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Autore: LadyDam    14/06/2013    9 recensioni
La verità è che non è mai stato John a dipendere da me, ma ero io a dipendere da lui. Sempre. Anche ora.
Ho smesso di fumare per lui. Ho smesso di drogarmi per lui. Ho buttato via tre anni della mia vita per lui.
E rifarei tutto, qualunque cosa per lui.
Anche se continuerà ad odiarmi per l'eternità farò tutto ciò che posso per farlo stare bene. Non importa se mi odia, è John e se lui respira respiro anch'io.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Johnlock - La parte migliore di me
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I want you to know the best part of me,
I want you to feel my heart and life's harmony,
even I know sometimes it's hard to see
that I'm nothing without you
and I can't breathe without you.
I want you to know that life's on our side
and when I'm alone you're still on my mind.
Knowing myself I can no longer hide,
'cause I'm nothing without you
and I can't breathe without you.
I want you to know you are the best part of me.
[St Leonards]




L'aria fredda di Londra mi sbatte impietosamente in faccia.

Ha seccato il sangue che mi è uscito dal naso. E' rotto ma non lo sento, la mia mente ha escluso il dolore.
O più probabilmente si è focalizzata su un artiglio che sento conficcato nel petto.
Questo vorrei cancellarlo ma non ne sono in grado, non credo di esserlo mai stato. Non quando si tratta di John.
La verità è che non è mai stato John a dipendere da me, ma ero io a dipendere da lui. Sempre. Anche ora.
Ho smesso di fumare per lui. Ho smesso di drogarmi per lui. Ho buttato via tre anni della mia vita per lui.
E rifarei tutto, qualunque cosa per lui.
Anche se continuerà ad odiarmi per l'eternità farò tutto ciò che posso per farlo stare bene. Non importa se mi odia, è John e se lui respira respiro anch'io.
Guardo verso il basso. C'è buio, è diverso da quella mattina assolata in cui tutto è cambiato. Qui ho capito quanto lo amassi, quanto vivessi in funzione di un'altra persona.
Io non conto nulla mentre John...John è qualunque cosa. E' materia, è reazione chimica.
Lui si sposta, io mi sposto. E' sempre stata quella la nostra danza, tranne quel passo stonato: io mi butto, tu sopravvivi senza di me.
Stringo le mani sul bordo del cornicione su cui sono seduto.
Una leggera spinta e mi fracasserei davvero la testa su quell'asfalto, realizzerei quello che tutti considerano già avvenuto.
Quello che John mi ha urlato che sono: un fottuto morto.
Dei passi si stanno avvicinando. Riconoscerei sempre quella cadenza.
Sento John sedersi accanto a me e con la coda dell'occhio vedo che guarda placidamente le luci della città.
La fronte è distesa, le labbra leggermente piegate all'insù, le ciglia che sbattono in intervalli regolari di quattro secondi.
"Odio questo posto" esordisce, dopo qualche minuto.
Non rispondo, spostando gli occhi sulle mie ginocchia.
"Mi dispiace per il naso".
Mi volto e trovo John che mi guarda, mordendosi il labbro inferiore.
Dalla faccia direi che si sente colpevole e...triste, forse.
Distolgo lo sguardo, fissando senza volerlo il punto esatto in cui si trovava John quando gli ho detto addio.
"Sherlock..."
Il richiamo di John ha una nota strana. Disperazione? Non so, faccio ancora fatica a catalogare i sentimenti.
"A me no. Non mi interessa nulla del naso, non lo sento neanche..."
Non mi sono neanche accorto di aver iniziato a parlare.
"Come...?" inizia John.
"Non mi interessa se mi odi per quello che ho fatto, non mi interessa se sono una persona orribile per te. La verità è che tu sei la parte peggiore di me".
Sento John sbuffare. "Sei davvero bravo a convincere le persone a perdonarti".
Qualcosa di simile ad una risata esce dalla mia bocca e mi giro, piantando gli occhi nei suoi. "Io non voglio il tuo perdono. Non mi serve. Rifarei tutto quello che ho fatto. Dormire sul pavimento di una baracca a Termez per quattro mesi. Non mangiare per giorni e rubare se necessario. Vagare nelle lande assolate del Kazakistan. Nascondermi da chiunque. Farmi accoltellare da un bastardo che mi ha preso alla sprovvista. Avvelenare i collaboratori di Moriarty. O strangolarli a mani nude guardandoli morire".
