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Autore: MandyCri    12/06/2013    26 recensioni
Jack Grant è bello ed è il ragazzo più in vista e popolare di tutto il liceo.
Intelligente, ricco e ben dotato.
Il suo hobby preferito è collezionare ragazze e non francobolli.
Jenna Taylor è bella, ma si nasconde sotto felpe sbiadite e jeans abbondanti.
La sua vita ruota intorno a film romantici, pop corn e sogni ad occhi aperti con l'inseparabile amica Tess.
Jenna non sa nemmeno cosa vuol dire stare con un ragazzo... ma forse Jack glielo insegnerà.
Una storia normale, romantica e spero divertente, ma senza pretese.
E' la prima volta che mi cimento nella classica storia del ragazzo affascinante e del brutto anatroccolo...
Vediamo cosa ne verrà fuori!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non è bello se non è litigarello'
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Grazie di cuore a PinkyCCh per aver creato per me questo bellisimo trailer.
Guardatelo, perchè merita ed è stupendo.
E' un regalo stupendo e non la ringrazierò mai abbastanza per aver perso il suo tempo per me.
Grazie di CUORE.

TRAILER
DI
UN SACCO DI PATATE.
L'AMORE NON E' BELLO SE NON E' LITIGARELLO


by PinkyCCh

http://www.youtube.com/watch?v=ZFqV8Dj9lFY&feature=youtu.be


Ciao,
ieri sono stata a casa e ho avuto un pò di tempo per scrivere un altro capitolo.
Spero vi possa piacere.
Grazie davvero a tutti coloro che seguono la storia fin dal primo capitolo e a quelli che si sono aggiunti strada facendo.
Sono davvero molto felice, perchè siete in tanti.
Come tante sono le recensioni.
Grazie, grazie e ancora grazie.
Mi piace scrivere i nomi delle persone che recensiscono, perchè come ho già detto molte sono autrici e quindi se siete a corto di racconti da leggere, provate a cliccare sui nomi e usciranno delle storie interessanti da leggere.
fati_mima, _Sandwich_, oned_aremyidols, frafrifra, Allegra_, Spregias, ventola, Vapel, ilapietro91, She wanted to know, Depa95, silvia_1990, GiveMeLove_S, Fiore di loto92, SabrinaDemi, Minelli, Sandra1990, cate_93, Valentina_P e gaccia.
Ricordo il gruppo fb per chi si volesse iscrivere L'amore non è bello se non è litigarello.
Basta ho finito!!!
Speriamo sia una buona lettura.
Baci MandyCri


