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Autore: JD Jaden    13/06/2013    2 recensioni
Come è nata Panem? Lei lo sa. Lo ha imparato a scuola e ne ha sentito parlare dagli anziani del Distretto 12. Come si è passati dalla pace ai Giorni Bui? Beh lei li ha vissuti, anche se era piccola e ha cercato di rimuovere il trauma. Come è finita la guerra? Per lei con una perdita inaccettabile. E come si sono svolti i primi Hunger Games? Lei è stata il primo Tributo femmina del Distretto 12. Ed è stata la prima vincitrice. Nessuno meglio di lei può raccontare questa lunga, terribile storia...
Chi è lei? Jaden Cartwright, 17 anni, ragazza del Giacimento che cerca di tirare avanti in un mondo difficile e crudele. In questa brutta avventura cercherà di imparare come si fa a sopravvivere in mezzo alla morte, a non impazzire davanti a scelte impossibili, a ricominciare a vivere quando tutto sembra finito.
Ma capirà che niente è finito. Che è proprio quando sembra che la vita sia più bella, più semplice, che l'incubo ricomincia, più reale e temibile di prima.
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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"..."

(...)


 

CAPITOLO 14.
Alle prime luci dell'alba mi alzo e riordino l'accampamento e le idee.
Il fuoco è quasi spento, ma smuovo le braci, aggiungo legna e si ravviva subito riscaldando l'ambiente. E non solo in termini di temperatura.
Ritiro le coperte nello zaino e lo metto all'imboccatura della nostra grotta. Mi sistemo il coltello e la cerbottana nella cintura, perché siano a portata di mano. Mi sento più sicura, ora.
Riempio il pentolino di acqua, la faccio bollire e la metto nella bottiglia, di scorta. Lascio quindi la bottiglia nell'acqua, perché si raffreddi un po'.
Raccolgo delle foglie di menta e strappo un rametto dall'unico pino della zona. Metto quindi altra acqua nel pentolino e preparo un tè alla menta, pino e liquirizia. Quando è quasi pronta arriva un paracadute. Ancora sponsor. Sto piacendo molto, quindi. Ken è un genio!
Due tazze, due cucchiaini, un barattolino di zucchero. Il mio tè diventerà buonissimo.
Sveglio la piccola Giorgine, pregando che stia meglio. E' molto pallida, ma non sente dolore (e ci credo è imbottita di morfamina). Riesce a malapena a mettersi seduta, appena fuori dalla grotta, rimanendo appoggiata ad uno dei massi. Le metto fra le mani gelate la sua tazza di tè caldo e lei lo beve avidamente.
«E' buonissimo, Jaden! E' dolce... come hai fatto?»
«Solo menta, aghi di pino e liquirizia. E poi abbiamo dei buoni sponsor. Ci hanno mandato anche dello zucchero! Sai, penso che i nostri mentori si siano uniti...» in effetti è molto probabile che non sia solo di Ken il merito di tutti questi lussi.
«Allora qualcuno di Capitol City ha scommesso su di noi! Credono che una di noi possa vincere!» il suo viso viene illuminato da un largo sorriso. Io invece vorrei piangere. Non so dove trovo la forza di sorriderle anche io...
All'improvviso, però, torna seria.
«Ora devo andarmene, vero?» giusto, le avevo detto che poteva rimanere solo per la notte. E ora che mi invento?
«Non per forza. Sai ci ho pensato... potremmo rimanere qua e aspettare i Favoriti. Quindi allieteremo i capitolini con uno scontro finale tutti contro tutti... nel frattempo possiamo goderci i regali degli sponsor e le piccole comodità dell'accampamento. Almeno non passeremo gli ultimi giorni da sole...» spero di essere stata convincente. Mi disgusta mentire così, mi faccio schifo da sola e mi fa orrore l'idea del tutti contro tutti, ma non ho altra scelta se voglio farla soffrire il meno possibile! Lei ci pensa su e poi accetta. Forse in cuor suo sa che non farebbe molta strada, da sola. Non sente più dolore, ma si sarà senz'altro accorta che anche i movimenti più semplici non le riescono bene. Non mi sembra affatto stupida, è pure possibile che sappia già di essere spacciata.
«Però spero di non doverti uccidere. Sei stata così buona con me!» non è la stessa frase crudele e fredda che mi ha detto Andrew quel giorno sul treno. Le parole sono praticamente se stesse, ma nel tono di Giorgine c'è una vera tristezza.
«Spero anche io la stessa cosa per te.» anche questa è una bugia, perché so bene che non dovrò ucciderla, ma che morirà presto per conto suo...

