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Autore: Nymeria90    13/06/2013    3 recensioni
Nel 2183 un nave non identificata attacca e distrugge la Normady SR1. Il comandante Shepard, eroe della Cittadella, muore nello scontro e il suo corpo si perde nello spazio. I superstiti della Normady, dopo aver sepolto una bara vuota, voltano pagina e cercano di ricostruirsi una vita, ma due anni dopo Alexander Shepard ritorna dal mondo dei morti. La sua missione: salvare la galassia, un'altra volta. Ma scoprirà ben presto che il prezzo da pagare è la sua anima, un prezzo che forse è troppo alto, persino per lui.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Uomo, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alexander Andrej Shepard'
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Stazione spaziale, 2185
 
Rivedere Tali, scoprire che era viva, in salute, forse addirittura felice lo fece sentire strano … forse perché non era più con lui. Non era più la ragazzina in pellegrinaggio con la smania di salvare la galassia, era una donna assennata e fiera, rispettata dai suoi uomini e con una missione da completare. Una missione che non le aveva dato lui.
Per Shepard erano passati solo pochi mesi dalla distruzione della Normandy, per tutti gli altri erano passati più di due anni.
Erano andati avanti, ognuno con la propria vita, e lui era rimasto indietro.
La sua mente corse ad Ashley ma subito ricacciò indietro quei ricordi ingombranti, che gli facevano tremare le mani. Non voleva pensare a lei. Non ancora.
Su Freedom Progress aveva scoperto che i timori dell’Uomo Misterioso erano fondati, i coloni erano stati rapiti da una razza aliena chiamata “Collettori”. In quei due anni avevano rapito migliaia di esseri umani, indisturbati, ignorati. Se lavorassero o meno per i Razziatori non era ancora certo, ma andavano fermati in un caso o nell’altro, e lui solo poteva farlo. Lui e Cerberus. Un accostamento che gli dava i brividi, ma quale altra scelta aveva, che cos’altro poteva fare?
L’Alleanza, il Consiglio, la sua vecchia squadra non c’erano, c’era solo Cerberus e il compromesso più atroce che mai aveva dovuto accettare.
Si strofinò le dita sulla fronte “Che uomo sarei se non cercassi di migliorare il mondo?”
Si era arruolato nell’Alleanza per fare proprio quello, per rendere il mondo migliore, come aveva fatto suo padre prima di lui. E come suo padre era morto. Ora gli veniva concessa una seconda occasione per fare l’unica cosa che gli riuscisse bene: combattere e morire.
Dire all’Uomo Misterioso che avrebbe lavorato con lui (non per lui) fu meno traumatico del previsto: non esplosero stelle né collassarono portali, perse solo un frammento della sua anima.
Il leader di Cerberus gli confermò l’irraggiungibilità della sua squadra, si erano sparsi per la galassia come le foglie di un albero strappate dal vento, e si sentì un fallito per non aver saputo realizzare qualcosa che sopravvivesse alla sua morte.
Quando l’Uomo Misterioso gli disse che aveva trovato un pilota che gli sarebbe piaciuto non diede peso alle sue parole, non voleva un qualsiasi pilota di Cerberus al comando di una qualsiasi nave di Cerberus per quanto eccezionali potessero essere. Lui voleva Joker e la Normandy, ma non c’era niente che potesse fare per riaverli indietro.
- Ehi comandante, è bello rivederti.-
Per un istante credette di essere impazzito: Joker era appena comparso davanti a lui come un genio uscito da una lampada. Rimase paralizzato, giusto il tempo necessario per rendersi conto che l’uomo che aveva di fronte era reale ed era lì per lui.
Allargò le braccia, sorridendo per la prima volta da quando si era risvegliato. Le cicatrici sul volto pizzicarono un po’, ma era troppo felice per curarsene.
