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Autore: Michaelis Ashley Warblers    12/06/2013    2 recensioni
Le vite di Sebastian Smythe ed Hunter Clarington si incrociano per la prima volta alla Dalton Accademy. Ognuno di essi ha il proprio modo di essere e il proprio modo di vedere la vita, ma non è detto che sia un punto di vista definitivo, qualcuno potrebbe cambiare opinione su molte cose. La vita infondo è un viaggio di cui nessuno conosce i dettagli.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Kurt, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. Sono le sei e cinque Smythe, sono le sei e cinque.


Quando Sebastian uscì dalla sua camera per recarsi alle prove dei Warblers – e all’appuntamento con il suo rivale – non aveva ancora metabolizzato del tutto cosa fosse successo. Si fermò un attimo a riflettere, mentre si specchiava nello specchio del bagno che veniva utilizzato durante l’orario scolastico.
 
Durante quella giornata si era fatto una bella scopata con un ragazzino del secondo anno – una ripassata appuntò mentalmente – aveva saltato le lezioni per i postumi della sbornia della sera precedente. La vita di ogni studente normale. Lui non era uno studente normale, lui era Sebastian Smythe e studiava alla Dalton Accademy, una scuola maschile con rigide regole di comportamento. Lui era Sebastian Smyhte e il Preside dell’accademia lo odiava, non ne sapeva il motivo e non se ne preoccupò nemmeno mai. Quella giornata non fu tutta rose e fiori – citò mentalmente Thad – aveva perso quello che più aveva di importante: I Warblers. Quel gruppo canoro erano il primo vero successo di Sebastian, nella sua vita non aveva mai combinato molto a causa del suo cognome importante. Quando viveva in Francia bastava che aprisse bocca e il mondo era ai suoi piedi. Quando arrivò in quel gruppo nessuno lo trattò con particolare riguardo perché lì il suo cognome non aveva un peso, dentro quelle mura Sebastian si sentiva una persona normale e conquistare il ruolo di capitano fu il suo primo successo, riuscì a farlo contando solo sulle sue forze – e un piccolo aiutino da parte di Thad – e capì che poteva cominciare a vivere di nuovo.
 
Portare un cognome potente non è mai facile e questo Sebastian lo sapeva bene. Mentre si specchiava vide una persona diversa rispetto a quella che vedeva  quando si pecchiava a Parigi. Esteriormente non era cambiato  nulla, ma interiormente il mondo di Sebastian era cambiato, grazie anche agli avvenimenti dell’anno prima. Tra quegli avvenimenti c’erano tre nomi importanti: Thad Harwood, Blaine Anderson e David Karofsky. Quelle tre persone lo avevano tutte cambiato in un modo o nell’altro: con Thad aveva imparato che non ci si rapporta sempre in maniera fredda con gli altri, con Blaine aveva imparato a chiedere scusa e con David aveva imparato il valore della vita e il peso di ogni singola parola.
 
Quando guardò l’orologio Sebastian si accorse di essere in ritardo, lui odiava essere in ritardo. Non sapeva che chi lo aspettava dall’altra parte odiava i ritardatari. Nel momento in cui aprì le porte della sala prove un oggetto volò a pochi centimetri dal suo viso, andandosi a schiantare contro la porta.
 
<<  Sono le sei e cinque Smythe, ti avevo dato appuntamento alle sei. Io odio i ritardatari. >>
 
Per un momento il terrore si dipinse sul volto di Sebastian e negli occhi di tutti i Warblers, ma Sebastian Smythe non aveva mai paura. Non doveva mai averne.
 
<<  Ma sei impazzito? Tirare oggetti è pericoloso! Potevi prendermi in pieno! >>
 
<< Se ti avessi preso sarebbe stato un tuo problema. L’appuntamento era alle sei. >>

<< Ma che problemi hai? Sono in ritardo solo di cinque minuti. >>
<< Che adesso mentre parliamo sono diventati dieci. Ben dieci minuti sprecati. Smythe sei fuori dai Warblers. Non posso rischiare che un ritardatario come te mi faccia perdere tempo non facendomi provare. >>
 
<< Scusami, temo di non aver capito bene, sarei fuori da cosa? >>
 
Sebastian aveva capito benissimo, ma il suo essere così spavaldo non gli consentiva di darla vinta ad Hunter senza nemmeno dei tentativi. Teneva troppo ai Warblers per vederseli portare via così.
 
<< Questo il Preside non lo ha detto >> intervenne Thad.
 
Hunter si girò verso di Harwood con uno sguardo truce, talmente truce che Thad ebbe paura e decise che era meglio non intromettersi più tra loro due.
 
<< Non ho bisogno di un avvocato difensore, Harwood >> disse Sebastian. Interrompendo così il silenzio che si era creato.
 
