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Autore: RebelleDawn    14/06/2013    1 recensioni
Il Governo Mondiale è ora in mano all'élite, ottenuto da essa con un violento colpo di stato.
Le masse ora sono nelle mani dell'esercito, sono controllate con ogni mezzo possibile.
Tutte le manifestazioni tarpate con la violenza e punizioni esemplari.
I ragazzi ribelli vengono mandati in dei collegi militari.
Alexander è uno di questi.
Ora lui dovrà fare i conti con il Governo.
Benvenuti nel suo inferno.
Genere: Azione, Dark, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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VI
I wish I could rewrite this story

 
Casa Brown non era grandissima.
Settanta metri quadri al massimo.
La stanza di Lucas si trovava molto vicino all’ingresso.
Mi fece entrare in lacrime e mi indicò il letto. Mi sedetti piano e lui si avvicinò, stando ancora in piedi, incrociando le braccia e guardandomi in tralice.
<< Mi spieghi cos’hai ora? >> mi chiese di botto.
Singhiozzai ancora per un po’.
Mi calmai e finalmente aprii bocca.

<< Che ci fate qui? >> chiesi ad alta voce, un po’ preoccupata.
Mia madre era avvinghiata a me, e mi stava bagnando la spalla.
Avevo un forte mal di testa e un senso di nausea acutissimo.
Guardai mio padre e Jesse.
Perché erano venuti?
Per riportarmi a casa sana e salva?
Assolutamente no.
<< Amore, dobbiamo parlarti di una cosa molto importante >> disse mio padre con voce bassa, scandendo ogni parola. << Molto importante >>.


<< Leggi >> fu l’unica cosa che dissi e gli mostrai il messaggio di Alex.
Lui lo guardò.
<< E dunque? >> mi chiese osservandomi disgustato.
<< Sono una merda >> sussurrai, pronta a rimettermi a piangere.
<< Finalmente l’hai capito! >> gridò.
Quelle parole risuonarono come tuoni.

Ci sedemmo su una delle poltrone marroni.
Ero in mezzo a tutti e tre.
Jesse mi osservava con uno sguardo freddo e distaccato.
Come al suo solito.
Non mi era mai stata particolarmente simpatica.
<< Te l’avevo detto che questa faccenda delle manifestazioni non era una buona idea, vedi ora che ci tocca fare! >> esordì Joseph McGrath.
<< Ci tocca fare che cosa?! >> la mia voce risuonò in tutta la Sala d’Aspetto.
Mio padre sembrò meditare per un attimo.
Stava scegliendo attentamente ciò che voleva dirmi.
Dopo quella che sembrò un’eternità, cominciò a parlare.


<< Ti ci è voluto tanto per capire la cazzata che hai fatto? >> mi urlava il ragazzo.
Non sapevo cosa dire.
Il senso di colpa era terribile.
Avrei voluto morire in quel momento.
Avrei voluto morire quel giorno nella Sala d’Aspetto.

<< La nostra famiglia ha un grande ruolo nelle sorti di questa città, lo sai vero? Sin dagli anni ’70 i McGrath hanno gestito molte azioni finanziarie di grande importanza a New York, hanno avuto molte aziende, fabbriche e tutto il resto.
Siamo parte integrante della città.
E ora tutto ciò ha avuto dei risvolti notevoli con il Nuovo Governo.
Ora il Presidente chiede spesso servizi alle nostre filiali e ci siamo fatti un nome tra le Alte Cariche.
Ti avevo esplicitamente chiesto di non andare a quelle stupide manifestazioni, per il bene di tutti.
Per la nostra reputazione.
E invece?
Dieci giorni di fila con quello sconsiderato di Lauren!
Sai perfettamente che non mi è mai piaciuto quel ragazzo ma che ho lasciato che lo frequentassi solo perché quei ricconi dei genitori ci proteggono legalmente! Ma ora tutto è cambiato .. >> disse tutto d’un fiato mio padre.
<< C-cambiato? >> chiesi balbettando con voce flebile.
Mia madre aveva un viso preoccupato e Jesse finalmente aveva mutato la sua espressione statica da distaccata ad interessata.
<< Figlia mia, vedo che non hai seguito molto bene le ultime vicende, vero? >>.


