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Autore: TheDarkLady97    12/06/2013    3 recensioni
A casa dei Petrova, una delle famiglie più ricche della Bulgaria, vivevano due sorelle: Stella e Katerina.
Katerina, scacciata dalla Bulgaria dopo aver concepito una figlia, col passare dei secoli perde la speranza di ritrovare la sua sorellina dispersa la notte del massacro della sua famiglia.
In realtà una maledizione imprigionò Stella in un sonno lungo 500 anni, e al suo risveglio, all'età di 10 anni, non ha memoria alcuna del suo passato.
Vive con la famiglia Gilbert, figlia del terzo fratello di John e Grayson Gilbert.
Tornata a Mystic Falls da sua cugina Elena, conoscerà Damon Salvatore...e la sua vita cambierà per sempre...E Katherine? Riconoscerà la sua amata sorellina persa secoli prima? Quale segreto si cela dietro la maledizione del sonno eterno di Stella? E Klaus?
Quali piani avrà in serbo per la giovane Petrova?
Damon/Nuovo personaggio.
È la mia prima fanfic, commentate in tantii!!!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Nuovo personaggio | Coppie: Elena/Stefan
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12

Fear of Losing.



 

 "Sarei perduto s'io vivessi un solo momento senza di te". 
-U.Foscolo

 



 


Era mattino, il sole levava alto nel cielo e tutto ero circondato dalla tiepida luce, proveniente da quella sfera infuocata che portava il nome di ‘sole’.
I raggi del sole si infiltrarono nelle spoglie e rovinose stanze di una piccola villa abbandonata nella boscaglia, raggiungendo i volti di Stella e Elena, distese su un antico baldacchino.
Quei piccoli fasci di luce accarezzarono delicatamente i loro lineamenti, riscaldandole fino a svegliarle da quel tranquillo sonno.
Le due si alzarono lentamente, portandosi una mano alle tempie, cercando di placare il terribile mal di testa che le stava tormentando.
-Stai bene, Elena?-Chiese la Gilbert di Miami alla cugina, avvicinandosi di più a lei per aiutarla ad alzarsi.
-Mmh, credo di si...Ma dove siamo??-Rispose la Gilbert di Mystic Falls, guardandosi intorno terrorizzata.
-Non ne ho idea...l’ultima cosa che ricordo è che ti stavo cercando in giardino, alla villa Lockwood, e qualcuno mi ha aggredita!-Spiegò Stella, raggiungendo l’enorme finestra della camera, per vedere all’esterno.
-Anche io ti stavo cercando quando qualcuno è comparso alle mie spalle e mi ha aggredita…Ho tanta paura, Stella!-Esclamò Elena terrorizzata mentre fissava l’enorme distesa di alberi che circondava la loro prigione.
Non si vedevano altro che alberi per circa un miglio di distanza, erano immerse nel nulla totale.
Mentre le due vagavano per la casa, cercando una via di fuga, udirono delle voci provenire dal piano terra, così scesero le scale per andare a controllare.
Seguirono il vocio fino a raggiunge un’enorme porta di legno, dietro la quale si trovavano i loro rapitori, pertanto le due rimasero a spiarli dal piccolo spiraglio provocato dalla porta socchiusa.
-Tra quanto sarà qui?-Chiese un uomo abbastanza alto, con i capelli biondi raccolti in un codino, rivolgendosi ad una donna.
-Abbi pazienza, Trevor! Elijah sarà qui a momenti ormai…-Rispose la rossa dai capelli corti, avvicinandosi tremante alla finestra, quasi fosse spaventata.
-Rose, pensi che ci darà quello che vogliamo dopo questo? Ci sono due Doopelganger e…non sappiamo quale sia quella giusta!-Esclamò quel tale chiamato Trevor.
-Sta tranquillo…Vedrai che Elijah non farà obbiezioni e noi finalmente potremo riavere la nostra libertà!-Concluse Rose, abbracciandolo dolcemente.
