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Autore: LullabyPotter    14/06/2013    6 recensioni
Alessia Augusti è una vecchia amica di tre personalità completamente diverse tra loro.
Una è Leonardo da Vinci, da poco divenuto Maestro. La seconda è Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto IV. L'ultima è Lorenzo de' Medici, il padrone di Firenze.
Alessia dovrà imparare molto presto a destreggiarsi tra un amore impossibile, un'amicizia fraterna e le gelosie dei potenti.
Riario slacciò le dita da quelle di Alessia e fece scorrere l'indice sul profilo della ragazza. «L'oscurità non è poi così male, quando ti ci abitui.» disse, con un leggero sorriso.
Alessia lo guardò di sbieco. «Io non sono mai entrata nell'oscurità.»
«Fin'ora.» replicò Girolamo.
«Fin'ora.» confermò ella, annuendo.

_Eagle ||
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Lorenzo Medici, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Per Jess, la mia beta
a cui piacciono le risse.


Capitolo 6


Lorenzo rigirò tra le dita l'anello che Giuliano aveva recuperato dal vicolo. Era di ottima fattura, sottile, con una pietra blu incisa. Era piccolo, fatto per essere indossato da mani fini, femminili. «Non hai trovato altro?» chiese, alzando finalmente gli occhi sul fratello. Il sacchetto con le monete giaceva sulla sua scrivania.
Giuliano scosse la testa. «Da Vinci si sta occupando del corpo del ragazzo.»
Lorenzo annuì distrattamente, riportando lo sguardo sull'oggetto che teneva in mano. Quindi lo alzò, mostrandolo al fratello. «Dobbiamo scoprire a chi apparteneva.» lo appoggiò accanto al sacchetto. «Se troviamo a chi il ragazzo l'ha rubato, troviamo anche il mandante.»
«E se non fosse così?» chiese Giuliano, avanzando di mezzo passo. Aveva fatto lo stesso ragionamento, ma pensandoci meglio quella logica aveva cominciato a incrinarsi pericolosamente. «È molto probabile che non avesse casa o che fosse il servo di una famiglia. Potrebbe averlo rubato nella casa dei suoi padroni o da qualunque altra parte prima o dopo aver ricevuto il pagamento. Se così fosse, il proprietario dell'anello non avrebbe nulla a che fare con l'aggressione ad Alessia.»
Lorenzo annuì, concordando con suo fratello. «Cominciamo a scoprire a chi appartiene.» replicò. È vero, concordava, ma non avevano altro in mano. Dovevano cominciare da lì, se speravano di capire.
Giuliano annuì e riprese l'anello, prima di congedarsi e uscire dallo studio, pensando di chiedere consiglio a Gentile Becchi.
Lorenzo si sedette portando una mano alle tempie. Quella era solo una delle tante preoccupazioni che gli affollavano la mente. Riguardo a tutta quella storia, si chiedeva perché il mandante del tentato omicidio di Alessia non avesse anche sparso la voce che lei era la figlia bastarda di Piero de' Medici. Se davvero era un tentativo di colpire lui e la sua famiglia come pensava, perché non rendere pubblica una notizia del genere? Era la cosa più logica da fare. Eppure non era stato così. Si erano limitati a infamare lei, non i Medici. Perché? Chi la odiava così profondamente? La risposta gli sfuggiva e Lorenzo non sapeva darsi pace.

```


«Sei sicura di voler conoscere il tuo futuro, Alessia?» Zoroastro la fissava con quegli occhi d'ossidiana che Alessia aveva sempre trovato bellissimi, ma con inquietanti. C'era una luce negli occhi di Zoroastro che l'aveva sempre messa a disagio. Annuì senza esitazione. «Molto bene.» l'amico di Leonardo finì di mescolare le carte e ne mise tre sul tavolo una in fila all'altra, coperte. Appoggiò da parte il mazzo e si concentrò sulla ragazza, scoprendo la prima carta che rappresentava il Passato. «La Giustizia.» disse, osservando il disegno. «Le tue azioni hanno portato delle conseguenze. Conseguenze gravi, con cui hai dovuto fare i conti. Hai affrontato la legge ma hai trovato conforto nella bilancia dei giusti.» Osservò per un momento Alessia, prima di passare alla carta successiva, rappresentante il Presente. «L'Angelo.» Zoroastro osservò prima la carta e poi la ragazza. «Simboleggia una novità. Non è al rovescio, ciò significa che è qualcosa di bello, oltre che importante.» detto questo, spostò la sua attenzione sulla terza carta ancora coperta, simboleggiante il Futuro. Zoroastro la scoprì. «La Morte.» Alessia si accorse di trattenere il respiro. Non era sicura le sarebbe piaciuto quello che Zoroastro stava per dirle. «Rovesciata com'è adesso simboleggia la fine e la distruzione. Avverrà un altro cambiamento importante, distruttivo e inevitabile. E tu ne sarai la protagonista e, forse, persino l'artefice.»
«Qualcuno morirà?» chiese Alessia, osservando Zoroastro con apprensione.
«È probabile.» rispose l'altro, annuendo. «Ma è impossibile sapere chi.»
Il cuore di Alessia perse qualche battito.

