Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Iuccy_97    12/06/2013    1 recensioni
Una banda di criminali, un ricatto e un multimiliardario. Ben, Kondrad, Alex e Jason, quattro vite e quattro passati in cui scavare per risolvere il caso. E questa volta Semir sarà solo per salvare il suo collega…
 “...ma perchè? Se la troverai mio fratello e gli altri non ci saranno più speranze né per te né per Ben! Lo uccideranno!- -Forse. Ma io non ho intenzione di fallire di nuovo. Andrò là e lo salverò. E non riuscirete a fermarmi- con uno sguardo deciso fissò il capo...”
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando Ben si svegliò si ritrovò in una specie di cantina. Era sdraiato, ma quando provò ad alzarsi sentì una fitta al fianco che lo fece gemere per il dolore. Chiunque l'avesse rapito lo voleva vivo, perchè era stato medicato e fasciato, e la ferita non sanguinava più. Si appoggiò al muro e iniziò ad esplorare la stanza con lo sguardo. L'unica fonte di luce era una lampadina che pendeva dal soffitto al centro della stanza. Ere praticamente vuota, a eccezione di alcuni scatoloni e casse ammucchiati in un angolo. Nell'angolo opposto a quello in cui era rannicchiato lui , delle scale in cemento oltre le quali c'era l'unica porta del locale. A suo fianco un cartone con della pizza ormai fredda.
Chissà che ora era. Con uno sforzo immane si alzò e zoppicando arrivò al primo scalino. Si appoggiò alla ringhiera per recuperare le forze e osservò la porta. Dallo spiraglio si intravedeva un filo di luce, a volte interrotto da ombre che passavano davanti ad una lampada o ad una finestra. Se c'erano persone nell'altra stanza voleva attirare la loro attenzione e alzò il piede per salire il primo scalino. Ma una dolore atroce gli ricordò la ferita che gli impediva di camminare bene. Si guardò intorno e, adocchiando una cassa lì vicino, le tirò un calcio con la gamba sana. Qualcuno si avvicinò alla porta e un occhio osservò Ben dallo spiraglio.
-Ehi Charlie, si è svegliato-
Dopo qualche secondo sentì dei passi e il rumore di una chiave che gira nella serratura. Poi la porta si aprì e due figure si stagliarono in controluce davanti al poliziotto. Quello che doveva chiamarsi Charlie si appoggiò allo stipite e, senza smettere di fissarlo, chiamò:-Alex, vieni qui-
Ben deglutì: chi era arrivato era quello che aveva sparato ad Aida. Un giovane magro e altissimo, con l'aria sottomessa:-Dimmi-
-Tienilo d'occhio e dagli da mangiare mentre noi andiamo dal capo-
Si incamminò con il primo uomo ma poi, come ripensandoci, si girò e, guardando negli occhi il ragazzo, indicò il poliziotto e disse -è tua responsabilità- I due si allontanarono ridacchiando e quello che doveva chiamarsi Alex sospirò chiudendo nuovamente la porta.
Ben zoppicò nuovamente verso il suo angolo e scivolò seduto per terra. Aveva avuto, per un momento, la speranza che sarebbe uscito vivo da quella storia: lo avevano medicato e gli avevano dato da mangiare. Ma ora la sua convinzione era stata rovesciata completamente, i suoi rapitori l'avrebbero sicuramente ucciso. Se no perchè farsi vedere da lui senza passamontagna, sapevano che avrebbe facilmente fatto un identikit e li avrebbe rintracciati.
Mentre si perdeva nei suoi pensieri pessimistici la porta si aprì nuovamente. Alex entrò con un vassoio in mano. Lentamente si avvicinò al poliziotto, come se avesse quasi paura. Scese gli scalini a testa bassa e, con una specie di timore riverenziale appoggiò goffamente un pasto preconfezionato davanti a Ben, che lo osservava. Voleva capire come si poteva comportare una persona così, come mai una persona a prima vista così innocua e spaventata potesse essere immischiata in una faccenda simile. Poi il giovane fece una cosa particolare: prese un bel respiro, come per farsi coraggio,e gli sollevò la maglietta senza troppi complimenti. Con lo sguardo critico di un medico gli stava controllando la fasciatura. Il poliziotto lo lasciò fare, anche perchè non aveva la forza di opporsi, e delle cure sarebbero andate solo a suo favore. Quando ebbe finito si alzò e con un espressione rassegnata fece per andarsene.
Ma Ben capì in quel momento che c'era un unica speranza, e si stava allontanando. Doveva fermarlo.
-Che ore sono?- chiese con voce roca. Alex sembrò stupito ma osservò comunque l'orologio:-Le cinque e un quarto di pomeriggio. Hai dormito quasi un giorno-
Il poliziotto però non era soddisfatto. Voleva qualche particolare in più sulla sua personalità:-Mi hai curato tu? Perché?-
Un ombra si disegnò sul viso del giovane:-Sì sono stato io. A capo non serve un morto come ostaggio- la voce gli si affievolì -almeno non per ora...- lo guardò tristemente e voltandosi se ne andò.
Ben sia appoggiò al muro con la testa e cercò di elaborare un pensiero sensato. Perché quel ragazzo era così diverso dagli altri? Era quello che aveva sparato, eppure l'aveva curato, niente aveva senso. Un pensiero gli illuminò la mente: lui e quell'uomo erano incredibilmente simili. Soddisfatto allungò le mani verso il vassoio e osservò il pasto che gli avevano portato.