Le due gemelle erano immobili, chine sulla porta per sbirciare all’interno della stanza, quando qualcuno le afferrò per la nuca, trascinandole dai rapitori.
Rose e Trevor si voltarono verso il loro ospite e spalancarono gli occhi nel vedere il famoso Elijah tenere per il collo le due Doopelganger.
-E-elijah…t-ti stavamo aspettando…-Riuscì a dire la rossa, dopo qualche istante trascorso in completo silenzio.
-Vedo che le vostre ospiti erano ansiose di incontrarmi!-Esclamò l’antico, con un pizzico di sarcasmo, lasciando la presa sulle due che caddero a terra, gettando un urlo di dolore.
Le due Gilbert si massaggiarono i punti doloranti, restando sedute sul pavimento mentre i loro rapitori fissavano lo sconosciuto con aria terrorizzata.
Dai due sequestratori, posarono lo sguardo sull’affascinante uomo che le sovrastava, rimanendo immobili come statue, con il viso rivolto verso il basso, ad ammirarlo con la coda dell’occhio in ogni suo piccolo particolare.
Le gemelle notarono un fisico forte e scolpito, il viso virile e sensuale: aveva dei magnetici occhi color nocciola che le squadravano quasi volessero divorarle e le labbra erano salde e immobili.
Nessuna emozione trapelava da quel viso tanto seducente.
-Per quale motivo ce ne sono due?-Chiese Elijah, alla coppia di vampiri.
-Non ne abbiamo idea! Ci dev’essere stato un errore…Abbiamo seguito tutte e due pensando fosse sempre la stessa…-Cercò di spiegare Rose, insicura.
-Mmmh…capisco…Non preoccuparti dolce Rose, ti perdono!-Esclamò il castano, avvicinandosi alle due Gilbert per osservarle meglio.
Entrambe erano terrorizzate da tutto ciò che avrebbe potuto fare loro. Sentivano le gambe tremare, senza forze mentre nei loro occhi il terrore si faceva strada senza riuscire a contenersi.
Elijah si inginocchiò per arrivare alla loro altezza, dopodiché si avvicinò pericolosamente a Elena, respirando sul suo collo per riuscire a percepire l’odore del suo sangue.
Dopo essersi assicurato che fosse umana, fu il turno di Stella.
Il castano le sollevo il viso per incontrare i suoi occhi e, vedendola, la sua espressione cambiò completamente.
Lo sguardo freddo e distaccato lasciò il posto ad un’espressione sbigottita, quasi sconvolta.
-Katerina…-Disse l’antico, continuando a fissarla nelle sue iridi color cioccolato, spaventate e allo stesso tempo sorprese.
Nel sentire pronunciare quel nome, delle immagini sfocate comparvero nella mente della Gilbert di Miami.
Stella aveva la sensazione di aver già sentito quel nome da qualche parte, non riusciva però a ricordarsi dove. Era così familiare, le provocava brividi che non riusciva a spiegarsi.
Le immagini di una ragazza, le apparvero davanti agli occhi come in un sogno. In un momento non era più nella casa abbandonata da dio, ma si ritrovava da sola in un luogo a lei sconosciuto.
Dinanzi a lei si ergeva una bellissima villa, accanto al muro vi era fanciulla: alta, coi capelli castani e ondulati simili ai suoi.
Era voltato verso l’enorme abitazione e Stella non riusciva a vederla in viso.
Proprio quando la misteriosa ragazza stava per voltarsi nella sua direzione, il sogno svanì facendola ritornare alla realtà.
Fissò lo sguardo sorpreso e sconvolto di Elijah che se ne stava in silenzio ad osservarla, quasi rapito.
-Katerina…-Ripetè lui, sfiorandole il viso dolcemente.
-I-io non sono…Katerina…S-sono Stella…-Aggiunse balbettando la castana, cercando di sopprimere la paura che pian piano cresceva dentro di sé.
-E’ impossibile! Se non sei Katerina, perché non riesco a percepire il tuo cuore che batte?-Chiese interdetto il castano, sempre più sconvolto.
           
