Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: cassiana    28/12/2007    4 recensioni
10 gennaio del 49 ac presso il Rubicone: Cesare sta per prendere la sua decisione. Una breve storia su quella fatale notte
ATTENZIONE: questa storia era già stata pubblicata su EFP. L'avevo tolta per correggerla e migliorarla e questa è la nuova versione!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.



L'accampamento era stranamente tranquillo: le grida dei soldati che giocavano a dadi erano smorzate, i cavalli sembravano nervosi e perfino il vento spirava più debole. C'era, nell'aria, un'atmosfera d'attesa, come l'incombere di una grave decisione. Oscuramente tutti si rendevano conto che quella notte poteva essere un bivio della Storia; e la scelta spettava ad un uomo solo.
L' uomo in questione era sdraiato sulla sua branda e guardava muoversi la stoffa rossa della tenda, riflettendo. In cuor suo aveva già preso una decisione, ma sapeva che era paurosamente rischiosa. Eppure aveva aspettato, quasi organizzato, quel momento tutta la vita e adesso per paura se lo sarebbe fatto sfuggire? Quali le alternative in fondo? In un certo senso ciò che stava per compiere era ciò che tutti si aspettavano: era inevitabile. Il centurione fuori dalla tenda lo avvertì che qualcuno stava per entrare. Assunse la sua espressione più tipica, quella con cui l'avrebbero ricordato, forse, i posteri: un misto di sicurezza sprezzante e di cinismo.
“Ave, Duce! Il messo del senato, il senatore Flavio Messalla Corvino, chiede di parlare con il comandante.” annunciò il centurione. Dietro il militare si vedeva il volto lungo e preoccupato del senatore che, immediatamente, entrò nella tenda.
“Ave, Cesare.” salutò.
“Mio caro Flavio, a cosa devo l'onore?” esclamò Cesare non appena furono soli.
“Posso offrirti un po’ di frutta? O preferisci del vino?”
“Lascia stare i convenevoli, Cesare: questa non è certo una visita di cortesia. Non sono semplicemente un messaggero. Sono venuto per distoglierti dal compiere questa folle impresa che...”
La risata sardonica di Cesare lo interruppe.
“Lasciamo stare la retorica Flavio. Credi che non sappia i rischi a cui vado incontro?”
Il volto del comandante lasciava trasparire la collera e, Flavio credette di vedere, anche la paura.

Flavio Messalla Corvino. Era forse il meno miope tra i rappresentanti che sedevano nel Senato ed aveva espressamente chiesto di potere essere inviato presso Cesare per riferirgli la decisione dell'augusto consesso e per distoglierlo da ciò che stava per fare. Sapeva quali erano le intenzioni ultime del conquistatore delle Gallie ma conosceva anche quelle di Pompeo. Probabilmente anche se avessero impedito a Cesare di marciare su Roma, si sarebbero trovati tra pochi anni a risolvere il medesimo problema con Pompeo. Flavio sospettava che questi affermava solo a parole di essere totalmente fedele ai patres conscripti.
Il senatore si accorse che il silenzio durava un po’ troppo a lungo e si decise a parlare:
“Credo che tu abbia riflettuto molto in questi giorni e, credimi, provo ammirazione per te. Ma anche, molto più forte, l'amore per la nostra Patria - si stava infervorando sempre di più e il suo tono andava aumentando di volume - Non ti rendi conto, pazzo, che se ignori il senatus consultum ultimum Roma sarà insanguinata da un' altra guerra civile? Non pensi alle vite dei cittadini che andranno perse per il tuo orgoglio? I danni al prestigio dell'Urbe? Una guerra intestina è proprio l'ultima cosa di cui Roma ha bisogno!”
Mentre parlava il senatore aveva preso a camminare per la tenda, gesticolando, sotto lo sguardo divertito di Cesare
“Calmati, Flavio. In fondo è colpa vostra se io mi trovo, se Roma si trova in questa situazione. Ripassiamo gli eventi, vuoi? Ho passato lunghi, faticosi anni a conquistare la Gallia per la gloria e la borsa di Roma... “
“Ma hai fatto un accordo non proprio ortodosso con Pompeo e Crasso per avere più potere. E non è forse vero che la gloria dell'Urbe ti interessava relativamente in confronto alla tua, di gloria?” ribatté prontamente Flavio, ma Cesare continuò
“Per accordo poco ortodosso intendi il triumvirato? Era inevitabile per non creare pericolosi conflitti d'interessi. In fondo non era tanto male: ha tenuto me e Pompeo lontani e, nello stesso tempo, Crasso serviva da tramite e supporto economico per tutti e due. E' stato un compromesso ma ha garantito l'equilibrio tra tre forze egualmente potenti.”
“E il Senato? Tu, Crasso e Pompeo non ne avete tenuto affatto conto. Se non aveste anteposto i vostri interessi personali a quelli della Res Pubblica, non si sarebbe arrivati a questa situazione!”
Ma Cesare assunse un' espressione sprezzante non appena udita la parola senato
“Senato? Puah, una manica di codardi interessati solo a mantenere il potere. Quanti di voi, senatore Flavio Messalla Corvino, hanno davvero a cuore il bene di Roma? Non siete forse più interessati ad arricchirvi e controllare ogni risorsa dell' Urbe? I Gracchi hanno provato a contrastare la vostra augusta congrega e sappiamo tutti che fine hanno fatto. E Catilina? Non ha solo sfidato la pazienza di Cicerone, ha messo in pericolo gli interessi della vostra oligarchia! No, avete le mie stesse mire, solo che le ammantate di ideali.”