 -Appena ho letto la mail ho telefonato a Julia, verso le quattro del pomeriggio sono partito da Berlino e sono subito corso a casa sua- finì di raccontare Kondrad e Julia annuì come per confermare la sua versione.
-Questo ribadisce ancora una volta l'ipotesi del ricatto- sospirò la Kruger – almeno ha una vaga idea su chi possa essere questo Jason B.?-
-No, col mio lavoro conosco tante di quelle persone che sarebbe come chiedermi la targa del taxi che ho preso ieri!-
Semir suggerì:-Potrebbe essere un suo concorrente in affari...-
-Oppure qualcuno che ha licenziato in passato- tentò il capo.
-Può darsi, ma la mail mi è arrivata poco prima di un importantissima riunione d'affari. Forse qualcuno non voleva che partecipassi...- sospirò scuotendo la testa. Ci fu un lunghissimo momento di silenzio, durante il quale Julia tornò ad analizzare il suo angolo di scrivania e il padre di Ben si appoggiò allo schienale della sedia e tirando la testa all'indietro chiuse gli occhi. L'ispettore e la Kruger si fissarono, cercando l'uno negli occhi dell'altro il bagliore di un'idea, che non ci fu.
Il capo, decisa a non stare con le mani in mano, prese un documento dal cassetto e, iniziando a scrivere chiamò Otto:-Vai nell'ufficio del signor Jager e cerca qualsiasi pratica, foglio o fascicolo che contenga il nome Jason-
-Jason...cognome?-
-Non si sa-
-Ma ci vorranno anni per controllarli tutti! Ci saranno migliaia di Jason solo a Colonia!-
-Allora inizi adesso così finisce prima!- sbottò la Kruger porgendo al poliziotto il mandato di perquisizione che aveva appena compilato. Sbuffando Otto uscì lasciando Semir confortato: il capo non avrebbe mai trattato così i suoi uomini. Era severa, certo, ma non si sarebbe mai permessa di parlargli in quel modo. Quando lo faceva era perchè era seriamente preoccupata e ci stava mettendo tutta sé stessa in quel caso.
Chissà se anche Julia e Kondrad lo capivano.

 Quando la porta si aprì il poliziotto stava dormendo. Charlie si appoggiò al muro e sorrise al suo capo invitandolo ad entrare. Lui scese i quattro scalini lentamente, osservando la figura di Ben rannicchiata in un angolo. Si sedette su una cassa e decise di aspettare il suo risveglio.
Quando aveva ricevuto la telefonata in cui gli dicevano di aver rapito Ben Jager si era sorpreso. Certo, quello cambiava un po' i suoi piani, avrebbe dovuto subito scoprire le sue carte, ma almeno facilitava il suo compito. Non avrebbe dovuto fare troppi giri di parole e la sua ricompensa sarebbe arrivata prima.
Intanto il poliziotto si era svegliato e si era sorpreso di trovarsi una faccia nuova davanti.
-Hai dormito bene?-
Ben decise di reggere il gioco e gli rispose a tono:-Non proprio comodissimo ma sempre meglio di niente...- lo osservò attentamente: giacca e cravatta, aspetto autoritario e rispettabile, sicuramente qualcuno di alto rango.
-Sei stato tu a farmi rapire?-
-Sì, sono stato io-
-Non ti ho mai visto, non puoi essere un criminale che cerca vendetta. Perchè hai cercato di rapire Semir?-
L'uomo sorrise:-Perchè subito volevo minacciare te, ma visto che ti sei messo in mezzo, perchè non ricattare direttamente tuo padre? Infondo è a lui che miravo-
-Cosa vuoi fare?- la faccia di Ben era tirata in una faccia di rabbia.
-All'inizio ho rapito il tuo collega per costringerti a rinunciare all'eredità di tuo padre. Se fosse andato tutto liscio tu non avresti detto niente perchè i miei cecchini sarebbero già stati intorno alla casa di Gerkan. Tutti avrebbero pensato alla vendetta di qualcuno che voi avevate incastrato, e tutto sarebbe saltato fuori alla morte di tuo padre, quando tutti i suoi beni sarebbero passati a me-
-E quindi ora vorresti ricattarlo... ma cosa vuoi da lui? Soldi? Allora hai preso il figlio sbagliato. E' Julia quella preferita di famiglia...
L'uomo socchiuse gli occhi per osservare quel giovane che stava tentando la sua ultima difesa psicologica. Sarebbe stato messo fuori gioco nel giro di tre secondi se Ben avesse avuto la forza di alzarsi. Lui aveva la sua età e da buon uomo d'affari rispettabile era magro e non entrava più in una palestra dai tempi del liceo. Ma era ricco e importante, e poteva permettersi molto di più di alcune guardie del corpo. Ma gli mancava una sola cosa, che il giovane davanti a lui poteva restituirgli.
-Rivoglio da tuo padre quello che mi ha tolto cinque anni fa: l'orgoglio-
Ben non capiva niente.
L'uomo alzandosi disse:-Comunque io sono Jason-  

 

 

Angolo autrice

Allora?? Come vi sembra questo Jason? Se non avete capito bene il suo piano, chiedete pure, sono anche traduttrice dai miei pensieri e scritti complicati a italiano comprensibile!!!
Ma..avete visto che ho aggiornato in orario?!? =D Nonostante la fine della scuola scuola e l'happening* sono arrivata a casa e dopo una doccia veloce ho subito aggiornato!!! Sono soddisfatta di me! E anche voi spero, quindi (per insultarmi, lanciarmi pomodori virtuali, maledizioni o ridurre ai minimi termini la mia autostima) recensite!!!!
Saluti!!:)

 * L'Happening è una festa che si svolge nella città dove vado al liceo, a cui partecipano tutte le scuole secondarie. Molto divertente, ci sono le battaglie coi gavettoni, le esibizioni allo skatepark e una band dal vivo sempre diversa come sottofondo, tutto nello stesso parco. E naturalmente, tanti amici. :) Cose da perderci delle giornate!!

   
 
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