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Autore: naley3gwain46    14/06/2013    5 recensioni
Destiel of course ...Dean è un poliziotto un detective della omicidi di Ny si trova alle prese con un misterioso Killer si è portato via la madre di suo figlio..e come se non bastasse c'è un nuovo detective in città che sconvolgerà la sua vita...I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro... Il telefono squillava, Dean si girò cercandolo a tastoni sul letto,dove diavolo lo aveva messo? Doveva rispondere al più presto. La sveglia diceva 3.05, non che aspettasse buone notizie, del resto se il tuo telefono squilla in piena notte e sei un detective della omicidi in servizio sai già quello che ti aspetta, ma aveva comunque urgenza di rispondere altrimenti gli squilli avrebbero svegliato la persona che dormiva nella stanza accanto alla sua.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ANGELS KILLER '
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**Flap Flap eccoci qua con un nuovo e fondamentale capitolo,, la fine si avvicina sempre più... e verrà presto l'ora di salutarci ma per adesso.. enjoy this ... :D ..come al solito ho fatto del mio meglio e ce la metto proprio tutta per essere originale e non scontata ..spero di non deludervi... sottolineo che Dean e Cas non mi appartengono ... c ho provato ma si appartengono solo tra di loro hanno detto :P... anyway... fiato alle trombe.. al mio segnale scatenate l'inferno.. via!!! **
 
 
Dean era devastato dal rimorso e dal senso di colpa per quello che aveva fatto.
 
Si odiava per come aveva perso il controllo.
 
Amava suo figlio e non gli avrebbe mai fatto del male.
 
Eppure in quel momento guardando in quegli occhi pieni di rabbia e di delusione aveva visto  la stessa rabbia e delusione che sentiva verso se stesso e aveva perso la testa commettendo un errore irrimediabile.
 
Si domandava se Ben lo avrebbe mai perdonato.
 
Lo aveva sicuramente ferito nell'orgoglio oltre che nei sentimenti, e Ben era ragazzino testardo.
 
Del resto era o no suo figlio?
 
Le sue labbra si incurvarono in un sorriso di amarezza.
 
Dean alzò lo sguardo e dall'altro lato del vetro vide Castiel che parlava al telefono.
 
Il suo volto era serio l’espressione concentrata.
 
Dean si chiese come era possibile che in così poco tempo avesse allontanato da se due persone a cui teneva cosi tanto.
 
Ripensava alla sera prima, a quello che era accaduto e a come lo aveva fatto sentire.
 
Alla sensazione che aveva provato a tavola, una sensazione  di benessere.
 
Si era sentito in famiglia come non gli succedeva da tempo.
 
E adesso?
 
La vita di suo fratello era un disastro.
 
Suo figlio lo odiava.
 
E beh, qualsiasi cosa ci fosse stata, o sarebbe potuta esserci , tra lui e Castiel  adesso non aveva più alcuna importanza.
 
Erano solo colleghi e niente di più.
 
Così gli aveva detto.
 
Ma del resto la colpa era sua.
 
Lo aveva allontanato come aveva allontanato suo figlio.
 
Per paura di dimostrarsi vulnerabile o per non apparire debole agli occhi degli altri Dean si teneva tutto dentro, si chiudeva a riccio in se stesso e non faceva passare nessuno.
 
Eppure quel l’uomo dagli occhi azzurri era riuscito a passare.
 
Sembrava conoscere le sue paure e i suoi pensieri più nascosti sembrava capirlo in profondità.
 
E poi aveva fatto una errore, una piccola insignificante sciocchezza.
 
 E lui non aveva esitato a sbatterlo fuori a chiudergli la porta in faccia, perché sono le persone a cui teniamo maggiormente che ci feriscono di più.
 
E questo Dean non poteva permetterlo.
 
Aveva vissuto sempre all'ombra di suo padre pensando costantemente di essere una delusione per lui.
 
E con gli anni si era sentito come se non fosse veramente mai degno dell’amore di nessuno.
 
Perciò allontanava le persone che amava perché non voleva che lo ferissero, come l’assenza d’affetto da parte di suo padre l’aveva ferito da piccolo.
 
Cas alzò lo sguardo e i loro occhi si incrociarono.
 
