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Autore: JD Jaden    13/06/2013    2 recensioni
Come è nata Panem? Lei lo sa. Lo ha imparato a scuola e ne ha sentito parlare dagli anziani del Distretto 12. Come si è passati dalla pace ai Giorni Bui? Beh lei li ha vissuti, anche se era piccola e ha cercato di rimuovere il trauma. Come è finita la guerra? Per lei con una perdita inaccettabile. E come si sono svolti i primi Hunger Games? Lei è stata il primo Tributo femmina del Distretto 12. Ed è stata la prima vincitrice. Nessuno meglio di lei può raccontare questa lunga, terribile storia...
Chi è lei? Jaden Cartwright, 17 anni, ragazza del Giacimento che cerca di tirare avanti in un mondo difficile e crudele. In questa brutta avventura cercherà di imparare come si fa a sopravvivere in mezzo alla morte, a non impazzire davanti a scelte impossibili, a ricominciare a vivere quando tutto sembra finito.
Ma capirà che niente è finito. Che è proprio quando sembra che la vita sia più bella, più semplice, che l'incubo ricomincia, più reale e temibile di prima.
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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"Sali più in alto della paura
che ci corrode, che ci tortura, e vai;
corri più della paura
che ti corrode, che ti consuma, e vola"

(Negrita - Brucerò per te)


 