Ora chiacchieriamo liberamente, mentre io cucino, le servo da mangiare e da bere, raccolgo le erbe e controllo il fuoco. Mi chiedo come mai i Favoriti non siano ancora venuti a prenderci. Non avranno davvero paura di noi due? Forse di me sì, perché non sanno che il mio talento segreto non ha nulla a che fare con l'omicidio, ma Giorgine non fa esattamente paura. Certo loro non sanno che è debole e in fin di vita...
Verso sera compare il sigillo di Capitol City seguito dai nomi dei morti di ieri.
Stewart Montgomery, del Distretto 3.
Tom Jorgen, del Distretto 8.
Ci guardiamo, tristi. Sono solo nomi per me, ma fanno comunque male.
Un rumore improvviso ci fa sobbalzare. Io salto in piedi e afferro istintivamente la cerbottana.
Passi pesanti. Più di una persona. I Favoriti, senza dubbio. Vengono verso di noi. Hanno preso coraggio? Ma come mai fanno tanto casino? Avrebbero potuto avvicinarsi silenziosamente e prenderci di sorpresa... e invece corrono come una mandria di bufali. Magari pensano di spaventarci, ma io sono già pronta, in posizione, acquattata, rivolta verso il rumore.
Li vedo, sono quasi arrivati nella piccola radura della cascata. Sono avvolti da uno strano alone rosso, un bagliore innaturale. Sgrano gli occhi, ma non

faccio in tempo a reagire che Cara, Gioi e Andrew sbucano dalla foresta incantata, inseguiti dalle lingue di fuoco di un incendio. Si buttano in acqua ignorando la nostra presenza. L'istinto mi dice di fare lo stesso, ma c'è qualcosa di innaturale in quelle fiamme che mi spinge a rimanere dove sono.
Lo capisco un minuto più tardi e lo capiscono anche i Favoriti, immagino. Fumo, calore e fuoco non ci raggiungono. Se ne stanno ammiccanti sul bordo del bosco, bruciando la bellezza incantata della fantasiosa vegetazione, ma come imprigionate dietro ad una parete invisibile.
Adesso è tutto più chiaro. La stavamo tirando troppo per le lunghe! Gli strateghi hanno capito che i due gruppi di Tributi rimasti non avevano nessuna intenzione di muoversi dai rispettivi accampamenti. Dovevano fare qualcosa per spingerci nella battaglia finale...

