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Autore: angielovestommo    14/06/2013    4 recensioni
“M-mi dispiace Harry.” Disse , per poi scappare verso la strada, scomparendo dalla mia vista.
Mi stava lasciando?
Mi stava lasciando andare?
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DON'T LET ME GO




Louis?” Lo chiamai dalla cima delle scale.

Louis?” Ripetei, un po' più forte. “Louis dove stai andando?”

Via di qui.” Disse solamente, la voce alterata dal pianto, prima di sbattere la porta.

Non poteva essere vero. Non potevo litigare con lui. Mi mancava già.

Tutto per quel video con Taylor dell'ultimo dell'anno.

Sapeva che quel bacio era finto, che era una copertura, una delle tante, ma nonostante questo aveva dovuto urlarmi contro.

Corsi giù dalle scale a velocità incredibile, spalancando la porta e scorgendo la sua figura in penombra percorrere il mio vialetto di casa fino ad arrivare alla strada. Il sole stava tramontando e quei colori così caldi erano contrastanti con le emozioni che stavo provando in quel momento.

Louis!” Urlai, correndogli incontro e fermandolo per un braccio, mentre cercava di dimenarsi.

Lasciami! Lasciami stare Harry!” Sbraitò, con le lacrime agli occhi.

Quella visione mi fece sentire improvvisamente impotente. Mollai la presa.

Lui si voltò, continuando imperterrito la strada verso la sua auto.

Louis ti amo!” Tentai, in preda ad un attacco di panico.

Lo vidi fermarsi per un istante, e quello mi fece pensare che forse si era ricreduto.

Si voltò, e tutta quell'apparente calma che mi aveva accompagnato per qualche secondo, sparì. Lui si fiondò, camminando a passo spedito verso di me.

Tu non capisci.” Disse, ad un palmo dal mio naso.

C-capire? Capire cosa?” Balbettai, preso alla sprovvista.

Taylor, Eleanor, la modest. Io non posso sopportare tutto questo. Non riesco a stare con te, con tutto questo peso addosso.” Disse, incrinandosi sul finale. Sputò quelle parole con cattiveria, con egoismo. “I-io non ce la faccio.” Balbettò poi, dopo una pausa, portando le mani al viso.

Cercai di avvicinarmi, per abbracciarlo, mentre i singhiozzi riempivano l'atmosfera attorno a noi. Lui però mi bloccò, allontanandomi.

M-mi dispiace Harry.” Disse , per poi scappare verso la strada, scomparendo dalla mia vista.

Mi stava lasciando?

Mi stava lasciando andare?

Mi accasciai sulle mattonelle, scosso dai fremiti.

Non mi ero neppure accorto che fossi in maniche corte a Gennaio, ma la verità è che non avevo freddo. Avevo solo un'immensa voglia di piangere e di tirare pugni al muro.

Mi svegliai lentamente, tutto intorno a me era buio. Mi ero addormentato piangendo sul vialetto di casa.

Cercai di alzarmi e mi trascinai stancamente verso l'ingresso. Tutto, senza di lui, mi sembrava morente. Ma quello che stava morendo più di tutti ero io. Stavo morendo dentro.

Salii le scale con estrema goffaggine, e ad ogni scalino mi sentii sempre più sprofondare in un baratro.

Louis mi mancava come l'aria.

Ma lui mi stava lasciando.

Mi stava lasciando andare.

Tornai in camera, dove avevamo precedentemente litigato. Mi avvicinai al letto e mi ci buttai a peso morto, mentre i cocci di una cornice attiravano il mio sguardo.

Mi si strinse lo stomaco al ricordo di Louis che la gettava a terra, in preda alla rabbia.

Era una nostra foto, risalente a uno o due anni prima. Ed ora era lì, sul pavimento. Il vetro rotto e noi due sorridenti, ora distrutti come quella cornice.

Non capiva quanto lo amavo. Non riusciva a rendersi conto del fatto che presto tutto quanto sarebbe andato via. Che il nostro amore avrebbe resistito a tutto.

E invece non ce l'avevamo fatta.

A quel punto non riuscii più a trattenermi e, con le lacrime che scendevano a fiotti dai miei occhi, gridai come mai avevo fatto. Gridai per dei minuti interi. Gridai finché la voce non andò via. Gridai finché non ebbi più fiato. Gridai.

Poi, stancamente, poggiai la testa sul cuscino e mi addormentai, stringendo la sua maglietta e sussurrando a me stesso “Louis, non lasciarmi, non lasciarmi andare.” in un letto troppo vuoto.

 

 

L'indomani mi ritrovai insieme agli altri, stretto nella mia felpa, seduto a fissare il vuoto.

Louis non mi aveva degnato neppure di uno sguardo. Continuava a starsene con gli altri per conto suo, ridendo ogni tanto a qualche battuta stupida o facendo finta di ascoltare i discorsi degli altri.

