Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: magixludo    11/06/2013    5 recensioni
Shinichi Kudo corse a perdifiato per le strade della città ed arrivò all'ospedale. Come aveva fatto Ran a finire in ospedale?
Quando gli avevano detto che la sua fidanzata era andata in ospedale si era per poco ritrovato lui ad avere bisogno di un'ambulanza. Sperava non le fosse successo nulla di grave.
Shinichi arrivò in ospedale e si fece indicare la stanza del paziente appena sceso dall'ambulanza.
Il ragazzo preoccupato si diresse nella direzione indicata ma si nascose dietro una colonna quando vide Ran uscire dalla stanza, dicendo: - E mi raccomando rimettiti presto Conan!

"Conan? Che vuol dire Conan?" Shinichi era ancora più confuso di prima. Cosa stava succedendo?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoko Nakamori , Kaito Kuroba/Kaito Kid, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccomi ancora qua! Oggi cambiano registro: i ringraziamenti per le recensioni li trovate alla fine (ogni tanto bisogna cambiare o il cervello va in pappetta) e qui trovate una spiegazione al nome del capitolo.
Mini-kid perché questo nome? Potete interpretarlo come volete, sia che con kid intendiamo KAITO kid (che per l'appunto è diventato di quella taglia) oppure se kid lo volete intendere come 'bambino' e i bambini sono circa di quella taglia, in ogni caso fateci l'abitudine a questi doppi sensi un po' particolari perché ne ritroverete tanti, anche se uno è già uscito...
Ma ora basta chiacchiere e godetevi il capitolo.
 
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Capitolo 3: < Mini-kid >
 
"Il mio corpo... brucia! Le ossa... mi si sciolgono... no... nooo..." questo era tutto quello che riusciva a pensare il povero Kaito Kuroba steso a terra nel vicolo, inerme. Quando aveva focalizzato quegli uomini in nero aveva pensato che appartenessero all'organizzazione che aveva ucciso suo padre e che poi lui aveva sconfitto e che fossero dei 'sopravvissuti' o qualcosa del genere, ma non era così, non era lui che cercavano, e l'aveva capito dall'ultima frase che gli aveva rivolto il tipo più alto e magro e dal nome con cui l'aveva chiamato, ma ormai era tardi, il guaio era stato fatto e non era possibile tornare indietro; l'unica cosa che lo consolava era sapere che quella sostanza era stata progettata per uccidere esclusivamente Shinichi Kudo e questo voleva dire che forse aveva qualche possibilità di salvarsi, anche se non sapeva in che condizioni si sarebbe ritrovato.
"Aoko... mi dispiace..." un altro dei suoi pensieri andava ad Aoko, l'ultima volta che l'aveva vista l'aveva cacciata in malo modo dal camerino e poi era mancato all'appuntamento e ora non sapeva se l'avrebbe mai più rivista... anche se il motivo per cui era scappato via era proprio lei, non gli importava, infatti, se quel detective liceale lo avesse riconosciuto e lo voleva denunciare alla polizia, l'unica cosa che voleva era distruggere quel costume, anche se sarebbe finito in prigione lo stesso non avrebbero avuto la prova essenziale e forse sarebbe stato in grado di illudere Aoko che era tutta una falsità, non voleva che la ragazza restasse delusa da lui perché aveva dato l'assillo al padre e perché l'aveva varie volte usata per arrivare sul luogo del furto, ma soprattutto perché le aveva tenuto nascosto il suo segreto più grande; e invece quello che aveva fatto lo aveva portato al patibolo...
Sentiva le sirene della polizia avvicinarsi, era solo un'auto, quanto bastava a portare dietro le sbarre lui o la sua salma, aveva ancora addosso il biglietto inviatogli da quel detective, la prova decisiva... anche se a fatica si stampò in volto uno di quei suoi sorrisetti snob che facevano tanto innamorare le ragazze e tanto dannare gli ispettori e i detective, ma in quel momento non lo stava facendo per un eccesso di spavalderia, ma solo perché, se era davvero arrivata la sua fine, voleva sfruttare l'ultimo insegnamento di suo padre, a cui dedicò uno dei suoi ultimi pensieri, e ridere di fronte alla morte per dimostrarle che non aveva paura; voleva usare, per l'utlima volta, la sua faccia da poker.
 