John aveva sgranato gli occhi. "No, tu non...tu non puoi..."
"Non posso aver ucciso delle persone?" faccio un sorriso amaro, voltandomi. "Sono un assassino John e non me ne importa niente".
"Come...?"
"Avevo il mio obiettivo. Sono diventato davvero una fottuta macchina senza sentimenti e quelli erano solo ostacoli da superare per arrivare alla meta".
"Cosa...?"
La confusione di John è davvero patetica. Ridacchio: probabilmente sono io quello patetico.
"Sei anche e soprattutto la parte migliore di me, John".
Lo guardo e vedo che ho la sua completa attenzione.
"Mi hai tenuto in vita. Mentre morivo di sete pensavo a te che mi preparavi il tè. Quando i topi mi rosicchiavano i vestiti mi ricordavo la tua faccia quando mi sono vestito con solo un lenzuolo. Quando riuscivo a rubare una candela ecco che rivivevo la nostra prima cena da Angelo. Quando mi sono cucito da solo non ho fatto a meno di pensare che tu l'avresti fatto meglio. E tutte le sere, prima di addormentarmi, pensavo sempre di suonarti qualcosa dopo averti raccontato com'era stata la mia giornata. Senza di te, ma con te".
Mi sto svuotando, sto buttando fuori tutto quello che è stata la mia vita in quei tre anni. Inferno e Purgatorio.
Il Paradiso è Londra, il 221B, i suoi occhi.
Due pozze azzurro lucido che mi fissano e mi scavano dentro. John ha stretto i pugni ed è teso, si è inclinato appena verso di me.
Devo distogliere lo sguardo e lo poso sulla decina di centimetri di cornicione che divide le nostre mani.
"Ci ho messo molto a rendermene conto, sono stato cieco. Ho guardato ma non ho osservato". Il mio ora è un sussurrare, tanto so che John mi sente benissimo.
Ma lui mi stupisce. Ogni tanto fa ancora qualcosa che mi lascia senza parole. Sento le sue mani sulle guance. Sono calde, ruvide, grandi.
E mi solleva il viso, senza darmi via di scampo. Da vero soldato. "Cosa non hai osservato?"
Deglutisco e lo guardo. Dio, quante cose ci sono in quest'uomo. Quante sfaccettature devo ancora scoprire di lui? Saranno tantissime ma io le conquisterò tutte se me lo lascerà fare.
"Sherlock?" John mi richiama e lo vedo più vicino.
"Sherlock Holmes ormai non esiste più senza John Watson" mormoro. E per un secondo mi sento più vulnerabile di quando sono quasi morto con un coltello tra le costole. Giusto un secondo, il tempo che ci vuole a John per assimilare la mia frase e appoggiare la sua fronte calda sulla mia.
Sento il suo respiro infrangersi sulla mia guancia sinistra, il fiato caldo della sua bocca poco lontano dalla mia.
I suoi occhi si chiudono un attimo e poi si aprono. Per la prima volta riesco a contare esattamente il numero di pagliuzze blu che contornano le pupille.
"Anch'io non esisto più senza di te, Sherlock". Lo dice in modo quasi impercettibile, ma è come se me l'avesse urlato in faccia.
Mi rendo vagamente conto di afferrare il suo cappotto e di tirarlo verso di me, appoggiando le labbra sulle sue.
E registro a malapena che John inclina la mia testa per avvicinarsi meglio.
Morsi, lingue, respiri, labbra, carezze.
E' tutto così potente, così bello che quando ci stacchiamo devo sbattere gli occhi due volte. Sono interamente coricato sul cornicione con John sopra di me che sorride imbambolato.
"Sei bellissimo".
Sento chiaramente di arrossire, ma non posso evitarlo. Così come non posso evitare di punzecchiarlo. "Il tuo gancio sinistro potrebbe aver rovinato il mio bel faccino".
John ridacchia e le sue vibrazioni le sento anche dentro di me.
"Il mio gancio sinistro riparerà tutto quanto. Ma tu sei sempre perfetto, per me".
John si abbassa e mi stampa un bacio.
"Devo ritrattare quello che ho detto" dice, baciandomi la mandibola.
"Mmh?"
John mi deposita un bacio sul mento e poi mi fissa.
"Amo questo posto, decisamente" dichiara, cercando di sembrare serio.
La sua espressione buffa unita alle sue parole mi fa ridere e lui mi imita, prima di baciarmi intensamente.
E su questo cornicione, finalmente, noi esistiamo davvero.
  
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