- Joker! Non pensavo di rivederti!-
Il tenente timoniere Jeff Moreau, esitò un istante, stupito quanto lui (probabilmente più di lui, dopotutto non capita tutti i giorni di vedere un fantasma), ma si riprese discretamente in fretta - Non dirlo a me comandante.- replicò con la solita irriverenza - Io ti ho visto morire!-
Shepard ridacchiò, seguendolo su per le scale - Sono stato fortunato e mi hanno attaccato ad un sacco di tubi. - si fermarono davanti ad una grande vetrata, gli bastò intravedere il suo riflesso nel vetro per perdere la voglia di ridere - Dunque adesso lavori per Cerberus?-
Joker si strinse nelle spalle - Non sono poi tanto male, ti hanno riportato in vita, mi lasciano pilotare e poi c’è questo … - indicò oltre il vetro dove improvvisamente cominciarono ad accendersi delle luci - … l’ho saputo solo stamattina.-
Davanti ai loro occhi comparve una nave. La sua nave: la fregata più bella mai costruita, la sorella gemella della Normandy SR1. La nave che aveva di fronte era più grande dell’originale e sulla fiancata era dipinto il simbolo di Cerberus, ma per il resto era identica: Cerberus aveva saputo ricostruire la nave più avanzata della galassia.
Shepard sentì il cuore mancare un battito mentre ammirava lo splendore della nave che aveva di fronte, quella nave che mai aveva pensato di poter rivedere e, per un istante, dimenticò persino il suo odio per Cerberus.
- Bé …- mormorò con voce impastata, incapace di dire altro -… dovremmo darle un nome. –
Joker lo guardò con un sorriso che andava da un orecchio all’altro e, guardandolo, seppe che c’era un unico nome per quella nave: la Normandy era tornata.

Normandy SR2, 2185
 
Dunque è questo l’effetto che fa …
Camminare per i corridoi della sua nave sapendo che era la Normandy senza esserlo davvero, gli fece intuire cos’avessero provato Tali, Joker e la dottoressa Chakwas nel rivederlo.
La Normandy era morta con lui, nei cieli di un pianeta ghiacciato, eppure eccola lì, sotto i suoi piedi, riportata alla vita per salvare la galassia ancora una volta. Era tutto uguale a prima eppure ogni cosa era diversa.
Toccando le paratie della Normandy sentiva lo stesso senso di famigliare estraneità che provava toccando la propria pelle. Era una sensazione indescrivibile, un non essere che gli faceva venire le vertigini.
L’idea che nei circuiti della Normandy fosse installata un’Intelligenza Artificiale lo atterriva come lo era stato scoprire fino a che punto il suo stesso corpo era stato potenziato. Ora poteva addirittura usufruire di impianti cibernetici che rendevano la sua trama cutanea più resistente ai colpi, le sue ossa più dure, la sua vista più acuta, i suoi poteri biotici più letali.
Lo avevano trasformato in un superuomo, in qualcosa che lui non aveva mai chiesto di essere, in qualcosa che gli faceva paura. E alla sua nave era stata addirittura data una voce e un’intelligenza.
Evidentemente all’Uomo Misterioso piaceva giocare a fare Dio.
Alzò gli occhi sul suo riflesso nello specchio, a restituirgli lo sguardo c’era un uomo che non gli piaceva affatto; le cicatrici, la barba mal rasata, le occhiaie bluastre e gli occhi dai riflessi rossastri lo spingevano a pensare che ben poco dell’uomo che era stato fosse tornato dall’Aldilà.
E così anche Cerberus ha creato il suo mostro di Frankenstein.
Si scrollò di dosso quei cupi pensieri ed entrò nell’ascensore, sforzandosi di apparire il più umano possibile: aveva una missione da compiere, un equipaggio da arruolare e nessuno l’avrebbe seguito se non si fosse mostrato migliore dei nemici che dovevano combattere. Nessuno avrebbe seguito un cyborg in una missione suicida ma chiunque, anche un bambino, avrebbe seguito Shepard. Forse era proprio per quel motivo che l’Uomo Misterioso gli aveva dato quel volto e quei ricordi.
Miranda e IDA avrebbero potuto chiarirgli immediatamente qualsiasi dubbio sulla sua reale natura (uomo o macchina?) ma erano entrambe, in modo diverso, creature di Cerberus e gli avrebbero detto esattamente quello che lui voleva sentirsi dire: “Sei il vero comandante Shepard.”