Sull'auto della polizia con Miwako, Takagi e Shinichi
 
- Allora Shinichi è questa la strada? - domandò Miwako al detective seduto sui sedili posteriori, mentre svoltava a sinistra.
- Sì, almeno credo... - non era da lui una risposta del genere, ma senza avere un indizio come poteva sapere la strada presa da Kaito? Ci pensò un po'... cosa avrebbe fatto lui se fosse stato scoperto... la risposta arrivò in un lampo e Shinichi si diede dell'idiota per non averci pensato prima: sarebbe andato a distruggere le prove! E, almeno che non avesse un covo segreto o roba simile, poteva essere andato solo da una parte. Rapido, con uno di quei nuovissimi cellulari che andavano anche su internet, fece una ricerca e trovò quello che cercava, e scoprì che stavano andando dalla parte opposta: - Sato, dovresti tornare indietro al più presto!
- Perché?
- Perché mi sono appena reso conto che un buon punto di inizio ricerche sarebbe questo - e le mostrò l'indirizzo scritto sul display sul cellulare-
- Ma c'è già qualcuno che va in quella direzione, e poi se è stato rapito come fai a sapere che è lì?
Shinichi imprecò mentalmente: come glielo poteva spiegare senza rivelare la vera identità del mago, come poteva dire loro che era necessario che fosse lui il primo a trovarlo senza dire la verità? - Lascia perdere le spiegazioni e fai come ti ho detto! Dirigiti a casa di Kaito Kuroba!
Vista la decisione sul volto del ragazzo Sato smise di obbiettare e si preparò a fare inversione di marcia; l'inversione riuscì, ma si ritrovarono in una strada intasata dal traffico: - E ora? - domandò la donna poliziotta.
Shinichi si sganciò la cintura e aprì lo sportello, non aveva tempo da perdere e non poteva permettere a quel maghetto da strapazzo di eliminare le prove prima di averlo preso con le mani nel sacco e di avergli strappato quel sorrisetto snob dalla faccia, disse: - E ora voi tornate pure a casa, io vado a piedi. - e corse via senza aspettare una risposta, i due rimasti da soli nell'abitacolo lo seguirono con lo sguardo fino a quando non scomparve nei vicoli bui. Takagi si accorse che la sua collega stava tremando: - Miwako, che ti prende?
- Non lo so, Takagi, ma ho la sensazione che non vedremo quel detective liceale per un po' di tempo...
Takagi non capì cosa volessero dire quelle parole e neanche Miwako stessa, così propose: - Visto che ora siamo rimasti soli che ne dici di andare al karaoke?
- Con la macchina della polizia presa in prestito? -
- Ma no, questa la restituiamo appena riusciamo a sbottigliarci dal traffico, poi riprendiamo la tua e andiamo, che ne dici?
- Ok, Takagi, ci sto!
E i due poliziotti fecero quanto avevano deciso di fare, mettendo fine al loro intervento per quella sera, ma c'era qualcuno i cui problemi erano appena iniziati.
 
Interventi superflui per spezzare un po' la drammaticità(?)
 
Ai si svegliò di soprassalto nel cuore della notte perché aveva fatto un sogno strano e quasi lanciò un urlo; corse subito alla finestra e guardò la casa affianco a quella dove abitava in quel momento: le luci erano tutte spente. C'erano due possibilità: o il suo proprietario era già tornato e stava già dormendo, in quanto non avrebbe mai potuto dormire con la sua dolce fidanzatina se non voleva rischiare la furia omicida del padre di lei; oppure non era ancora tornato, ed ebbe la strana sensazione che a quel punto non sarebbe tornato più.
Rimase a fissare la casa di fronte un altro po', poi, prestando attenzione per non svegliare il professore, controllò se aveva ancora l'antidoto, non sapeva cosa fosse a dirglielo, ma aveva la sensazione che presto avrebbe dovuto usarlo di nuovo.
Per scacciare quei brutti pensieri tornò a dormire, l'antidoto vicino a lei, sprofondò in un sonno senza sogni.
 
