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Autore: Yasha 26    11/06/2013    14 recensioni
Questa ff nasce dalla mia one-shot "Vivo Per Lei"
InuYasha è un pianista che non riesce a trovare un lavoro a causa della sua natura ibrida.
Malgrado la moderna società, i mezzo demoni non sono ancora ben visti né da umani né da demoni.
Un giorno incontra Kagome, ragazza ricchissima in cerca di un maestro che le insegni a suonare il piano in meno di un mese, e chiederà proprio ad InuYasha di insegnarle a farlo, anche se lui all'inizio rifiuta. Inizierà così una sorta di sfida tra i due.
Tra loro non correrà buon sangue i primi tempi...ma poi...si sa...chi disprezza compra...
STORIA IN REVISIONE
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Naraku, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-CHE COSA?? Mi stai prendendo in giro, vero InuYasha?-
-Sesshomaru non strillare! Lo sai che le mie orecchie sono più sensibili delle tue ai rumori!-      mi lamento tenendomi dolorante le orecchie
-Sì scusami! E’ solo che non credo ai miei occhi! Sei sicuro che la puoi tenere?-        mi domanda osservando la Bentley che gli ho chiesto di tenermi in garage la notte
-Veramente quella pazza voleva regalarmela! Ma io ho rifiutato per non avere nulla a che fare con loro e non essergli debitore. Ho solo accettato di usarla per il periodo in cui farò avanti e indietro dalla loro villa.-
-Non ho mai sentito di un ricco che regala la propria auto lussuosa ad uno sconosciuto! Fratellino sei sicuro che quella ragazza abbia le rotelle a posto?-
-Non credo…tanto normale non mi sembra sinceramente. Non dico che sia pazza ma qualcosa che non va ce l’ha!-
-Ovvero?-
-Mi sembra senza spina dorsale. Fa quello che le ordinano i genitori senza fiatare. Non si tratta solo di essere viziata…sua madre la tratta malissimo, il padre la mette in punizione per essere uscita da sola senza permesso. Insomma quale ragazza starebbe a queste condizioni senza ribellarsi?-
-Beh nemmeno io permetto a mia figlia di uscire senza permesso.-
-Sesshomaru tua figlia ha undici anni. Kagome venti!-      
-Ah…beh in effetti...-        dice lui chiudendo il garage dopo aver parcheggiato l’auto accanto alla sua
-Ecco è questo il punto! Quella ragazza è strana. E credo nasconda qualcosa…-
-Cosa te lo fa pensare?-       mi chiede lui
-Non so…una sensazione, e sai bene che non mi sbaglio mai!-      gli dico riferendomi a sua moglie
Avevo capito al primo sguardo che mio fratello era interessato a quella piccola umana così sorridente e gioiosa. Ma lui negava sempre. Poi un giorno mi confessò che se n’era innamorato. Avevo visto giusto!
Stessa cosa quando sua moglie Rin era incinta. Io l’ho capito subito osservandola che aveva qualcosa di strano, di diverso. Ma lui insisteva che non era incinta. Otto mesi dopo nacque sua figlia, quindi avevo ragione!
 
-Zio InuYasha!-      strilla mio nipote vedendomi e correndomi incontro
Ha sei anni. E ogni volta che mi vede vuole giocare alla play, finendo sempre col battermi miseramente…
-Ciao Shin! Fammi indovinare…partita alla play vero?-      gli chiedo prendendolo in braccio
-Indovinato!-       risponde sorridente
-Shin, almeno fai entrare tuo zio prima di assalirlo! Ciao InuYasha come stai?-       mi saluta mia cognata
-Tutto bene Rin e tu?-      chiedo scendendo Shin
-Non mi lamento. Certo stare dietro questi due non è facile, ma me la cavo.-
-Correre dietro due mezzo demoni così vivaci non deve essere facile.-        le dico osservando mio nipote trotterellare in giro per casa mentre fa dispetti a sua sorella
-Ciao zio! Qual buon vento?-        mi chiede mia nipote Shiori
-Ti sembra strano venire a trovare la mia famiglia?-
-Da te sì! Ogni volta papà deve minacciarti per venire qui!-      dice lei
Cavolo…ha ragione! Ok lo ammetto, non sono propriamente un amante di cene e riunioni di famiglia.
-Hai dei figli troppo intelligenti fratello!-       mi lamento io sottovoce
-Prendono da me ovviamente, che ti aspettavi?-       risponde compiaciuto
Dopo cena ritorno a casa mia, ovviamente con una sconfitta schiacciante sulle spalle da parte di mio nipote.
Non riuscirò mai a vincere con quell’aggeggio! Non fa proprio per me! Preferisco usare le mie dita per suonare più che per premere qualche bottone.
 