Per quanto desiderasse sentire quelle parole non era detto che corrispondessero alla verità.
Solo il tempo gli avrebbe rivelato chi fosse veramente.
Attraversò la sala tattica con passo sicuro, rivolgendo cenni di saluto all’equipaggio di Cerberus che, nonostante tutti i suoi pregiudizi, gli era parso affidabile e competente. Raggiunse Joker nella cabina di pilotaggio e, per un istante, gli parve di scorgere Nihlus ritto su quello stesso ponte e Kaidan Alenko seduto al posto del copilota … sembrava rimasto tutto uguale.
No, era un’altra vita. Un’altra Normandy.
Nihlus e Kaidan erano morti, lui era morto e la Normandy era stata distrutta. Non doveva dimenticarlo.
Il sedile di Joker girò e il pilota gli rivolse un sorriso radioso – Non posso crederci comandante, è la mia bambina! Meglio che nuova!- esclamò, raggiante, blaterando anche qualcosa a proposito di sedili in pelle.
- Questa copia non voleva essere perfetta, signor Moreau.- intervenne IDA con la sua voce artificiosamente sensuale – Sono state apportate diverse migliorie.-
Joker osservò disgustato la proiezione olografica dell’IA posta al suo fianco
– Ed ecco l’inconveniente, comandante. Adoravo la Normandy quand’era bella e tranquilla, adesso c’è questa cosa di cui non voglio nemmeno parlare.-
Shepard incrociò le braccia al petto con aria di rimprovero – Qui non c’è niente che appartenga alla vera Normandy, Joker. Non lasciarti ingannare.-
Per un attimo Jeff parve quasi compatirlo – Ci siamo noi, comandante. Devo accontentarmi, gli ultimi due anni sono stati uno schifo.-
Aveva un’aria così afflitta che Shepard non poté trattenere un sorriso – Non dirlo a me: sono morto.-
Joker rise e fece per voltarsi ma Shepard lo trattenne – Che mi dici del vecchio equipaggio? Ho sentito che la maggior parte è sopravvissuta.-
Joker sospirò – Sì, Pressly non ce l’ha fatta. Tutti gli altri hanno preso strade diverse. All’Alleanza non importava nulla, forse perché non apprezzava i non-Umani del tuo equipaggio.- lo guardò da sotto in su, un po’ incerto – Eravamo la tua squadra, comandante … Con la Normandy distrutta e tu disperso, non c’era più molto a tenerci insieme.-
Aveva immaginato che le cose fossero andate esattamente così, che la sua squadra si fosse sciolta semplicemente perché nulla li teneva insieme, ma sentirselo confermare in quel modo, sapere che era successo davvero, fu una pugnalata in pieno petto.
Incassò il colpo, stoicamente, come avrebbe fatto con una pugnalata vera.
– Per ora è tutto.-
Joker voltò il sedile, apparentemente ignaro dell’effetto che le sue parole avevano avuto sul comandante – Ci vediamo, comandante.-
Shepard si avviò verso la mappa galattica, ignorò deliberatamente Kelly Chambers e i suoi sorrisini, e fissò la grande proiezione olografica della galassia.
“Non c’era più molto a tenerci insieme.”
Quanto vuote gli suonarono quella parole ...
Perché non avevano portato avanti la sua causa? Perché non avevano cercato i responsabili della sua morte?
Ashley … come poteva essersi rassegnata in quel modo? Non riusciva a credere che avesse accettato passivamente la sua morte senza cercare risposte né giustizia … se le parti fossero state invertite, se lei fosse morta in quel modo, lui … lui avrebbe ribaltato la galassia. E lo avrebbe fatto per qualunque altro membro dell’equipaggio.
E invece erano tornati alle loro vite, senza porsi domande, senza cercare risposte …
Strinse con forza la sbarra metallica davanti a lui: che senso aveva piangersi addosso?
Le cose erano andate com’erano andate e non poteva cambiarle.
Impostò la rotta verso Omega e andò a preparare le armi.
I suoi compagni erano andati avanti, era tempo che lo facesse anche lui.

  
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