Nel frattempo un'altra ragazza su un'auto di polizia si guardava intorno urlando a momenti di accelerare ad altri di rallentare, mentre cercava, voltandosi come una furia a destra ed a sinistra il suo unico grande e vero amore, nonostante una strana sensazione le diceva che non lo avrebbe incontrato lei non la ascoltava e non demordeva. Quella ragazza era Sonoko.
 
Tornando ai fatti seri della storia principale, nell'ultima auto della polizia non ancora presa in considerazione
 
- Allora, vedete qualcosa?
- No, niente, papà.
- No, niente, ispettore.
Queste erano le uniche parole che le tre persone nella macchina si erano scambiate da quando erano saliti e si erano messi in moto per cercare Kaito, a parte le occhiatacce delle due ragazze.
- Seriamente, non capisco perché debba venire anche tu! - sbottò Aoko.
- Perché lo ha detto Shinichi - rispose Ran.
- Solo perché quel detective liceale è il tuo ragazzo non vuol dire che può decidere di fare accoppiamenti a caso!
- Non sono a caso!
- Guarda che non mi è sfuggito il commento che ha fatto a quella vostra amichetta sul mio fidanzato e la solitudine!
L'ispettore Nakamori trasse un profondo respiro e urlò alle due passeggere dei sedili di dietro di stare zitte, le due tacquero immediatamente, ma continuarono a scambiarsi sguardi assassini. "Era meglio quando la conversazione si limitava a quelle poche battute" pensò l'ispettore sconsolato, quindi domandò:
- Allora, vedete qualcosa?
- No, niente, ispettore.
Anche Aoko stava per rispondere ma quando passarono nei pressi di un vicolo sentì una strana fitta al petto: - Aspetta un attimo, papà. - L'ispettore fermò di colpo la macchina e la ragazza osservò attentamente il vicolo, fino a quando non riuscì a mettere a fuoco un corpo steso a terra, le uscì un urlo strozzato, scavalcò Ran e aprì la portiera gettandosi in avanti, in testa un solo pensiero.
Ran la seguì a ruota, sperava di essersi sbagliata ma credeva di aver riconosciuto quella sagoma inerme, tirò fuori dalla tasca il cellullare e chiamò Sato: - Shinichi è con voi, vero? - disse senza troppi preamboli.
La risposta arrivò come una doccia fredda: - Non è con voi? Eppure se n'è andato da solo nella vostra direzione circa cinque-sei minuti fa, ha preso una scorciatoia per i vicoli, non è già lì? Ran... ehi, Ran... mi senti?
Ran riattaccò il telefono, in mente le parole che le aveva detto Shinichi prima di separarsi 'Ran per favore non iniziare a fare storie non ci stiamo dicendo addio per sempre è solo una questione organizzativa' "solo una questione organizzativa? solo una questione organizzativa! Perché ho lasciato che lo facesse, perché!?!" Ran corse nella direzione in cui si era diretta Aoko, la vide prima di poter vedere quello che ormai credeva fosse un cadavere, la ragazza era in ginocchio a terra, sconvolta, ripeteva sempre e solo queste parole: - Kaito, no Kaito, Kaito, no Kaito, com'è possibile? Kaito, no Kaito... - e via dicendo.
In quel momento Ran si sentì molto egoista: anche se non lo mostrò apertamente dentro di sè era felice, certo era terribile perdere a quel modo una persona cara, ma almeno non era il suo Shinichi, certo la ragazza poteva essersi sbagliata di nuovo con tutta quell'oscurità ma decise di non pensarci. Si allontanò dal cadavere per lasciarli insieme per l'ultima volta e chiamò un'ambulanza, non si poteva mai sapere, e la polizia, doveva per forza essere un caso di omicidio anche se evitò di fare i nomi Miwako e Takagi. Quando ebbe finito decise di far spostare Aoko, restare a contemplare un salma immobile non aiutava certo il cuore infranto di una giovane innamorata; nell'avvicinarsi a lei, non poté fare a meno di buttare un occhio al defunto, giusto per avere l'ultima certezza, e quello che vide le mozzò il fiato in gola e la pietrificò: tanto per iniziare il cadavere, anche se molto lentamente, alzava ed abbassava il petto, ma non fu questa l'unica cosa scioccante che anzi avrebbe potuto portare solo gioia sapere che un morto non era morto; il vero shock fu nel riconoscere il "cadavere": non si trattava di Kaito Kuroba, e neanche di Shinichi Kudo, quello steso a terra immobile era un bambino delle elementari che doveva avere all'incirca sei-sette anni, era Conan Edogawa.
 
