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Autore: Jane Ale    13/06/2013    2 recensioni
Catherine Hudson è la giovane stella di Rushwood, ricca cittadina popolata da famiglie benestanti. Simbolo indiscusso di bellezza e potere, Catherine inizia a vedere il suo regno crollare quando il suo ex fidanzato, Mike, fa ritorno a Rushwood la sera stessa in cui Meredith Carter viene trovata morta. E, forse, la giovane è l'ultima persona ad averla vista in vita.
Tra tradimenti, complotti, gossip e storie d'amore, vedremo emergere tutti i segreti di Rushwood e come questi distruggeranno la principessa Catherine.
Dalla storia:
Mike rise. –Principessina, il mio ritorno ti ha sconvolta? Non pensavo di farti ancora questo effetto. Se non ricordo male l’ultima volta che ci siamo visti mi hai detto che ti disgustavo.-
-Sì, è ancora così!- asserì lei convinta. –Per quello che mi riguarda, sei scomparso per sempre dalla mia vita più di un anno fa.-
-Dici davvero? È un peccato, ma non me ne preoccupo troppo.- disse il ragazzo avvicinandosi al volto della giovane. –Cambierai presto idea.- le sussurrò vicino all’orecchio.
Catherine trattenne il respiro, aspettò che Mike si allontanasse e poi rispose: -Non credo proprio. Vattene finché sei in tempo, tornatene alla tua vita e lasciami in pace.-
[...] -Vedremo Catherine, vedremo.-
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rushwood’s  Secrets

 

 

 

 

 

Catherine camminò con passo deciso fino alla porta dell’enorme palestra, si gettò i capelli all’indietro ed entrò. Non era stato facile decidere di presentarsi quella sera, non dopo tutto quello che era successo, ma non aveva scelta. Cosa avrebbe pensato la gente? Che cosa si sarebbe detto di lei?

Se fosse vissuta in un’altra città, se avesse avuto un altro nome e un passato completamente diverso, probabilmente, la sua assenza non sarebbe stata neppure notata. Ma lei era Catherine Hudson, la piccola stella di Rushwood, la perla rara, l’unica ed insostituibile.

Da piccola era stata soprannominata “la principessa Barbie” per sottolineare quanto fosse snob ed altezzosa, ma nessuno aveva mai avuto il coraggio di chiamarla così in sua presenza. Eppure lei lo sapeva, aveva sempre saputo quello che la gente diceva di lei alle sue spalle, ma non doveva preoccuparsene, almeno fino a quando avessero continuato a temerla.

Perché, in fondo, Catherine Hudson era davvero una principessa, la principessa bionda del suo amato regno di Rushwood.

Regno che, a sua insaputa, stava cominciando a crollare.

 

 






Capitolo I.

 

-Catherine!-

La ragazza dalla chioma dorata si voltò a guardare chi l’avesse chiamata.

-Rachel!-

Rachel Montgomery, la sempre fedele spalla destra della principessa, l’inseparabile compagna di una vita, la versione mora della piccola stella, ma che nessuno osava chiamare “principessa”. Forse perché di principessa ce ne era una sola, o forse perché di principesco non aveva quasi niente se non il portafoglio, la gente di Rushwood soleva parlare di Rachel come della “giovane ereditiera”, il che era abbastanza per poterla inquadrare.

 

-Allora?- chiese Rachel con una certa apprensione. -Hai sistemato la questione con Meredith?-

-Sì, non preoccuparti.- le rispose Catherine.

-Cioè?- la sollecitò l’amica.

-Rachel, ti ho detto che ho sistemato tutto, non mi sembra che tu abbia mai avuto motivo di dubitare delle mie capacità.-

Le parole della principessa non ammettevano repliche e Rachel lo sapeva, per cui tentò di cambiare discorso. –Dov’è Jason?-

Catherine non si scompose e le rispose con tono neutro, quasi annoiato: -Ci siamo lasciati, non è più affar mio.-

Rachel avrebbe voluto saperne di più, ma l’arrivo di una terza persona le impedì di continuare il discorso.