Dean cercò di far finta di niente, uscì dalla stanza, mise in pausa i suoi pensieri e gli andò incontro.
 
Avrebbe dovuto affrontarlo prima o poi del resto lavoravano insieme.
 
Castiel aveva smesso di parlare al telefono e sembrava impaziente.
 
-Dean dobbiamo andare- disse Cas
 
Dean fu grato di non essere stato lui a dover aprire il discorso.
 
-Anna mi ha appena chiamato e mi ha detto che Jessica è riuscita a risalire all'intestatario di quel conto bancario e non indovinerai mai chi è- continuò Cas concitato
 
-avanti Castiel sputa il rospo non farti pregare-  disse Dean
 
Cas notò con tristezza che erano tornati a “Castiel” comunque fece finta che la cosa non lo ferisse e proseguì:
 
-Fergus Crowley-
 
-Ma non è ..-disse Dean
 
-Il preside di Ben! Esatto- concluse per lui Castiel.
 
 
 
                                                                                       
                                                                                          ****
 
 
Ben era scappato via da suo padre come un fulmine.
 
Era sull'orlo delle lacrime e non voleva dare questa soddisfazione al suo vecchio.
 
Non era mica una femminuccia.
 
Quando arrivò nello studio di suo zio Sammy  quest’ultimo era immerso nel cranio di un suo paziente.
 
Alzò gli occhi dal tavolo operatorio e disse sorpreso:
 
-che diavolo ci fai qui?-
 
-lasciami perdere non ho voglia di parlare-rispose con tono rabbioso Ben.
 
Buttò lo zaino su una poltrona e affondò la testa in un fumetto.
 
-Stai bene?-
 
-Sto benissimo. Va tutto benissimo se non contiamo il fatto che tuo fratello è uno stronzo e io lo odio.-
 
Sam lasciò perdere quello che stava facendo si lavò le mani e si sedette affianco a suo nipote.
 
-Prima cosa Mio fratello come dici tu è tuo padre e dovresti parlarne con più rispetto.. e secondo si sono d’accordo con te ogni tanto è un po’ stronzo.. ma ti vuole bene questo lo so per certo.- concluse Sam con un sorriso.
 
-Zio Sam- inizio Ben arrabbiato
 
- lo difendete tutti quanti ma lui non vi merita.
Non merita il tuo affetto tanto meno quello di Cas- concluse.
 
E men che meno merita il mio pensava.
 
Eppure lui voleva soltanto che suo padre fosse fiero di lui.
 
Voleva soltanto che l’amasse come se fosse veramente suo figlio.
 
Come se facesse veramente parte di quella famiglia.
 
Le lacrime gli bruciavano gli occhi ma lui si morse le labbra non voleva piangere non era una cosa da uomini.
 
Non era una cosa da Dean.
 
Da quando lo aveva incontrato per la prima volta Ben, che aveva sempre sentito l’assenza di un padre nella sua vita, aveva solo desiderato essere come lui, assomigliare a Dean il più possibile.
 
Renderlo orgoglioso.
 
E non gli era sembrato possibile che Dean avesse scelto di essere suo padre.
 
Tutto quello che aveva sempre voluto era renderlo un padre orgoglioso di suo figlio.
 
-Mi spieghi che cosa è successo? Così non so dalla parte di chi stare?-chiese Sam spostandosi i lunghi capelli dietro l’orecchio e sorridendo al nipote comprensivo.
 
Ben gli raccontò la storia dall'inizio. 
-..e poi mi ha tirato uno schiaffo- e con questa frase Ben terminò il suo racconto.
 
Sammy restò sorpreso a quelle parole ma conosceva suo fratello perciò prese le sue difese.
 
Mise una mano sulla spalla di suo nipote, come tante volte in passato suo fratello aveva fatto con lui.
 
