era Matt, il suo ragazzo.

La ragazza rise e rispose al mittente del messaggio:

 

Non cominciare anche tu, ne ho già discusso con la principessa qui. Vi siete messi d’accordo?? hahah Ti amo 

Ps: il letto è più morbido di te :P

 

E pochi secondi dopo:

Io di più.

Risposta al ps: eviterò di commentare :P

 

Elena alzò gli occhi dal cellulare e vide la sorella che la guardava con aria disgustata.

-Siete diabetici sai?- rise Rebekah

-Sei una rompipalle, sai?- disse in risposta Elena- Non devi andare a una festa?-

-Aspetta.- Rebekah si fermò davanti allo specchio con aria pensierosa.

-Aspetta cosa?- rispose la sorella divertita dall'espressione dell'altra.

-Manca qualcosa...- sussurrò Becky poco prima di cominciare a rovistare in giro per la camera alla ricerca di qualcosa.
Ad un certo punto si volse verso la sorella, e il suo sguardo si illuminò, cosa che le accadeva quando aveva un'idea.
Elena la vide correre fuori dalla stanza e la sentì dirigersi verso la stanza accanto, la sua.

Pochi istanti dopo, Rebekah tornò trionfante con una sciarpa di cotone azzurra, con piccoli fiorellini colorati disegnati su di essa.

-Allora, cosa ne dici?- chiese a Elena.

-Dico che è la mia sciarpa e che il furto è un crimine penalmente perseguibile- rispose ridendo lei.

-Dai, è solo per stasera, domani sarà come se non te l'avessi mai presa, promesso!-affermò Rebekah facendo gli occhi da cucciolo.

-Uff...- terminò Elena sforzandosi di sembrare seccata.

Rebekah gioì, abbracciò la sorella, scese in soggiorno a salutare i suoi e infine Elena sentì la porta di casa chiudersi.

 

Incredibilmente stanca, soprattutto a causa della febbre, Elena poté andare a sdraiarsi sul letto, e poco dopo aver preso una tachipirina per far scendere la temperatura, si addormentò.

 

Fu risvegliata nel cuore della notte da un tuono; aveva cominciato a piovere. Si misurò la febbre, e fortunatamente era scesa. Decise di fare uno spuntino, d’altronde si era chiusa in camera sua senza aver cenato. Mentre si dirigeva in cucina, passò dalla camera di Rebekah per vedere se la sorella era già tornata, ma il letto era completamente intatto e la stanza ancora completamente in disordine, esattamente come l’aveva lasciata. Elena scosse la testa, sorridendo.

 

Scese in cucina, aprì il frigo e prese il barattolo di yogurt. All’improvviso avvertì il rumore di una macchina nel vialetto di casa sua e poco dopo sentì qualcuno bussare alla porta.

Pensando che fosse la sorella che, come le capitava spesso, aveva dimenticato le chiavi di casa, sorrise e corse alla porta.

Guardando allo spioncino, però, si accorse che davanti casa sua non c’era sua sorella, ma 2 poliziotti, bagnati dalla pioggia, impazienti che qualcuno arrivasse per farli entrare.

 

-Salve- disse Elena aprendo la porta con aria perplessa- Posso fare qualcosa per voi?-

Uno dei due poliziotti, quello più alto, rispose: -Ehm … Ci scusi per l’ora signorina, ma … Questa è casa Doyle?-

Sempre più dubbiosa, e con un filo di preoccupazione, Elena disse: -Sì. Cosa … -

Non riuscì a finire la frase, qualcosa aveva attirato la sua attenzione.

L'altro poliziotto teneva nella mano destra una sciarpa azzurra, a fiorellini, una sciarpa identica alla sua.


CIAOO