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Autore: A q u i l e g i a    13/06/2013    3 recensioni
Fiordoropoli.
Quella che vede le vicissitudini di Ayden e Kim, due ragazzini della terza media, è una semplice scuola. 
Probabilmente è stato il destino ad unire questi due giovani. Forse accompagnato dalla fortuna e dal desiderio.
Insieme, accompagnati dagli amici di sempre, vivranno emozionanti avventure all'interno di una delle città più magiche ed affascinanti.
Rifacimento di una mia vecchia long. Spero, di cuore, che non l'abbiate letta. Faceva schifo.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Destino beffardo

Era sera. Il traffico scorreva lento lungo Takumi Road, una larga via del centro di Fiordoropoli. Ogni giorno era percorsa da migliaia di persone dirette verso Shihon Square, la piazza più importante della città.

 Ayden sedeva sulla poltrona, affacciato alla finestra. Il suo sguardo era perso nel vuoto, come se non stesse realmente guardando ciò che aveva davanti ai suoi occhi.

C'è qualcosa che ti turba?”, chiese una giovane donna osservando il ragazzo.

No, tranquilla mamma…”, rispose lui assente, senza distogliere lo sguardo dalla gente in strada.

Lo sai che ti conosco”, tentò di ribattere la donna, con le braccia conserte e con uno sguardo che aveva l’intenzione di essere persuasivo.

Davvero, sono a posto”, sbottò Ayden alzandosi e stiracchiandosi pigramente . “Vado a letto!”, aggiunse.

Il ragazzo, con un malizioso sorriso sulle labbra, si avvicinò alla porta e diede un'ultima occhiata alla madre, che ricambiò lo sguardo cercando di esprimere la propria preoccupazione. Ayden entrò in bagno e si lavò a fondo i denti.

Domani è il primo giorno, devo essere preparato!”, pensò il ragazzo guardandosi allo specchio. Nonostante cercasse di mantenere la calma, il riflesso dei suoi occhi tradiva comunque una certa emozione.

Via Skate, è ora di dormire”, disse allo Skitty di casa, comodamente accovacciato sul cuscino del suo letto. Il piccolo felino si alzò pigramente, ma venne preso in braccio da Ayden.

Tu ora vai in camera di mamma e papà”, lo rimbeccò divertito, mentre, con molta dolcezza, lo poneva su un cuscino del grande letto matrimoniale.

Ayden si coricò a letto, ancora pensieroso. Rifletteva sul domani, sull’arrivo di un nuovo giorno: normalmente non era mai stato un tipo particolarmente insicuro, ma un nuovo anno era sempre l’occasione perfetta per riscattarsi da quello precedente. Ayden, infatti, non era mai stato una cima a scuola e non era di certo popolare fra i ragazzi. Per questo motivo cambiare scuola era la cosa migliore che gli potesse succedere.

*

 “Ayden, svegliati. Farai tardi”, disse sbrigativo Kay, suo padre.

Quell’uomo era solito svegliarsi all’alba per andare al lavoro, e il semplice fatto che lo avesse svegliato era un evento che aveva dell’eccezionale. Ayden si preparò in poco tempo, lavandosi velocemente i denti e vestendosi in fretta e furia: era emozionato.

Perché non posso ancora andare a scuola?”, chiese sconfortata la piccola Akiko, sorella minore di Ayden.

A cinque anni i bambini non vanno a scuola, lo sai”, rispose amorevolmente sua madre versando nella ciotola della figlia i cereali e il latte.

Ayden entrò in cucina, dando da mangiare ad Herdier.

Oh, grazie figliolo, penso avesse fame.”, rispose il padre del ragazzo gettando un’occhiata all’orologio. “Scusate, adesso scappo”, disse l’uomo dirigendosi in fretta verso la porta e guardando per un istante suo figlio, prima di scendere giù per le scale del condominio.

Ricordati: cartella, pranzo e testa”, disse sorridendo Candice, madre di Ayden, mentre assumeva una finta aria pensierosa. “Accidenti, quest’ultima ti manca!”, lo prese amorevolmente in giro la donna.

Spiritosa! Ti voglio bene, a dopo!”, rispose un po’ seccato il ragazzo, che, sbadatamente, si dimenticò, per l'appunto, il pranzo. Sua madre aveva proprio ragione, un giorno sarebbe finito col dimenticare la testa sul cuscino.