Lo guardò fisso negli occhi e con voce calma e ferma agitando la mano di fronte al suo volto lui disse:
 
-sai alle volte noi adulti siamo sopraffatti dalle nostre emozioni tanto quanto voi ragazzi. Dovremmo saperle gestire al meglio, ormai siamo cresciuti, dovremmo essere d’esempio eppure non è così. Dovremmo sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ma la verità è che la maggior parte delle volte non lo sappiamo! La verità è che andiamo avanti per errori e tentativi e dio solo sa quante volte ci sbagliamo. Tuo padre non ha avuto una vita facile. Si è costruito una maschera e tu vedi il Dean sorridente sarcastico e allegro, che beve e esce con le donne, e ti sembra che niente possa ferirlo, ma la perdita di tua madre l’ha steso, tanto quanto ha steso te e fidati se ti dico che lui ha le tue stesse paure e che esattamente come te non sa come gestirle. Fidati se ti dico che si è già pentito di quello che ha fatto e che potendo tornare indietro non lo rifarebbe. E comunque rimane uno stronzo su questo non ci piove.. ma uno stronzo a cui possiamo dare il beneficio del dubbio no?- concluse Sam sorridendo a Ben
 
Ben rimase in silenzio, le parole dello zio lo facevano sempre ragionare, ma sentiva comunque ancora addosso la sensazione di non essere abbastanza.
 
-ok ma tutto quello che faccio con lui è sbagliato. Non sarò mai all'altezza per lui. Non sarò mai degno di diventare suo figlio.-disse Ben con gli occhi lucidi.
 
-Quello che non capite Capoccioni che non siete altro.. è che tu sei Già suo figlio. Così come lui è Già tuo padre.. andiamo guardatevi siete uguali.. due rompiscatole patentati entrambi- gli spiegò Sammy sorridendo.
 
Ben si rilassò un po’, credeva alle parole dello zio Sam.
Lui non lo trattava mai come un bambino.
 
Lo trattava come un adulto, gli diceva sempre la verità e Ben si fidava di lui.
 
Sapeva che non glielo avrebbe detto se non fosse stata la realtà.
 
-Ora torna ai tuoi fumetti ricucio il povero Signor Gabe* e ce ne andiamo a casa- concluse lo zio Sammy.
 
 
                                                                                                         ****
 
 
 
Cas e Dean erano in macchina.
 
Viaggiavano in silenzio.
 
Dean era alla guida della sua Impala e manteneva lo sguardo fisso sulla strada.
 
Si stavano recando a scuola di Ben per interrogare il preside Crowley sui nuovi sviluppi dell’indagine.
 
Cas guardava fuori dal finestrino quel silenzio lo stava uccidendo così si decise a parlare:
 
-Dovremmo scambiarci i nostri telefoni.. - aveva deciso di parlare di un argomento neutrale.
 
- sai prima Anna cercava te e ho risposto io - aggiunse
 
Dean non si voltò neanche a guardarlo prese il telefono dalla sua tasca e glielo porse.
 
Cas mise la mano sulla sua per afferrare il telefono.
 
Quel contatto gli fece ripensare al bacio della sera prima.
 
Alzò lo sguardo e per un attimo i loro occhi si incrociarono.
 
Si affrettò a togliere la mano e Dean se ne accorse e tornò a guardare la strada.
 
Così  Cas prendendo il telefono di Dean dalla tasca del suo Trench lo posò sul cruscotto dell’auto per evitare altri contatti.
 
Dean prese il telefono e se lo mise in tasca e poi sospirò.
 
-Gli ho tirato uno schiaffo- disse poi come a liberarsi di un peso.
 
-A Ben dico.. prima.. gli ho tirato uno schiaffo!- Concluse
 
Cas lo guardò sorpreso.
 
Perché glielo stava dicendo?
 
Non avevano appena chiarito che erano solo colleghi e che il rapporto con la sua famiglia non era affar suo?
 
-sono sicuro che ti perdonerà. Non chiede altro che il tuo affetto Dean!-  si ritrovò a rispondergli  Castiel ed era quello che effettivamente pensava.
 
Ecco com'era con Cas pensò Dean.
 
Lui non faceva neanche la domanda, non esponeva neanche i suoi dubbi, semplicemente Cas glieli leggeva in faccia o nella mente e gli dava sempre la risposta di cui aveva bisogno.
 
-Sai quando ero piccolo,- iniziò Cas guardando verso di lui un punto fisso oltre la sua spalla.
 