 
 
Era mattino e sia Damon che Stefan non si davano pace, continuando a cercare per tutta la città le loro fidanzate.
Non riuscivano a credere di averle perse, di averle lasciate nelle mani del nemico; di quel nemico del quale ne ignoravano l’esistenza.
Mille domande invadevano le loro menti. Avrebbero tanto voluto sapere quale motivo fossero state rapite, da chi e che cosa volesse.
Tutte domande che non avevano una risposta, solo il vuoto totale.
-Le hai trovate?-Chiese ansioso Damon al fratello, rispondendo velocemente al telefono.
-Ancora no…Non c’è traccia di Stella e Elena! Damon…se dovesse succedere loro qualcosa io…io…-Rispose Stefan, facendo avanti e indietro davanti all’entrata della scuola, sempre più preoccupato.
-Ti capisco, Stefan! In questo momento avrei solo voglio di prendere quel farabutto che ha osato rapire Stella e strappargli il cuore senza dargli il tempo di fiatare…-Continuò il moro, stringendo le mani a pugno, digrignando i denti per la rabbia.
-Ho preso una decisione…Cercherò Bonnie e le chiederò aiuto! Non potrà dirmi di no…Infondo si tratta di Elena e Stella!-Esclamò il castano mentre cercava con lo sguardo la Bennett fino a che la intravide fra il gruppo di studenti che gli stava passando di fronte.
-D’accordo, fratello! Io continuo a cercarle…Fammi sapere se scopri qualcosa…-Concluse la chiamata il maggiore dei Salvatore, riponendo subito dopo il cellulare nella tasca dei jeans.
Lo stesso fece Stefan, dopodiché si diresse in direzione della strega che lo fissava ambigua.
Quando notò che il castano le si stava avvicinando, aumentò il passo decisa a ignorarlo, ma in pochi attimi lui le fu davanti, fermandola.
-Bonnie, devi aiutarmi!-Esclamò lui in tono di supplica.
-Stefan, non so cosa sia successo ma…non voglio immischiarmi nelle tue questioni da vampiro!-Controbatté lei, fredda.
-Si…si tratta di Elena e Stella…-Riassunse il tutto in due nomi, sperando di farle cambiare idea.
Come previsto dal Salvatore, nel sentire pronunciare i nomi delle sue amiche, la strega lo guardò spaventata dopodiché gli fece cenno col capo di seguirla, entrando nell’istituto.
Attraversato il corridoio invaso dagli alunni, si diressero nell’aula di storia, essendo l’unica vuota per quell’ora, nella quale vi era Alaric che era intento a bere un caffè, comodamente seduto accanto alla cattedra.
-Cosa ci fate qui, ragazzi? Non dovreste essere a lezione?-Chiese loro, vedendoli entrare come un uragano, interrompendo il silenzio che regnava intorno a lui.
-Rick , c’è qualcosa che devo dirti…-Aggiunse Stefan, guardandolo con sguardo disperato.
-Coraggio, sputa il rospo! Voglio sapere cosa è successo, Stefan…-Continuò Bonnie, incitandolo a dare loro una spiegazione.
-Stella e Elena sono state rapite…Io e Damon abbiamo trascorso la notte a cercarle ma sembrano svanite nel nulla! Bonnie, ti prego…Potresti fare un incantesimo per localizzarle?-La pregò il vampiro, guardandola speranzoso.
Aveva bisogno assolutamente del suo aiuto, altrimenti non gli sarebbe stato facile scoprire il luogo in cui erano trattenute le due Gilbert.
Dopo aver saputo la notizia, Bonnie accettò di aiutarli, mandando Alaric a chiamare Jeremy visto che le serviva il sangue dei Gilbert.
Una volta, posizionato le candele attorno ad una mappa della Virginia, recitò delle parole sconosciute mentre procurava un piccolo taglietto al polso del piccolo Gilbert che serrò la mascella, cercando di non pensare al dolore.
Trascorsero alcuni minuti in completo silenzio, tenendo lo sguardo fisso sulla piccola macchiolina di sangue versata sulla mappa, con la speranza che l’incantesimo funzionasse.
Quando tutti avevano perso la speranza, la gocciolina rossa prese vita propria, iniziando a muoversi, segnando un percorso.
-Ragazzi, ci siamo!-Esclamò Bonnie, osservando il punto in cui il sangue si era fermato.
