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Autore: sheradiateslove    11/06/2013    5 recensioni
SOSPESA FINO A ESTATE 2014
-
Londra.
Due ragazze, simili ma diverse.
Un mondano troppo curioso.
Un ragazzo misterioso.
I loro destini si incroceranno, cosa succederà?
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Two

 
 

Gwendolyn’s pov.
 
Quando aprii gli occhi per un attimo pensai di essere ancora a Miami, nella mia camera, e che da un momento all'altro mio padre avrebbe fatto irruzione per svegliarmi come ogni mattina, poi all'improvviso realizzai che il soffitto che stavo guardando non era quello della mia stanza, ma quello di una delle stanze tristi e anonime dell'Istituto.
Mi alzai e mi infilai un paio di jeans e una canottiera nera, praticamente gli unici vestiti che mi ero portata dietro, intanto il mio stomaco iniziò a protestare, in effetti era un po' troppo tempo che era vuoto, mi chiusi la porta alle spalle e uscii in cerca della cucina.
Anche se la mia stanza non era proprio il massimo, dovevo riconoscere che l'istituto trasudava fascino, lungo il corridoio in cui mi trovavo spiccavano immagini di Raziel che stringeva fra le mani la coppa e la spada troneggiando sul lago Lyn, c'erano foto di paesaggi verdeggianti e di piazze piene di case dallo stile un po' severo che caratterizzava gli Shadowhunters. Idris.
Mi avevano tanto parlato di Idris, ma in realtà non ci ero mai stata nei miei sedici anni di vita.
Passai davanti ad una porta chiusa e sentii un debole lamento, riconobbi la stanza in cui avevano portato il mondano, Daniel. Probabilmente è l'infermeria.
Diana Carstairs, la donna che dirigeva l'Istituto, aveva fatto chiamare i Fratelli Silenti appena mi aveva visto entrare con il mondano sanguinante di icore fra le braccia, nonostante avesse guidato molto velocemente nel tragitto dall'aeroporto la sua ferita si era molto aggravata, i mondani reagivano particolarmente male al sangue dei demoni.
I Fratelli Silenti avevano assicurato che si sarebbe ripreso, ma ci sarebbe voluto del tempo.
Aprii lentamente la porta e vidi che stava ancora dormendo, mi avvicinai e presi la pezza ormai calda che Diana gli aveva messo sulla fronte per far abbassare la febbre, e la sostituii bagnandone un'altra nel bagno annesso alla camera.
Daniel era indiscutibilmente un bel ragazzo nonostante il sudore che gli bagnava la fronte o l'espressione sofferente sul viso; i capelli biondo-dorati gli illuminavano il volto, gli occhi erano chiusi, ma sapevo che erano verdi, non mi erano mai piaciuti gli occhi verdi.
Daniel ansimò e si rigirò nel letto per un po’.
-Gwen.- disse senza aprire gli occhi -Sto morendo?
Sorrisi istintivamente.
-No, il demone ti ha solo morso, forse ti crescerà un terzo occhio, ma non morirai.- dissi.
-Che cosa?- urlò aprendo gli occhi e lanciandomi un'occhiata preoccupata.
-Sei davvero così impressionabile, mondano?- chiesi ridendo.
-Non ci si dovrebbe prendere gioco delle persone che stanno male, non te l'hai mai detto nessuno?
-Noi abbiamo delle leggi diverse.- risposi.
-Perchè sei qui?- chiese
-Per controllare a che punto era il tuo terzo occhio, si comincia già a intravedere sulla fronte.- dissi.
-Ormai questo scherzo è vecchio.- rispose, ma sorrise comunque.
Mi alzai e uscii dalla stanza chiudendo la porta.
-Non hai risposto alla domanda!- sentii urlare da dentro, ma ormai stavo già scendendo le scale.
 
 
Annabelle’s pov.
 