Il giorno dopo vado a casa di Kagome di mattina presto.
-Sono le otto. Chissà se la “principessina” dorme ancora o è sveglia.-      mi dico ad alta voce guardando l’orologio
-Cerchi Kagome?-       mi sento chiedere da una voce imponente
Solo adesso mi accorgo della sua presenza. Ho di fronte un enorme demone con il muso pronunciato e gli occhi grandi, ma non sembra cattivo. Poi guardandolo meglio noto che è… un han’yō?
-Sì. Sono il suo maestro di pianoforte. Tu sei?-     chiedo curioso
-Sono il giardiniere di questa casa. Il mio nome è Jinenji. Kagome è nella serra. Sta creando una composizione stramba di fiori.-      mi informa lui grattandosi la testa confuso
-Ikebana, Jinenji…si chiama così. Buongiorno InuYasha.-       risponde lei arrivando con un vaso tra le mani
-Ciao…-      le dico semplicemente
-Ah è vero! Lo scordo sempre. Mi sembra una cosa così sciocca però. I fiori sono più belli quando sono sulle piante e non dentro un vaso Kagome-chan.-     
-Concordo con te Jinenji. Purtroppo mia madre adora queste cose quindi…-       ecco che ci risiamo con la madre!
-Io vado Kagome…a domani!-         la saluta il giardiniere andandosene
-Ciao Jinenji! E non scordarti di salutarmi tua madre!-       gli urla lei salutandolo con la mano
Quanta confidenza con un giardiniere, e mezzo demone tra l’altro.
-Ti dai anche all’ikebana?-        domando seguendola in casa
-Ti sembra strano?-      chiede posando il vaso su un tavolo del salotto
-In effetti da una riccona no. La cosa che mi sorprende sinceramente è quel giardiniere.-      le dico  perplesso
-Jinenji? E perché mai?-       domanda lei sorpresa
-Come perché? E’ un mezzo demone!-        le faccio notare in caso non lo avesse capito
-Lo so e allora? Dove sarebbe il problema? Lo sei anche tu no?-
-Ma dici sul serio? Lo trovi normale avere un mezzo demone al tuo servizio senza considerarlo un servo? Vi parlavate come grandi amici e ti dava del tu!-        le dico innervosito dalla sua ottusità
-Primo, Jinenji “è” mio amico! Secondo, non l’ho mai visto come un servo solo perché lavora per noi. E terzo, in questa casa lavorano diversi mezzo demoni, demoni e umani. Sono tutti miei amici e nessuno mi dà del lei su mia richiesta dato che sono cresciuta con loro intorno. Quindi le tue critiche verso i miei amici tienile per te!-         risponde lasciandomi senza parole
Possibile che abbia difeso un han’yō? Non ha nemmeno capito a cosa mi riferivo prima.
-Io non criticavo certo loro, ma te. Possibile tu non sappia che nel mondo fuori di qui i mezzo demoni sono disprezzati da tutti? Umani e demoni senza distinzione!-
-Sì lo so ma la cosa non mi riguarda! Io non faccio distinzione con nessuno. Distinguo solo i cattivi dai buoni. Qui vengono tutti trattati in egual modo e senza distinzioni dai tempi di mia nonna.-      mi spiega lei stupendomi ancora una volta
-La cosa mi stupisce devo ammettere. Ma ne sono felice che almeno un lato positivo la tua famiglia ce l’abbia!-
-Sei una persona parecchio critica sai? Comunque andiamo di sopra a cominciare la lezione.-       dice lei incamminandosi verso la sua stanza seguita da me
Dopo cinque ore di lezione decido di staccare. L’ora di pranzo è passata già da un po’.
-Per adesso va bene così. Riposa le dita, riprenderemo tra un’ora.-
-Ok…andiamo a pranzare? Ho fame!-       mi chiede alzandosi e uscendo dalla camera
Suppongo volesse che la seguissi…
-Ehi ma dove vai?-      le chiedo raggiungendola
-In cucina per mangiare qualcosa no? Cosa ti andrebbe?-        mi domanda mentre camminiamo per i corridoi
-Bah…quello che prendi tu andrà bene!-
-Non credo ti piacerebbe sai?-
-E perché?-        mangerà mica il gelato con le foglie d’oro come Paris Hilton??
-Perché mia madre a pranzo mi fa mangiare solo due carote bollite.-
-Che? E per quale motivo?-        domando con un sopracciglio alzato
-La linea…devo restare una 38, soprattutto fino al giorno del matrimonio.-        dice abbassando la testa triste
-Questa poi…non ho ancora capito se questa casa sia un carcere o meno! Comunque come mai in casa non ho ancora visto nessuno? Come mai non c’è una cuoca?-       chiedo entrando in cucina e notandola deserta.
Mi sarei aspettato uno stuolo di cuochi e camerieri.
-A pranzo i miei non ci sono mai, quindi la cuoca viene solo per la cena.-       risponde mettendo a bollire l’acqua, suppongo per le due “squisite” carote che dovrà mangiare
-Dove tenete le padelle?-        chiedo guardando meglio l’enorme cucina all’americana. Orientarsi qui è impossibile
-Nello sportello in basso, sotto ai fornelli. Ma sai cucinare scusa?-
-Certo che sì. Vivo da solo…quindi un po’ me la cavo.-       spiego prendendo una padella e aprendo il frigo
Dopo aver preso alcune cose dai vari sportelli e ripiani comincio a cucinare. Lei mi guarda incuriosita mentre ogni tanto controlla la cottura di quelle porcherie che sta bollendo.
 