Cinque minuti dopo, nel vicolo, e poi in ospedale
 
Shinichi raggiunse il vicolo dove Ran e Aoko avevano trovato il "cadavere" nel giro di dieci minuti (era passato tutto quel tempo perché dopo che era scomparso nei vicoli bui si era fermato a riflettere ed a pensare alla strada più rapida ma altrimenti ci avrebbe messo la metà del tempo), in realtà da fuori appariva come un normale vicolo e non si sarebbe neanche fermato se solo non avesse visto le auto della polizia là fuori. Si fermò di botto e si avvicinò ad un poliziotto: per quanto fosse sul punto di smascherare il famoso ladro gentiluomo c'era una qualche strana reazione chimica (polizia=omicidio) che lo attirava in quel luogo.
- Posso sapere cos'è successo? - domandò il ragazzo.
Il poliziotto non lo degnò neanche di uno sguardo ma disse: - C'è stata un'aggressione, un bambino delle elementari, c'erano due ragazze con lui, una è andata a casa, ma l'altra è andata in ospedale.
Shinichi si sentì mancare, non sapeva bene perché: - E per caso la ragazza in questione aveva capelli lunghi e castani con un assurdo ciuffo a punta?
Il poliziotto ci pensò un attimo e il detective liceale sperò di essere smentito, ma poi disse: - Sì, mi pare proprio di sì... - ma non riuscì a terminare la frase che il ragazzo era già corso via, tutti i pensieri rivolti ad una sola persona: chissà se stava bene, cosa le era successo, l'avevano aggredita? Si era completamente dimenticato che era stato menzionato anche un ragazzino delle elementari, e quindi, quando arrivò in ospedale, per lui fu un vero shock.
Corse a perdifiato per le strade della città ed arrivò all'ospedale; entrò, senza badare allo sguardo sconvolto delle infermiere per tanta irruenza, infermiere che però avevano notato il suo sguardo, bellissimo senza dubbio, ma in quel momento anche preoccupatissimo. Shinchi non perse tempo in convenevoli e chiese se fosse appena arrivata un'ambulanza con una ragazza del liceo, la segretaria dietro al bancone annuì, anche se pensava che lui volesse notizie sul bambino, e gli chiese se fosse un suo parente, perché sarebbero stati ammessi solo i parenti veramente stretti; Shinichi in quel momento non aveva voglie di fare storie, disse quindi di essere suo fratello, la segretaria ci pensò un attimo, constatò l'evidente somiglianza, gli indicò la stanza dove era stato portato il nuovo paziente e lo lasciò passare.
Il ragazzo terribilmente preoccupato si diresse nella direzione che gli era stata indicata e trovò la stanza senza troppe difficoltà, stava quasi per entrare quando vide la maniglia scattare, qualcuno stava uscendo. Teoricamente non aveva niente da nascondere e non stava facendo niente di male, eppure il suo primo impulso fu quello di nascondersi dietro la colonna lì vicino e di non farsi vedere fino a quando la persona non se ne fosse andata, non sapeva cosa glielo avesse fatto fare, ma ebbe la sensazione che in quel momento quella fosse la scelta più giusta.
Shinichi rimase immobile e nascosto, trattenendo anche il fiato, poi prese un po' di coraggio e sporse appena la testa per vedere chi fosse lo strano personaggio, si sporse e vide Ran, la sua Ran in ottime condizioni fisiche allegra e pimpante come al solito, uscire dalla stanza, dicendo: - E mi raccomando rimettiti presto Conan!
"Conan? Che vuol dire Conan?” Il cuore del ragazzo perse un battito, si nascose bene dietro la colonna ed ebbe la sensazione che sarebbe potuto svenire, il lato positivo fu che Ran passò e andò via senza neanche accorgersi di lui. Ora era ancora più confuso di prima. Cosa stava succedendo? Ran non era stata portata in ospedale per aggressione? Poi in quel momento ricordò le parole del poliziotto 'c'è stata un'aggressione, un bambino delle elementari...' sgranò gli occhi, era assurdo, poteva trattarsi di un caso di omonimia, ma in Giappone un nome del genere?, e poi perché Ran era insieme al bambino se non era... pensieri confusi si accavallavano nella mente del giovane detective creandogli solo un grosso mal di testa, alla fine prese la decisione più banale di tutte: lasciò perdere i ragionamenti, si diresse verso la porta della stanza, trattenne il respiro, e l'aprì.
 
