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Autore: ChevyDestiel67    11/06/2013    2 recensioni
Dean Winchester è il cantante dei "Demon Trap", una rock coverband. Castiel, disegnatore del fumetto di successo "Supernatural" ma poco appassionato di musica punk/rock, viene trascinato da suo fratello Gabriel al loro concerto, e da allora non ha che un desiderio: conquistare il cuore di Dean. A costo di spendere centinaia di dollari in dischi.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Balthazar, Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Erano passati giorni da quella serata, in cui Ash e Crowley avevano scoperto di Dean e Castiel. Erano rimasti scioccati all'inizio, ma quando lessero la felicità negli occhi di quei due decisero che l'importante era stare bene con sé stessi, il resto era solo un contorno.
Non che fossero mancate strane occhiate da parte di altre persone nel locale; Castiel aveva passato gran parte del resto della serata con il capo chino e le guance rosse fuoco dalla vergogna, ma con il cuore che batteva a mille all'ora ogni volta che Dean gli stringeva la mano sotto il tavolo.
 
Più passava il tempo e più le cose sembravano andare bene per Cas e Dean, sulla bocca di tutti gli altri; Castiel non si era ancora abituato all'idea che stava insieme a Dean oh-mio-dio Winchester, ed anche se nell'intimità la timidezza era completamente svanita, durante il giorno ed in mezzo alle altre persone Cas si sentiva quasi a disagio, imbarazzato. Dean cercava di fare il massimo per fare stare bene il suo angelo, come aveva iniziato a chiamarlo negli ultimi tempi. Lo aveva portato a casa sua, facendogli conoscere Bobby, con cui Cas aveva subito legato. Bobby non aveva mai visto Dean così felice e vederlo inoltre con la testa sulle spalle, dedicandosi a qualcosa per lui stesso e non per altri.
 
Era una calda mattina di fine Luglio quando Dean ricevette una chiamata.
- Signor... Winchester? Dean Winchester? La chiamo dell'ospedale.
- S-sì, sono io. Che succede?
- Non si allarmi. Abbiamo avuto il suo numero da suo fratello Samuel. Ha fatto un incidente, ma sta bene, l'abbiamo ricov-
- Sto arrivando.
Si fece dare le indicazioni, spiegò velocemente la situazione a Bobby e salì sull'Impala diretto verso l'ospedale.
 
- Sam? - chiese Dean, bussando sulla porta ed entrando nella sua stanza.
- Dean... hey.
Sam non sembrava rotto, non tutto almeno. Aveva il braccio sinistro ingessato, bende sparse per il torace e... le gambe sembravano in buone condizioni; almeno erano intere.
- Cosa cazzo è successo?
- Una macchina, mi è venuta addosso. Stavo attraversando, e questa macchina è saltata fuori all'improvviso. 
- Dio, Sam! Poteva...
- Sì, poteva andarmi peggio, per fortuna non andava veloce. Tuttavia.. questo è il risultato. La signora che era alla guida non mi aveva visto... si è fermata, ha chiamato l'ambulanza... penso sia dalla polizia a spiegare l'accaduto, sono già venuti da me poco fa.
- Non ha notato un metro e novanta di ragazzo? Dio... Se spera di non vedersela con me...
- Dean, non fare niente, e non gridare per favore che ho un mal di testa galattico. Sto bene, mi terranno in osservazione una notte o due, devo fare ancora qualche esame in giornata alla testa per vedere se non ho subito traumi e...-
- Ok, ok, ma... Dio, che spavento.
Sam spiegò al fratello maggiore qualche dettaglio in più sull'incidente e sul suo ricovero, quando dopo poco entrò un dottore comunicando a Sam che sarebbe dovuto rimanere almeno un paio di giorni in più del previsto.
Poco dopo nella stanza si sentì una voce familiare.
- Faccia da alce... incredibile, solo un cieco non vedrebbe una giraffa come te.
- Felice di vederti, Crowley – rispose Sam – come sai che...?
- Ho mandato io un messaggio a tutti – disse Dean.
- Allora ragazzo, come stai?
Dopo qualche minuto arrivarono anche Ash e Jo, e proprio mentre Dean stava per andare via per tornare a lavoro, Sam lo fermò.
- Ho... qualcosa da dire, visto che siamo tutti qui. Dean lo sapeva già... poi avevo lasciato cadere il discorso. Avrei voluto dirvelo in questi giorni. Voglio... voglio lasciare i Demon Trap.
- Sam...-
- No, Dean. Ascoltami. Anche voi, Ash e Crowley... Sono mesi che ci penso. E davvero, mi piace suonare con voi, mi diverte, mi piace distrarmi da ciò che mi circonda ma... devo concentrarmi sullo studio; mi laurerò l'anno prossimo, non posso permettermi di saltare esami o qualsiasi altra cosa legata all'università. Mi dispiace. Mi è andata bene stamattina, ma l'incidente è stato... un allarme. Mi ha dato una svegliata, ho capito cosa voglio veramente. Troverete un altro chitarrista, o Dean puoi migliorarti tu...
Dean continuò a guardare il fratello, con gli occhi che trasmettevano sia rabbia che tristezza. Aveva raggiunto un equilibrio: Castiel, il lavoro, il gruppo.. e sebbene avessero pochissime date, cantare e suonare una cosa che Dean adorava.
- Che cosa posso dirti, Sam - intervenne Ash, a smorzare il silenzio creatosi nella stanza - se pensi che ti farà stare meglio e ti aiuterà con il resto delle tue... cose, beh, io appoggio la scelta.
- Beh, ragazzi... a questo punto... - continuò Crowley - sapete che sono preso dall'apertura della filiale della mia agenzia a New York, e starò via per un po'. Forse è meglio lasciare perdere la band...
Dean non lo aveva nemmeno sentito. Non sentì e forse nemmeno vide l'infermiera che era appena entrata nella stanza, che probabilmente percepì l'aria tesa che si era appena creata.
- Sapete che vi dico - cominciò Dean - fate quel cazzo che preferite. Continuate pure a pensare sempre e solo a voi stessi. Questa è la fine dei Demon Trap. Non tornate sui vostri passi.
Lasciò la stanza di fretta.
- Ehm, sono venuta a cambiare le bende... - disse arrossendo l'infermiera.
 