Flavio era livido di rabbia
“Non hai proprio alcun rispetto! Il Senato è ciò che ha reso grande Roma, le ha dato stabilità! Senza di esso si cadrebbe nell'anarchia e nel dominio personale. Per tutti gli Dei, Cesare, il Senato è necessario!”
“Ti ho già spiegato come la penso. Ma non è a questo che volevo arrivare. Invece di appoggiare Pompeo, dovreste combatterlo. E’ un traditore: se non ha rispettato il patto di alleanza con me, perché dovrebbe rispettarne uno fatto con voi? Ciò che vuole è il potere, esattamente come me e, quand' anche dovessi uscire sconfitto da questa impresa, fra pochi anni dovreste vedervela con lui. Anzi la sua sete di potere è già manifesta! Non si è, forse, appena messo in azione costringendomi a tornare a Roma come privato cittadino?”
Il volto di Cesare si era indurito e i suoi occhi mandavano bagliori sinistri che fecero venire i brividi al senatore.
Cesare, pensò Messalla, è senza dubbio un uomo pericoloso ma quanto più di Pompeo? Era questo il punto.
“Cesare, ricorda bene questo: se passi armato il Rubicone sarai considerato nemico di Roma e sarai annientato. Sono stato abbastanza chiaro?”

Flavio non aveva più la forza di lottare. Sapeva che se Cesare avesse preso la sua decisione sarebbe stato deciso a mantenerla. Ciò che realmente voleva, si disse Flavio, era riposare un poco e pregare tutti gli Dei che fosse scongiurato questo nuovo, imminente pericolo per Roma.
Cesare augurò ironico la buona notte al senatore e tornò a sdraiarsi sulla branda. Quella conversazione gli aveva chiarito le idee. Ora sapeva cosa voleva, doveva fare. Sarebbe forse stato meglio che tutto il potere andasse nelle mani di Pompeo? Non poteva permetterlo. Il generale romano si alzò di scatto dalla branda e abbaiò alcuni ordini fuori, mentre il senatore raddoppiava in fervore le sue inutili preghiere. L'atmosfera d'attesa sembrò sciogliersi e l'accampamento si riempì di attività frenetica che contrastava curiosamente con la calma di poco prima.
Roma sarebbe stata nuovamente insanguinata da una lunga e cruenta guerra civile.



Come ho detto nell'introduzione ho tolto questa storia per risistemarla, ma ho perso i commenti. Si, non ho fatto una gran furbata! Proprio per questo voglio ringraziare Thiliol, Mannu, Russian Fanatic e Monella per i loro commenti. Non temete, li ho salvati! ^__^''

Anzi, per fare una cosa fatta bene li riporto pure qua!

Monella (2007/09/05): Molto bella, questa one-shoot.. si vede che hai fatto delle accurate ricerche storiche e anche il linguaggio mi sembra appropriato per l'epoca che descrivi.. l'unico consiglio che vorrei darti è di andare a capo più spesso, così la storia si legge con più facilità. Complimenti, comunque!

Russian Fanatic (2007/09/19): Complimenti, complimenti per questa One Shot. Hai una scrittura molto scorrevole (anche se dovresti scaricare page breeze per il codice HTLM...così agevoli la lettura) e il testo è accurato e ben fatto... Complimenti ancora! 8ps, se t va...leggi anche la mia "When dreaming ends" Bacioni

Mannu (2007/10/08): Complimenti. Buona idea. Peccato che il testo tutto appiccicato smorzi un po' il ritmo dei dialoghi. Da risistemare. Bello!

Thiliol (2007/10/18): molto ben scritta e curata anke nei dettagli storici...insomma mi è piaciuto molto,e poi fammelo dire...W CAIO GIULIO CESARE!

   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: cassiana