__________



CAPITOLO 22
 
- Però è proprio uno stronzo, ma l’hai visto oggi quante arie si dava lui e quella tr… mmm…? - Tess si agitò sulle gradinate.
Aveva il viso rosso per la rabbia e stava digrignando i denti.
Lei e Karol parlavano tra di loro come se lei non esistesse.
- E perché? Sta solo andando avanti – le rispose Karol accigliata.
Tess divenne ancora più rossa, se fosse mai stato possibile, Jenna sbuffò, adesso sarebbe partita in quarta – Senti un po’, ma da che parte stai tu? – chiese infatti all’altra ragazza, cercando di nascondere e non riuscendoci, un moto di disappunto.
Karol alzò le spalle – Cosa doveva fare scusa? Starsene da solo e indossare il cilicio (*), finché uno qualsiasi di noi scendesse dall’olimpo e gli concedesse il suo perdono? Lo sai come la penso. Abbiamo esagerato e lo sappiamo tutti, ma nessuno ha il coraggio di fare il primo passo.
Ovviamente stavano spettegolando su Jack e Summer, la coppia dell’anno.
Quei due erano diventati inseparabili e ovviamente Summer era stata eletta “ragazza del secolo” per essere stata la sola ed unica ragazza ad entrare, più di una volta, nel letto del ragazzo più ambito di tutto il liceo e tutte la veneravano come una Dea per questo e la invidiavano. Tutti a scuola si chiedevano come avesse mai fatto ad espugnare il trono.
Nel bene e nel male tutti parlavano di loro due.
C’era chi pensava fossero state la chioma bionda, le tettone e il fisico da modella che avessero fatto capitolare il bel Jack e chi si chiedeva, invece, come avesse potuto un ragazzo così intelligente a mettersi con una che aveva il livello intellettivo di una mosca che andava a sbattere perennemente contro un vetro, senza capire che era appunto un vetro e c’era anche chi rispondeva a questa domanda, ipotizzando che doveva averla d’oro e che come lo faceva lei, non lo facesse proprio nessun’altra.
Chitarra d’oro… era così che la chiamava Tess!
Nessuno comunque menzionava la possibilità che fosse per l’intelligenza della ragazza.
Quella era l’unica cosa certa.
Si, insomma Summer, in ogni caso, era diventata una leggenda.
Jenna scosse il capo.
Erano circa due mesi che cercava di dimenticare Jack Grant e quelle due finivano sempre a parlare di lui, bisticciando per la maggior parte delle volte, tra l’altro.
Tess lo attaccava e Karol, anche se timidamente, lo difendeva.
Lei non partecipava mai a quelle conversazioni. Non si intrometteva.
Cercava di evitare il più possibile il ragazzo e qualsiasi argomento lo riguardasse, ma a quanto pareva l’impresa era più ardua di quello che aveva mai lontanamente immaginato, visto che dopo due mesi dal famoso giorno, si parlava sempre e solo di lui.
Per di più, in quel momento, si trovava sulle gradinate a tifare per la squadra di cui lui era il capitano.
Le altre partite fortunatamente era riuscita a saltarle, ma quella era la finale.
Non era riuscita a dire di no ne a Tess ne a Karol, che volevano vedere i loro belli giocare la grande finale.
Karol alla fine si era messa proprio con Tom e i due oltre ad essere innamorati persi una dell’altra, andavano d’amore e d’accordo ed era davvero raro vederli litigare, altro che non l’amore è bello se non è litigarello.
Ne aveva due esempi lampanti davanti agli occhi.
Tess e Alex.
Karol e Tom.
Sbuffò di nuovo.
Guardò di sottecchi Tess e scosse la testa. Ma come si era conciata?
Poi osservò le gradinate: erano gremite di persone.
C’era tutta la scuola.
Al termine della partita, avrebbero eletto il miglior giocatore del campionato e il preside avrebbe annunciato il vincitore della tanto agognata borsa di studio per gli studenti del quinto anno.
Davis era seduto accanto a lei e teneva le dita incrociate. Era venuto a vedere la partita solo per quello.
Ci aveva messo anima e corpo per riuscire ad ottenerla e aveva studiato sodo.
Il ragazzo ci sperava proprio in quei soldi, così sarebbe potuto andare ad un’università prestigiosa o per meglio dire, sarebbe potuto andare al college e lei adesso sperava con lui.
Le sarebbe veramente dispiaciuto se Davis non riuscisse a coronare il suo sogno per problemi economici.
Lei non aveva certo questo tipo di problemi. Sua madre, nonostante fosse da sola, non le faceva mancare niente, nemmeno il superfluo, non era certo ai livelli di Jack, però insomma stavano bene economicamente parlando e non aveva avuto problemi con l’iscrizione al college.
Lei e Davis erano diventati molto amici nel corso di quei due mesi ed era scappato anche qualche bacio, non erano proprio una coppia, si frequentavano più o meno, anche se tutti credevano fossero insieme. Invece non erano mai andati oltre al bacio o a qualche abbraccio, Jenna era stata categorica su questa cosa e Davis, anche se a malincuore, aveva rispettato la sua decisione.