Altro momento inutile per tenervi col fiato sospeso ancora un po' anche se ormai avete capito tutto, a Londra
 
- Mhm? Che c'è Akako? - disse Hakuba guardando la sua ragazza che di colpo si era bloccata al centro della stanza lasciando cadere i libri e i quaderni che aveva in mano; notando che però non reaggiva le fu subito al fianco. La ragazza aveva lo sguardo vuoto e fisso in un punto lontano, poi d'un tratto si riscosse e tirò fuori della cartella la sua sfera di cristallo.
- Akako che fai con quella cosa? - disse Hakuba che non sapeva niente di "quella particolare qualità" della sua ragazza, ma lei lo zittì con un cenno della mano e si rivolse alla sfera: - Dimmi, sfera, sono tutti i ragazzi ai miei piedi?
Sperava di essere smentita, che no, c'era ancora un ragazzo che mai sarebbe stato ai suoi piedi, ma la sfera assentì: - Sì, tutti gli uomini sono ai tuoi piedi... adesso...
Akako trattenne l'urlo in gola ma le uscì comunque un suono strozzato, si sentiva male, vide lo sguardo preoccupato di Hakuba che già stava chiamando l'ambulanza e si affrettò a mettere via la sfera, si reggeva a fatica in piedi, sapeva che da un momento all'altro sarebbe crollata, ma si rivolse al ragazzo e disse: - Kaito... lui...
Hakuba non sapeva che pesci prendere, ma un lampo gli balenò nella mente: - Quale? Kuroba o... Kid?
Lei lo fissò intensamente, aveva la sensazione che lui già sapesse la risposta, ma desiderava essere smentito, com'era successo a lei poco prima, ma non poteva farlo, quindi disse, con il fiato corto: - En... entrambi...
Poi, sotto lo sguardo scioccato, sia per le parole di lei che per il suo malore, di Hakuba, la giovane strega svenne.
 
Tornando alla storia seria, in ospedale nella camera del paziente delle elementari appena arrivato sull'ambulanza
 