CAPITOLO 13.
Giorgine mi raggiunge e si getta fra le mie braccia tremando come una foglia e delirando. I miei nervi sono nuovamente a fior di pelle. Cosa diavolo sta succedendo?
«Ti prego salvami! Non voglio morire! E quelli mi inseguono, vogliono ammazzarmi... il primo giorno si sono portati via mio fratello e ora sono venuti a prendere me! Proteggimi ti prego...» come mai chiede a me, un altro Tributo, anzi l'ultimo Tributo all'infuori dei 3 Favoriti rimasti, di proteggerla? Io dovrei desiderare la sua morte. Per vincere! Allora cos'è questa cosa che sento, che mi spinge a proteggere davvero questa bambina?!
«Coraggio, sei al sicura ora. Ci sono io...» cerco di consolarla, la mente scollegata dalla voce, ogni centimetro ci corpo teso e in allarme.
Finalmente Giorgine si calma, fa un respiro profondo e si stacca da me. Quando mi vede i suoi occhi si spalancano e un'espressione di terrore si diffonde sul suo viso.
«J-J-Jaden Cartwrite?!» Sussurra il mio nome, senza fiato. Perché fa così?
«O-ora mi ucciderai vero...?» ora capisco... il mio punteggio individuale, il mio soprannome ai giochi. Ai suoi occhi sono un mostro, un'assassina, una Fiammella Letale. Cerco di ragionare assieme a lei...
«Non voglio ucciderti. Però credo che sia tardi per le alleanze. Siamo rimasti in 5... e poi la mia altra alleanza è finita troppo male! Il mio cuore non reggerebbe ad un'altra sofferenza simile...» le lacrime mi salgono agli occhi al pensiero di Lea e Blain morti. Le ricaccio indietro con forza, non è il momento di cedere!
«Cosa è successo ai tuoi alleati?» sembra più tranquilla, ma io non lo sono affatto.
«Prima dimmi tu una cosa! Hai detto che i Favoriti ti stavano seguendo. Dove sono ora?» non posso permettermi di finire nelle loro grinfie durante una tutt'altro che piacevole conversazione con una bambina in fuga...
«Sono sicura di averli seminati. Mi hanno sorpresa mentre salivo su un albero per la notte, afferrata per la caviglia e buttata a terra. Quella coi coltelli stava per uccidermi, ma il colpo di cannone li ha distratti tutti e tre e io ne ho approfittato per scappare. Zoppicavo perché ho picchiato l'anca destra cadendo dall'albero, ma sono comunque più agile e veloce di loro. E ho anche più resistenza. Penso che a un certo punto abbiano smesso di rincorrermi, esausti dalla corsa. Penseranno di cercarmi col favore del giorno, o non so cosa. Però a quel punto ho sentito il secondo colpo di cannone, per cui è anche possibile che abbiano incrociato un altro Tributo e abbiano pensato che fosse una preda più facile... Comunque dopo aver corso per un po' ho visto il fumo del tuo falò e ho pensato che chiunque avesse il coraggio di tenere acceso il fuoco di notte avrebbe avuto anche la vorza di proteggermi! Forse non ragionavo al meglio... mi dispiace di averti messa in questa brutta situazione. E' ovvio che vuoi vincere anche tu, per cui forse è meglio se me ne vado subito e la facciamo finita, ok?» dal suo sguardo preoccupato capisco che forse ha ancora paura che io la uccida con le mie misteriose doti da punteggio 12. Non sa che io non ho mai ucciso nessuno e che tremo al solo pensiero di interrompere una vita...
«Facciamo così. Puoi rimanere per stanotte, cercherò un modo per sistemarti l'anca e diminuire il dolore e se hai fame dividerò con te un coniglio. Poi domattina te ne andrai. Corri più veloce che puoi, lontano da me e dai favoriti. E che vinca la migliore. Una di noi due! Non esiste che vinca uno di quei mostri...» l'idea mi ha colpita all'improvviso, forte e geniale. Se devo morire voglio che a tornare a casa sia Giorgine. Almeno la sua famiglia non avrà perso due figli, ma "solo" uno... è una magra consolazione, ma mi basta che non vincano i Favoriti!
«Davvero vuoi aiutarmi?»
«Certo, ma solo per stanotte! Fammi vedere l'anca ora... senti molto male?» si sdraia sul fianco sinistro e nel movimento il suo viso si contrae in una smorfia di dolore.
«Direi di sì... ho paura di essermi rotta qualcosa!» provo a tastare le piccole ossa di Giorgine. A casa aiuto sempre mamma a curare i malati del distretto. Sono piuttosto brava, anche se spesso la vista del sangue mi da la nausea e devo scappare fuori a prendere aria. Però da quando sono nell'arena di sangue ne ho visto già troppo... per fortuna però riesco a non perdere la calma e analizzare la situazione. I pantaloni della piccola sono strappati e sul fianco c'è una ferita frastagliata e insanguinata, ma le ossa non sembrano rotte.
«Non credo che ci sia qualcosa di rotto, però se senti molto male posso farti un infuso di erbe lenitive. Le conosco bene perché mia mamma mi ha sempre insegnato a curare i mali, per cui puoi stare tranquilla.» la faccio stendere nel sacco a pelo e la copro con una delle coperte, poi faccio per andare a cercare le erbe. Il problema è il buio. Temo di non riconoscerle al meglio in mezzo all'oscurità!
Sento un piccolo fischio e mi giro di scatto verso l'accampamento. Nessuno ci sta attaccando, ma qualcosa di argenteo sta planando verso di me... guardo meglio e capisco che si tratta di un paracadute... gli sponsor! Non mi hanno mai mandato nulla finora, probabilmente perché ero talmente ben preparata che Ken non credeva mi servisse qualcosa. Però adesso ha deciso di aiutarmi e sono curiosa di sapere come.
Mi avvicino al cestino appeso al paracadute, lo stacco e lo apro. Una torcia! E' perfetto... ma c'è dell'altro. Bende bianche, una siringa piena e una boccetta di un medicinale che non conosco. E' una specie di pomata... Non abbiamo medicine a casa, solo erbe. Evidentemente tutte queste cose l'aiuteranno a lenire il dolore e a guarire la piccola ferita. E poi c'è ancora qualcosa! Un barattolino di sugo al pomodoro. Qui nell'arena è un lusso non da poco... come mai Ken ha pensato ad una cosa del genere? Forse vuole dirmi qualcosa. Credo che apprezzi la mia scelta di aiutare Giorgine. Il pensiero che il mio mentore sia d'accordo con me mi da sicurezza. Poso il cestino vicino alle mie cose. Lascio un coltello alla bambina, per autodifesa. Quindi prendo la torcia, l'accendo, recupero il sacchetto di plastica e la cerbottana e mi incammino nella foresta per cercare le erbe... Ritorno dopo circa un'ora con il sacchetto pieno di erbe medicinali e con un paio di radici di liquirizia. Ho anche il telo che faceva da copertura al mio rifugio. Mentre cercavo le erbe mi sono imbattuta in un albero abbattuto, tagliato nel piede da qualcosa di senza dubbio non naturale. Era l'albero con la mia tana... evidentemente agli strateghi quel nido protetto e invisibile non piaceva. Era troppo sicuro e non mi vogliono più al sicuro. Ora devo stare in mezzo alla battaglia. Comunque mi sembrava un peccato lasciare li il telo, così l'ho estratto con delicatezza dall'intrico di rami e me lo sono portato dietro. Ho intenzione di usarlo per completare il mio accampamento con un riparo dalle intemperie, che stavolta sarà a terra. Sarò protetta dai venti, ma non dagli attacchi insomma...

