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Autore: mikilily    13/06/2013    10 recensioni
La storia nasce da una costola "dell'oasi di Merlino," una raccolta di Drabble pubblicata alcuni giorni fa, ed ha lo scopo di spiegare il perchè del rancore odio e amore che lega i due protagonisti della storia.
Hermione è un Medimago in fuga dall'amore, il ricordo di un bacio la frena e inibisce. sfugge e si nasconde dal passato che presto busserà ancora una volta alla sua porta.
Draco, beh, Draco Malfoy è sempre lui: odioso, superficiale e tremendamente sexy... se vi ho incuriosito leggete.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oasi Di Merlino'
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L’Oasi di Merlino: Passato.
La pubblicità di un nuovo locale  giganteggiava nella pagina centrale della Gazzetta del Profeta, tutti i maghi e le streghe, in quei giorni,  facevano a gara per trovare l’invito per l’inaugurazione. Diagon Alley era in fermento per il grande evento; dopo la fine della guerra, il Mondo Magico, si era come assopito per curare le ferite ancora aperte, ma quella novità sembrava aver ridestato tutti.
Tutti, eccetto lei che svogliata sfogliava il giornale magico.
- Novità? - domandò Ginny entrando nel piccolo studio che Hermione aveva aperto subito dopo aver conseguito la laurea come guaritrice magica.
- No - rispose – le solite fatture tra confinanti, litigi per eredità contese e annullamenti di contratti matrimoniali - finì.
Ginny annuì distratta girando intorno alla scrivania dell’amica, con disinvoltura innaffiò l’orchidea sopra i treppiedi di legno bianco.
- Non andrai? - domandò occhieggiando la pubblicità dell’Oasi di Merlino.
- No, non ci tengo a stare in vetrina - rispose Hermione chiudendo il profeta.
- Beh,  non è detto che sarai in vetrina- replicò Ginny – chissà quanti parteciperanno - aggiunse, aprendo la vetrata per far cambiare l’aria.
- Già, non è detto, ma sono certa che non appena metterò piede in quel posto, qualche scocciatore si avvicinerà ed io … -
- Sì, lo so Hermione, non vuoi più parlare di quello che è successo. L’ho capito, però, non è giusto che rimani chiusa qui dentro in eterno, non ti fa bene. Devi uscire, conoscere gente, maghi soprattutto e divertirti: hai solo venticinque anni -
- Vorrei farlo Ginny - sbuffò – lo sai che vorrei farlo, ma non posso frequentare persone cui l’unico scopo è sapere com’è stata la guerra, com’è Harry Potter, o scoprire se sul mio braccio c’è scritto 'Mudblood', o se questa, è solo una leggenda -
- Lui ci sarà – replicò Ginny sedendosi nella poltrona di pelle bianca davanti alla scrivania.
- Un altro motivo per non andare –
- Perché? – domandò la neo signora Potter.
- Perché non è destino Ginny. Siamo come il bianco e il nero, il caldo e il freddo, il giorno e la notte: due esseri inaccostabili l’uno all’altro –
- Io penso … -
- Basta Ginny, te ne prego , non voglio più parlarne. Quella è una parentesi della mia vita che voglio dimenticare –
La Weasley osservò attentamente la giovane Medimago davanti a sé, conosceva Hermione come le sue tasche e benché di sforzasse di apparire convinta di ciò che aveva appena pronunciato, sapeva bene che il ricordo di quel bacio rubato era ancora indelebile nella sua mente.
- Contenta tu – replicò alzandosi dalla poltrona, accarezzando con le mani la gonna in cotone.
- Mia madre vorrebbe festeggiare il compleanno di Harry, il prossimo sabato – enunciò Ginny.
- Va bene, non prenderò impegni – rispose, osservando l’amica uscire dallo studio.
- Hermione - disse Ginny ormai sullo stipite della porta – ti voglio bene -
- Anch’io – rispose la Granger concedendosi finalmente un sorriso.