Jenna aveva ceduto alle avances di Davis e non sapeva nemmeno lei perché, o forse sì, lo sapeva, ma faceva come gli struzzi e metteva la testa sotto terra, piuttosto che ammetterle la verità.
Era stato quel giorno in cui…
Scosse la testa per non pensarci.
Davis le era simpatico, gli voleva bene, ma… non era Jack.
Non la attraeva fisicamente, non lo amava, non provava nulla che potesse farle minimamente pensare che un giorno si potesse innamorare di lui.
Davis le aveva chiesto di uscire, quando si era accorto che Jack Grant non le gironzolava più intorno.
Lei aveva acconsentito, ma si erano limitati solo ad andare a bere qualcosa e a parlare, non che lui non ci provasse. Oh no! Lui provava sempre a baciarla, accarezzarla o cose del genere, ma lei con molta gentilezza rifiutava, fino a quel giorno in cui…
In quei casi, girava la testa e poi fissava per terra, il terreno, l’erba o asfalto che fosse era molto, molto interessante in quei momenti.
Non riusciva ad avere le stesse reazioni “violente” che aveva riservato a Jack qualche mese prima. Niente pestoni, niente calci, niente schiaffoni… si ritraeva ed era semplicemente un modo gentile di rifiutare delle avances che in quel momento non gradiva.
Con Jack era stato diverso, perché lei lo voleva, ma non alle condizioni che lui le poneva, non voleva essere una delle tante.
Era una storia vecchia quella e in quei due mesi Jenna si era chiesta più di una volta se non avesse sbagliato ad agire così, magari se fosse stata più gentile o forse generosa con Jack, lui non l’avrebbe trattata come invece aveva poi fatto…
Ritornò con il pensiero a Davis e ai loro primi approcci, cercando di scacciare così dalla mente Jack Grant.
- Non sono ancora pronta – gli diceva, quando Davis cercava un contatto più intimo. Lui si allontanava, metteva le mani nelle tasche dei pantaloni e le rispondeva tranquillo – Sono la persona più paziente sulla faccia della terra. Magari un giorno mi dirai cos’è successo tra te e Jack e io sarò pronto ad ascoltarti e ad accoglierti tra le mie braccia.
Quel giorno era arrivato circa dopo due settimane dalla prima loro uscita e dopo un determinato evento.
Era da sola e stava camminando lungo il corridoio della scuola per andare in bagno, quando dei sospiri e delle mezze parole avevano attirato la sua attenzione.
Si era appiattita lungo la parete, chissà poi perché e come un ladro si era avvicinata alla porta dell’ufficio dei bidelli. “Ufficio” era il termine altisonante e ironico che usavano gli stessi addetti alle pulizie per chiamare lo stanzino dove tenevano scope, stracci e prodotti per pulire.
Per tutti i giorni a venire si sarebbe pentita di quel gesto e avrebbe maledetto la sua curiosità.
La porta era semi chiusa e i gemiti erano sempre più forti.
Si era accostata e…
Chiuse gli occhi a quel ricordo.
Ma perché non era mai stata capace di farsi gli affaracci suoi?
Jack e Summer erano avvinghiati in una posizione che non lasciava nulla all’immaginazione.
Il ragazzo aveva i pantaloni calati, la ragazza aveva la gonnellina alzata e le gambe ben arpionate al sedere del ragazzo che fortunatamente era coperto dalla camicia.
Jenna si era sentita morire e ovviamente non era riuscita a nascondere la sua sorpresa.
Aveva strabuzzato gli occhi e gli era uscito un “Ohhhh” stridulo che aveva prontamente smorzato, portandosi la mano davanti alla bocca.
Troppo tardi.
Jack si era girato, disturbato dal rumore e i suoi meravigliosi occhi azzurri si erano spalancati dallo stupore – Cazz… - aveva mormorato prima di chiuderle, con un calcio ninja carpiato all’indietro, la porta in faccia.
Jenna era rimasta a bocca aperta.
Spalancata.
La mandibola toccava praticamente per terra.
Aveva sbattuto più volte le lunga ciglia, poi aveva aguzzato le orecchie: i gemiti c’erano ancora.
Brutto bastardo di un Jack Grant, pezzo di merda.
Si stava scopando Summer anche davanti ai suoi occhi o, per meglio dire, alla portata delle sue orecchie.
Era andata via di corsa come un toro imbufalito, sbuffando come un treno.
Non aveva pianto. Non in quel momento e nemmeno nei successivi.
Si era sorpresa di se stessa, ma quella brutta, bruttissima esperienza aveva finalmente rispolverato la vecchia Jenna, quella combattiva, quella che scontrandosi con il super figo della scuola, aveva alzato il dito medio in segno di saluto.
Quella Jenna che lei stessa adorava, ma che ultimamente si era persa dietro quel fastidioso Jack Grant!
Ma adesso era tornata, peccato non poter ritornare ai jeans larghi, ormai li aveva buttati tutti.
Peccato veramente!
Aveva trascorso il resto della giornata tranquilla, poi quando era arrivata a casa, dopo aver mangiato, si era stesa sul letto.
