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Autore: BellatrixLestrange96    14/06/2013    4 recensioni
Annabeth e Percy si sono finalmente messi insieme. Crono è stato sconfitto, Luke si è sacrificato per salvare il mondo. Ma qualcosa sta accadendo al Campo e la vita non solo di Annabeth e Percy, ma anche di altri semidei del campo sta per cambiare per l'eternità.
"Lei è tutto per me. Sentivo di amarla dal primo momento che l'ho vista, ma ero troppo ottuso per capirlo. Ora però lo so e non voglio perderla."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Annabeth era legata ad una colonna marmorea che si trovava al centro di un’ampia sala rettangolare. Marsia aveva utilizzato delle catene robuste, le quali, erano talmente strette ai polsi di Annabeth, che le avevano provocato tagli abbastanza profondi che bruciavano. Aveva i capelli completamente arruffati e, a causa della fuliggine, il biondo era diventato quasi castano. Era completamente esausta. Marsia l’aveva torturata per giorni. Aveva lividi ovunque e il satiro continuava a frustarla ripetendo:” Visto Atena? Mi sto vendicando! AHAHAH”.  Teneva la testa bassa e singhiozzava. Le lacrime le rigavano il viso e cadevano a terra. Lei era sempre riuscita a cavarsela in ogni situazione, ma in quel frangente non riusciva nemmeno a liberarsi da delle catene. Poi, oltre ad essere arrabbiata per quella situazione, era triste perché Percy non era con lei. Avrebbe tanto voluto averlo al suo fianco. Lui la incoraggiava sempre, riusciva a vedere la speranza anche nelle situazioni più problematiche. Per Annabeth era troppo importante e non voleva perderlo adesso che finalmente si erano messi insieme. Tentò per l’ennesima volta di togliere quelle catene, divincolandosi. Nulla. Ogni volta che provava a slegarsi, le catene sembravano farsi più strette. La stanza era buia e Annabeth non riusciva nemmeno a vederne la fine.  Credeva di trovarsi al centro di quell’immensa sala, ma non era del tutto certa. Non sapeva, oltretutto, che fine avesse fatto la figlia di Apollo. Quando Marsia le aveva portate da Demoofoonte, la ragazza era riuscita a scappare. Si era rivolta verso Annabeth dicendole: “Non ti preoccupare, ci rivedremo presto.”  Annabeth non aveva nemmeno fatto in tempo a chiederle il nome che lei era già scomparsa nel nulla. Inoltre non aveva capito questa sua frase. Come faceva a esserne certa?  Mentre la figlia di Atena ripensava a queste cose, si sentì come un tuono. Poi si udirono sei passi, che rimbombarono per tutta la stanza. Quando Annabeth sollevò il viso, vide davanti a sé un ragazzo bellissimo, che sembrava avere all’incirca vent’anni. Era alto, snello, con i capelli castani e gli occhi verde smeraldo. Era davvero un ragazzo affascinante, se non per gli occhi densi di antichità e il ghigno malvagio. Era vestito come un comune americano: jeans, camicia bianca e mocassini. A dire il vero, nello stile assomigliava al dio Apollo, che Annabeth aveva avuto modo di incontrare anni prima. Il ragazzo le sorrise e iniziò: “Ciao bambolina, come stai? Ti piace questa villa? Sai, ci abitavo quando ero in vita qualche millennio fa. A pensarci bene, forse dovrei sistemarla un po’.”  Poi il giovane continuò: “A forse ti chiedi come possa un mortale deceduto millenni fa esser tornato in vita? Diciamo che una dea  ha voluto fare questo regalo  a molte persone, tra cui il sottoscritto.” Annabeth lo guardò fisso negli occhi e disse con fermezza: “Cosa vuoi da me?” Demoofoonte divenne serio e quasi urlò: “Voglio l’immortalità. Voglio il dono che mi è stato negato dalla mia stolta madre. Ecco cosa voglio.” “E io cosa c’entro? Non sono una dea, non posso renderti immortale.” Disse la figlia di Atena.  Demoofoonte si avvicinò ad Annabeth e le accarezzò dolcemente la guancia. “Tu sei una figlia di Atena. Sei saggia, quindi. Bene, io ho bisogno di una compagna di vita saggia che faccia quello che le ordino. Poi sei anche molto carina, perciò sei adeguata a diventare la mia regina” Il ragazzo iniziò a ridere freneticamente. “Sono già fidanzata. E non mi metterei mai con un mostro come te!” Annabeth non fece in tempo a concludere la frase che Demoofoonte la schiaffeggiò violentemente, provocandole un dolore atroce. Poi il ragazzo tornò apparentemente dolce e disse: “Ma tu non puoi scegliere, bambolina. Tu sarai la mia regina e mi aiuterai a trovare quella dannata figlia di Apollo.” Concluse.  Annabeth si sentiva strana. Quell’essere era senza dubbio un mostro senza pietà, eppure era stupendo e, in certi momenti, Annabeth si sentiva in balìa della sua voce dolce e profonda. “Perché non invii Marsia a cercarla?” chiese Annabeth dopo essersi liberata dalla voce ammaliante e seducente del ragazzo. Demoofoonte si mise a ridere. “Io ho bisogno di quella ragazza viva. Lui prova troppo rancore e troppa rabbia nei confronti di Apollo. E’ appena ritornato in vita, non credi che la ucciderebbe immediatamente se ne avesse l’occasione? Per di più quella non è una semplice semidea, è qualcosa di più. Ha una storia simile a quella di Dioniso, che non mi va di raccontarti nei dettagli. In pratica è stata cresciuta da Artemide in persona. Lei è quindi figlia di Apollo, ma in parte anche di Artemide. Perciò è’ molto potente, essendo l’unica figlia di Artemide e una delle poche figlie femmine di Apollo e, oltretutto,  ha..” Annabeth intervenne nel discorso: “quel po’ di immortalità in più che ti serve per diventare un dio. Cosa che non puoi trovare nei semidei come me.” “Esattamente bambolina. Una volta che l’avrai trovata, utilizzerò il suo sangue per diventare immortale. Poi la lascerò a Marsia.” Annabeth era sconvolta. Quell’uomo era completamente perfido e senza scrupoli. “E tu credi che ti aiuterò a uccidere una persona innocente e a diventare un dio?! Ti sbagli di grosso!” Demoofoonte si avvicinò ad Annabeth e fece una cosa davvero inaspettata. La baciò con dolcezza sulle labbra, tenendole il viso tra le sue mani. In quell’istante, Annabeth fu come invasa da uno spirito che la infiammò e che le fece dimenticare di essere la fidanzata di Perseus Jackson e di appartenere al Campo Mezzosangue. I suoi occhi divennero ancora più glaciali, i suoi capelli più biondi e i suoi vestiti si trasformarono in una tuta nera aderente. Fu liberata dalle catene, che si dissolsero nell’aria come brillantini. Annabeth si alzò in piedi, si avvicinò a Demoofoonte e disse: “Ordinami ciò che più ti compiace amore mio, io eseguirò senza indugio.”


 

FINE QUARTO CAPITOLO

Salve a tutti! Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare ma non ho avuto tempo per scrivere. Vi sta piacendo la storia? Vi ho colto di sorpresa? Spero di sì! Lasciate tante recensioni e se volete chiedermi qualcosa contattatemi su Twitter (@GiulsBlack).
  
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