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Autore: shelovesHG    11/06/2013    1 recensioni
I cani si fidano di noi, perché la gente non se ne accorge?
Una one shot su come penso un cane veda l'abbandono.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sento passi provenire dalla camera dei miei padroni, lo scatto degli interruttori che indica che qualcuno sta accendendo e spegnendo le luci, porte che vengono aperte e chiuse… potrebbe essere un ladro, ma conosco così bene la mia famigliache dai rumori che sto sentendo riesco a riconoscere tranquillamente che ad alzarsi è stato il capofamiglia. Chissà perché si è alzato, siamo nel pieno della notte.
Quando si presenta in salotto, dove io alloggio, è vestito, ed è fermo davanti a me con il guinzaglio.
Oh, ma dai! Non mi va di uscire!
Mi corico di fianco e inizio a scodinzolare per chiedere coccole ma George aggancia il guinzaglio al collare e inizia a tirarmi dicendo con aria scocciata ‘su alzati, non farmi perdere tempo!’.
E va bene!
Mi alzo e seguo i suoi passi veloci fuori di casa.
Ehi George, rallenta, mi sono appena svegliato!
Continua a tirarmi con noncuranza fino a quando non arriviamo alla macchina, apre il bagagliaio e mi lascia salire, poi lui si mette al posto di guida e accende il motore. Il suono è assordante nel silenzio della notte.
Dove andiamo? Su George, rispondimi, non tenermi sulle spine!
Usciamo dal vialetto e percorriamo velocemente la strada. Non riesco a vedere fuori dai finestrini, sono troppo basso, quindi non so dove siamo e non so neanche dove mi stia portando, ma io mi fido di lui.
La macchina si ferma e sento la portiera di George aprirsi e poi richiudersi e i suoi passi venire verso il retro della vettura. Mi alzo in piedi e inizio a scodinzolare per dargli una bella accoglienza ma quando apre la portiera noto che il vuoto ci circonda, così istintivamente la mia coda si ferma.
Mi prende in braccio nonostante la mia rigidità, inizio a tremare ma è come se non se ne accorgesse.
Cosa stai facendo?
L’uomo mi lascia sull’asfalto umido di quella strada isolata, una pacca sulla testa e poi mi volta le spalle per tornare all’interno della macchina. Lo seguo ma arrivato alla portiera, dopo che George ha preso posto tento di salire anche io ma mi allontana con la gamba e poi chiude la portiera, successivamente mette in moto il motore e va via.
Ehi George! Dai non farmi questi scherzi, torna indietro!
Mi sdraio sul lato della strada in attesa che torni. Aspetto, aspetto e ancora aspetto ma nulla, non c’è nessuno.
 
Oh, eccolo che torna indietro! Ma perché non rallenta? Forse ha dimenticato dove mi ha lasciato? Forse se vado un po’ più al centro della strada mi vedrà!
Raggiungo la parte centrale della strada e guardo l’avvicinarsi dei due fari, sperando che la vettura rallenti, ma è sempre più vicina e non accade. La paura mi attanaglia, non riesco a muovermi, inizio a tremare e a guardarmi intorno.
TI PREGO, RALLENTA!
Chiudo gli occhi perché so che ormai non c’è più tempo. L’impatto  è forte, e mi ritrovo sdraiato sull’asfalto, l’auto si allontana e cala nuovamente il silenzio. Cerco di muovermi ma la schiena mi fa male, non riesco a trattenere i gemiti di dolore.
Arriverà qualcuno, forse non George, no, lui non tornerà, ma io so che qualcuno verrà a salvarmi.
 
Non ho fatto nulla per meritarmi questo, George.
Perché lo hai fatto, George?
Io mi fidavo di te, George.
   
 
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