-Dove sono, Bonnie…-Aggiunse Stefan ansioso.
-Ecco, vedo Elena! E’ spaventata e…ferita! Ma non vedo Stella…non riesco a trovarla…-Un’espressione sorpresa comparve sul viso della strega mentre cercava di vedere anche Stella attraverso l’incantesimo.
-Come sarebbe che non riesci a trovarla? Ci sarà qualcosa che non ha funzionato nell’incantesimo!!-Esclamò Jeremy sempre più scombussolato, cercando di trovare una soluzione plausibile a quello che la Bennett gli aveva appena riferito.
-No, Jer…l’incantesimo ha funziona perfettamente!! Ho usato il tuo sangue, ovvero quello dei Gilbert, e ha rintracciato Elena e Stella…-
-Oh, mio Dio! Questo vuol dire che Stella non è una Gilbert?! Forse questo spiegherebbe il perché non riesci a vederla…-Aggiunse Stefan sempre più sorpreso, al pensiero di questo mistero che continuava a ingigantirsi, passo dopo passo.
Il mistero si infittiva sempre di più; un altro problema si aggiungeva al seguito.
Da quando quella ragazza era arrivata a Mystic Falls erano accadute cose inverosimili: prima si era trasformata in una specie di mezza vampira, poi poteva guarire senza l’aiuto del sangue di vampiro e per di più non poteva essere rintracciata usando il sangue dei Gilbert, il che significava solamente una cosa, Stella Marie Gilbert non faceva parte della famiglia che le aveva dato il cognome.
-Sono sicuro che siano insieme…Non perdiamo altro tempo! Spiegami esattamente dove sono…-Concluse Stefan.
-Secondo l’incantesimo, si trovano a due chilometri da Mystic Falls...Più precisamente in una foresta, penso sia sperduta…-Spiegò la castana, osservando attentamente la mappa per cercare di ricavare qualche altra informazione.
-Non c’è altro? Come facciamo a sapere qual è la foresta?-Chiese Stefan, pensieroso.
-Mmmh…c’è dell’altro! Percorsi due chilometri da Mystic Falls, non ci sono città vicine…Capirete subito qual è la foresta, è l’unica in vista da quelle parti!-Concluse la streghetta, chiudendo la mappa.
-Bene! Grazie mille, Bonnie…Chiamo subito Damon e corriamo a salvarle…-Il vampiro, diede un veloce bacio sulla guancia alla Bennett in segno di ringraziamento, poi scomparve dalla vista dei tre che ripresero le loro attività.
Corse con velocità vampiresca alla Pensione Salvatore dove Damon lo stava aspettando sempre più nervoso.
In pochi istanti, Stefan fu a casa e raggiunse Damon, intento a caricare delle strane casse in auto.
-Stefan, aiutami…Non startene lì impalato come una statua!-Esclamò sarcastico il moro, caricando la penultima cassa nel portabagagli della sua auto, aggiungendola a quella già caricata.
-Non capisco…a cosa ci servono queste casse? E cosa contengono?-Chiese Stefan al fratello mentre caricava l’ultima cassa.
-Fratellino, tieniti pronto per la nostra piccola festa…-Il moro lo fissò con uno sguardo ironico, dopodiché aprì una delle tre casse, scoprendo un intero rifornimento di dinamite.
-Damon…ma cosa…ma sei impazzito?!-Aggiunse il castano, sconvolto da quello che i suoi occhi stavano vedendo.
O suo fratello era uscito fuori di testa oppure si trovava in un incubo. Non riusciva a credere a quello che aveva intenzione di fare Damon, non ne capiva il motivo.
Essendo un vampiro, avrebbe potuto uccidere il rapitore delle due Gilbert con le proprie mani, ma evidentemente per lui non era abbastanza.
-Andiamo, fratellino!! Non dirmi che non hai pensato a nessun modo in cui uccidere quello schifoso pezzo di merda che ha rapito la tua Elena…Beh, io ci ho pensato e adesso…Andiamo!!-Concluse il moro, chiudendo il portabagagli per poi salire in auto, seguito dal castano che non osava fiatare.
Era troppo sconvolto da tutto ciò che gli aveva detto Damon per parlare, avrebbe voluto dire tante cose ma in quel momento niente gli sembrava appropriato.
Una volta partiti, si diressero a tutto gas fuori dalla città, pronti a riprendersi le loro amate.
 