Shinchi rimase per un attimo abbagliato da tutto il bianco che c'era in quella stanza di ospedale, ma si riprese subito e si diresse a passo deciso verso il letto, bianco anch'esso, al centro. Sul letto c'era effettivamente steso un bambino delle elementari che doveva avere all'incirca sei-sette anni, il petto si alzava e si abbassava con cadenze regolari, come se stesse dormendo, ma il detective non poteva aspettare e quindi, puntandogli il dito contro e mettendosi in una delle sue solite pose che facevano tanto sbavare le sue tante ammiratrici, urlò: - Chi sei? Brutto ladro d'identità!
Il bambino aprì piano gli occhi, poi allungò la mano verso il comodino dove c'era un paio di occhiali da vista senza lenti e li indossò, si mise a sedere, si sistemò un po' i capelli per dargli un'aria più ordinata, poi finalmente alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi azzurri negli occhi azzurri di Shinichi. Il ragazzo per un attimo rimase scioccato ma si riprese subito: quello che aveva davanti a lui era lui, cioè, era lui senza però essere lui perché lui era lì in piedi e non poteva anche essere seduto sul letto, o no? In un primo momento notò solo le somiglianze, poi, forse perché aveva la certezza che quello non potesse essere Conan Edogawa, forse perché era un detective ed era abituato a cogliere sempre i dettagli, ma si accorse di quello che Ran non aveva visto: le differenze. Non perché fossero evidenti e palesi, l'aspetto fisico era praticamente uguale, ma lui le sentiva, aveva la sensazione che quel bambino per quanto gli potesse somigliare non sarebbe mai potuto essere lui, eppure continuava a ricordargli qualcuno, ma non sapeva dire chi.
Alla fine il ragazzino parlò rivelando che anche la voce era la stessa: - Certo che come detective fai acqua da tutte le parti, eh, mini-detective? - Shinichi sgranò gli occhi, quel modo di chiamarlo, quel sorrisetto snob... - Dai, ragiona, chi eri andato a cercare prima che succedesse tutto questo casino? E' inutile che mi guardi così, quella dolce signorina mi ha raccontato tutto in uno scoppio di angoscia mentre venivamo qua, evidentemente non si era accorta che ero in uno stato di dormi-veglia... - Shinichi si avvicinò al bambino, gli tolse gli occhiali e lo spettinò un po', rimase di sasso, dannazione era proprio lui!
- Come... cosa... tu... lei... perché? - alla faccia del grande detective, quella sera Shinichi era andato proprio in tilt!
- Se mi dai un attimo vedrò di spiegarti tutta la situazione, anche perché è colpa tua se sono finito in questo casino... - Kaito stava per iniziare il racconto ma Shinchi lo bloccò con un cenno della mano.
Il detective indicò la fasciatura che aveva sulla testa: - Ti hanno preso di sorpresa alle spalle e colpito alla nuca, cadendo hai sbattuto anche contro il terreno, hai perso sangue, tanto sangue... poteva finire molto peggio di così solo per questo colpo... ora ti devi riposare, è questa la cosa più importante...
Kaito lo fissò di sottecchi, aveva dedotto tutto quello solo guardando la fasciatura?, poi capì: - E' successo lo stesso anche a te, vero?
Shinichi lo guardò, ma senza guardarlo, lo mente vagava al ricordo di quel giorno, non disse niente, annuì appena, per Kaito quello fu un segnale più che sufficiente.
- Ascolta "Conan", ora pensa a rimetterti, dopo vedremo di trovare un modo per sistemare tutto... - in quel momento Shinichi si sentì stanco e spossato, come mai in vita sua, erano quasi le quattro del mattino, non aveva riposato neanche un minuto per tutta la notte, l'adrenalina che lo aveva tenuto in piedi fino a quel momento era finita e lui si sentiva vuoto, non aveva proprio voglia di sentire cosa aveva da dirgli Kaito, anche se poteva rivelarsi di fondamentale importanza, l'unica cosa che sapeva era che doveva tornare a casa senza farlo sapere a nessuno, ma casa sua era così lontana... ed era impossibile che nessuno lo vedesse, anche a quell’ora di notte...
Se non fosse stato per i suoi riflessi sempre pronti in quel momento Shinichi non si sarebbe accorto di quello che Kaito gli aveva lanciato e sarebbe stato colpito in un occhio, invece lo afferrò e lo guardò, erano chiavi; il bambino disse: - Vai a casa mia, non è lontana da qui ma immagino tu sappia dov’è, spettinati un po’ i capelli e nessuno ti riconoscerà. Mi dimetteranno tra due giorni, fino ad allora resta chiuso nella mia stanza e non parlare con nessuno, datti malato o inventati qualcosa del genere e, soprattutto, non ficcanasare in giro, ma che te lo dico a fare? lo farai comunque, quindi è fiato sprecato… dov’ero rimasto? ah, sì, anche se abbiamo la stessa voce non rispondere al telefono, soprattutto se è Aoko, e non parlare con nessuno. Ci vediamo il quattro luglio nel posto del primo incontro tra Conan e Kid. - quando ebbe concluso si sdraiò di nuovo, a Shinichi non rimase altro da fare che andarsene e lasciarlo dormire. Prima che il detective fosse uscito però Kaito riaprì gli occhi e disse una cosa, che fece ricordare a Shinichi il motivo per cui aveva perso la sua nottata di sonno: - Visto? Adesso sono “kid” di nome e di fatto!
Shinichi si voltò a fissarlo e avrebbe tanto desiderato potergli tirare addosso qualcosa, e si maledisse per non avere la sua cintura gonfia-spara palloni, anche se forse gli sarebbe andata un po’ stretta, alla fine rinunciò e uscì dall’ospedale, si spettinò i capelli, che erano già abbastanza in disordine di loro per tutta la corsa che aveva fatto, e si diresse a casa di Kaito, senza dare spiegazioni a nessuno e si chiuse nella sua stanza; era nel posto che avrebbe sempre voluto visitare: il covo segreto di Kaito Kid, ma in quel momento era così stanco che l’unica cosa che riuscì a fare fu buttarsi sul letto, ancora vestito, e sprofondare in un sonno senza sogni.
Prima di addormentarsi però, sia il ladro che il detective avevano avuto lo stesso pensiero: da quando i loro destini si erano incrociati con il caso della torre dell’orologio e poi della Black Star, nessuno dei due era più riuscito a separare la sua strada dall’altro, le loro vite si stavano avvolgendo in una spirale sempre più stretta che, presto o tardi, li avrebbe portati all’oblio.
 