*

Ayden non amava percorrere la città. Così caotica, confusionaria, priva di logica. La nuova scuola non era poi più lontana del precedente istituto, ma le vie da percorrere erano più isolate e nessun autobus vi faceva direttamente sosta. In ogni caso Ayden preferiva la campagna, le zone prive di traffico. Era Azalina il suo posto, quello privo di rumori, dove era nata la sua mamma, dove regnava il silenzio. D’estate, ormai sempre più di rado, andava a trovare i nonni in una casa molto ampia nella periferia della città, prima del bosco. Ciononostante non gli dispiaceva del tutto nemmeno Fiordoropoli: infatti, ogni mattina, da quando ne aveva memoria, allungava la strada percorrendo Gendai Street, famosa per gli artisti di strada e le bancarelle piene di oggetti d’arte. Fin da piccolo quella strada era stata il suo chiodo fisso e l’aveva sempre amata. Navigando fra i pensieri riuscì a scorgere con lo sguardo la scuola. Questa era un modesto edificio nei pressi dell'incrocio di due delle vie principali della città. Non era di certo l’istituto più prestigioso del posto, ma era rinomato per essere l’unico angolo verde del centro. Se si escludeva il Parco Nazionale, infatti, Fiordoropoli non era mai stata una città verde, in quanto persino il verde privato era limitato alla sola periferia. Il ragazzo varcò l’ingresso della scuola, incontrando una marea di ragazzini che allegramente si rincontravano dopo una lunga estate. Ayden, al contrario, non conosceva nessuno, ritrovandosi immerso in un mare di anonimi. Timidamente entrò nel grande atrio, sommerso da una miriade di studenti. Dalla folla, all’improvviso, spuntò una ragazzina che lo fissava con un gran sorriso sul volto:

Ciao, sono Kim, so cosa si prova ad essere nuovi!”, gli disse avvicinandosi.

Sai, non mi piace essere fissato in questo modo”, commentò il ragazzo, leggermente infastidito.

Devi perdonarmi, ma mi hanno detto che sarebbe arrivato uno studente nuovo. Sei tu, non è vero?”, esclamò la giovane con un tono che aveva poco di interrogativo.

Perspicace!”, esclamò. “Comunque, sono Ayden”.

Piacere di conoscerti, Ayden!”, rispose regalandogli un altro sorriso e stringendo con vigore la mano del nuovo arrivato.

 

I due giovani raggiunsero la classe in poco tempo, ritrovandosi di fronte ad una grande aula popolata da altri ragazzini della loro età che ciarlavano del più e del meno.

Qual è il tuo Pokémon?”, chiese Ayden a Kim.

Non ho ancora un Pokémon.”, rispose sconfortata la ragazzina. “Non saprei come gestirlo e, dunque, non me lo sono ancora meritato, almeno secondo i miei genitori”.

Suvvia, sono sicuro che sapresti come trattarlo!”, obiettò Ayden.

Sì, forse; ma non posso farci niente”, ribatté la ragazza, leggermente avvilita.

 


 

Nel frattempo un uomo entrò distintamente nella classe affollata.

Buongiorno a tutti. Io sono il Professor Lewis e sono il vostro insegnante di matematica”, si presentò.

Ma professore, noi sappiamo chi è lei!”, ribatté una voce anonima proveniente dal fondo dell’aula.

Sì, certo! Spero ve lo ricordiate; ma noto che abbiamo una faccia nuova, qui”. L’uomo, alto e ben pasciuto, con abiti non troppo formali, si rivolse ad Ayden facendogli segno di venire da lui.

Allora, ragazzo. Presentati, su!”.

A-Allora", balbettò Ayden emozionato ,“io sono Ayden Emi, ho tredici anni e l’anno scorso ero alla Golden Hane Academy”.

Dalla Golden Hane, dunque. Capisco. Allora sarai abbastanza ben preparato, ottimo! Puoi andare a sederti”, rispose distrattamente il professore leggendo una circolare sul registro di classe. Ayden si sedette nel primo posto vuoto che trovò, accanto ad un ragazzo in prima fila. Vide Kim pochi banchi più in là, alla sua sinistra e la salutò con un debole cenno.

Allora,vorrei informarvi che i Tornei Provinciali di Lotte Pokémon cominceranno la prossima settimana nella palestra grande. Il vincitore potrà partecipare alle Gare Regionali, poi Nazionali, Internazionali e via dicendo”, disse il professore rivolgendosi ad alta voce alla classe.“L’incontro di ammissione sarà fra tre settimane, e sarà concesso l’uso di un solo Pokémon”.