Arrivata al fiume mi accorgo che Giorgine è peggiorata. Trema visibilmente, anche se il freddo è calato, lei è tutta coperta e sta vicino al fuoco. Non è possibile che tutto ciò sia dovuto solo alla caduta. Ricontrollo la ferita e rimango agghiacciata. E' verdognola ed emette pus e una strana puzza disgustosa.
Anni fa ho visto una cosa simile su un minatore, Max. Gli era caduta una grossa pietra su un piede, ma i sorveglianti non gli avevano permesso di interrompere il lavoro per farsi medicare. Così alla fine del turno, la sera tardi, è venuto da noi e sono rimasta nauseata dalla visione del suo piede, marrone-verdastro e con la pelle molliccia e marcia. Cancrena, aveva detto mia madre. Ricordo che non ha potuto far altro che pulire la ferita, bendarla e dare all'uomo un beverone di erbe lenitive e sciroppo per dormire, per limitargli la sofferenza. In un ospedale di Capitol City avrebbero potuto guarirlo facilmente, ma nei distretti nessuno è così potente da potersi permettere di andarci. Quindi l'ho accompagnato a casa. L'ho lasciato steso sul divano... Il giorno dopo Max non si è presentato al lavoro e la sera i suoi compagni, preoccupati, sono andati a fargli visita a casa. Lo hanno trovato ancora sul divano, circondato da una puzza terribile. Morto.
Di colpo capisco il motivo per cui Ken mi ha mandato tutte quelle cose. Non è perché è d'accordo con la mia idea di curare Giorgine, ma perché vuole che l'aiuti a passare decentemente le sue ultime ore di vita! Ricontrollo il cestino e i miei sospetti vengono confermati: sulla plastica protettiva della siringa, in piccolo, c'è scritto "Morfamina". Non ne avevo mai vista prima, ma la mamma mi ha detto che è un potente antidolorifico, sintetizzato dai migliori scienziati di Capitol City a partire da alcune vecchie droghe. Anche la pomata è un lenitivo del dolore, ma localizzato. E il sugo dev'essere per l'ultimo pasto di una condannata a morte... vorrei davvero essere libera di piangere, ma so che non posso permettermelo. Giorgine non deve assolutamente sapere che le prossime ore saranno le ultime della sua vita!

«C-cosa mi fai?»
«Ora ti faccio una piccola puntura di... antibiotico. Non fa tanto male e poi ti sentirai subito meglio!» Giorgine mi porge il braccio, cerco una vena e le faccio l'iniezione di Morfamina. In pochi istanti i muscoli del suo viso si rilassano e smette di tremare.
«Adesso pulisco un po' la ferita e ci metto su la pomata per guarirla.» si abbassa i pantaloni e si gira sul fianco sinistro, e io con un pezzo di benda e l'acqua bollita pulisco il taglio dal pus. Non posso fare granché perché la pelle è diventata delicatissima e si sfalda al minimo tocco. Questa non è opera di batteri comuni, come quelli del piede di Max... agiscono troppo rapidamente! Spalmare la pomata è molto più semplice e finalmente i tessuti marci e la puzza vengono un po' coperti. Quindi la bendo per bene e la lascio entrare nel sacco a pelo.
«Ora riposati un po' mentre io preparo qualcosa da mangiare. Ti piace lo stufato di coniglio?»
«Non l'ho mai assaggiato il coniglio! Me lo puoi preparare davvero?»
«Certo, un intero coniglio se vuoi...» le sorrido, anche se vorrei urlare. E' una situazione orribile, come ho fatto a finirci? Desidero solo abbandonarmi sotto un albero e lasciare che i Favoriti mi trovino per farla finita con questa storia, ma invece metto un po' di sugo nel pentolino, assieme ad alcuni pezzetti di carne e inizio a cuocere lo stufato...

Sveglio Giorgine e le porgo un piatto pieno di gustoso stufato di coniglio e una forchetta. Mentre cucinavo è arrivato un altro regalo degli sponsor: due piatti, posate e una bottiglietta di succo di lampone. Il mio preferito! Ken sta giocando bene le mie carte perché questa roba deve costare moltissimo.
Mangiamo in silenzio e passiamo la serata a osservare il fuoco, lei nel sacco a pelo, io sotto le coperte. Ho posizionato il telo sopra i tre massi in cui mi ero accampata e li ho fermati con delle pietre. Ora abbiamo una specie di grotta in cui passare la notte. La piccola si addormenta a mezzanotte passata, ma io rimango sveglia, di guardia, per tutta la notte...


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NOTE DI JD:

 

Decimo capitolo aggiornato, ma non ancora betato. Come vedete i giorni nell'arena sono sempre più difficili, ma stiamo per arrivare all'epilogo. Che emozione eh? (sì, come no, fattene una ragione JD, ti emozioni solo tu!)
Comunque potete ora vedere anche Giorgine, la povera, piccola alleata/condannataamorte, in attesa dell'epilogo finale dei primi Hunger Games (ma non della storia, mi dispiace ahah). Ancora mille grazie a chi è arrivato fin qui!
Saluti, pace, amore e palme nane a tutti voi,
JD

   
 
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