Sai tutto di lei.
Che le piacciono le ciliegie rosso acceso, quelle non ancora mature, ma che le piace mangiarle solo sotto il grande salice davanti al lago nero. Il vostro salice.
Sai che la sua stagione preferita è l’inverno, non l’estate, non la primavera, no. Lei riesce a trovare qualcosa di bello anche in una stagione fredda e cattiva, dice che è come te. Gelida all’apparenza, ma buona nella realtà. Si proprio così, dice buona.
Sai che odia essere chiamata Lils, ma tu la chiami lo stesso così perché ti piace il colore delle sue guance quando si arrabbia.
Sai che il suo fiore preferito non è il giglio, come sai che è impossibile sapere quale sia perché cambia gusti un giorno sì e l’altro pure. Ieri erano le ninfee, oggi sono le peonie. Quelle bianche però.
Sai che non le piace piangere e quando le hai chiesto il perché neanche lei ti ha saputo rispondere.
Sai anche ha più di centoventi lentiggini in viso. Hai tentato di contarle mentre lei dormiva accanto a te sul divano della Sala Comune, ma hai perso il conto e ti sei addormentato pure tu.
Ha appena varcato il muro di pietra della Sala Comune dei Serpeverde, anche oggi è qui, come ogni pomeriggio è passata a salutare il suo migliore amico. Te.
È il momento di dirglielo, ti alzi da quella comoda poltrona e ti dirigi verso di lei.
Ti sta salutando con qual suo sorriso così dolce e così allegro, così Lily.
Potresti guardarla sorridere così per ore.
Ti avvicini più del necessario e puoi vedere il castano scuro dei suoi occhi inghiottito dalla pupilla nera come la pece, e puoi percepire senza problemi il suo profumo, una leggera fragranza di cannella e pergamena.
Senza dire niente, senza rispondere al suo saluto le sfiori appena le labbra e la senti sussultare, rimanere immobile come una statua di marmo e poi stringerti più forte che può.
Questa volta sei tu a rimanere fermo e aspetti che il suo profumo si mischi al tuo.
Una cosa però non la sapevi. Sei stato minuti, ore, giorni a fantasticare su come avrebbe reagito. Beh, ora sì, ora sai veramente tutto di lei.