Si era quasi mezza addormentata, quando le era arrivato un messaggio.
Aveva preso il cellulare svogliatamente e aperto la casella dei messaggi senza particolare curiosità, quando però, aveva letto il mittente Sono uno schifo d’uomo alias Jack (l’aveva rinominato così appena era tornata in classe, quel giorno stesso) si era rizzata sul letto e aveva aperto curiosa la bustina.
Spero solo di averti dato degli spunti utili su cosa sognare questa sera. Sogna cara!
Jenna aveva lanciato il cellulare contro il cuscino e solo perché non voleva romperlo, per smorzare la rabbia.
Poi l’aveva afferrato e contravvenendo a tutte le regole, aveva risposto.
Purtroppo c’è ben POCO da sognare Jack. Conosco le tue “doti” se posso chiamarle così e non ne andrei troppo fiero, fossi in te. Conosco l’oggetto! Ma come si dice chi si accontenta: gode! In questo caso è la poveraccia di Summer.
La risposta le era arrivata dopo qualche secondo.
Chi disprezza compra!
E non si era riuscita a trattenere ancora una volta. Brutto stronzo! Gliel’avrebbe fatta vedere lei.
Veramente l’unico che qui ha tirato fuori soldi per avere qualcosa sei tu e non io, anche perché se avessi pagato, mi sarei morsa le mani, visto che non c’era la clausola soddisfatti o rimborsati!
Era rimasta con il telefono appiccicato alla faccia per ben dieci minuti, sperando in una risposta, poi si era data della stupida e aveva spento tutto e si era messa a dormire.
Aveva faticato, ovviamente, a prendere sonno, il sorriso le spuntava sulle labbra e poi scoppiava a ridere. Quella cosa l’aveva divertita oltre misura.
Perché non piangeva? Perché stava così bene? Era bastato un messaggio di Jack a renderla felice o era stato tenergli testa a renderla così allegra? Erano queste le domande che la torturavano e non le davano pace.
Insomma, aveva visto il ragazzo di cui era innamorata, scopare con un’altra, anzi con l’altra e la cosa non la toccava minimamente!
Era stato in quel preciso momento, aveva deciso di dare una possibilità a Davis.
Forse la sua cotta o quel che era per Jack era passata.
La mattina si era svegliata e aveva acceso il telefonino.
Mentre si avviava verso il bagno aveva cominciato a squillare uno, due, tre… dieci… al ventesimo squillo o giù di là, si era finalmente bloccato.
Aveva fatto dietro front e aveva guardato imbambolata lo schermo.
Erano tutti messaggi di Jack!
I primi difendevano a spada tratta il suo coso e le sue dimensioni, quelli intermedi cominciavano a tradire la preoccupazione del ragazzo sulle sue doti nascoste, ma gli ultimi due avevano letteralmente mandato Jenna in uno stato di ilarità incontrollabile, tanto che Elizabeth era apparsa alla porta – Fai ridere anche me? – le aveva chiesto assonnata.
Jenna le aveva dato il cellulare, senza dire una parola e si era recata in bagno.
La madre aveva letto ad alta voce, prima la breve conversazione tra loro due e poi il monologo di Jack, ovviamente divertendosi come non mai, ma arrivata agli ultimi due messaggi aveva sentito la voce della madre inclinarsi dalle lacrime.
Stava piangendo dal ridere.
Li aveva letti con voce tremante.
Chi è che ce l’ha più grande e grosso del mio? Voglio saperlo!
E poi quella che sembrava quasi una preghiera.
Jenna, ti prego rispondi…
- Jenna ti prego dimmi che farai pace con Jack, ti prego fa passare il minor tempo possibile e concludi questa lite, questo ragazzo mi fa morire dalle risate, farei qualsiasi cosa per avere un genero così… così… non ho il termine adatto per descriverlo! Ma mi renderesti felice! – le aveva detto Elizabeth aggrappandosi al muro, non riuscendo più nemmeno a stare in piedi da quanto si stava divertendo.
Jenna era andata a scuola di buon umore quella mattina, aveva incontrato Davis e l’aveva preso a braccetto, schioccandogli un bacio stampato sulle labbra.
Il ragazzo era arrossito e poi l’aveva assecondata, approfondendo quel bacio e lei lo aveva lasciato fare.
Jenna non aveva percepito particolari sensazioni, anzi non aveva avvertito proprio niente.
Aveva chiuso gli occhi solo per capire cosa stesse provando e quando li aveva riaperti, la prima cosa che aveva visto era stata la faccia allucinata di Jack che era abbracciato a Summer. La mandibola del ragazzo arrivava fino al pavimento, proprio come la sua quando li aveva visti scopare, ma era stata l’espressione degli occhi che le aveva portato l’umore a mille, le pupille del ragazzo avevano una domanda implicita che lei aveva capito perfettamente.
Si era aggrappata ancora di più al braccio di Davis – Dai andiamo – gli aveva detto euforica.
Davis l’aveva guardata pensieroso e poi si era avvicinato al suo orecchio – Jack ti sta fissando – le aveva sussurrato quasi intimorito.