```

Due settimane dopo.

«Lo so.» Leonardo aveva detto queste parole, prima che Girolamo salisse le scale verso la camera di Alessia.
Il Conte si voltò verso di lui con un'espressione vagamente perplessa. «Voi sapete che cosa, esattamente, artista?»
«Sono due settimane che entrate dalla scala esterna.» replicò il da Vinci, e Girolamo si chiese come facesse a saperlo, prima di ricordarsi ciò che aveva detto Alessia: mi conosce bene, lo capirà da sé. «Questo significa che non volete essere visti, e può esserci un solo motivo per cui non volete essere visti.» Leonardo parlava con semplicità.
Le labbra di Riario disegnarono il sorriso sottile che comunemente solcava il suo viso. «Cosa state cercando di dirmi?»
Leonardo scrollò le spalle. «Nulla, in realtà.» replicò. «Spero solo che lei non ne rimanga scottata.»
Girolamo si inumidì le labbra, prima di rispondere. «Sapete bene che non è mia intenzione recare alcun danno ad Alessia.» ribatté.
L'inventore annuì. «Ma voi siete promesso.»
Per la seconda volta, Girolamo si chiese come diavolo facesse Leonardo da Vinci a sapere del suo prossimo matrimonio con Caterina Sforza, ma forse avrebbe dovuto imparare a non porsi certe domande. «Non capisco come il mio matrimonio possa collegarsi ad Alessia, artista.»
Leonardo allargò e braccia. «Mi sembra ovvio.» rispose. «Non c'è un futuro per voi e lei insieme. E Alessia è fragile. Molto fragile.»
Il Conte aveva capito dove voleva arrivare l'artista, e non poté fare a meno di pensare che avesse ragione.

```


Quando Girolamo entrò nella camera di Alessia, la trovò inginocchiata a terra, piegata sul vaso da notte, preda di un forte conato di vomito. Sembrava stesse rigettando l'anima.
Corse verso di lei, che stava in quel momento cercando di riprendere fiato. «Che cos'hai?» le chiese, posandole una mano sulla schiena.
«Non preoccuparti, non è nulla di grave.» rispose la ragazza, mentre tratteneva un nuovo conato. «È solo una conferma ulteriore.» si sedette a terra, ansimando.
Riario la osservò con aria vagamente perplessa, mentre la ragazza si spostava i capelli dagli occhi. «Ulteriore conferma a cosa?»
Gli occhi scuri di Alessia si accesero d'eccitazione mentre intercettavano quelli nocciola di Girolamo. «Questa mattina Leonardo mi ha detto che ero strana. Più pallida del solito, per citare le sue parole. E dopo aver mangiato un pezzo di focaccia sono dovuta correre qui.» si fermò, inumidendosi le labbra e deglutendo, cercando di scacciare il sapore acre che le aveva invaso il palato e la lingua. «Era da qualche giorno che ci pensavo.» prese un ultimo respiro profondo. «Credo di aspettare un bambino.»
Sul viso del Conte si disegnò, per la prima volta da quando lo conosceva, un'espressione stupita. Un'espressione davvero stupita. Dischiuse appena le labbra, come se avesse voluto iniziare a parlare, ma nessun suono ne fuoriuscì. «Cosa?» riuscì finalmente a dire, dopo diversi istanti che gli parvero lunghissimi minuti.
«Aspetto un bambino.» ripeté Alessia, spostando lo sguardo sul proprio ventre e appoggiandovi una mano.
Riario era senza parole. Un bambino. Alessia era rimasta incinta. Stava per diventare padre. Di un figlio che cresceva nel ventre di Alessia. E lui entro poco avrebbe dovuto sposarsi con Caterina Sforza.
Eppure, nonostante tutte le complicazioni che quella gravidanza portava con se, sul viso del conte si disegnò ciò che per lui era di più vicino a un sorriso sincero. Perché, per quanto sarebbe stato difficile spiegare a Sisto che Alessia era tornata da Firenze incinta di suo figlio, Riario non poteva fare a meno di essere felice della notizia.