 
Un deserto di ghiaccio si estende tutto intorno a me, ovunque mi giri non vedo altro che ghiaccio, ghiaccio e ghiaccio. Sono sola e indosso solo una misera maglia a maniche corte e dei pantaloni neri, niente di pesante che possa proteggermi dal freddo glaciale di questa landa desolata. Inizio a camminare senza avere però una meta precisa, l’unica cosa a cui penso è che voglio andarmene da qui e che restando ferma nello stesso punto per tutto il tempo di sicuro non posso farlo. Cammino, cammino e cammino finché non ho più forze e le mie gambe non riescono più a reggermi facendomi crollare sulla terra fredda. Lacrime salate mi scorrono lungo le guance arrossate dal gelo mentre penso di essere giunta alla fine del mio viaggio, alla fine di tutto. Spero solo che la morte arrivi velocemente risparmiandomi troppo dolore e sofferenza. Chiudo gli occhi. E’ strano, però, ho sempre pensato che sarei morta combattendo contro un demone per salvare una vita umana; non mi è mai nemmeno passato per la testa che potessi morire così, stremata e congelata.
Proprio quando penso di essere spacciata, sento un corpo caldo sollevarmi da terra e prendermi fra le sue braccia. Immediatamente il suo calore si propaga lungo tutto il mio corpo eliminando ogni traccia di stanchezza e debolezza. Come se il freddo di questo posto mi avesse avvelenata e il caldo emanato da questo corpo fosse l’antidoto che mi salva la vita.
Apro lentamente le palpebre e mi ritrovo davanti il viso di un ragazzo,  il viso di un ragazzo che conosco, un ragazzo con una maschera.
Gabe mi sorride radiosamente e dopo avermi infilato una ciocca di capelli ribelle dietro all’orecchio mi appoggia a terra con delicatezza, come se toccando il suolo potessi sgretolarmi in mille pezzi. Quando tocco il terreno con mia grande sorpresa mi accorgo che non è più ghiacciato, ma è diventato un prato verde piacevole al tatto dei miei piedi nudi e sono comparsi fiori, alberi e cespugli che prima non c’erano.
Dove mi trovo?
Rivolgo nuovamente lo sguardo verso Gabe che continua a sorridermi e, scioccata, mi accorgo che dalla sua schiena partono due grandi ali nere con delle screziature dorate.  L’istinto mi dice di correre il più velocemente possibile via da lui, ma non riesco a fare altro che avvicinarmi di più attratta da quelle ali nere come una falena lo è dalla luce. Allungo una mano di fronte a me per provare a toccarle, ma Gabe prende la mia mano e con uno strattone mi fa avvicinare a lui in modo che i nostri corpi si tocchino. Sfilo la mia mano dalla sua e provo a togliergli la maschera che mi impedisce di vedere il suo intero volto, ma lui fa un passo indietro. –Annabelle…- comincia a parlare. Ma non scoprirò mai cosa voleva dire, perché improvvisamente mi sento come risucchiata nel vuoto e Gabe sparisce assieme a tutto il resto.
Mi sveglio di soprassalto e scendo immediatamente dal letto come se questo scottasse, mi infilo in fretta una maglia nera e dei pantaloni dello stesso colore presi a casaccio dall’armadio e mi lego i capelli scuri in una coda alta. Mi giro verso il letto per rifarlo e mettere un po’ d’ordine nella mia camera che è tremendamente sottosopra e noto che sul cuscino c’è una macchia nera. Mi avvicino di più per vedere meglio e mi accorgo che quella cosa che sta sul mio cuscino non è una macchia, ma una piuma. Una piuma nera con delle screziature d’oro.
Boccheggio in cerca di aria che mi è venuta improvvisamente a mancare e mi siedo a terra mettendomi la testa fra le mani.
Non è possibile.
Forse sono ancora nel sogno.
Forse ho le allucinazioni.
Ora esco, vado a fare colazione e quando tornerò qui la piuma sarà sparita.
Sì, sarà così.
Mi alzo barcollando e mi dirigo in cucina dove immagino non troverò né Chris né Jason che alla domenica dormono spesso fino tardi, mentre potrei invece incontrare quella ragazza che è arrivata ieri con un mondano morente fra le braccia. Com’è che si chiama? Gwe…Gwen…Ah, sì, Gwendolyn. Che nome strano.
Passo per i lunghi corridoi dell’Istituto e arrivo a destinazione, solo il pensiero di mettere qualcosa fra i denti mi fa brontolare lo stomaco. Quando apro la porta della cucina trovo Gwendolyn seduta intenta a mangiare un uovo. Un uovo? Per colazione? Ma come fa?
-Buongiorno- la saluto, rivolgendole un sorriso cordiale.
 