<< Smythe, non prendermi per scemo, so benissimo che hai capito cosa ho precedentemente detto. Ci sono molte cose che non mi piacciono, alcune di queste sono i ritardatari, coloro che credono di potermi prendere per scemo e coloro che non arrivano ai traguardi prefissi. E guarda caso tu rappresenti tutti e tre. Credi di potermi prendere per scemo, ma ti presenti in ritardo agli appuntamenti e poi con il tuo coretto di voci bianche non ti piazzi nemmeno alle gare Regionali. >>
 
<< Vorrei ricordarti che io e il coretto di voci bianche, come li definisci, siamo arrivati secondi alle gare Regionali l’anno scorso. >>
 
<< Ma questo non vi ha permesso lo stesso di concorrere alle Nazionali. >>
 
<< Che perspicacia, Clarington, ovvio che solo i primi classificati competono alle Nazionali e guarda caso i primi non eravamo noi. Le Nuove Direzioni hanno delle carte potenti, che se ben giocate possono portare alla vittoria ad occhi chiusi. È facile vantarsi per chi non si è mai trovato a doverli affrontare. Anzi sai che ti dico? Visto che sei convinto di poterli battere accomodati pure, ma senza di me. >>
 
Detto questo Sebastin uscì dalla sala prove sbattendo la porta alle sue spalle. Nessuno taglia fuori Sebastian Smythe, con quell’uscita teatrale Sebastian si illuse, solo per un secondo, di non essere stato cacciato e di essersene andato di sua spontanea volontà. Nel giro di pochi minuti tutta la sua giornata negativa gli tornò in mente. Aveva litigato con Thad, il suo prediletto in tutto e per tutto, era stato cacciato dai Warblers.. Il preside stava vincendo quella faida e questo non poteva permetterselo. Come era cominciata quella faida non lo sapeva nemmeno lui, sapeva solo di essersi trovato sul fronte di guerra e Sebastian Smythe non si tira mai indietro, mai.
 
Più tardi quella sera Sebastian sentì il bisogno di affogare i suoi dispiaceri nell’alcool, allora come quasi tutte le sere prese i suoi documenti falsi, quelli che per qualche ora lo trasformavano in un ventiseienne di nome Mark Thopper, e si diresse allo “Scandals”, lo stesso bar gay in cui l’anno prima aveva invitato Kurt e Blaine con l’intenzione di provarci spudoratamente con quest’ultimo.
 
Bevve il primo bicchiere di Vodka, dopo poco bevve anche il secondo bicchiere e nel giro di un’ora e mezzo era completamente ubriaco. Fece per uscire dal locale, ma venne bloccato dal barista.
 
<< Dove pensi di andare, Sebastian? >> disse l’uomo.
 
Matt era un uomo sulla quarantina con i capelli brizzolati e il fisico di un ventenne palestrato, ma era anche un ottimo osservatore  e un ottimo ascoltatore.
 
<< Come sai il mio nome? >> gli chiese Smythe tentando di reggersi in piedi e non perdere l’equilibrio.
 
<< Ho sempre sospettato che i tuoi documento fossero falsi, poi magicamente una sera ti ubriachi e inizi a provarci con me dicendomi come ti chiami realmente e quanti anni hai. >>
 
<< Sono nei guai adesso eh? >> il ragazzo rise sonoramente e cadde all’indietro atterrando sul sedere.
 
<< Per il momento no ragazzino, ma non ti lascio tornare a casa in questo stato. Dammi il cellulare sbrigati! >>
 
Sebastian protestò inutilmente. Matt si impossessò del cellulare nel giro di pochi minuti. Quando scorse la rubrica non sapeva chi chiamare visto che Sebastian si era addormentato dopo essere stato in bagno e aver rimesso anche l’anima. Alla fine opto per il numero che compariva come ultima chiamata “Thad.”
 
<< Smythe, razza di cretino sono le tre del mattino, cosa vuoi? Hai svegliato tutti i presenti in stanza! >>
 
<< Pronto, il signor Thad? Sono Matt. >>
 
<< Matt? E cosa è successo al proprietario del cellulare? >> il tono di Thad era sempre più allarmato.
 
<< Si è addormentato sul bancone del mio bar, dopo essersi scolato quasi una bottiglia di Vodka e aver rimesso anche l’anima. Voleva andarsene da solo, ma non voglio ragazzini sulla coscienza quindi l’ho bloccato. Non sapevo chi chiamare così ho richiamato l’ultimo numero effettuato. È possibile che lei venga a prendere il suo…. Ehm… precisamente il suo cosa? >>
 
<< Il mio compagno di scuola, Matt. Si certo, mi dica dove devo venirlo a prendere. >>
 
<< Allo Scandals, Lima sud. >>
 
<< Mi dia quaranta minuti e sarò da lei. >>
 
<< Facciamo un’ora. Guida piano ragazzino sei agitato. >>
 
La conversazione si chiuse e gli occhi di Trent e Nick erano puntati su Thad.
 
<< State tranquilli ragazzi, Bas sta bene. Solo una sbornia parecchio pesante. >>
 
<< Noi veniamo con te. >> esordì Trent
 
<< Si sei troppo agitato per guidare da solo >> continuò Nick.
 