```


Riario era stato richiamato a Roma da Sisto e, dopo la notizia della gravidanza di Alessia, aveva insistito per riportarla con sé nella Città Eterna, perché lì nessuno avrebbe cercato di ucciderla.
Aveva preparato i suoi bagagli; avrebbe salutato Leonardo, Nico, Zoroastro e Verrocchio poco prima di partire. Solo che c'era un'altra cosa che doveva fare: salutare Giuliano e Lorenzo. E mentre stava lì davanti a loro, subito dopo avergli detto che era incinta, capì perché per tutto il tempo aveva avuto quel nodo allo stomaco che le chiudeva anche la gola e rischiava di non farle uscire le parole.
A renderli tanto ostili non era proprio la notizia della sua gravidanza. Entrambi le avevano sorriso felici quando l'aveva riferita. Ma poi era arrivata la domanda fatidica: chi era il padre? E lei cosa avrebbe dovuto rispondere? Girolamo Riario era l'ultimo nome che avrebbero voluto sentire.
Alessia si era vista passare davanti la figura di Giuliano che si lanciava addosso al Conte e il pugno del de' Medici che colpiva il naso di Riario.
Lorenzo e Alessia urlarono il nome di Giuliano all'unisono, ma fu il Magnifico a correre verso il fratello per cercare di separarlo dall'avversario. Solo che Girolamo era stato più veloce e, dopo essersi ripreso dal colpo ricevuto, aveva risposto allo stesso modo. Nonostante fosse più piccolo e più basso del giovane de' Medici, fu proprio quest'ultimo ad andare a terra. Prima che potesse succedere altro, Alessia si era messa in mezzo a loro, alternando lo sguardo dal fratellastro all'amico. «Adesso basta!» esclamò.
Girolamo, nonostante il sottile rivolo di sangue che gli colava dal naso, aveva mantenuto la sua solita calma, senza scomporsi; gli occhi di Giuliano, al contrario, sprizzavano odio, mentre asciugava anche lui il liquido rosso.
«Non è il momento di lasciarsi andare ad inutili manifestazioni di ostilità.» disse Lorenzo, mentre il fratello si alzava, posando lo sguardo prima sul Conte e poi soffermandosi su Giuliano. Infine, riportò gli occhi su Alessia. «Sarai al sicuro, a Roma?» domandò.
«Sicuramente più di quanto lo è stata qui, visto quello che è successo.» rispose Girolamo, spostando lo sguardo sul Magnifico.
Lorenzo gli lanciò un'occhiata di traverso, evitando di replicare.
«Non preoccupatevi, Lorenzo.» disse invece Alessia.
Il Magnifico si avvicinò a lei, posandole entrambe le mani sulle spalle. «Allora fa buon viaggio, sorella. E che Dio protegga te e il tuo bambino.»



Note dell'autrice«

Eh, si, ho cambiato grafica delle note. Ma ci voleva.
Alur. Questo capitolo è... boh. Non so nemmeno come descriverlo.
Fare Girolamo sconvolto da un bambino in arrivo non è stato facile, ma alla fine penso di avercela fatta a scrivere qualcosa di più o meno decente.
Poooi, per la lettura delle carte ringrazio 
Yoan Siyryu che mi ha dato un sito da cui iniziare a documentarmi e Chemical Lady per la correzione delle cavolate che avevo scritto.
Un altro grazie va a radioactive per la one-shot su Riario e Alessia (Una volta all'anno): vedere quanto è apprezzata la mia piccola piggia mi rende tanto tanto orgogliosa.
Infine, un enorme GRAZIE a tutte quante, e di alcune ripeterò i nomi, perchè mi sopportate e supportate di continuo: sassaYoan SiyryuradioactiveAlesherly, _cocoGenFlea e Chemical Lady.

»Eagle«

  
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