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Autore: sixtynine_    12/06/2013    2 recensioni
'Io sono il capo, qui. Zayn Malik, piacere.'
Afferrò la mia mano, stringendola più del dovuto.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Juno, ti squilla il telefono!- il grido improvviso di mio padre, dal salotto, mi fece sussultare.

Mi ficcai il mascara nell’occhio. Cazzo.

-JUNO!-
-Sto arrivando!- mi fregai freneticamente l’occhio, inciampando mentre correvo per raggiungere il mio cellulare.
-Pronto?- risposi, col fiatone. Mio papà mi lanciò un’occhiata e aggrottò le sopracciglia. Gli feci segno di lasciar perdere e mi coprii l’occhio con una mano.
-Juno, sei pronta?
-Kay? Si, quasi…Cioè…- mi guardai le dita, tutte nere di trucco.
-Sto arrivando, sappilo- rispose lei, e chiuse la telefonata.
Tornai in bagno di corsa e mi guardai allo specchio. L’occhio destro era pesto.
Mugugnando, afferrai struccante e trucchi e mi apprestai a ritruccarmi in modo decente, quando il telefono squillò di nuovo.
Mi lasciai sfuggire un’imprecazione a mezza voce quando rischiai di accecarmi nuovamente, poi risposi. –Che c’è?
-Juno?
Oops.
-Ehm…ciao Justin- cercai di darmi un contegno, schiarendomi la voce.
-Ehm…ti disturbo?
-No, certo che no- arrossii stupidamente, riavviandomi i capelli. –Stasera sarai alla festa di Stephani, vero?
-Certo, ti aspetterò là. Non vedo l’ora di vederti.
-Oh, beh, anche io!
Lo sentii ridere. –A dopo, piccola.
E attaccò.

Piccola? Oh, mio, dio. Calma, Juno.

Uscii dal bagno con espressione sognante.
Andando a sbattere contro mio padre.
-Juno, cavolo.
-Eh scusami, papi. Ora vado, Kay mi aspetta!
-Non fate tardi!- mi gridò lui mentre uscivo di corsa.
-Papà, dormo da lei- risposi io, e chiusi la porta sospirando.
Aspettai qualche minuto e finalmente sentii il rombo di un’auto che si avvicinava. Naturalmente era Kay.

-Pronta per la festa, baby?- esclamai saltando in auto. Lei annuì eccitata.
-Ci sarà anche Justin- dissi battendo le mani. Kay spalancò gli occhi. –Scherzi?



Dieci minuti dopo, arrivate alla festa, Justin ci venne incontro e Kay ebbe la prova che non scherzavo affatto. –Vi lascio da soli- mi bisbigliò, e camminò via velocemente alla ricerca del banchetto.
-Ehi, June- amavo quando mi chiamava così –sei bellissima!

-Grazie mille, anche tu- risposi sorridendo e scuotendo i capelli.

-Prendo da bere, ti va? Così poi balliamo un po’.

Cosa cosa? Justin mi stava chiedendo di…

-Certo, ti aspetto qui!- sfoderai un altro dei miei sorrisi e mi appoggiai al muretto, guardandolo con espressione da idiota mentre lui si avviava verso il tavolo delle bibite.

Avrei ballato con Justin. Justin. Avrei sentito il suo profumo, forse ci saremmo baciati e poi…


Ok, Juno. Smettila.

Qualcuno mi poggiò una mano sulla spalla e mi voltai, aspettandomi di incontrare gli occhi luccicanti di Justin…invece mi trovai davanti due diamanti verdi. E questo chi è adesso.

-Ehi, sei sola?- mi domandò sorridendo, senza accennare a togliere la mano.

-No, ho il ragazzo- risposi facendo un passo indietro.

-E chi è?

-Sono io, se permetti- la familiare voce di Justin da dietro di me, poi lui entrò nella mia visuale. -E ti avverto che ti conviene starle alla lar…
Silenzio.
L’espressione di Justin mutò all’improvviso, come quella del riccio pochi secondi dopo.

-Ragazzi?- provai a chiamarli, ma loro continuarono a fissarsi in cagnesco.

-Justin, andiamo via- dissi a quel punto, prendendolo per mano. Lui si riscosse. –Si, andiamocene. Tieni- mi porse il drink e mi trascinò via.

-Lo conoscevi?- chiesi mentre camminavamo tra la folla. Justin si era innervosito, anche se tentava di nasconderlo. –No, cioè…si, abbiamo avuto un problema in passato, con i suoi amici, e i miei…una discussione. Niente di che- si voltò per sorridermi. –Non devi preoccuparti. Ora ti va di ballare?

Tranquilla, Juno. -Certo, solo…lasciami andare il bagno, torno subito.

-D’accordo piccola, ti aspetto qui.

Mentre andavo in bagno, rischiai di inciampare una decina di volte. Stupidi tacchi.

Mi sistemai per cinque minuti buoni davanti allo specchio, cercando di star calma. Ora dovevo solo scendere senza ammazzarmi e poi sarei finita nelle braccia di Justin.


Però lui non era più lì.

Perché non era più lì?
Gironzolai velocemente tra gli invitati, ma nulla: si era come volatilizzato.

Vidi Kay venirmi incontro. –Ehi, June, eccoti!
-Hai visto Justin?
-Si, era con un ragazzo riccio…andavano di là- mi indicò il retro del giardino. –Non so se ti conviene interromperli, cioè…stavano discutendo.
-Capito- feci dietrofront e corsi, come potevo con quelle maledette scarpe, verso il retro della casa.
Non mi fidavo di quel riccio.


-Dovete lasciarci in pace, Styles. Tu e la tua banda del cazzo.

La voce di Justin.