***
 
- Dean, come sta Sam? Mi è dispiaciuto di non riuscire a venire subito all'ospedale ma stamattina quelli della casa editrice mi hanno tenuto un'infinità di tempo al telefono – si scusò Cas.
Dean uscito dall'ospedale era subito corso da Cas per sfogarsi. Tra l'incidente e la rottura del gruppo non sarebbe riuscito di certo a mettersi di nuovo a lavoro come se nulla fosse successo.
- Spero di riuscire ad andare sul tardi. Ho già sentito Gabe e Bal...-
- Non ti scusare con me Cas – rispose Dean, lasciando l'abbraccio in cui erano stretti; gli mise le mani sulle guancie tirandolo a sé – ora ho solo bisogno di guardare i tuoi occhi e sentirmi dire che andrà tutto bene.
- Andrà tutto bene, Dean.
Andarono a sedersi sul divano e Dean raccontò dell'incidente di Sam e di come da un momento all'altro il gruppo si fosse sciolto, in nemmeno cinque minuti.
- Dean, devi pensare al bene di Sam. Se vuole terminare il prima possibile...
- Per dio Cas, non anche tu. Suoniamo una volta al secolo, che distrazione potrà mai portare a Sam? Non facciamo più nemmeno prove da settimane, Sam passa il suo tempo a studiare, a parlare al telefono con tuo cugino per delle dritte su tutta questa storia di avvocati, mentre io rimango da Bobby ad aggiustare macchine! Il gruppo è la mia unica via d'uscita dallo squallore di...-
- Squallore? - lo interruppe Castiel - quello in cui rientro anche io?
- Andiamo Cas, sai bene che non intendevo...
- So cosa intendi Dean. Ti conosco bene. Ora ti senti come se tutto ti fosse dovuto, perché tu ti sei sempre fatto in quattro per gli altri... aiutando Sam con l'università, aiutando Bobby con l'officina per ripagarlo di averti... beh, cresciuto al posto di tuo padre. Sei uscito da un passato poco piacevole... Ed ora che pensavi di aver trovato un equilibrio...
- Odio quando mi psicanalizzi, Castiel.
- Odio quando mi chiami Castiel, vuol dire che sei arrabbiato o...-
- In ogni caso non pensare di aver ragion...-
- Ed invece ho ragione, Dean. Pensi che al momento non hai niente e nessuno. Che tutti ti stiano abbandonando.
- Ok, e come faccio a non pensarlo, Cas? Ho... ho paura. Paura di... Sam si farà una vita tutta sua... ed anche Crowley avrà...
- Smettila di fare così, Dean... e comincia a pensare per te. Crowley deve pensare alla carriera... e Sam ha già una vita sua. Mi avevi detto che già tempo fa voleva mollare il gruppo, secondo te perché non lo ha fatto prima? Perché non voleva deluderti, si sentiva in dovere di rimanere.
Dean sapeva che Castiel aveva ragione su Sam, ma non lo avrebbe mai ammesso. Poi le labbra di Dean si mossero d'istinto, dicendo cose che in realtà non pensava affatto.
- Io non so cosa voglio, Castiel. Tutti lo sanno. Tutti sanno cosa fare della propria vita... io... non so cosa voglio.
- Se non sai cosa vuoi, non so perché sei qui con me ora - gli occhi di Castiel si fissarono su quelli di Dean, pentendosi di aver detto quelle parole. Erano entrambi impauriti. Dean non si era reso conto di quello che aveva detto, e di come ciò avrebbe comportato una reazione a catena che avrebbe ancora peggiorato il suo umore. Castiel a stento tratteneva le lacrime.
Dean aveva la bocca secca, senza idea di cosa dire forse per la prima volta dopo tantissimo tempo. Il suo cervello gli stava gridando "digli che vuoi lui, idiota! Che sei qui perché lui è la tua ancora di salvezza! Perché ora sei completo e vada al diavolo il gruppo!", ma tutto il resto del corpo era immobilizzato.
- Penso di dover tornare da Bobby, ora - disse, invece.
Castiel abbassò lo sguardo, si alzò dal divano per tornare al suo lavoro e voltando le spalle a Dean gli replicò con un tono di voce lieve.
- Chiudi la porta quando esci di qui.
Castiel raggiunse la sua stanza, senza entrarci. Sbattè la porta per far finta di essere entrato, ma rimase invece attaccato al muro nel piccolo corridoio, in attesa della mossa di Dean. Castiel era triste perché l'altro non aveva replicato come avrebbe voluto, ma era anche arrabbiato con sè stesso perché sapeva che non avrebbe dovuto dirgli quella frase. Non vide Dean passarsi la mano sulla faccia, non lo vide alzarsi e rimanere qualche secondo a fissare lo spazio che lo divideva dalla stanza, non lo vide uscire di casa più triste che infuriato, anche se aveva sbattuto a sua volta la porta. Non lo vide nemmeno alla guida dell'Impala, con gli occhi gonfi, dandosi dell'idiota fino a casa. Non vide nemmeno Bobby arrabbiato con Dean, ripetendogli che avrebbe buttato di nuovo la sua intera vita all'aria, continuando ad essere più testardo di un mulo.
 