 
Gwendolyn’s pov
 
-Buongiorno- disse la figlia di Diana, Annabelle, entrando in cucina, e mi sorrise, poi si diresse verso il frigorifero e prese il cartone del latte versandosene un po'.
La sera precedentemente l'avevo vista solo per un secondo, ero troppo stanca, ricordai che mi ero soltanto accorta che aveva i pantaloni dell'uniforme al contrario, quasi se li fosse messi in fretta.
-Buongiorno.- le dissi in risposta abbozzando un sorriso.
-Mi fa piacere avere finalmente una ragazza qui.- disse all'improvviso. -Voglio bene a Chris e Jason, ma sono così...maschi.- disse sorridendo.
-Chris e Jason?- chiesi incuriosita.
-Oh vedo che non hai ancora avuto il piacere di conoscerli, la cosa non mi sorprende visto che di solito dormono fino alla una.- disse sbuffando.
-Sono i tuoi fratelli?- chiesi cercando di iniziare una conversazione.
-Oh no.- rispose ridendo, come se quello che avevo detto fosse così assurdo. -Sono i miei migliori amici, anche se in realtà Jason è un po' il mio fratello maggiore, è l'unico maggiorenne fra noi, ma non è per questo, quando sono con lui mi sento al sicuro.- disse.
-E Chris?- chiesi
-Chris ha un anno più di me, ma per me è come un fratello minore, devo stargli dietro ogni momento della giornata, non sai quante volte io e Jason l'abbiamo tirato fuori dai guai.
-Si vede che gli vuoi bene, quando ne parli ti si illuminano gli occhi.- dissi.
-E tu hai fratelli Gwendolyn?- chiese.
-Sì, cioè...non lo so. Non ho più sue notizie da due anni, potrebbe anche essere morto, come mio padre.- risposi fissando insistentemente le uova. 
-Mi dispiace.- disse arrossendo, quasi come se avesse paura di avermi offeso. –Anche mio padre è morto, qualche anno fa, è partito per fare il suo solito giro di Londra per uccidere demoni e non è più tornato.
-Oh.
-Dove stavi prima, Gwendolyn?- Annabelle continuava a farmi domande, non sapevo se era solo per gentilezza o se fosse realmente interessata.
-Miami.- risposi- E chiamami pure Gwen.
-Oh davvero? Deve essere bellissimo abitare in un posto in cui non piove costantemente.
-Non saprei, dopo un po' ti annoi anche del sole.
-Se lo dici tu, e come mai sei venuta proprio a Londra?
-Mio padre adorava Londra, diceva sempre che prima o poi mi ci avrebbe portato e dopo la sua morte per me andare in un posto o in un altro non faceva molta differenza.
-Spero che ti troverai bene qui, Gwen.
Volevo risponderle, ma fummo interrotte da un rumore proveniente dal corridoio.
-Togliti di mezzo, Wayland!- due ragazzi apparvero sulla porta della cucina.
Il primo aveva i capelli biondi, ma di una tonalità più chiara di quelli di Daniel, gli occhi color cioccolato, era decisamente carino, stava spingendo un altro ragazzo, lui era castano e gli occhi verdi gli brillavano mentre faceva finta di lottare con il biondo.
-Chris! Jason! Possiamo per una volta fare colazione senza scatenare una guerra?- Annabelle intervenne cercando di separarli.
Il biondino stava per risponderle, ma poi mi vide e non disse nulla.
-Lei è Gwendolyn.- disse Annabelle -E starà da noi, Gwendolyn questo idiota è Chris.- disse indicando il biondo – E questo è Jason.
-Piacere.- risposi io.
Prima che Chris o Jason potessero dire qualsiasi cosa, Diana entrò in cucina quasi correndo.
-Anne vai a chiamare...Oh bene siete tutti qui.- disse -Stavo cercando di mettere in ordine la stanza di Anne...
-Mamma!- la interruppe lei infastidita. -Lo sai che detesto quando metti le mani fra le mie cose!
-Non sei nella posizione di protestare, Annabelle Rose Carstairs, guarda cos'ho trovato!- e sventolò davanti alla figlia un biglietto bianco e una piuma nera. Una piuma?- Mi spieghi cosa diavolo ci faceva una piuma nera sul tuo cuscino? E quest’invito?
Anne impallidì mentre Chris e Jason arrossirono violentemente.
-E’ stato divertente andare in cerca di demoni ieri sera? Quanti ne avete uccisi?- la sua voce era piena di sarcasmo.
-Diana, noi....- tentò Jason.
-Non dire nulla Jason, mi sarei aspettata un po' più di responsabilità da parte vostra.
-Se può farti piacere è stata una noia mortale.
Diana lo incenerì con lo sguardo.
-Per rimediare starete fuori tutto il giorno.- sentenziò, e uscì senza lasciare spazio a repliche.
-Beh, poteva andarci peggio.- disse Chris alzando le spalle. -E poi è un' ottima occasione per testare le capacità della ragazzina nuova.- aggiunse.
Sfilai un piccolo pugnale dalla cintura e lo lanciai in aria, che andò a conficcarsi nel muro passando proprio sopra la spalla di Chris che sussultò per la sorpresa.
-Io non faccio parte della punizione.- dissi riprendendo a mangiare le mie uova.
 