 
 
Elena era davvero stupefatta dalle parole di Elijah. Non riusciva a trovare una spiegazione per quella situazione: Elijah non riusciva a sentire il battito del cuore di Stella, il che era impossibile visto che era umana.
Tutte queste stranezze la stavano mandando in confusione, facendola uscire pazza.
Avrebbe tanto voluto trovare le soluzioni a quel mistero che continuava ad infittirsi sempre di più.
Le domande principali che le ronzavano per la testa erano: Chi è veramente Stella? E’ realmente mia cugina, una Gilbert?
Dopo essere tornata alla realtà, distogliendosi dai propri pensieri, si voltò verso Elijah e Stella.
-Come fai a non sentire il suo battito?-Chiese prepotentemente Elena, fissando il castano con sguardo serio anche se la paura era lì sul punto di invaderla.
-Non ne sono sicuro! Lei è umana ma allo stesso tempo ha qualcosa di soprannaturale…e per di più non è la Doopelganger…Tu lo sei, mia cara Elena! Tu sei la ragazza che Klaus sta cercando…-Concluse Elijah, avvicinandosi nuovamente alla Gilbert di Mystic Falls, sorridendo malignamente.
-C-cosa? Chi è Klaus?-Chiese Elena terrorizzata nel ritrovarsi l’antico così vicino.
-Lo conoscerai presto, mia cara…Devo solo pazientare!-
-Elijah, visto che ti abbiamo portato la Doopelganger abbiamo diritto ad una ricompensa…-Aggiunse improvvisamente Trevor sicuro di sé.
-Certo! Rose sei perdontata…sei finalmente libera di fare quel che vuoi…-Disse Elijah, sorridendole.
-E io?-Chiese contrariato Trevor, attendendo una risposta.
-Anche tu, mio caro Trevor, sei perdonato…Tuttavia, ciò non toglie quello che hai fatto! Ci hai traditi per aiutare Katerine…-Il castano si avvicinò a Trevor dopodiché gli staccò la testa con solo il movimento fulmineo del braccio destro.
Nel vedere il suo migliore amico ucciso, Rose iniziò a gridare e le lacrime le rigarono il volto come un fiume in piena.
Il dolore si trasformò subito in rabbia; la voglia di uccidere quel bastardo di Elijah si insinuava sempre più rapidamente nella sua mente e proprio quando stava per colpirlo, lui la fermò, fissandola sorridente.
-Non adesso che hai ottenuto la libertà, piccola Rose…-Sussurrò lui, liberandole la mano dalla stretta ferrea in cui la racchiudeva per poi uscire dalla stanza e lasciarla sola, in compagnia delle due prigioniere che la fissavano in silenzio.
 