-Bene è pronto!-        dico prendendo due scodelle di porcellana e riempendole
-Ma cosa è?-       domanda lei osservando le scodelle ricolme
-Non conosci il katsudon?-    (*)    
-Solo di nome. Non l’ho mai mangiato.-
-Bene vorrà dire che lo mangerai oggi per la prima volta!-       affermo buttando nel lavandino le sue tristi carote e mettendola seduta a forza
-Ehi… ma che fai?-        protesta lei
-Sta seduta e mangia! Quelle schifezze non si possono chiamare pranzo. E poi ti servono più energie per le lezioni.-
-Ma io non posso mangiarlo! Avrà una quantità enorme di calorie! Tra il maiale fritto…ben impanato devo dire…. e la frittata dorata…-        si lamenta guardando il suo piatto con occhi lucidi
-Zitta e mangia mocciosa!-         bofonchio con la bocca piena di carne e riso
-Non si parla con la bocca piena sai? E non chiamarmi mocciosa!-       dice addentando un pezzo di cotoletta di maiale
-Wow… ma è buonissima!-         dice sorpresa prendendo un altro pezzo di cotoletta
In meno di cinque minuti ha già ripulito la sua scodella. E menomale che non lo volevo!
-Credo sia stato più buono delle tue carotine bollite no?-        chiedo finendo anche io
-Eccome!! Mai mangiato nulla di così buono! Grazie InuYasha!-       dice facendomi un sorriso bellissimo e facendomi quasi arrossire per l’imbarazzo
Accidenti a lei…perché è così bella quando sorride?
-Che ne dici di ritornare su e ricominciare?-        chiede avviando la lavastoviglie
-Sì andiamo. Con la pancia piena si lavora meglio.-       
 