- In realtà, sei tu che hai attirato la sua attenzione! – gli aveva risposto ridendo.
Poco dopo le era arrivato un messaggio.
È lui?
Era scoppiata e ridere.
Erano passati così quei due mesi.
Lei frequentava Davis.
Jack si era messo con Summer.
Lei e Jack si guardavano in cagnesco in ogni occasione e poi appena rimanevano soli si tempestavano di messaggi poco gentili, una schermaglia di doppi sensi e rimproveri di ogni tipo e su qualunque cosa.
Dalla gonna microscopica che indossava Summer che veniva paragonata a qualcos’altro di altrettanto minuscolo e faceva imbufalire Jack, al voto alto che prendeva quest’ultimo che sminuiva il suo “ragazzo”.
Ogni occasione era buona per attaccarsi a vicenda in quel loro nuovo modo di comunicare.
Una cosa di cui erano a conoscenza solo loro due. Ed Elizabeth ovviamente.
Un loro segreto.
Jenna ritornò alla vita reale e mise da parte i suoi pensieri, non appena sentì le urla del pubblico.
I giocatori avevano appena fatto il loro ingresso.
Tess e Karol si alzarono per accogliere Alex e Tom che, non appena entrarono in campo, lanciarono alle due ragazze dei baci con le mani.
Lei rimase seduta, con lo sguardo fisso sui ragazzi e incrociò involontariamente lo sguardo di Jack.
Perché stava guardando nella sua direzione?
Sfortunatamente avevano anche i cosiddetti posti “d’onore” e quindi erano proprio vicine al campo.
Jenna sospirò e distolse lo sguardo.
Quando i ragazzi, dopo l’inno, rientrarono momentaneamente verso le loro rispettive panchine per definire gli ultimi dettagli di gioco, Jenna sentì il cellulare suonare.
Preparati alla disfatta totale. Jack Grant miglior giocatore dell’anno e vincitore indiscusso della borsa di studio. Davis ce l’avrà anche grosso, ma venderà gelati a vita. Ma del resto… è il massimo che può pretendere una sfigata come te!
Jenna rilesse almeno cinque volte quel messaggio.
Brutto porco, stronzo e megalomane di un Jack Grant!
Con il fumo che le usciva dalle orecchie si accinse subito a rispondere, cercando di non farsi notare dagli altri.
Pensa alla tua cheerleader, il suo cervello da gallina è direttamente proporzionale al cosetto che ti ritrovi in mezzo alle gambe. Se ti giri verso di me, quando rientri in campo, te lo mostro se non ci arrivi da solo, mister Intelligenza. Mi basta una mano!
Diede l’invio stizzita.
E si alzò impettita per farsi vedere, sotto lo sguardo perplesso di Davis, Tess e Karol.
Quando i giocatori apparvero di nuovo in campo, alzò la mano destra e mimò un ok cercando di chiudere il più possibile la “o” in modo da far capire a Jack che il cervello barra cosetto era veramente piccolo.
Il ragazzo alzò gli occhi verso di lei e scoppiò a ridere, poi le mandò un bacio plateale con la mano.
Jenna sentì le guance bollire.
Sapeva di essere diventata rossa come un papavero.
- Ce l’aveva con te? – chiese Davis guardingo.
- Chi? – rispose facendo finta di cadere dalle nuvole.
- Jack… ti ha mandato un bacio…
- Ma va… l’ha mandato a Summer - si difese, sentendosi bruciare il viso ancora di più e sapendo benissimo che la stronzetta era da tutt’altra parte.
- A me sembrava fosse rivolto a te – continuò imperterrito il ragazzo – Perché ti ha mandato un bacio? Avete fatto pace? – chiese timoroso.
- Già, perché? – l’apostrofò Tess in stile lottatore da sumo, sbattendo prima il piede destro e poi quello sinistro. Mancava solo la mutandona bianca e il gioco era fatto.
- Vi state sbagliando entrambi… - disse sedendosi con un tonfo.
- E allora perché continua a guardarti?
Ma perché Karol non si faceva gli affari suoi? Doveva per forza farlo notare a tutti? Doveva intromettersi pure lei, adesso?
- Dobbiamo fare un discorsetto tu e io – la minacciò Tess prima di togliersi i panni da lottatore di sumo incazzato e vestire quelli da cheerleader fai da te per il suo amato Alex.
L’amica, infatti. tirò fuori un paio di pon-pon artigianali di dubbio gusto, da un sacchetto e cominciò a sbraitare il nome del suo amato, mentre quest’ultimo continuava a salutarla e a gridarle – Solo per te amore… solo per te…
Mio Dio! ecco perché si era vestita con quella gonnellina bianca giro vita e quella canotta sempre bianca con un cuore gigantesco stampato sul seno, cuore che, tra l’altro, era dilatato a dismisura, causa le super tettone di Tess.
Ovviamente tutti gli spettatori non avevano occhi per il loro gruppo.
Tutto questo era veramente imbarazzante.
Ma perché capitavano tutte a lei?
 
 
 
 
 
 
 
(*)Indica, per estensione, una cinghia uncinata o formata da una corda ruvida costellata di corda, che viene stretta attorno alla vita o alla coscia in modo da provocare un dolore non estremo ma costante.

   
 
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