-Buonasera, mie care! Quale dolorosa questione vi tiene in disparte questa sera? La popolazione di Rushwood non è abituata a non avere le sue eroine esposte al centro della sala.-

 

Lana Grant, figlia del magistrato della città, non mancava mai di sfoggiare il carattere poco amabile che Madre Natura le aveva regalato. Nonostante fosse bella, ricca e potente, non aveva mai raggiunto la vetta o, in altri termini, non aveva mai raggiunto Catherine Hudson. Il perché sfuggiva ai più, ma le congetture su tale questione erano davvero tante: c’era chi sosteneva che Lana avesse tentato di rubare il principe azzurro alla bionda sovrana; chi, invece, riteneva che Catherine fosse superiore socialmente superiore a Lana e, si sa, tutti a Rushwood rispettano la gerarchia sociale; un’altra corrente di pensiero, che però era minoritaria, era a favore della tesi secondo la quale Lana fosse in possesso di materiale che avrebbe potuto far crollare la giovane principessa. In realtà nessuna di queste ipotesi poteva essere verificata, così la gente si divertiva a costruire storie di fantasia sul loro conto.

 

-Lana, stavo quasi sentendo la tua mancanza!- la schernì Catherine sorridendo.

-Non trattarmi come se fossi il tuo problema, Hudson. Sai benissimo che in questo momento sono la tua ultima nemica.-

-Cosa significa?- chiese Rachel non riuscendo a comprendere il discorso della ragazza.

-Ma come Catherine, non hai ancora detto alla tua amica del cuore perché Jason ti ha lasciata? Eppure mi sorprende che non lo sappia, a Rushwood se ne è parlato tutto il giorno!- concluse Lana sorridendo malignamente.

-Cath? Parla, perfavore!-

-Ha un’altra.- disse Catherine freddamente.

Rachel spalancò gli occhi per la sorpresa: nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere da parte di Jason Ford, leggendario fidanzato della principessina. Non poteva essere, cose del genere non capitavano alle persone come Catherine Hudson; cose del genere, soprattutto, non capitavano a Catherine Hudson.

-Rachel, non fissarmi così. Non ho bisogno della tua pietà, né di quella di qualcun altro.- sputò Catherine con un pizzico di cattiveria.

-Forse è arrivato il momento che me ne vada.- sentenziò Lana con un sorriso derisorio.

–Ci vediamo in pista, ragazze!-

 

Le due ragazze non si guardarono neppure negli occhi: Rachel, ferita per le parole dell’amica, si diresse verso il bar per bere un cocktail; Catherine, invece, si voltò ed uscì velocemente dalla palestra che ospitava il ricevimento.

Sapeva fin dall’inizio che sarebbe stata una lunga serata, ma non immaginava di dover sopportare così tanta tensione: sentiva la gente parlare, aveva tutti gli occhi puntati addosso, ogni singola persona presente a quella stupida festa di beneficenza aveva commentato almeno una volta la notizia.

È il prezzo da pagare quando si è importanti, le ripeteva sempre sua madre; eppure lei non aveva mai chiesto di essere al centro dei pettegolezzi di Rushwood. Certo, in tutti quegli anni la popolarità di cui aveva goduto non l’aveva mai disgustata, anzi, non avrebbe saputo immaginare la sua vita diversamente; alcune volte, però, credeva di odiare suo padre e la sua ricchezza per tutto quello che comportava: Catherine Hudson, figlia del famoso imprenditore Henry Hudson e nipote del celebre avvocato Nicholas Hudson, doveva presentarsi sempre al meglio, portare alto il nome della famiglia ed essere perfetta sempre, in ogni situazione. Catherine Hudson doveva essere un simbolo per la cittadina di Rushwood, il simbolo.

 

Non aveva voglia di farsi trovare da sola per corridoi, soprattutto quella sera, perciò si diresse verso il bagno delle ragazze per aggiustare il trucco. Non appena svoltò l’angolo, però, andò a sbattere contro una figura alta e scura.

-Guarda dove vai, imbecille!- sbottò Catherine malamente.

-L’unica ed inconfondibile Catherine Hudson, non mi posso sbagliare.- sentenziò la figura davanti a lei.

La voce gli era subito sembrata familiare, ma dovette alzare la testa per riconoscere di chi si trattava.