<< Chissà come sta … >> mormorai, dopo l’urlo di Lucas.
<< Dovresti saperlo, visto che ce l’hai spedito tu! >> l’affermazione del ragazzo mi pugnalò il cuore.
Un’altra lacrima solcò il mio viso distrutto.
Si sedette vicino a me, guardandomi con ira.
<< Se potessi cambiare ciò che ho fatto … >> continuai con voce bassa.
La porta della camera si spalancò.
Una donna sulla quarantina, molto magra e con i capelli rosso fuoco ci guardò con un misto di preoccupazione e curiosità.
<< Catherine, tesoro! Che sorpresa, non pensavo venissi oggi! Ho sentito delle urla in soggiorno, tutto bene ragazzi? >> la voce di Carrie era dolce e premurosa come al solito.
<< Sì sì mamma, tutto apposto, puoi andare ora! >> disse il ragazzo quasi spingendola fuori.
<< Oh se è così … per ogni cosa chiedete pure! >> riuscì a dire prima che Lucas le chiuse in faccia la porta.

<< Rachel, sin dall’insediamento del Nuovo Governo, la famiglia Lauren è stata una delle più ostili verso il NWO. Ha intentato varie cause, processi e solo Dio sa che cosa passasse in testa a quel disgraziato di Arthur! Tutta la Camera della Sicurezza ritiene i Lauren un pericolo per la sicurezza pubblica, ma non può andargli contro apertamente visto il potere che hanno a New York.
Quindi hanno bisogno di una, per così dire, “spintarella”, non so se tu intendi… >>.
<< SPINTARELLA?! >> la mia voce fece tremare i vetri delle finestre.


<< Dove si trova quel Collegio? >> mi chiese Lucas dopo un attimo di esitazione.
<< I miei genitori hanno detto che sta più o meno al confine con il Canada … >> risposi mestamente.
<< Dobbiamo fare qualcosa, perlomeno per redimerti >> annunciò lui.
<< Redimermi? E cosa potremmo fare ormai? >> ero disperata.
<< Cosa potrai fare tu semmai! E’ colpa tua se ora è lì, solo tua! >>.
<< Non è andata esattamente così! >> non ci credevo nemmeno io.
<< La Denuncia l’hai fatta tu, anche se anonimamente! >>.
Scoppiai di nuovo a piangere.
Aveva perfettamente ragione.
Cazzo se aveva ragione.
<< Non piangere ora, è Alex che dovrebbe essere disperato ad essersi fidato di un’amica come te! >>.
Rimanemmo zitti. Poi con voce più calma chiese:
<< Quella cugina di tuo padre, come si chiama … Jesse!, non lavora in quel posto? >>.
<< … S-sì, perché? >>.
<< Credo che dovresti farci una chiacchierata >>.

<< Beh, sai … magari un figlio nel Collegio Correzionale potrebbe farli calmare, magari potrebbero diventare più amichevoli verso il nostro Presidente … >> la voce era viscida. Non l’avevo mai sentito parlare così.
<< E in tutto questo cosa c’entro io? >>.
<< Magari una piccola denuncia anonima, poco importa il contenuto. Ho già parlato con alcune persone, basta un minimo e lo spediscono in quel Collegio e il nostro nome resta intatto. E poi Alex si troverà bene in quel posto, me ne ha parlato tanto Jesse, vero cara? >> e lei sorrise annuendo << E ovviamente lui non lo saprà mai. Un piccolo prezzo da pagare per sopravvivere in questa società, non trovi? >>.
E mentre diceva questo, mi voltai verso  Alexander, che era ancora incosciente.
La Forza Armata di prima entrò e mi guardò con un volto interrogativo.
Cosa stavo facendo?
Perché tutto questo a me?
  
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