***
 
Erano passate due settimane da quel giorno. Sam, ormai uscito dall'ospedale, passava il tempo a studiare e facendo un po' di pratica con Balthazar, lieto di avere un aiutante e vantandosi del fatto che Sam si sarebbe lauerato a pieno voti grazie anche a causa sua. Gabriel passava nello studio tutte le volte che poteva tirando su l'animo di Sam con i suoi dolci, ma soprattutto perché sapeva che Balthie era molto più pesante da sopportare di quanto Sam ammettesse.
- E' un peccato che tu non faccia parte della squadra di tuo fratello - ammise Gabriel una volta al più giovane dei Winchester, ammiccando - perfino un etero convinto come me non potrebbe resistere a lungo dall'infilare le mani nei tuoi capelli.
 
Crowley era partito cinque giorni dopo l'incidente di Sam per andare a New York; gli altri rimasero a bocca aperta quando lo videro partire insieme a Meg. A quanto pare i due negli ultimi tempi erano passati dal discutere su chi fosse più bravo nel proprio campo a chi fosse invece il più bravo a letto.
 
Dean e Castiel non si erano ancora parlati dal giorno della loro litgata. Nè l'uno nè l'altro volevano cedere per primi. Dean era un testone, nonostante Ellen, Jo e Bobby gli dicevano di lasciar da parte l'orgoglio e contattare per primo "quell'angelo dagli occhi blu" (come diceva Jo, non proprio la stessa definizione che gli aveva dato Bobby), mentre Castiel soffriva in silenzio, cercando conforto in Chuck ed immergendosi completamente nel lavoro. Per sua fortuna Gabriel aveva deciso di lasciarlo stare per il momento, e Balthie era troppo impegnato con Sam. Temeva che la sua relazione con Dean fosse terminata ancora prima di entrare nel vivo, e non si dava pace. Solo disegnare lo faceva stare meglio, ma ogni tratto di matita gli faceva affiorare troppi ricordi; il protagonista di "Supernatural" ora gli ricordava Dean, la macchina che guidava il suo personaggio era troppo simile all'Impala, ed il vecchio bastardo paranoico che aiutava i ragazzi a cacciare i demoni sembrava Bobby. Non sapeva se la sua immaginazione fosse triplicata o se era il cuore ad osservare le cose, e non i suoi occhi.
  
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