Dopo quindici minuti i ragazzi uscirono di nascosto dalla Dalton e furono costretti a portarsi dietro anche Jeff. Lo avevano incontrato nel corridoio che vagava in pigiama con un cuscino sotto braccio. La serata, anzi la nottata era già piena di problemi, onde evitarne altri decisero che era meglio caricare in macchina anche il biondo in pigiama e il suo fedele amico cuscino.
 
Nel giro di venti minuti erano già a metà strada. Jeff dormiva profondamente.
 
<< Che succede tra te e Bas? >> la voce di Nick squarciò un silenzio troppo pesante.
 
<< Niente Nick, esattamente quello che succede da un anno. Niente. >>
 
<< Tutti sappiamo della vostra… come definirla? Relazione aperta? >> Trent si fermò e aspettò risposta.
 
<< Relazione aperta sarebbe già meglio di niente Trent. Sono solo l’amico con beneficio. Il ruotino di scorta dal quale andare quando la sera non vuoi andare a rimorchiare nei bar. >>
 
<< Smetti di fare la vittima Thad, questa cosa sta bene anche a te altrimenti non avresti permesso che andasse avanti per un anno intero.  >> lo ammonì Nick
 
Di nuovo in macchina cadde il silenzio.
 
<< Sai cosa Nick? No questa cosa non mi è mai stata bene, speravo solo che ci arrivasse da solo. Avevo una forte dipendenza da lui. Non volevo e non potevo stargli lontano quindi mi accontentavo, ma visto che non lo ha capito, fanculo la dipendenza, io vengo prima di tutto. Voglio star bene. >> sbottò Thad.
 
<< Ascoltami bene, innanzi tutto abbassa la voce o rischi di svegliare Jeff. Seconda cosa per quanto si sia dipendenti da una persona, se ti fa star male non ci stai un anno insieme e poi lo pianti in asso nel momento del bisogno. Vi ho sentiti oggi in camera di Bas, urlavi talmente forte che ho dovuto mandar via circa cinque studenti da quel pezzo di corridoio. >>
 
Thad fece per contestare ma Trent inchiodò con la macchina, facendoli sobbalzare. L’unico che non si accorse di nulla fu Jeff che dormiva ancora come un angioletto con la testa sulle gambe di Nick.
 
<< Ragazzi, basta! Siamo qui per riprendere Sebastian non per ucciderci tra di noi. >> disse Trent con un tono pacato.
 
Gli ultimi dieci minuti di viaggio si svolsero nel più completo silenzio, ma stavolta come sottofondo c’erano la radio e i The Fray che cantavano How to save a life.
 
Quando arrivarono allo Scandals Trent parcheggiò il più vicino possibile all’ingresso e scese dalla macchina per aiutare Thad. Lasciarono Nick in macchina a badare a Jeff. Il proprietario lo stava aspettando.
 
<< Chi di voi è Thad? >> chiese Matt.
 
<< Io >>
 
<<  Ti immaginavo più alto. Comunque il tuo amico è li. Il ticket indica che è venuto con la sua macchina. Sapete che non potete lasciarla qui. >>
 
<< Non si preoccupi, la portiamo via noi. >> disse Trent.
 
Mentre Thad ringraziava ancora Matt per la gentilezza Trent aveva sistemato Sebastian sul sedile posteriore del fuoristrada del ragazzo ubriaco.
 
<< Ah Thad, prima di portarlo via, stategli vicini. Ha bisogno dei suoi amici in questo momento e chiunque siano questi Warblers digli che sono importanti per lui. Ne ha parlato per tutta la sera mente tentava di abbordarmi. >>
 
<< Lo farò senz’altro grazie Matt e lo scusi ancora per averci provato con lei, sa non può proprio farne a meno. È un ragazzo a cui piace far conquiste. >>
 
I due si salutarono e quando Thad giunse vicino al fuoristrada di Sebastian si rifiutò di guidarlo. Preferiva guidare la macchina con cui erano venuti.
 
<< Tratta bene la mia bambina >> disse Trent consegnandogli le chiavi della sua auto.
 
L’indomani mattina, quando Sebastian Smythe, distrutto da una terribile sbronza, si svegliò nel suo letto non era solo. Nella sua stanza c’erano Thad, Trent e Nick. Non li aveva mai visti così arrabbiati. Doveva aver fatto qualcosa di molto grave, ma non importava in quel momento. Aveva un disperato bisogno che il mondo tacesse, la sua testa stava per esplodere.
 

 
Warblers’ corner.

 
Chiedo venia per aver lasciato un po’ in sospeso la storia, ma ero alle prese con la Seblaine week :)
Innanzitutto ringrazio chi segue la storia, chi la inserisce nelle preferite e chi la recensisce.
Questo capitolo è un punto oscuro nella vita di un diciassettenne Sebastian Smythe. L’universo ha deciso che è ora che paghi per le sue marachelle e la sua punizione si chiama Hunter Clarington.
Chissà cosa farà Sebastian adesso che non ha più i suoi Warblers. È forse l’inizio di una guerra per il potere?
Chi vincerà?
 
-          Warblers.
   
 
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