 
 
Dopo due ore di viaggio trascorso in auto, i fratelli Salvatore erano giunti nella foresta indicata da Bonnie e, dopo essersi riempiti di dinamite, pronti ad usarla contro il nemico, si incamminarono nella fitta boscaglia alla ricerca del nascondiglio in cui erano tenute prigioniere Stella e Elena.
-Proprio un bel posto per portare degli ostaggi!-Esclamò sarcastico Damon mentre guardava in ogni direzione con la speranza di trovare qualsiasi cosa potesse essergli d’aiuto.
-Non fare lo spiritoso, Damon! So che questo comportamento è dovuto al fatto che hai paura…-Continuò Stefan fermandolo per un braccio, catturando la sua attenzione.
-Ma cosa vai blaterando! Io paura?! Pff…-Controbattè il moro, sbuffando contrario.
-Si, hai paura…Ti conosco fin troppo bene per sapere quando hai realmente paura…Damon, ammettilo! Sei terrorizzato da quello che potrebbero aver fatto a Stella…-Continuò imperterrito il minore, alzando il tono di un’ottava.
A quelle parole, il moro strinse i pugni e digrignò i denti, furioso, facendo capire al fratello che non si sbagliava.
-Come vuoi, Santo Stefano! Lo ammetto…sono completamente terrorizzato all’idea che quel farabutto possa fare del male alla mia Stellina…E sai perché sono così terrorizzato, Stefan?! Perché io la amo come non ho mai amato nessun’altra in tutti i miei 160 anni di vita e non posso vivere senza di lei!!!-Gridò furioso Damon, afferrando il fratello per il colletto della maglietta per poi scuoterlo leggermente.
Stefan non oppose resistenza, sapeva che si stava sfogando, stava facendo uscire tutti i sentimenti che erano stati repressi tutta la notte.
Rimase un po’ sorpreso dalla reazione del fratello maggiore, non si sarebbe mai aspettato di vederlo in quelle condizioni per una ragazza.
Prima che arrivasse Stella era innamorato di Elena ma non le aveva mai dimostrato tutto il suo amore come stava facendo in quel momento per Stella.
Dopo lo sfogo del moro, in silenzio, proseguirono il cammino fino a ritrovarsi davanti ad un’enorme villa che sembrava essere abbandonata.
Finalmente erano arrivati a destinazione, erano sicuri che le loro amate si trovavano lì dentro, in attesa di essere salvate.
-Qual è il piano, fratello??-Chiese Stefan al moro, dopo aver scavalcato facilmente l’enorme muro che circondava la casa.
-Tu pensa alle ragazze, io vado a preparare la sorpresa e ti raggiungo…-Spiegò lui, correndo verso il retro della villa per poi piazzare la prima cassa di dinamite.
Piazzo una cassa in ogni angolo esterno della villa, circondandola dopodiché le collegò ad un telecomando che le avrebbe fatte esplodere tutte.
Intanto, Stefan era entrato in quella dimora abbandonata e cercò le ragazze in ogni stanza che vi era fino a sentire con il suo udito da vampiro le voci di Stella e Elena, provenienti da una stanza del secondo piano.
Salì lentamente le scale, con passo felpato e, una volta raggiunta la camera dalla quale provenivano le voci, entrò zittendole immediatamente entrambe prima che urlassero e lo facessero scoprire.
-Stef…-Elena non riuscì a terminare il suo nome che lui la zittì nuovamente, facendole intuire con dei segni che i suoi rapitori l’avrebbero sentita, essendo dei vampiri.
Così, la ragazza andò verso il piccolo bagno che vi era nella stanza, aprì il rubinetto ricoperto di polvere e iniziò a parlare.
-Stefan, portaci via da qui!-Esclamò spaventata Elena, abbracciando il proprio ragazzo, come per sentirsi al sicuro.
-Andremo via presto…Ma prima io e Damon daremo una bella lezione a questi mostri che hanno osato rapirvi!-Rispose il castano, accarezzandole dolcemente i capelli, trasmettendole un po’ della sua sicurezza.
-Dov’è Damon?-Chiese Stella dopo aver sentito il castano pronunciare il nome del moro.
-E’ fuori…Solo non so di preciso cosa abbia in mente e conoscendo Damon sarà qualcosa di catastrofico!-Esclamò sarcastico il vampiro, facendo ridere le due.
-Stefan, come faremo a scappare di qui? Loro sono in tre e voi siete in due…Ho paura di quello che potrebbero farvi…-Elena si strinse di più a lui.
-Non preoccuparti, Elena…Ho un piano e voi dovete aiutarmi…-
-Cosa dovremmo fare??-Chiese Stella, curiosa.
-Io distrarrò i cattivi mentre voi correrete il più velocemente possibile fuori dalla casa…-Concluse Stefan, con occhi vigili saldati sulla porta.
Proprio quando Stella stava per dire qualcosa, Rose aprì la porta, dando giusto il tempo a Stefan di scappare silenziosamente dalla finestra.
Dopo essersi assicurata che non vi fosse nessuno insieme alle due prigioniere, le trascinò al piano di sotto, al cospetto di Elijah.
-Non capisco! Cosa volete da noi??-Chiese loro Stella, gridando terrorizzata.
-Io voglio la Doopelganger, ma anche tu sei molto interessante…-Concluse il castano, avvolgendo Elena con un braccio per tenerla stretta a sé.
La rossa accompagnò l’ospite nell’atrio della villa abbandonata, quando un rumore sospetto catturò la loro attenzione.
Il silenzio li avvolse, l’unico rumore era quello dei passi veloci di due persone, sicuramente non-morte.
Sia Rose che Elijah si voltarono di scatto, seguendo quei movimenti velocissimi  che solo loro riuscivano a percepire.