 - più o meno all'età di Ben ho perso mia madre. Un tizio ubriaco l’ha investita con l’auto e non si è neanche fermato ad aiutarla. Per questo ho deciso di fare il poliziotto per mia madre.. ed il trench, beh me lo ha regalato Balt al mio primo caso,  perché sapeva che mia madre era un appassionata del tenente colombo, per questo lo indosso sempre perché è come portarla sempre con me, comunque questo non è il punto. Il punto è che io volevo rendere orgogliosa mia madre e che Ben vuole fare lo stesso con te! Per questo devi credermi quando dico che ti perdonerà devi solo dirgli che ti dispiace e che gli vuoi bene! Comunque non sono fatti miei mi dispiace se mi sono intromesso di nuovo- concluse Cas voltando di nuovo lo sguardo verso la strada.
 
Non lo aveva guardato negli occhi ma Dean aveva capito che si stava sforzando di riportare alla memoria qualcosa di estremamente doloroso.
 
Rimase in silenzio rifletteva sul fatto che non sapeva nulla della vita del suo collega.
 
Era la prima volta che sentiva di sua madre e si ricordò che lui, come uno stupido, aveva pure preso in giro il suo trench.
 
-Tenente Cas eh?-  disse Dean come riflettendo ad alta voce e sorridendo.
 
Castiel si voltò di colpo.
 
Deve essere tipico di Dean pensò mettere fine a un litigio con una battuta.
 
Ma non gli importava perché erano tornati al “Cas”.
 
La macchina si fermò erano arrivati nel parcheggio della scuola.
 
-Adesso ci sarà da ridere- Disse Dean pensando alla reazione del preside.
 
Scesero dall'auto e si diressero all'interno dell’edificio.
 
 
                                                                 
                                                                                                            ****
 
Il preside Crowley era dietro la scrivania seduto sulla sua poltrona girevole, come un re sul suo trono, quando Cas e Dean entrarono nel suo ufficio.
 
-Salve signor Crowley sono il detective  Winchester il padre di Ben- disse Dean.
 
Non voleva perdere tempo a spiegare la storia dello scambio di persona voleva andare al sodo e parlare del caso.
 
-Ci scusiamo per stamattina questo è il mio collega- continuo indicando Cas.
 
Crowley li guardò entrambi stupito.
 
Sembrava non capire all'inizio e poi disse rivolto a Cas:
 
-Signor Winchester non sapevo si fosse sposato congratulazioni!-
 
Crowley aveva capito di essere stato fregato la mattina da Cas e adesso gli era tutto chiaro.
 
Quel tizio non era il padre del ragazzo che evidentemente era l’altro, ma voleva divertirsi un po’ alle loro spalle, non gli piaceva essere preso in giro.
 
Dean e Cas si guardarono tra loro imbarazzati e poi entrambi guardarono Crowley.
 
Dean non poteva credere all'assurdità di quella situazione.
 
Sarebbe stato perfino divertente quel piccolo ometto se non si fosse trattato di un sospettato pluriomicida.
 
-sono il detective Novak non Winchester- tentò di spiegare Cas
 
-Capisco non ha preso il cognome di suo marito..Beh in certe situazione è difficile capire chi sarà poi il capofamiglia.. - Crowley se la stava proprio spassando.
 
-No vede noi…- cercò di continuare Cas ma Dean lo interruppe.
 
-Non siamo qui per parlare di noi Signor preside-
 
-Beh comunque sappiate che io non ho nessun pregiudizio-Disse Crowley interrompendo Dean.
 
-Si lo terremo in mente .. ma siamo qui per il suo conto bancario.. più precisamente il conto numero 4815162342** ..le dice qualcosa questo numero è a suo nome o sbaglio?- concluse Dean con il sorriso sulle labbra e la faccia di un gatto  che ha appena messo in trappola un topo.
 
Crowley a sentire quel numero cominciò ad agitarsi e la sua spavalderia venne meno.
 
-E’ o non è un conto a suo nome?- chiese Cas intervenendo nella conversazione quando Crowley rimase in silenzio come pietrificato.
 
-Si ma mi era stato detto che non mi avrebbe creato problemi- disse il preside e stavolta la sua voce non era più beffarda ma  spaventata.
 
-Beh era stato male informato signor preside, questo conto è collegato al killer degli angeli e lei è sospettato di aver ucciso 4 persone in maniera premeditata e a sangue freddo-disse Dean sorridendo adesso era Dean che se la stava spassando.
 