Annabelle’s pov.

Dopo aver rimesso in riga Chris in quel modo, Gwen si è conquistata la mia simpatia a prescindere.  E’ vero che lei in realtà non aveva fatto nulla e che quindi non doveva scontare la punizione, ma alla fine è venuta lo stesso con noi. Forse non aveva niente di meglio da fare.
-Chris! Cristo santo, evita di far roteare quel pugnale. Finirai per cavarmi un occhio!- urlo esasperata. Chris, che cammina di fianco a me per le uggiose strade di Londra, continua a far roteare quel maledetto pugnale che più volte ha rischiato di ferirmi.
-Non ti preoccupare, Anne, so benissimo come maneggiare quest- non fa in tempo a finire la frase che l’arma gli sfugge di mano cadendo a terra, più precisamente sul suo piede. E dalla parte della lama.
Inevitabilmente scoppio a ridere. –Ben ti sta! Così impari, idiota.
Gwen e Jason, che camminavano davanti a noi, si sono fermati per osservare la scena ed unirsi a me nella risata.
Chris impreca e rimuove il pugnale dal suo piede che probabilmente non avrà riportato altro che un semplice graffio, in quanto le scarpe sono piuttosto spesse.
-Dovresti imparare a dar retta ad Anne, sai?- dice Jason sorridendo.
-Oh, sta zitto, Jason- risponde Chris seccato.
Gwen sorride sotto i baffi, sono sicura che se potesse si siederebbe su una sedia con dei pop-corn in mano a godersi la scena. –Sembrate sposati, voi tre- dice poi.
-Potrei ucciderti nel sonno per quello che hai detto- le rispondo, non riuscendo però a nascondere un sorriso divertito.
Nessuno ha tempo per replicare, perché un urlo di una donna proveniente dal vicolo accanto a questo interrompe qualsiasi frase sul nascere.
Ci scambiamo tutti un’occhiata d’intesa prima di precipitarci tutti a correre nella direzione da cui è provenuto l’urlo; una donna è stesa a terra, senza vita, con un demone dai lunghi artigli e ali da pipistrello verde vomito accanto che appena ci vede inizia ad avvicinarsi a noi con aria di sfida.
Mi passo una mano dietro la spalla per prendere una freccia dalla faretra e scoccarla contro il demone con l’arco, la freccia parte ma il demone riesce a schivarla e con un balzo veloce mi si getta addosso. Finisco a terra con il demone sopra che mi graffia il viso con i suoi sudici artigli neri, nonostante la ferita bruci come fuoco mi impongo di non urlare: gli shadowhunters non urlano, indipendentemente da quanto il dolore possa essere forte.