-Ricordatevi che siete stati voi a fare gli stronzi con le ragazze.

-Preferivano noi a voi, mi sembra ovvio…

Tum.

Questo non era un bel rumore. Direi di no.
Mi sporsi oltre il muro e feci in tempo a intravedere Styles che si lanciava su Justin, prima di chiudere gli occhi.
Odiavo la gente che si prendeva a pugni.
Dovevo fermarli, prima che si uccidessero.

Feci per muovere un passo quando per poco non sbattei il muso sul prato. Imprecando sotto voce, mi sfilai i tacchi e tenendoli in mano corsi verso i due, che ormai rotolavano per terra.

-Fermi!

In preda al panico, mollai le scarpe a terra e provai a tirare via Justin, ma Harry, che si era accorto di me, gli mollò un pugno abbastanza forte da mandarlo fuori combattimento. Cacciai un urlo, portandomi una mano alla bocca. -Justin!

Harry mi prese per un braccio, sollevandomi da terra.
-Lasciami, idiota! Justin sta male!

-Smettila, non gli ho fatto niente.

-Juno…

-Justin!-gridai isterica, tentando di prendergli la mano. Ma Harry mi trascinò indietro all’improvviso, facendomi mancare la presa.

Che stava facendo?

-Lasciami andare, cazzo!- mi divincolai come una matta, mordendolo e scalciando.

-Ahi!- urlò lui facendomi cadere a terra. Ci rimasi per un attimo, stordita dal colpo. Harry mi guardò minaccioso dall’alto. –Razza di…l’hai voluto tu!

Infilò una mano in tasca e tirò fuori un fazzoletto. –Cosa vuoi fare, imbavagliarmi?- dissi sarcastica, ma prima di poter dire qualsiasi altra cosa, lui si chinò su di me, appoggiò il fazzoletto sul mio naso e in pochi attimi vidi tutto nero, perdendo conoscenza.










-La ragazza di quello stronzo, dici?
-Si, ieri stavano insieme.
-Il suo nome?
-Juno, mi pare di aver capito.

Stavano parlando di me.

Chi stava parlando di me?

La testa mi faceva malissimo, sentivo le voci rimbombare ovunque. Annaspai nel buio, nel tentativo di farle smettere.

-Ehi, è sveglia.

-Come ti senti?- una mano sconosciuta si appoggiò sulla mia fronte bollente.

Aprii la bocca ed emisi un verso. Male.

-Datele qualcosa, e quando starà meglio portatemela- disse la voce sbrigativa di prima.

Aprii gli occhi. Vidi delle sagome sfuocate, poi sempre meglio definite, e riconobbi il riccio.

-Ti fa male la testa?- chiese subito lui, vedendomi sconvolta. Annui appena, senza parlare.

-Prendi questo- un ragazzo biondo mi porse una pastiglia. Lo guardai diffidente.

-Smettila di fare così, non ti uccido mica. Ti farà stare meglio, ti assicuro.

Non avevo altra scelta.

Ingoiai la pastiglia, poi il riccio mi fece alzare.

-Cammina un po’, ti sentirai meglio.

Se lo diceva lui.


-Grazie del consiglio- borbottai cinque secondi dopo, mentre lui mi aiutava ad alzarmi da terra. Appena avevo mosso il primo passo, avevo visto il pavimento girare e naturalmente ero finita sulle mattonelle.

Mi lanciò un’occhiataccia.

-Ti conviene riprenderti, Juno- pronunciò il mio nome digrignando i denti –ora ti porto dal capo. Muoviti.

Mi prese sottobraccio per impedirmi di cadere e insieme uscimmo dalla stanza. Solo in quel momento mi resi conto che il ragazzo biondo era scomparso.
-Dov’è l’altro ragazzo?
-Chi, Niall? Dev’essere uscito.
Ci fermammo davanti ad una porta. Harry mi lasciò andare e bussò un paio di volte.

-Voglio solo lei.

La voce proveniente dall’interno era quella di poco prima. Harry aprì la porta e senza darmi alcun preavviso mi spinse dentro, rischiando di farmi inciampare. Imprecai sottovoce, sentendo l’altro che sghignazzava mentre chiudeva la porta. Stronzo.

-Così tu sei la piccola June, vero?

Alzai lo sguardo. Due occhi color miele, identici a quelli di Justin, mi fissavano divertiti.

Feci una smorfia. –Non sono la piccola June- sibilai. –Sono Juno, e solo Justin può chiamarmi piccola.

-Oh, come siamo antipatici- si avvicinò a me, senza smettere di fissarmi. Cominciavo a sentirmi a disagio sotto quello sguardo.

-Comincio io a presentarmi per bene, eh?

Rabbrividii.

-Tu sei Juno Hendriks, vero? La tua migliore amica è Kaytniss Hallis, tuo padre Joe…
-Smettila!- gridai, lasciando trasparire dalla mia voce più panico di quanto avrei voluto.

L’altro scoppiò a ridere, facendomi sussultare.

-Dicevamo, Hendriks? Ah, già… le presentazioni.

I suoi occhi erano ancora inchiodati ai miei. –Io sono il capo, qui. Zayn Malik, piacere.

Afferrò la mia mano, stringendola più del dovuto. Zayn Malik.




Ciaao!
Grazie per essere arrivati fin qui a leggere, davvero c:
Dopo aver scritto storie su storie, ho deciso di pubblicare questa, che mi convinceva di più.
So che la trama non è una delle più originali, quindi scusatemi.
Ci tengo a sapere cosa ne pensate, anche perché non so se continuare o meno, quindi una recensione è mooolto gradita (:
Man mano, nei vari capitoli, vi spiegherò anche i personaggi, naturalmente.
Non ho molto da dire, quindi chiudo qui! Bye c:
  
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