**

Lo studio asettico era illuminato dai caldi raggi del sole, la scrivania era sgombra di fascicoli, il silenzio perpetuava, lì nell’attico situato al centro di Diagon Alley. Si era insediato da poche ore, cioè da quando, suo padre, aveva deciso di affidarsi a lui per il controllo delle proprietà di famiglia, togliendo l’incarico a chi per anni aveva arricchito di innumerevoli galeoni le già cospicue tasche dei Malfoy.  
Si era insediato senza dare nell’occhio, evitando party e titoli sui giornali, l’aveva fatto perché così tutto sarebbe stato più facile da manovrare, studiare, influenzare.
Sapeva fin da piccolo quale sarebbe stato il suo ruolo all’interno della società, la guerra era stata solo una parentesi nefasta nella sua vita e presto tutti avrebbero dimenticato qual era stato il suo ruolo al suo interno.
 - Draco – la voce del suo amico lo ridestò dai suoi pensieri.
- Blaise – rispose voltandosi per poterlo guardare negli occhi – come mai sei già sveglio a quest’ora? - domandò sarcastico.
Il moro ex Serpeverde distese le labbra carnose arricciando il naso all’udire la stoccata dell’amico.
- Ogni tanto anch’io devo lavorare – replicò, Draco trattenne a stento una risata osservando la pomposità di Blaise Zabini, il suo unico amico fin dai tempi della scuola.
- Oh sì e in che cosa consisterebbe questo lavoro, Blaise?- domandò Malfoy – nel saper accostare una camicia alla cravatta, o nel conquistare più bionde o brune, oppure, nell’arte dell’ozio di cui, amico, tu sei il re – finì il mago.
- Spiritoso Malfoy, molto spiritoso – rimbrottò Blaise – ma no, non è questo il mio lavoro, anzi, è solo un puro caso se sono qui visto quanto sono impegnato -
Draco sollevò il sopracciglio sinistro, mentre sul viso si formò il solito ghigno, suo segno distintivo.
- Ho aperto un locale, non c’è rivista o giornale nel Mondo Magico che non ne parli. Forse, ne hai sentito parlare, si chiama: l’Oasi di Merlino – disse orgoglioso Blaise Zabini  gonfiando il petto pomposamente.
Draco rise di gusto .
- Si può sapere perché ridi? - domandò offeso Blaise accomodandosi con fare elegante sulla poltrona di pelle, accavallando poi le lunghe gambe rivestite da un elegante e pregiato completo confezionato appositamente per lui, da una Magicstilista di fama internazionale.
- è impossibile non conoscerlo: hai tappezzato tutta la città con locandine e volantini – ammise Draco divertito.
Blaise lo guardò torvo – si chiama pubblicità e serve per attirare l’attenzione – replicò.
- Non vi è alcun dubbio: hai svolto bene il tuo compito. Immagino la fila di maghi e streghe che vuole presenziare all’evento – disse inorridendo Draco.
- Ho dei validi collaboratori – enunciò tetro Blaise – una lista nera e una serie di inviti spediti ai più illustri maghi londinesi –
- Hai fatto le cose in grande, non c’è che dire, l’unica cosa che non mi spiego, è perché sei qui in questo momento? –
Blaise guardò in alto esasperato.
- Perché mi serve il tuo aiuto, la tua presenza al locale aumenterebbe di gran lunga la sua già eccellente fama -
- Blaise - il tono secco e freddo di Draco ridestò il moro – ti ricordo che il mio nome e la mia persona non sono certo una buona pubblicità per un locale. Se vuoi un mago da esibire come un pesce in un acquario, dovresti chiedere a Potter, a Weasley … -
- Alla Granger – concluse Blaise scoccando uno sguardo indagatore all’amico.
- Sì – rispose tetro sfuggendo al contato visivo con Zabini.
- Beh per loro mi sono limitato all’invito, di più non potevo fare, tu però, sei un mio amico e da te mi aspetto almeno la presenza –
Draco sbuffò infastidito, alzandosi anch’egli dalla sedia su sui , ora, era seduto.
- Scordatelo! Non andrò da nessuna parte -
- Lei potrebbe esserci – replicò Blaise alzandosi dalla poltrona, senza degnarlo di uno sguardo, la sua affermazione aveva fatto breccia nel cuore dell’amico.
Per quanto tempo ancora avrebbe negato? Si chiese.
Draco si girò di scatto incenerendolo con lo sguardo, i suoi occhi divennero due lame affilate pronte a trafiggere chiunque osasse rinvangare quello scorcio di passato.
Blaise sorrise impercettibilmente.
- Noto con piacere che ancora non ti è passata – pronunciò in un sussurro, sapendo che Draco però aveva capito benissimo.
-Ti sbagli, non penso a lei da tempo e poi, cosa dovrei rimembrare: eravamo due ragazzini, la guerra era finita da poche ore ed è stato solo un bacio - concluse stizzito per essere ancora lì a distanza di anni a giustificarsi per quello stupido gesto.
- Già Draco, è stato solo un bacio, peccato che questo “bacio” abbia segnato tutta la tua vita dalla fine della guerra ad oggi – sentenziò Blaise con disinvoltura – Ora però, non ho tempo per discutere con te della tua disastrosa situazione sentimentale, devo vedere dei fornitori di Firewhisky e non posso trattenermi oltre –
Draco scosse il capo spazientito.
- Ti aspetto all’Oasi di Merlino, Draco. Mi raccomando non deludermi, non deluderla, immagino che anche lei non veda l’ora di rincontrarti – finì, salutandolo con la mano prima di smaterializzarsi.
Imbecille sibilò tra i denti, mentre Londra, ignara dei suoi pensieri, si apprestava a vivere l’evento dell’anno: l’inaugurazione del locale magico, l’Oasi di Merlino.
Quello, in realtà, era il primo passo verso la ricostruzione.
   
 
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