Tento di liberarmi dalla sua presa, ma il demone tiene inchiodati a terra tutti i miei arti con una forza incredibile. Così gli tiro una testata e lui, più per la sorpresa che per il dolore in sé, molla la presa sulle mie braccia per portar le sue zampe sulla testa colpita, con un gesto veloce afferro la mia spada angelica dalla cintura della mia uniforme, ma non faccio in tempo a trafiggerlo che questi scompare in una nuvola di fumo. Alzo lo sguardo e vedo Chris che impugna un pugnale con incise le rune. Lui mi sorride e mi tende una mano per aiutarmi ad alzarmi e io l’afferro, ma invece di tirarmi su butto giù lui.
-Ti diverti a togliermi la soddisfazione di uccidere i demoni che mi attaccano, Chris?- dico, alzandomi da terra.
-Ti salvo la vita e mi ringrazi così? D’accordo, non ti preoccupare, non ci sarà più pericolo che lo rifaccia- mi risponde, alzandosi.
-Ce la facevo da sola! Stavo per ucciderlo!- mi urta sempre il fatto che tutti mi considerino la fanciulla che deve essere salvata quando sanno bene che me la so cavare benissimo da sola. Anche meglio di Chris e Jason. Solo perché io ho sedici anni e loro diciassette e diciotto, e io sono una ragazza e loro due ragazzi. credono che io sia sempre quella che ha bisogno di aiuto.
-Smettetela- dice Jason –ne stanno arrivando altri.
Io, Chris e Gwen ci giriamo dalla parte di Jason in tempo per vedere altri tre demoni venire verso di noi. Mi affretto a prendere un’altra freccia e scoccarla con l’arco e questa volta centro in pieno il bersaglio, il demone che avevo mirato inizia a sciogliersi in una poltiglia nera per poi sparire. Gli altri due si gettano contro Gwen e Jason, tirerei un’altra freccia ma ho paura di colpire loro invece del demone. E poi stanno avendo la meglio loro, intervenire non ha senso ora.  Dopo meno di un minuto, infatti, i due demoni sono belli che spariti.
La ferita che il demone mi ha procurato prima sullo zigomo brucia sempre di più e la mia vista inizia a sfocarsi, le facce dei miei compagni si fanno sempre più indistinte.
-Ragazzi- dico, catturando la loro attenzione –portatemi all’Istituto. Subito.





RAAAAAAAAAWR
Buonsaaaaaaaaaaaaalve.
Ringraziate l'altra Ilaria se sto postando, perché io non ne avevo nessuna voglia. LOL
Non ho mai oglia di fare niente, in effetti.
Allora, Annabelle sogna Gabe e si ritrova una piuma sul letto. Porella, sai che shock rendersi conto che il tuo sogno potrebbe non essere stato solo un sogno (?).
La nostra Gwenny poi è una badass, diciamolo. uu
E qui entrano in scena anche Chris e Jason, che saranno dei personaggi parecchio importanti in questa storia.
Intanto vi ringrazio per le quattro recensioni del capitolo scorso e per le visualizzazioni che sono più di cento skjdfhsdkjhfd
Magari non saranno moltissime, ma sappiamo accontentarci. ùù
E niente, ora ce ne andiamo entrambe a vedere Misfits con quel gran figo di Robert Sheehan :')
Adios.
-Ila&Ila
  
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