Ayden vide lo sguardo abbattuto di Kim. Si vedeva quanto le pesasse il fatto di non essere un’allenatrice.

Il foglio delle iscrizioni si trova qui. Chiunque sia interessato, può partecipare”, continuò il professore mostrando un foglio bianco, che appese con una puntina alla bacheca di classe.

Forse potrei partecipare”, pensò Ayden guardando la Poké Ball che stringeva tra le mani. Era sempre stato un ragazzo che aveva cieca fiducia nei suoi Pokémon, cosa che lo spinse a pensare di avere anche qualche possibilità di vincere. Si alzò di scatto e felicemente scrisse il suo nome sul foglio, incuriosendo alcuni suoi compagni.

Bene, ragazzi”, proseguì il professor Lewis, "ora siete liberi mentre compilo questi moduli in segreteria. Mi raccomando: niente...”, iniziò, venendo tuttavia interrotto da un coretto. “Niente urla, spintoni, grida, urla, effusioni, baci”, terminò la classe prendendo un po’ in giro il professore, che, con un sorriso soddisfatto, uscì dall’aula.

Con che Pokémon parteciperai?”, si sentì domandare Ayden da un ragazzo. “Sai, vorrei avere un degno rivale da affrontare e spero che tu non sia un brocco. Ah, a proposito, sono Den”.

Il ragazzo era abbastanza alto, con occhi rossi e capelli neri, con qualche rigatura di colore castano scuro.

Avrai modo di constatarlo tu stesso” , rispose Ayden, mantenendo volutamente un’aria misteriosa.

La campanella suonò alle tre del pomeriggio. Era stata una giornata leggera, di pura socializzazione, nulla di più. Ayden uscì fiero da scuola: sentiva che quell’anno sarebbe stato felice.

Ayden! Aspettami!”, urlò una voce da dietro di lui.

Oh, Kim, anche tu fai la mia strada?”, chiese Ayden alla ragazza, stanca per la corsa.

Scusami, ma odio tornare a casa da sola”, rispose lei con un sorriso molto dolce mentre cercava di riprendere fiato.

Aveva i capelli biondi un po’ arruffati e il sole le illuminava il volto a metà, esaltando i suoi bellissimi occhi blu mare.

Dove abiti?”, chiese Ayden, sapendo di avere una certa confidenza con Kim.

C-Chie Street”, rispose distrattamente la giovane, che faceva segno di svoltare all’angolo.

Davvero? Un gran bel quartiere! E io che mi accontento di un’amara Takumi Road! Sai, ci andavo da piccolo per il cinema... So che ci sono case davvero stupende, sei davvero fortunata! Ti invidio!”, rispose allegramente Ayden.

No, beh. Chie Street è davvero un gran bel posto, ma non è il caso di invidiarmi, fidati!”, proseguì la ragazza, nascondendo una piccola smorfia di tristezza.

Niente? Vorrai scherzare! Io abito sopra un centro estetico che si chiama "Strappa e non piangere” e lascio a te immaginare a cosa si riferisca!”.

Kim sorrise, ma distolse subito lo sguardo.“Ora devo svoltare! Sai, è stato davvero un piacere conoscerti, a domani!”.

Ah, d’accordo, a domani!”.

I due ragazzi si salutarono con un grande sorriso, ognuno prendendo la propria strada.

 “Caspita, ma perché devo continuare a mentire così?”, pensò amareggiata Kim mentre superava Chie Street.



 

 

Nido delle aquile

Sì, rieccomi! Avevo, già da tempo, fatto un pensierino su un'eventuale ripubblicazione di una mia vecchia long. La scrissi anni or sono, e la ripubblicai, convinta che fosse perfetta. No, faceva schifo, ma me ne sono accorta di recente. 
Spero che, almeno per una volta, riuscirò a completarla! La trama non sarà originale, e alla gente non piace leggere storie riguardanti OC (Original Character), ma io ci provo. Abbiate fiducia!

Perdonate le strane virgolette, ma per qualche arcano motivo non sono com'erano su OpenOffice. Bah.

Vedrò di aggiornare di domenica. {Ci provo}

Ci tengo, inoltre, a ringraziare Class Of 13 per il betaggio!
 

-Saku-

  
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