Dopo altre cinque ore di lezione vado via.
Per tutto il giorno i genitori di Kagome non ci sono stati. Erano quasi le venti quando sono andato via ma di loro nessuna traccia. Kagome dice che lavorano fino a tardi. In compenso ho visto un gran via vai di camerieri che salutavano calorosamente Kagome.
A quanto pare era sincera quando diceva di considerare i suoi dipendenti come suoi amici.
Quella ragazza è cresciuta da sola. Isolata dal mondo. Non riesco a comprenderne il motivo.
Mi ha detto di non aver mai visto una scuola perché i genitori le hanno sempre preso degli insegnanti privati. Oltretutto avrebbe voluto andare all’università, ma a causa del fidanzamento ha dovuto rimandare.
Mi risulta così difficile capire perché si faccia comandare tanto dai suoi genitori. Non vuole imporsi. Lascia decidere loro come gestire la sua vita. Secondo me le contano anche le volte che va in bagno.
Kagome continua ancora a non parlare del fratello. Ho provato a far uscire fuori la questione parlando del pianoforte ma lei è sempre pronta a glissare e cambiare argomento.
Passano così dieci giorni. Kagome diventa sempre più brava. Sono davvero stupito dei suoi progressi. Ma siamo ancora alle basi. Non potrà mai imparare  il resto in soli tredici giorni.
-Allora che mi prepari di buono oggi?-        domanda sedendosi a tavola
Oramai a pranzo le cucino sempre qualcosa io…dovrebbe pagarmi anche come cuoco…tzs!
Però devo ammettere che mi piace vederla mangiare con tanto entusiasmo delle cose così semplici, che a volte rifiuto, talmente tante volte le ho mangiate.
-Semplici tamagoyaki  (**) oggi. Vanno bene alla signorina?-   
-Se sopra mi ci fai il sorrisino col ketchup sì!-     scherza lei sorridendo
-E poi se ti chiamo mocciosa ti lamenti!-      la stuzzico divertito
-Finiscila o ti spenno!-
-Guarda che sono un demone cane e non un demone pollo!-
In questi giorni ho preso parecchia confidenza con lei. Devo ammettere che non è la ragazzina viziata che credevo. Sa stare allo scherzo. È allegra e sorridente il più delle volte. Si rattrista solo quando si parla dei suoi genitori e di suo fratello.
Sono riuscito a sapere da Kaede che il fratello è morto in un incidente in moto quando lei era ancora piccola e che i genitori si comportano così con lei per protezione.
Mi chiedo se quella vecchia creda davvero a questa palla oppure lo dice per sviarmi da certi pensieri.
Qui nessuno la racconta giusta. I genitori di Kagome non trattano la figlia in modo protettivo ma in modo asfissiante, e non certo per la paura che le possa accadere qualcosa. O meglio…c’è anche quello, ma credo sotto ci sia altro.
Kagome stessa nasconde qualcosa, che la costringe a fare come vogliono i suoi genitori…ma cosa?
A me sa rispondere a tono. La lingua non le manca…quindi perché si comporta così? Dà idea di essere una stupida bambocciona quando invece non lo è.
E’ intelligente e sveglia. Quindi perché sottostà al volere di quegli aguzzini che si ritrova per genitori?
 
-InuYasha? Tutto bene?-        mi chiede lei vedendomi assorto
-Ah…sì tutto bene. Ok la fittata è pronta…sediamoci.-       le dico tagliando la frittata a fettine
-Avevi una strana faccia…problemi di cuore forse?-       mi chiede lasciandomi perplesso
Problemi di cuore? Io?  Ma se anche fosse a lei cosa importa?? Comunque non pensavo certo ad una donna…o meglio forse sì dato che pensavo a lei. Ma non in quel senso…cioè…non posso certo dirle che stavo pensando a lei…oh insomma che confusione!
-Smetti di fare domande cretine e mang…-
-Oh Kami! Che cosa stai mangiando Kagome?-       squittisce una voce a noi familiare interrompendomi
Addio pranzo! E’ arrivata la scassa-maroni!
 
 


 
                                                               ****************************


 
 