Mentre erano concentrati a seguire quei suoni provocati da Damon, Stefan afferrò Elena portandola al riparo sulle scale.
Subito dopo, Stefan distrasse i nemici e fu il turno di Damon che si precipitò a salvare la sua Stellina, portandola da Elena.
Dopo qualche attimo di silenzio, Elijah si voltò nel punto in cui vi erano le Gilbert e un urlo d’ira uscì dalla sua bocca, dopo aver notato che erano scomparse.
-Voi, piccoli bastardi, ridatemi immediatamente le ragazze oppure le riprenderò con la forza! A voi la scelta…-Disse l’antico, guardandosi intorno sempre più irritato.
-Fate come dice Elijah se non volete fare una brutta fine!-Esclamò Rose, cercando di convincere i due.
A quelle parole, Stefan uscì allo scoperto, rimanendo immobile a guardare i due nemici.
-Mi dispiace, ma le nostre ragazze non  sono in vendita…Non so cosa volete ma per questa volta rimarrete a mani vuote!-Esclamò Stefan, più audace che mai.
-E’ decisamente il contrario…-Ribatté Elijah, scagliandosi verso il minore dei Salvatore che corse verso di lui, affrontandolo, mentre Damon raggiungeva le due Gilbert.
-Sono arrivati i soccorsi, ragazze!-Esclamò il moro con un sorrisetto sarcastico stampato in viso.
-Ce ne avete messo di tempo…-Rispose Stella, avvolgendo le braccia saldamente al collo del moro per poi scoccargli un rapido bacio.
-Scusa, dolcezza…-Scherzò Damon, ricambiando il bacio.
-Cosa dobbiamo fare, Damon?-Chiese Elena, curiosa.
-Al mio tre, voi correrete il più veloce possibile fuori di qui…Io e Stefan ci occuperemo di quei due…Abbiamo in serbo per loro una grossa sorpresa!-Esclamò il vampiro dagli occhi di ghiaccio, sorridendo maliziosamente alle due gemelle.
-D’accordo, siamo pronte!-Concluse Stella, staccandosi dal proprio ragazzo per poi posizionarsi al lato della scalinata, pronta a scappare via del suo segnale.
Damon corse ad aiutare il fratello: mentre lui si occupava di Elijah, Stefan teneva a bada Rose.
-1, 2, 3!!! Viaa…-Urlò a squarciagola il maggiore dei Salvatore, fermandosi a fissare le scale dalle quali sbucarono le due Gilbert che corsero con tutta la velocità che avevano verso la porta della villa.
Ma, proprio quando Damon credeva fossero al sicuro, sentì la sua Stellina urlare, catturando la sua attenzione.
Una volta girato nella sua direzione, vide la sua ragazza intrappolata fra le braccia di quel vampiro sconosciuto, che la stringeva sempre di più, facendola urlare dal dolore, mentre Stefan portava Elena al sicuro fuori dall’abitazione e Rose si dava alla fuga.
La rabbia lo avvolse, invadendo la sua mente. Chiuse le mani a pugni e le strinse talmente forte da far diventare le nocche bianche.
Nei suoi occhi di ghiaccio ardevano due piccole fiamme, accese a causa di quella stretta al cuore che lo stava logorando.
Vedere quell’essere così vicino alla sua Stellina, che la stringeva forte contro il suo corpo, ma che soprattutto era così vicino al suo collo da poter percepire l’odore del suo sangue delizioso.
-Fai un altro passo e lei morirà…-Lo minacciò Elijah, scoprendo i suoi canini, così vicini alla gola di lei, pronti per affondare nella sua tenera pelle caffelatte.
-Non oserai!-Esclamò il moro, digrignando i denti.
-Certo che lo farò...Se non posso avere la Doopelganger, avrò almeno la soddisfazione di aver ucciso una vera Petrova…-Concluse il castano, affondando poi i canini nel  collo della giovane Gilbert, lacerandole la pelle, succhiandole quel nettare che tutti i vampiri bramano con così tanta passione.
Nel sentire quel viscido verme, assaggiare il sangue di Stella, Damon afferrò un lungo pezzo di legno e con tutta la rabbia che aveva in corpo, si scaraventò sul nemico, trafiggendolo.
Assicuratosi che Elijah fosse davvero morto, si piegò sulle ginocchia, accarezzò dolcemente la ferita sul collo della ragazza dopodiché la sollevò con le braccia, trascinandola fuori da quell’orribile posto.
Il sole stava iniziando a calare, il giorno stava lentamente cedendo il suo posto all’oscurità della notte.
Quella giornata era stata molto faticosa per tutti, i due Salvatore erano felici di essere riusciti a salvare le loro ragazze.
Se fosse successo loro qualcosa non riuscivano a capacitarsi di cosa avrebbero potuto fare.
Damon raggiunse la sua auto nella quale l’aspettavano Stefan e Elena, poggiò Stella sul sedile posteriore dell’auto, affidandola alle dolci cure della cugina, mentre lui andava a terminare il suo piano.
Oramai quella vampira era scappata, ma rimaneva comunque quell’altro essere che aveva osato toccare la sua ragazza e, anche se era già morto, a Damon questo non importava, l’unica cosa importante era distruggerlo fino a riducere il suo corpo in un cumulo di polvere.
Rimase immobile davanti al cancello dell’abitazione,  sorrise malignamente nel pensare a quel lurido bastardo che adesso sicuramente si trovava dall’altro lato a causa sua e premette il pulsante di avvio sul suo telecomandino che, dopo qualche attimo in completo silenzio, fece azionare la dinamite che aveva posizionato nei lati della villa, facendola saltare in aria.
Finalmente il suo piano era completo: i nemici erano sistemati e le Gilbert erano sane e salve.
Così, salì in macchina e fecero ritorno a casa.
 