-Ma io non ho fatto niente- iniziò il preside allarmato.
 
-E’ vero il conto è a mio nome.. ma lo tengo aperto per un'altra persona .. e questa in cambio mi da una percentuale ogni tanto.. ma si tratta di opere d’arte.. non certo di omicidi.. mi aveva semplicemente detto che voleva restare anonimo- il piccolo ometto sembrava sconvolto ora e non c’era in lui più nessuna traccia della figura autoritaria che aveva spaventato Cas quella mattina, era intelligente il preside Crowley e sapeva che per lui si stava mettendo male.
 
-E chi sarebbe questa persona?- disse Dean 
 
-E’ un nostro benefattore ci rifornisce anche di materiali scolastici per le aule d’arte-disse Crowley quasi giustificandosi.
 
-Il misterioso benefattore di cui parlava Ben!-disse Cas a Dean
 
-Questo tizio ha accesso al vostro personale, ai vostri dati, ai vostri computer?- chiese Dean.
 
-Beh si ogni tanto.. è venuto qui per le consegne della merce.. e per fare l’inventario delle cose che servivano.. e si ..si è collegato nel sistema ma non vedo cosa c’entri..-
 
-C’entra e come idiota!- disse Dean a Crowley e mentre parlava stava componendo un numero telefonico.
 
-La vostra insegnante di religione come si chiama? Dove vive?- chiese Cas allarmato.
 
-Tessa …Tessa  Gordon- chiese Crowley che sembrava non capire.
 
-Dove abita?- chiese Cas sempre più insistentemente
 
-al 221 sulla Quinta strada***- rispose Crowley che non stava capendo dove i detective volessero arrivare.
 
-Anna sono Dean mandate una pattuglia al 221 sulla Quinta e prelevate Tessa Gordon potrebbe essere la prossima vittima del nostro killer- Dean stava parlando al telefono con la centrale.
 
-E emettete un mandato di cattura per …-
 
-Signor Crowley come si chiama quest’uomo? Questo suo cosiddetto benefattore..- chiese Cas a Crowley
 
Crowley disse con voce incerta:
 
-Nick …Nick Munroe-
 
-Emettete un mandato di cattura per Nick Munroe- concluse Dean e riagganciò
 
-Nick Munroe …dove ho già sentito questo nome ..- disse Cas sopra pensiero
 
Tirò fuori dalla tasca dei vecchi elenchi che avevano ritirato nei negozi visitati per cercare qualcuno che avesse acquistato il particolare tipo di carboncino che stavano cercando.
 
-Dean guarda qui- disse Cas e gli mostrò il foglio che aveva in mano.
 
Dean lesse la carta intestata del primo negozio dove erano stati.
 
Il negozio si chiamava “the art of God” e il nome del proprietario era proprio Nick Munroe.






*Gabe.. ebbene si Gabriel ..è un omaggio a una persona a cui sono grata moltissimo perchè il suo entusiasmo per questa storia mi fa felice.. purtroppo non potevo inserirlo nella storia così all'improvviso ma spero apprezzerai il gesto, lo so che un cadavere non è il massimo ma almeno c'è. :D

** i numeri del conto corrente sono fittizi.. non me ne intendo molto di banche e cose varie perciò ho messo un numero a caso magari mancano anche delle cifre cmq sono dei numeri a me molto cari .. vediamo se qualcuno li riconosce ;)

***221 altro indirizzo che credo non corrisponda alla realtà non so se sulla Quinta a NY ci sia un 221 comunque è un chiaro omaggio a voi sapete Chi :P


**Flap Flap.. e questo è tutto gente ma non vi pensate che è finita qui questo è solo l'inizio ... il meglio/peggio.deve ancora venire... è tornato Moose <3 visto??? il gigante buono <3 ... e adesso che succederà??? lo scopriremo solo vivendo :P ...grazie grazie grazie a tutti quelli che commentano questa storia.. vi voglio un gran bene... e siete speciali e dolcissimi e non finirò mai di ringraziarvi <3<3<3<3 ... e anche a quelli che semplicemente la leggono spero davvero davvero che vi sia piaciuto... un wings hug a tutti xoxo MooseGirl! FlapFla** 
  
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