Ormai sono dieci giorno che prendo lezioni con InuYasha. E’ davvero un bravo insegnante, e non solo.
Ho scoperto che ha anche un lato gentile anche se non vuole mostrarlo.
Da quando mi ha fatto assaggiare il katsudon gli ho chiesto se gli andava di cucinare lui a pranzo, ed ha accettato subito.
Io so cucinare cose molto più elaborate e che sinceramente non amo molto. Le cose che prepara lui invece sono buonissime e più facili da fare.
Ho notato che spesso prova a chiedermi di Sota. Credo abbia capito che c’è qualcosa di strano. Anche se sa già che è morto per un incidente, prova sempre di farmi domande.  Mai io cerco di far cadere il discorso. Non mi va di parlarne. La mia unica priorità è imparare a suonare il pianoforte di mio fratello, che ho intenzione di portare via con me quando mi sarò sposata.
Già…il matrimonio. Dovrò sposare un uomo che non amo. Lo conoscerò a Natale e quel giorno ci fidanzeremo, per poi sposarci circa sei mesi dopo.
L’unica cosa positiva è che non sarò più costretta a fare come vogliono i miei genitori e potrò finalmente suonare l’amato pianoforte di mio fratello.
Chissà come sarebbe stata la mia vita se lui non fosse morto. Non passa giorno che io non ci pensi.
Ritornando ad InuYasha, devo dire che è meno antipatico di quello che credevo.
Ogni tanto mi fa ridere con delle battutine sceme, ma che a me fanno morire dal ridere. In questi dieci giorni mi sto divertendo molto in sua compagnia. E soprattutto mangiando molto!
Ho messo su un paio di chiletti anche se per fortuna non si notano. Ma caspita…come ho potuto rinunciare alla frittura, ai dolci e alle uova? Io non ho mai mangiato nulla del genere!
Oggi vedo che sta preparando una specie omelette in una strana padella rettangolare. Finalmente ho capito a cosa serve quella strana padella!
Osservando il suo volto noto che è assorto in chissà quali pensieri. Chissà cosa pensa, o a chi pensa.
Magari alla fidanzata? Beh non so se abbia una fidanzata, non ne abbiamo mai parlato. Ma spererei di no!
Ehi ma perché dovrei sperare che non abbia la ragazza? A me cosa importa??
Però voglio sapere a cosa pensa…
-InuYasha? Tutto bene?-        gli chiedo avvicinandomi
-Ah…sì tutto bene. Ok la fittata è pronta…sediamoci.-       risponde tagliando la frittata a fettine
-Avevi una strana faccia…problemi di cuore forse?-        provo a chiedere con nonchalance
Lui mi guarda come se gli avessi chiesto se ha mai visto un marziano.
-Smetti di fare domande cretine e mang…-
-Oh Kami! Che cosa stai mangiando Kagome?-       lo interrompe quella che riconosco subito come mia madre
 