 
 
Dopo qualche ora…
Erano trascorse delle ore e il sole aveva ceduto il suo posto alla luna e alle stelle che illuminavano il bellissimo cielo notturno.
Stella aprì gli occhi, gettando un piccolo gridolino, ma subito smise nel ritrovarsi sul suo letto, a casa.
L’ultima cosa che ricordava erano i canini di quell’orrendo vampiro affondarle nel collo come piccole lame.
Era davvero sfortunata, si domandava quale fosse il motivo di quell’attrazione così forte per il suo sangue da parte di quei mostri succhia-sangue.
Si voltò verso l’altra parte del letto, scontrandosi con il viso marmoreo di Damon che dormiva tranquillamente accanto a lei.
Con passo felpato, si diresse davanti allo specchi per poi scoprire il punto in cui era stata morsa, sconvolgendosi nel notare che i la ferita era già guarita e la sua pelle era tornata come nuova, senza neanche un piccolo segno.
Spaventata e allo stesso tempo sorpresa, corse a svegliare Damon.
-Dam, Dam, svegliati…-Gli sussurrò nell’orecchio, facendogli aprire gli occhi che si scontrarono immediatamente con i suoi castani.
-Cosa c’è, Stellina?-Le chiese lui con la voce ancora impastata dal sonno.
-Damon, i segni sul collo sono svaniti! La mia pelle è tornata come prima, senza nemmeno un graffio, né un piccolo livido…-Spiegò la Gilbert di Miami, scoprendosi il collo per farlo esaminare al moro che spalancò gli occhi appena notò che tutto ciò che la sua ragazza aveva detto era la pura e semplice verità.
-Stellina, questo mistero mi piace sempre meno…Quello che sta succedendo non è affatto normale…-Continuò il moro, aggrottando le sopracciglia mentre pensava a qualche spiegazione plausibile a quella situazione così strana, sovrannaturale.
-Mmh…Troveremo le risposte a tutto questo, ma adesso non pensiamoci! Abbiamo altre cose a cui pensare….altre cose più importanti da fare…-Concluse la castana, iniziando a baciargli la mascella, scendendo subito dopo lungo il collo mentre con le mani giocava con il cavallo dei pantaloni, sfiorando l’erezione del moro che cresceva sempre di più.
Damon ricambiò le carezze, sfiorandole delicatamente la schiena, scendendo sempre più in basso, fino a raggiungere i fianchi, coperti solo dalla canottiera del pigiama che il moro le aveva fatto indossare mentre era senza sensi.
Le loro labbra si toccarono, dando vita ad un bacio passionale che li coinvolse in una vertiginosa danza sensuale.
Entrambi percepivano il desiderio crescere in loro come un fiume nel suo periodo di piena.
La castana rimase seduta a cavalcioni su di lui, mentre il moro le sfilava velocemente la canottiera facendola rimanere solo in intimo, visto che già da prima non indossava i pantaloni del pigiama.
Fra un bacio e l’altro, la Gilbert prese il controllo della situazione e colse l’occasione per strappargli di dosso la maglietta, gettandolo in un angolo della stanza.
Con  forza sovrumana, afferrò i polsi  del moro, tenendoli saldi sulla sua testa mentre lei scendeva a lasciargli scie di baci infuocati sul suo torace scolpito, facendogli scappare qualche gemito ogni tanto.
Dopo fu il turno di Damon che la portò sotto di sé, prendendo lui il controllo, sfilandole il reggiseno mentre lei gli apriva la lampo dei jeans per liberare la sua erezione, sempre più incontenibile.
Il moro la fissò dolcemente, accarezzandole le guance rosate per l’eccitazione, i capelli scompigliati a causa dei movimenti e le labbra calde e gonfie per colpa di quei baci così passionali.
Dal viso, passò ad accarezzarle il collo perfetto, poi scese verso il seno, accarezzandone la forma e subito dopo iniziare a giocare con i capelli, rendendoli turgidi.
Era davvero così bella, Damon amava vederla contorcersi dal piacere mentre lui aveva il pieno controllo su quel corpo così meraviglioso.
Non aveva mai provato delle sensazioni così forti per una donna, nemmeno quando andava a letto con Katherine.
Stella era diversa, aveva qualcosa nella sua persona che lo incantava e lo attirava come una calamita.
Per lui Stella era la droga più potente che potesse esistere al mondo, anche più forte della sete di sangue che tormentava qualsiasi vampiro.
-Damon, ti prego…-Lo implorò lei, stringendolo sempre più forte a sé, mentre con le mani cercava in tutti i modi di abbassargli le mutande per liberare l’erezione del moro che oramai non riusciva più a contenersi.
-Dillo, Stellina…Mi vuoi?-Le chiese il moro, accarezzandole la pancia  con mani ardenti di desiderio, arrivando al bordo dei slip, pronto per sfilarglieli.
-Si, Damon…Ti voglio, ora!!-Esclamò Stella, abbassandogli finalmente i boxer, facendoli volare in una parte della stanza.
Anche il moro fece lo stesso con gli slip della ragazza e si chinò a baciarla sulla bocca mentre posizionava il suo corpo su di lei, pronto a darle tutto il piacere che desiderava così ardentemente.
Mentre le loro lingue erano impegnate in una provocante danza passionale, il moro entrò lentamente a lei come se fosse la sua prima volta, come se fosse una bambola di cristallo che avrebbe potuto rompersi con troppa facilità.
Si staccarono per prendere fiato e, guardandosi negli occhi, il vampiro iniziò a muoversi lentamente dentro di lei, provocandole brividi di piacere.
Man mano che il ritmo aumentava, Stella inarcava la schiena oramai in estasi, fin quando un urlo non uscì dalla bocca della Gilbert di Miami che venne travolta insieme al moro da un’ondata di piacere così intensa da farli venire insieme.
-Ti amo, Stella…-Sussurò il Salvatore, scoccandole un dolce bacio a fior di labbra.
-Anche io ti amo, Damon…-Rispose la castana che ricambiò il bacio.
Damon si staccò da lei delicatamente, si stese al suo fianco e, accarezzandole i capelli, si addormentarono.
 
 
 
 
 
 
 
Fine Capitolo 12!!!
Angolo Autrice: Ollèèè. Finalmente ce l’ho fatta a terminare anche questo capitoloooo!!!! Non speravo più di farcela…Spero vi sia piaciuto. E’ricco di colpi di scena e d’avventura…Abbiamo visto l’arrivo di Elijah e di Rose. Damon ha incendiato la casa con Elijah dentro, ma siamo sicuri sia morto davvero?? E cosa succederà tra Stella e Damon?? E Rose??
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate. Aspetto con ansia una vostra recensione ;))
Baci.
TheDarkLady97!! :33
Ps: Perdonatemi se ci sono errori di distrazione xD 
  
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