I Favoriti escono dall'acqua, inzuppati e tremanti. Hanno gli abiti bruciacchiati in molti punti e spero davvero che siano almeno un po' indeboliti dalle bruciature. Devo agire prima che si riprendano!
E' orribile quello che sto per fare, ma la voglia di vivere è più forte della paura.
Prendo la mira e sparo il primo dardo, dritto nel collo di Gioi. Lei urla per lo spavento e si porta la mano al punto dove la mia arma l'ha colpita. Succede subito. Crolla a terra e si sente il colpo di cannone. Ho fatto un buon lavoro, con il veleno. Prego che non abbia sofferto mentre miro al collo di Cara.
Però lei e Andrew mi hanno individuata e zoppicano verso di me. Lui non ha più il suo arco, ma lei ha un coltello. Cosa vogliono fare? Iniziare una lotta corpo a corpo, deboli e feriti come sono? Forse il fumo gli ha dato alla testa... Estraggo anche il mio coltello e prima che mi raggiungano riesco a colpire anche Cara che muore qualche secondo dopo. Colpo di cannone nello stesso istante in cui Andrew mi raggiunge e si lancia su di me.
Poi diventa tutto confuso.
Giorgine urla disperata, ma striscia impotente dentro la grotta, come atto estremo, per nascondersi.
Andrew mi blocca a terra e non riesco più a muovermi. Questa scena è troppo simile a quella del mio incubo e io inizio ad avere seriamente paura di morire...
Però il mio compagno di distretto non prova a strangolarmi, non cerca di uccidermi in alcun modo. Si limita a bloccarmi a terra.
«Alla fine dovrebbe spettare a me! Ucciderti per tornare a casa... Mi spieghi come posso farlo?!» Sta bisbigliando e nella sua voce c'è autentica disperazione.
«Eppure vedo che tu non avresti avuto problemi! Volevi spararmi con quella cosa che tieni in mano, come hai fatto con Cara e Gioi?!»
«Non avevo scelta... mi avrebbero uccisa... e poi non sono io che giravo a caccia di Tributi! Io non ho ucciso nessun altro in questa dannata arena! Ma voglio tornare a casa mia! Voglio vivere!» le sue accuse sono troppo per me. Come può credere che non avrei avuto problemi ad ucciderlo?!
«Quindi cosa suggerisci di fare eh? Devo uccidere la tua piccola alleata e poi suicidarmi per lasciarti tornare a casa?»
«Lascia stare Giorgine! Non devi toccarla!»
«Che cosa vuoi dire? Cos'è questa storia? Non dicevi di voler tornare a casa...? Non vi lasceranno tornare assieme, lo sai bene! Non c'è pietà in questo gioco...» è confuso, ma non lascia la presa sul mio corpo. Non posso dirgli che Giorgine morirà comunque, fra qualche ora o qualche giorno. Sentirebbe anche lei!
«Va bene, uccidimi! Uccidi me, così sarà tutto finito...»
«E lei?»
«Lei non è un problema tuo!» un barlume di comprensione brilla nei suoi occhi blu. Sono blu! I suoi occhi sono ancora blu e non rossi e iniettati di sangue come nel mio incubo...
«Bene. Allora, se le cose stanno così...» si gira sulla schiena, portandomi su di lui. Quindi mi stringe a se e mi bacia. Io vorrei davvero scappare, ma non riesco. La sua presa è come una morsa d'acciaio. Avrei preferito che mi uccidesse! Perché mi bacia? Cosa vuole da me?
«Sai perché hanno inventato gli Hunger Games?» e ora cosa ha in mente?
«Non lo sai? Secondo me quello che vogliono non è vederci morire. Loro vogliono spettacolo! E allora perché non gli diamo un po' di spettacolo?» mi fa tornare sotto di lui e mi bacia di nuovo, ora con più forza. Ora capisco quello che vuole fare. Vuole che Capitol City stia a guardare mentre lui abusa di me, per poi uccidermi. Questa è la sua idea di spettacolo!
«La vuoi sapere un'ultima cosa? Io non ho mai voluto vincere... mi sono offerto volontario solo per passare del tempo con te. Lo avrei fatto anche se non fosse stato estratto tuo fratello! Tu mi piaci e avevo paura che saresti morta e che non avrei più potuto dirti quello che provo con te... io ti amo Jaden e non posso certo ucciderti! Se quello che vogliono è un vincitore, a questo punto della storia è giusto che sia tu. E' accettabile... ho deciso che mi sta bene.» quindi non vuole uccidermi?
«Però non voglio morire così. Ci sono tantissime cose che avrei voluto fare prima di morire, tre delle quali particolarmente importanti... una di queste era fare sesso, ma grazie alle mie alleate ho potuto fare anche quello... l'altra era baciarti e confessarti i miei sentimenti e ora l'ho fatto. Mi resta ancora una cosa...» quindi ha fatto sesso con quelle ragazze? E' disgustoso che l'abbia fatto in televisione. Ed è disgustoso che ora mi stia confessando i suoi sentimenti aggiungendo questi dettagli insopportabili!
«Cos'altro vuoi da me? Perché non puoi uccidermi e basta?!»
«Ma allora non mi ascolti! Io voglio che tu vinca. Prima però farai una cosa per me... il mio ultimo desiderio è fare l'amore con te...» le sue mani si insinuano sotto i miei vestiti. Questo è troppo. Faccio ricorso a tutte le forze che ho e anche a qualcosa in più, che viene dalla disperazione. Con un colpo di reni mi libero dalla sua presa e ribalto la situazione. Poi con un gesto secco e deciso affondo il coltello nel suo stomaco.
Il suo sangue inizia a zampillarmi addosso.
La sua espressione è stupita, terrorizzata e sofferente.
Non posso sopportare che muoia dissanguato fra atroci dolori, quindi mi alzo e gli sparo l'ultimo dardo nel collo.
Pochi secondi e sento il colpo di cannone. Lascio cadere le armi e mi accascio a terra.
Vengo scossa da brividi incontrollabili. Sono coperta di sangue.
Del sangue del ragazzo che ha regalato a mia sorella un lecca lecca.
Dello stesso ragazzo che ha salvato la vita di mio fratello.
Del ragazzo che mi ha appena dichiarato il suo amore.
Del ragazzo che ho odiato, ma che non avrei MAI voluto uccidere!