Ma cosa ci fa a quest’ora a casa? Non dovrebbe essere fuori a far finta di lavorare nel suo ufficio?
-Esigo subito una risposta signorina! Cos’è quella porcheria immonda che hai nel piatto? Dove sono le zucchine che avresti dovuto mangiare oggi?-         insiste lei avvicinandosi al tavolo
-Mamma non chiam…-
-Non sono affatto porcherie signora Higurashi! Sono semplici uova arrotolate! E ben fatte ci tengo a precisare!-        interviene InuYasha con un evidente nervo pulsante sulla fronte
-Non per mia figlia! Lei non può mangiare quelle cose! Ha idea di quante calorie contengano?-    
-Può darsi, ma sua figlia non è una capra che mangia solo verdurine e insalata! Ogni tanto ci vogliono proteine e carboidrati in un’ alimentazione. E poi non vede quanto è magra? Ancora più di così e diventa invisibile.       le risponde infastidito lui
-Ma come si permette di criticare il modo in cui cresco mia figlia? Lei non è nessuno per dirmi queste cose! Io le faccio mangiare ciò che voglio sono stata chiara? Le donne ciccione non piacciono a nessuno!-
-Mamma! Per prima cosa io mangio quello che dici per accontentarti e non perché me lo ordini! E secondo…qualche chilo in più non fa di una donna un mostro! Ma come puoi dire queste cose? E poi InuYasha esprimeva solo un parere…-      le dico alzando un po’ la voce
-Kagome…come osi rispondere in questo modo a tua madre? Dove hai messo l’educazione?-
-La sottomissione vorrà dire…-      sussurra InuYasha
-Lei si faccia gli affari suoi, maleducato che non è altro! Anzi…è licenziato! Vada immediatamente via da casa mia!-       urla mia madre indicandogli la porta per andarsene
E no! Questo no! InuYasha e il pianoforte non si toccano!
-Lui non va da nessuna parte mamma! Lo pago io non voi! Non hai alcun diritto di licenziarlo.-        le rispondo parandomi davanti InuYasha che mi guarda stupito
Ma che mi prende? E’ la prima volta che mi comporto così! Sento il cuore correre all’impazzata.
-Che cosa? Stai scherzando vero Kagome?-      chiede lei sconvolta
-No, affatto mamma. Sono serissima! Lui mi serve e tu non lo manderai via. Sono stata chiara?-      dico sicura
-Ma Kagome…lui ti sta mettendo contro di me non vedi?-      dice lei indietreggiando e guardandomi esterrefatta
-Non mi sta mettendo contro nessuno! Ascolta mamma…ho  sempre fatto ciò che volevate voi senza mai lamentarmi. Ho perfino accettato di sposare uno sconosciuto, per voi e per il bene delle nostre aziende. Ma non farò altrettanto stavolta. Voglio imparare a suonare il pianoforte e non certo per quel tizio, ma per Sota! Lui amava quello strumento più di ogni altra cosa, ed è in sua memoria che voglio imparare proprio con quel pianoforte che voi volevate addirittura bruciare. Fu solo grazie a nonna Kikyo se lo avete messo da parte. E ora che ce l’ho tra le mani nessuno mi impedirà di usarlo. Né tu né papà. InuYasha da qui non si muove!-        dico con una fermezza che non credevo neppure di avere
Ma devo ammettere che la presenza di InuYasha mi infonde stranamente sicurezza.
Lei mi guarda incredula, stupita da questa mia improvvisa presa di posizione che mai ho mostrato.
-Tu mi accusi sempre per questa storia del pianoforte…ma non puoi capire come si senta una madre che perde il figlio! Mi sei rimasta solo tu e non voglio tu faccia la fine di tuo fratello. Se ti succedesse qualcosa come faremo io e tuo padre da soli? Chi si occuperà delle nostre aziende? E di tutti gli operai che dipendono da noi? Ci hai mai pensato? La cosa non riguarda solo noi. Abbiamo delle responsabilità che questo ragazzo credo non capisca date le accuse che lancia!-
-Lo so di avere delle responsabilità e non mi sono mai tirata indietro infatti. Sto sacrificando la mia vita per voi e credo sia già abbastanza! Questa è una cosa che riguarda solo me. Né voi né le aziende. InuYasha c’è e resta e non voglio più ripeterlo!-          ribadisco ancora una volta, uscendo poi dalla cucina, non prima di aver afferrato InuYasha per un polso e portandolo via con me
Entrati in camera mia chiudo la porta a chiave. Non voglio rivedere mia madre per adesso. Non le lascerò fare anche stavolta come vuole.
E che cavolo! Vogliono togliermi anche il pianoforte? No, non lo permetto!
-Kagome…tutto bene?-        mi chiede InuYasha asciugandomi col pollice una lacrima che non mi ero nemmeno accorta mi stesse scivolando via
-Non va bene…-        rispondo chiudendo gli occhi e lasciando cadere nuove lacrime
In quell’istante lui fa una cosa che nessuno, a parte Kaede, ha mai fatto quando piango… mi abbraccia.
A quel contatto le lacrime aumentano, lasciando uscire fuori la tensione accumulata prima in cucina, e il dolore che da anni reprimo.
Le gambe sembrano volermi cedere e lui intuendolo mi trascina sul letto facendomi sedere.
Le sue braccia mi stanno stringendo così forte che riesco a sentire il battito del suo cuore nelle mie orecchie appoggiate al suo petto caldo e accogliente.
Non so per quanto piango e singhiozzo sulla sua spalla cercando conforto nel suo abbraccio.
Quando finalmente riapro gli occhi è già quasi buio. Nella stanza c’è una leggera luce rossa dovuta dal tramonto che ormai sta per sparire.  Mi allontano così di scatto dal suo abbraccio.
-Ma…è già il buio? Com’è possibile?-       domando sorpresa
-Ti sei addormentata piangendo.-        mi spiega lui stiracchiandosi le braccia
Mi sono addormentata senza accorgermene?
-Oh Kami! Perdonami! Ti ho tenuto immobile fino ad ora? Scusami! Che vergogna! Chissà cosa penserai ora di me…-        dico imbarazzata
Già non aveva una buona opinione prima, figuriamoci ora che mi ha vista frignare a quel modo!
-Vuoi sapere cosa penso sinceramente?-        mi chiede guardandomi
Caspita quanto è bello con questa luce rossa che illumina i suoi capelli argentei e i suoi occhi d’ambra, che sembrano essere diventati due rubini col riflesso del tramonto.
-Beh…lo posso già immaginare da sola. Sicuramente che oltre che una ragazzina viziata sono anche una mocciosa piagnucolona…-       dico triste distogliendo il mio sguardo dal suo
-Per niente!-        dice deciso
-Ah no?-      chiedo stupita
-No. Non credo più tu sia una ragazzina viziata, ma piuttosto una ragazza triste e sola!-       spiega lasciandomi senza parole
Io…triste e… sola?
Per riflesso abbasso la testa…come se fossi colpevole. Ma io in realtà sono colpevole!
-Perché Kagome? Perché accetti gli ordini dei tuoi genitori? Non sei una stupida. Capisci da sola che hanno programmato la tua vita come se fossi un progetto di lavoro invece che una figlia. Lo hai ammesso anche tu stessa prima. Perché? Spiegami… perché io non capisco questa contraddizione del tuo carattere.-       mi chiede asciugando l’ennesima lacrima che non riesco a trattenere
Ho pianto così tanto che dovrei essere disidratata e invece le lacrime rompono ancora le scatole, mostrando la mia fragilità.
-Non posso parlartene..-        sussurro con voce rotta dal pianto
-Perché? Puoi fidarti di me!-      insiste lui prendendomi il viso con una mano e sollevandolo per guardarmi negli occhi
-Perché penseresti male di me.-        rispondo a stento
-Non dire sciocchezze…cosa mai avresti potuto combinare da farmi pensar male?-         dice sicuro di sé
-Una cosa che…mi farebbe odiare a morte dai miei genitori!-        confesso aumentando il flusso delle lacrime
-Bah…non mi sembra ti amino molto già adesso. Cosa potrebbe mai sconvolgerli tanto?-
-…-           
-Kagome?-      mi chiama lui non udendo risposta
-Kagome insomma…mi dici perché reagisci così?-       domanda spazientito ai miei singhiozzi
-Ho ucciso io mio fratello va bene? Ecco ora lo sai sei contento?-        strillo esasperata dalle sue pressioni
-….che….?-       dice impietrito
Il mio segreto non è più tale. L’ho rivelato ad un estraneo. Cosa accadrà adesso? Scapperà a gambe levate di sicuro…
 
