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Autore: ScarlettIvyCH    11/06/2013    3 recensioni
Giochiamo a scarica barile, vuoi? L’idea è mia e la colpa è decisamente tua.
Quella volta che Ellie si sentì colpevole per la prima e ultima volta in vita sua, forse.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Finalmente sono riuscita a trovare il tempo per pubblicare anche questa one shot, altro che estate e vacanze! Sono, se possibile, più impegnata di prima :S  ma il tempo per le fan fiction lo si trova sempre v.v 

Un ringraziamento particolare va alla mia preziosissima beta nonché amica  Miss BloodyFangs. Ti voglio bene, cara!

Beh, come al solito lasciate pure un commentino o quel che volete (XD ... fin tanto che non sono insulti... ) se ne avete la voglia e il tempo. Ed ora, Buona lettura!






Di tutte le cose sbagliate che aveva fatto nella vita quella le era sembrata davvero la peggiore e come aveva sempre fatto le sembrò più che giusto al momento trovare il colpevole, perché non poteva che essere colpa di qualcun altro, magari delle circostanze, sicuramente non sua, non lo era mai stata.

Ma aspettate, non sarebbe interessante raccontarvi di una delle tante volte in cui Ellie ha abilmente cambiato le carte in tavola così da non essere la responsabile per quell’ennesimo danno. Sarebbe invece di gran lunga più appassionante raccontare di quando qualche responsabilità se l’è presa. Vi piacerebbe leggerlo, ne sono sicura, peccato che non sia mai successa una cosa simile... Beh, in realtà si era presa la colpa per qualcosa una volta, per la prima e l’ultima volta in vita sua. In quell’occasione aveva pensato che un ruolo in tutto quel casino lei l’aveva avuto, ma era durato solo qualche secondo.

 

Era una mattina fresca ed Ellie era distesa sul suo letto, con la luce del sole estivo a illuminare tutta la stanza ed il suo viso, assorta nei suoi pensieri. Non aveva mai avuto grandi problemi in vita sua, ora che ci pensava e probabilmente la maggior parte della umanità avrebbe definito questo suo ennesimo cruccio un pensiero inutile senza capo né coda. Per Ellie però quel pensiero da due soldi rappresentava una piccola battaglia da vincere senza troppe perdite e quindi una fonte di stress. 

Dopo qualche minuto di profonda riflessione aveva già deciso: avrebbe dato la colpa a lui e poco importava se a ben vedere la realtà dei fatti era tutt’altra, dopo tutto non è che lui fosse proprio estraneo ai fatti...

Ora si trattava di diventare la vittima e di fare di lui un perfetto carnefice.
Dunque, ubriacone e drogato? Troppo usato.
Infedele ed egoista? E chi non si sarebbe riconosciuto in questa figura? No, ci sarebbe il rischio certo di ritrovarsi la metà delle persone dalla parte del colpevole.

Beh, era rimasta solo un’accusa che si sentiva di usare per riuscire a lasciarlo senza sembrare la stronza di turno, niente di troppo elaborato.

 Bugiardo, quindi? Ah, un po’ di ironia, nella vita ci vuole sempre.

E fu così che venne messo in scena il fatto. Contava di finire tutto entro la fine della giornata.

Lei nella parte della fanciulla pura, indifesa e anche un po’ ingenua e lui bugiardo incallito tradito da delle prove così stranamente evidenti - piacevole semplificazione del lavoro per tutti - e da un testimone anonimo, si vocifera sia una ragazza dall’aria innocente, che lo incrimina.
Accorda per telefono un appuntamento, si prepara meticolosamente, si prende una decina di minuti per mangiare un veloce spuntino ed esce di casa.

Non deve aspettare molto stranamente. Sta ascoltando Criminal di Britney Spears - cosa non ti scova il casuale dell’Ipod! probabilmente ha più senso dell’umorismo lui di molte persone -  quando lo vede arrivare, col suo passo veloce, lo sguardo perso chissà dove e un sorriso stupido e senza senso stampato in faccia. Subito pensa che sarà divertente sostituirlo con un espressione quanto meno stupita.

Si sorridono, si salutano ed Ellie inizia a chiedersi quale sia il modo migliore per iniziare il discorso.
“Dobbiamo parlare”

Seriamente, come diavolo t’è uscita questa?! È banale e tu potrai essere molte cose, ma di certo non banale!

Banale o no lui non ha un’espressione stupita, sorride come se avesse sempre saputo che quel giorno, esattamente in quella piazza e con un inizio tra i più banali che la fantasia metta a disposizione, sarebbe finita e questo non è decisamente convenzionale.

“Un ultimo abbraccio... solo... concedimi solo questo”

Ellie soppesa per un attimo la sua richiesta, un po’ contrariata per la sua reazione così inaspettata, ma si trova a concludere che ormai così è andata quindi che motivo ci sarebbe di negargli una simile inezia? Ovviamente l’avrebbe usata poi a suo vantaggio, raccontando di come fosse stata lei quella amorevole. Oh, sì... lei sarebbe stata quella che nonostante lui si fosse comportato come il più vile tra gli uomini, era stata capace di  donargli un ultimo abbraccio. Così toccante.

L’espressione stupita appare in compenso sul volto della ragazza quando sente un dolore lancinante al ventre e la sensazione che qualcosa di acuminato le stia squarciando la pancia ed effettivamente è quello che sta succedendo. Ellie urla, forse più per lo stupore che per il dolore.  La mano corre a tastare il ventre, ciò che sente non è una voragine, ma una lama affilata che la tiene legata a lui. Alza gli occhi e guarda il viso di quello che sarebbe dovuto essere un innocente incriminato per la stupidità di altri e per la sua furbizia.

Sente le ginocchia cederle, ma la braccia di lui la tengono stretta impedendo al suo corpo di cadere a terra e più il corpo si fa pesante più lui dimostra una forza che mai avrebbe pensato di trovare in un simile insulso individuo. Era sempre stata lei quella forte tra i due eppure ora si ritrovava ad essere poco più che carne tremante e insanguinata tra le braccia del suo carnefice.
Con le forze che le rimangono alza il volto verso di lui sperando di vedere quel suo orribile sorriso mutato in una qualsiasi altra espressione, rabbia o magari una malata eccitazione.
La luce del sole pomeridiano le provoca una fitta dolorosa alla testa, la vista le si appanna ancora di più ed un conato di vomito dal sapore ferroso si fa sentire prepotente.

Il sorriso è  ancora lì, come se lui la stesse solo abbracciando, come se nulla fosse successo.

In pochi minuti una folla si raduna attorno a loro, qualcuno chiama aiuto, la piazza è riempita di voci allarmate, ma ciò che Ellie riesce a sentire è solo il sussurro del suo carnefice.

“Oh, dolce Ellie... questo sarà il nostro ultimo abbraccio perciò stringimi forte.”

Se l’avesse letto in un libro probabilmente l’avrebbe anche trovato divertente, d’altra parte era stata criticata più volte per il suo senso dello humor che a volte tendeva al black. Ma ora, con la vista che si annebbiava sempre di più e il sangue che fin troppo copioso imbrattava i suoi vestiti, non riusciva proprio a ridere. Tutto ciò che ottiene è un rumore soffocato ed altro sangue che prepotente le esce dalla bocca.

Riesce solamente a pensare che ora sarà veramente la vittima, eppure ha come la sensazione che la colpa sia  sua.

È davvero la fine e a conti fatti quella sarebbe stata la prima e ultima volta che si sarebbe sentita in colpa, fortunatamente durò solo per pochi secondi.

  
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