Liam, Zayn e Niall sapevano. Probabilmente avevano intuito, ma non potevano capire la gravità delle cose. Quello non era un semplice litigio, quella era la fine.

Infilai le cuffiette alle orecchie, con estrema pigrizia, con le poche forze rimaste in me. Prima di attaccare la musica, però, stetti un attimo ad ascoltare.

Louis, cos'è successo con Harry?” Finsi di non aver sentito la voce di Liam.

Con lui ho chiuso. È finito tutto. Non ce la faccio più. Tutta questa pressione mi stava uccidendo. Me ne farò una ragione..” Non resistetti più. Mi alzai di colpo dalla sedia e corsi via sotto gli occhi sbalorditi di tutti, e, finalmente, sotto quello di Louis, che mi guardava spiazzato.

Cercai velocemente una stanza vuota e, quando la trovai, mi ci fiondai dentro senza esitazione, chiudendomela alle spalle. Strisciai con la schiena finché non mi ritrovai con il sedere a contatto con il freddo pavimento dell'abitacolo.

Iniziai a piangere sommessamente.

Non poteva farmi questo.

Non poteva lasciarmi.

Non poteva lasciarmi andare.

Mi sentivo tremendamente solo.

Solo e abbandonato.

Stringendo le ginocchia al petto, mi ritrovai solo in quella stanza buia a canticchiare una canzone improvvisata sul momento.

Don't let me, don't let me, don't let me go, 'cause I'm tired of feeling alone.

 

 

Era passato un mese.

Un intero mese e Louis non mi aveva più rivolto la parola.

Quel mese era stato il mese più orribile della mia vita. Ero riuscito a contrattare con i manager per simulare la rottura degli Haylor. Non ce la facevo più a reggere la finzione con lei.

Ero letteralmente distrutto. Distrutto dal fatto che il ragazzo che amavo mi ignorava e che io dovessi pure fingere davanti agli altri che non mi importasse.

Alla fine ero riuscito a scrivere per bene il testo di quella canzone che avevo inventato su due piedi quel giorno in quella stanza. Un amico, molto gentilmente, mi aveva scritto la musica ed era davvero perfetta.

Mi misi in contatto con i ragazzi e li pregai di portare Louis, senza dirgli nulla, in sala di registrazione. Avrei inciso quella canzone davanti a lui, guardandolo negli occhi.

Quando lo vidi entrare e diedi il via per far partire la base, lui cercò di uscire dalla stanza ma gli altri lo bloccarono, poi io cominciai a cantare.

 

Now you were standing there right in front of me,

I hold on scared and harder to breathe.

All of a sudden these lights are blinding me.

I never noticed how bright they would be.

 

I saw in the corner there is a photograph,

no doubt in my mind it's a picture of you.

It lies there alone in its bed of broken glass.

This bed was never made for two.

 

I'll keep my eyes wide open,

I'll keep my arms wide open.

 

Don't let me.

Don't let me.

Don't let me go.

Cause I'm tired of feeling alone.

 

[…]

 

I promised one day that I'd bring you back a star.

I caught one and it burned a hole in my hand oh.

Seem like these days I watch you from afar,

just trying to make you understand.

I'll keep my eyes wide open, yeah.

 

[…]

 

Don't let me.

Don't let me go.

Cause I'm tired of sleeping alone.

 

 

Per tutto il tempo era rimasto immobile, come paralizzato dall'udire quelle parole uscire dalla mia bocca. Lo avevo guardato tutto il tempo, come per fargli arrivare ancora di più tutto ciò che avevo da dirgli. Come se fosse una dichiarazione disperata che doveva afferrare. Anche lui mi aveva fissato. Aveva i suoi occhi ancorati nei miei, incredulo. Le labbra schiuse e gli occhi spalancati, come diceva la canzone. Non riuscivo a vedere altro. Solo lui, lui e basta. L'uomo della mia vita. Avevo tentato di trattenermi dallo scoppiare a piangere, ma, quando intonai le ultime note, lo vidi diventare rosso e scoppiare in lacrime, così non ce la feci più. Corsi verso la porta che ci divideva e gli buttai le braccia al collo, stringendolo con prepotenza. Gli lasciai un bacio umido sulle labbra, mentre le nostre lacrime si mescolavano sui visi di entrambi.

Dio se mi era mancato.

Non lasciarmi andare, Louis Tomlinson, io ti amo.” Gli sussurrai a fior di labbra, sorridendo.

Non ti lascerò, mai più, te lo prometto, perché ti amo.” 

 

Saaalve a tutti.
Ieri sera ero tra le lacrime ascoltando quella canzone, così mi ci sono messa d'impegno, me la sono tradotta da sola,
e ho deciso di scriverci su. Non potevo non farlo.
Non l'ho riletta, e l'ho scritta alle 3 di notte, quindi scusatemi se ci sono errori assurdi.
Non ho mai pubblicato una larry, quindi spero vi piaccia.
Peace, love and Larry
.

  
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