-Mike van Tory!- sussurrò la ragazza.

-Esatto!- confermò lui sorridendo. –Ti ricordi di me, allora.-

-Che ci fai qui?- chiese lei mantenendo un tono di voce basso, ma mostrando la sua insicurezza.

-Sono tornato.- rispose il ragazzo. –Sono tornato per restare.-

-No!- disse Catherine alzando per la prima volta la voce.

Mike rise. –Principessina, il mio ritorno ti ha sconvolta? Non pensavo di farti ancora questo effetto. Se non ricordo male l’ultima volta che ci siamo visti mi hai detto che ti disgustavo.-

-Sì, è ancora così!- asserì lei convinta. –Per quello che mi riguarda, sei scomparso per sempre dalla mia vita più di un anno fa.-

-Dici davvero? È un peccato, ma non me ne preoccupo troppo.- disse il ragazzo avvicinandosi al volto della giovane. –Cambierai presto idea.- le sussurrò vicino all’orecchio.

Catherine trattenne il respiro, aspettò che Mike si allontanasse e poi rispose: -Non credo proprio. Vattene finché sei in tempo, tornatene alla tua vita e lasciami in pace.-

Il ragazzo rise e si diresse verso la palestra. –Vedremo Catherine, vedremo.-

 

Non poteva essere! Era tornato!

Era più di un anno che non lo vedeva e, sinceramente, si aspettava di non vederlo più, ma, per chissà quale motivo, lui era lì, a Rushwood e aveva intenzione di restare.

Se non l’avesse conosciuto bene, avrebbe detto che il suo ritorno fosse dovuto all’affetto per la famiglia, per la città natale, ma non era possibile: Mike van Tory aveva qualcosa in mente, ne era sicura. Per un attimo pensò di essere lei stessa il suo obiettivo, ma scartò subito l’opzione, non era mai stata così importante per Mike e, sicuramente, non sarebbe mai tornato per una simile futilità.

 

Fece un respiro profondo e, per la seconda volta nel giro di poche ore, fece il suo ingresso all’interno della palestra. Cercò Rachel con lo sguardo e la trovò seduta ad un tavolino insieme ad alcune ragazze. Si diresse verso l’amica e quando le fu vicina, le fece segno di raggiungerla.

-Cosa vuoi, Catherine? Se ti aspetti che finga che vada tutto bene..-

Ma la principessa non la lasciò finire: -Rachel, hai tutte le ragioni del mondo, ma devo dirti una cosa importante, ti prometto che poi ne parliamo.-

Probabilmente fu il tono quasi supplichevole dell’amica a convincere Rachel.

-Parla!- le disse.

-Mike è tornato.-

-Mike van Tory? Stai scherzando?- le chiese Rachel allibita.

-No, sto parlando sul serio. Ci siamo scontrati nel corridoio e..-

Ma Catherine non riuscì a finire il suo racconto, perché una ragazza entrò nella sala correndo e urlando disperata. Nessuno capì le sue parole, fino a quando la musica cessò e ogni singolo cittadino di Rushwood sentì chiaramente ciò che stava dicendo:

-Meredith Carter è morta!-

Ci fu un attimo di silenzio irreale, come se nessuno avesse davvero sentito le parole della ragazza, poi il caos: gente che piangeva, urlava, correva fuori, chiedeva informazioni.

 

Catherine guardò Rachel negli occhi. Non poteva essere vero.

Mike van Tory era tornato.

Meredith Carter era morta.

Tutto nella stessa sera.

Le principessa avvertì un brivido lungo la schiena e afferrò la mano dell’amica per cercare sostegno. Rachel non poté fare altro che ricambiare la stretta, perché, inconsciamente, anche lei aveva capito.

Catherine sentì squillare il suo cellulare. Lo prese dalla borsetta e vide che era un messaggio. Non riconobbe il numero, ma lo aprì.

Rushwood’s reign is falling down,

Falling down,

Rushwood’s reign is falling down, my fair princess.

 

 

Note:

1) "Rushwood" non esiste realmente, è un termine inventato da me per denominare la cittadina in cui è ambientata la vicenda.

 

  
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