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Allora, seguiamo un ordine logico e cerchiamo di placare i vostri più probabili dubbi.
Prima di tutto però ringrazio, per le recensioni: shinichi e ran amore , MangAnime e PawaVeggyRufy4E .
E ora i dubbi:
Dubbio1: Perché questo capitolo fa così schifo?
Risposta1: Il prossimo!
Dubbio2: Perché ha ritmi di narrazione così veloci?
Risposta2: Per dare proprio l’effetto della sequenza degli eventi che si susseguiva incalzante senza lasciare un attimo di tregua ai personaggi, così come il destino ed il tempo che scorrono inesorabili… (autrice spara cavolate cercando di giustificare le altre cavolate che ha scritto nel capitolo)
Dubbio3: Perché hai messo quei pezzi che non c’entrano un cavolo?
Risposta3: Per far rallentare i ritmi frenetici della narrazione e tenervi un altro po’ con il fiato sospeso.
Dubbio4: Perché Akako dice che ora tutti gli uomini si sono invaghiti di lei? Kaito ha cambiato altezza, non ragazza!
Risposta4: Perché, teoricamente, Kaito si è rimpicciolito ed è diventato un ‘bambino’ e un bambino non si può propriamente considerare un ‘uomo’.
Dubbio1: Torniamo sempre al punto di partenza, perché questo capitolo fa così schifo?
Risposta1: Il prossimo! … come? non c’è più nessuno? peccato…
Ah, se vi state chiedendo perché è così corto e perché Shinichi non arresta Kaito è solo perché vorrei vedere voi alle quattro del mattino (dopo aver attraversato avanti ed indietro la città di corsa per paura di perdere per sempre la vostra ragazza e scoprire che vi hanno fregato l’identità e dovete cambiarla) se avete ancora voglia di arrestare il vostro nemico, che voi avete messo nei guai e che tra parentesi vi sta offrendo un letto per la notte.
Forse sono stata un po’ OOC, ma non penso che nel manga ci sia un episodio in cui Shinichi resta sveglio fino alle quattro del mattino e via dicendo…
Altro da dire? Non penso, al massimo lo dirò nella nota iniziale del prossimo capitolo.
Ah, sì, volevo dirvi che questo sarà il mio ultimo aggiornamento per un po’ di tempo (fino a settembre lo chiami ‘un po’ di tempo’? ndtutti) perché appunto andrò in vacanza in un posto senza wireless, in realtà dovrei partire a Luglio, ma vorrei aggiornare un ultima volta anche le mie altre fic, perciò questa verrà un po’ sospesa, ma non è detto, può darsi che aggiorni, o può darsi di no (più di no ndme). In ogni caso recensite pure che io vi risponderò!
Baci e ci vediamo al prossimo capitolo.
Ludo.
P.S. Visto che non sono poi tanto cattiva? Ho dato a Miwako e Takagi un po’ di tempo libero.

  
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