 
 
 








 
 
 
(*) Il katsudon è un piatto parecchio sostanzioso che prevede una composizione così disposta in ordine…sopra il riso bianco caldo cotto a vapore si versano le uova cotte in padella col brodo dashi ( un brodino di pesce fatto con scaglie di tonno e di alga konbu secca ) il mirin ( sakè dolce per cucinare) il sakè classico, la soia, lo zucchero e il cipollotto. Sopra le uova va adagiata una fettina di cotoletta di carne di maiale fritta in abbondante olio. Non sembra certo molto leggero ma ammetto che se avessi il brodino dashi e il mirin   ( che non ha nessun ipermercato) lo preparerei ^_^ se qualcuno li trova nella sua città me li spediscaaaaaaaaaaaa    *_____*
 
(**) La tamagoyaki è una specie di omelette fatta in una padella rettangolare. Viene fatta una prima omelette e arrotolata dentro la padelle stessa. Senza uscire l’omelette si aggiungono altre uova battute e una volta rapprese vi arrotola sopra la prima omelette. Si va avanti così fino a formare la grandezza desiderata. Una volta pronta la si mette in forma arrotolandola qualche minuto dentro una piccola stuoia di bambù in modo da poterla tagliare successivamente a fette senza romperla ^_^ a me piace ripiena sinceramente ^___^ sono golosa ehehehe
 
 



 
Nel prossimo capitolo scopriremo cosa ha combinato la nostra Kagome e perché è davvero tanto legata al pianoforte del fratello ^_^
Mancano tredici giorni a Natale, al concerto e al fidanzamento di Kagome….cosa accadrà?
Baci baci e al prossimo capitolo ^_^ 
   
 
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