Non so dire quanto tempo sia passato. Sono rimasta immobile, inginocchiata di fianco al corpo di Andrew. Tremo per la paura e per il freddo, ma non riesco a muovermi per prendere le coperte nello zaino.
Gli tengo una mano e resto li, senza fare nulla.
So che Giorgine mi ha chiamata un paio di volte, ma io le ho risposto di dormire. Che va tutto bene.
Però niente va bene!
Dovrò restare qui per chissà quanto tempo, ad aspettare che la cancrena si porti via quella bambina, che ignara rimane sdraiata nella grotta, senza potersi muovere. Senza capire cosa sta succedendo! E non ho più la forza di prendermi cura di lei...

E' l'alba. L'incendio si è placato. Il silenzio è più assordante che mai.
Sono completamente congelata e non riesco più a muovermi. L'ultimo colpo di cannone non si è ancora sentito.
Giorgine è viva, nella grotta. La vedo dormire, avvolta nel sacco a pelo.
Alzo gli occhi verso il cielo, con l'espressione folle e disperata stampata sul viso.
«Fate qualcosa, vi prego!» è solo un sussurro, quello che mi esce dalle labbra, ma lo sentirà tutta Panem, lo so.
E infatti pochi minuti dopo succede davvero qualcosa.
L'esplosione. La frana. La grotta che crolla sul corpicino addormentato di Giorgine. Alcuni frammenti di roccia mi volano addosso e l'onda d'urto dell'esplosione mi scaraventa a qualche metro di distanza, ma non reagisco. Colpo di cannone. Lascio che il dolore si diffonda in ogni centimetro del mio corpo. Mi ritrovo sdraiata a faccia in giù vicino all'acqua.
Sento una voce lontana, festosa.
«Signore e signori, sono lieto di presentarvi la vincitrice dei primi Hunger Games: Jaden Cartwrite, il Tributo femmina del Distretto 12!»
Sono io. Ho vinto i primi Hunger Games. Sono sopravvissuta, potrò continuare a vivere!
Ma cosa sto dicendo? Io sono già morta...


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NOTE DI JD:

 

Undicesimo capitolo aggiornato, ma non betato. Eh sì, siamo arrivati alla fine dei primi Hunger Games e Jaden ha vinto (come sono scontata), ma per la vostra gioia (o forse no) la storia non è ancora finita!
Ci sono altri piccoli colpi di scena nella mia testa e spero di stupirvi :)
Inoltre spero che la morte di Andrew non vi abbia shoccati e non vi porti ad odiare Jaden... insomma tutti vorremmo tornare a casa! E poi avete visto anche le ultime due favorite... morte pure loro.
Va beh, comunque... vi è piaciuto il capitolo? Incrocio le dita nella speranza che mi diciate che è almeno un po' carino. A presto cari lettori.
Saluti, pace, amore e palme nane a tutti voi,
JD

   
 
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