Part
1
Prim
sta gustando un
buonissimo cornetto integrale alla marmellata di albicocche, che
è la sua
preferita ,seduta ad un tavolo a caso della grande sala da pranzo
dell’albergo,
mentre Liam con la camminata lenta e controllata fa la sua entrata nel
salone. La
guarda mentre lei arrossisce posando il cornetto in un piattino ed alza
le
spalle per scusarsi, lui le sorride per tranquillizzarla e si avvia
verso il
ricco buffet della colazione. Prende una piccola ciotola di ceramica
che
riempie di yogurt bianco e miele, nella quale poi affoga dei cereali al
cioccolato, quindi si dirige verso il tavolo occupato da Prim.
<<
Buongiorno.>> la saluta mentre prende posto di fronte a
lei.
<<
Buongiorno anche
a te Liam, scusami se non ti ho aspettato ma stavo morendo di
fame.>>
risponde lei mortificata, lo sguardo perso nel suo tè ,per
evitare di guardarlo
negli occhi.
<< Ma figurati, scusami tu per il ritardo.>> la tranquillizza lui, il solito tono cordiale e gentile.
Finiscono di fare colazione parlando del più e del meno, e si sorprendono quando scoprono che hanno in comune molto più di quanto credessero. Infatti entrambi odiano arrivare tardi al cinema per vedere un film, mangiare una pizza per due volte di fila nello stesso posto, il caffè in una tazza fredda , la cioccolata istantanea che ti servono al bar nei pomeriggi d’inverno. Il tè di Prim è finito da un pezzo ma loro si soffermano a parlare ancora e ancora, stupiti di quanto fosse semplice discutere anche delle cose più sciocche, Liam è sempre più sorpreso da tutta questa semplicità che lei trasmette mentre Prim nel profondo reprime uno strano presentimento.
Lo sente giù, in fondo allo stomaco ma non vuole dargli peso, vuole godersi quel momento di tranquilla conversazione. Stare con Liam le viene naturale, è fin troppo facile passare il tempo con lui, ha la sensazione che Harry abbia pensato anche a questo. Si domanda come mai Harry abbia scelto proprio Liam fra i tanti commilitoni, che non sia un caso il fatto che siano così bene assortiti insieme?. Una cameriera dai corti capelli corvini e dagli occhi grandi, più o meno sulla trentina si avvicina ai due tutti presi da una discussione sull’ultimo libro di David Nichols, entrambi si alzano imbarazzati quando li informa che la sala deve essere rimpiazzata per il servizio del pranzo e quindi li invita ad uscire.
Insieme
ridacchiano cercando di camuffare l’imbarazzo mentre si
avviano
verso la reception.
<<
Allora, qual è il
programma di oggi?.>> le chiede Liam sereno
<< Beh, direi di andare all’ambasciata inglese e cercare questo Zayn, sperando che non serva un appuntamento o altro perché non abbiamo molto tempo.
Salgo un attimo in stanza a recuperare la borsa, ci metto un secondo.>> dice Prim che si dirige a passo svelto verso l’ascensore. Liam nell’attesa si avvicina ad un espositore di depliant, ne afferra uno che mostra sul retro la mappa del centro della città in scala, grazie alla piccola legenda in altro a destra riesce a orientasi e a tracciare la strada per l’ambasciata. Soddisfatto del suo lavoro sorride a se stesso, poi si volta in direzione dell’ascensore in attesa di Prim, che non si fa attendere. Le porte automatiche si aprono e lei esce raggiante, pronta all’avventura, la borsa di cuoio marrone a tracolla le pende dalla spalla destra.
Mentre camminano lungo la via principale Liam di sottecchi osserva Prim per qualche secondo e si rende conto di quanto un semplice paio di jeans scuri le donino, poi torna concentrarsi sulla mappa . Cerca di stare al passo veloce e sostenuto della ragazza che è tutta presa a immortalare nella memoria ogni piccolo dettaglio del paesaggio urbano di Amsterdam. Superano un incrocio e proseguono dritti costeggiando il fiume Amstel che termina nel centro cittadino, passano di fronte ad una piccola piazza al centro della quale si erge un monumento di pietra e Prim si sofferma qualche secondo in più ad osservarla, costringendo Liam a fermarsi.
Non
è molto
grande, una semplice colonna un po’ tozza alta circa due
metri, che in alto
riporta impressa nella roccia una
frase
in olandese e a seguire poi una lunga fila di nomi a lei sconosciuti.
<<
Liam cos’è questo
monumento?.>> chiede lei curiosa, lo sguardo puntato
sulla colonna,
concentrato.
<<
Sinceramente, non
saprei. Suppongo sia il monumento ai caduti.>>
<<
Pensavo
conoscessi Amsterdam.>> lo rimbecca lei divertita.
<<
Conosco bene la
sua base militare, ma non il centro. Per noi militari era off limits,
per caso
è un problema?. >> risponde lui sarcastico,
fingendosi offeso.
<<
Affatto. Proseguiamo
soldato ?!>> lo canzona lei
ridacchiando.
<<
Sergente Payne,
prego.>> ribatte lui altezzoso, poi viene contagiato
dalla risata di Prim
e assieme proseguono diretti all’ambasciata che si trova a un
centinaio di
metri da lì. Si trovano a dover attraversare di nuovo un
incrocio, stanno per
svoltare a sinistra quando Prim vede Liam voltarsi indietro e correre
in mezzo
di strada, ed afferrare qualcosa o meglio qualcuno poi buttarsi a terra
con un
balzo qualche metro più in là. In
quell’istante un camion sfreccia proprio nel
punto nel quale si trovava Liam qualche secondo prima. Prim si porta
una mano
sulla bocca che tiene spalancata per lo stupore e si affretta a
raggiungere
l’amico mentre anche altri passanti si avvicinano a lui.
<<
Oh mio dio! Liam,
Liam stai bene?!>> urla terrorizzata, cerca di
raggiungerlo facendosi
spazio a gomitate tra la piccola
folla di spettatori che si è creata. E’ seduto e
sembra star bene, tiene per
mano una bambina dalla pelle ambrata che piange disperata. Di fronte a
lei vede
una donna dai lunghi capelli biondi e
la
pelle chiara, aprirsi un varco tra la gente .
Piange
e urla frasi sconnesse mentre afferra la piccola e la stringe forte a
se.
Finalmente Liam si alza e Prim di slancio lo abbraccia, il battito
impazzito
per lo spavento non
ha voglia di
rallentare, e lo
stringe forte con fare
protettivo, lui sembra sorpreso ma ricambia l’abbraccio.
<<
Stai
bene?.>> chiede flebile
lei
staccandosi leggermente per guardarlo negli occhi nei quali Liam legge
tutta la
sua paura.
<< E’ tutto ok Prim, è tutto finito.>> risponde lui accarezzandole i capelli, sciogliendo definitivamente il loro abbraccio.
Si voltano entrambi a guardare la donna che stringe convulsivamente la figlia tra le braccia. La donna si rivolge a Liam con la voce instabile, lo ringrazia mille volte per quello che ha fatto, per aver salvato la sua bambina. Lui afferra la mano della donna e la stringe per darle forza, per rassicurarla. Prim si è fatta indietro, guarda la scena orgogliosa, è ancora leggermente sotto shock ma felice che sia finita bene, mentre la folla spettatrice scema pian piano.
La
donna lo
ringrazia un’ultima volta poi mette a terra la bambina, le stringe forte la mano e
si allontanano.
Gli sguardi di Prim e Liam le seguono fin che possono poi di tacito
accordo si
rimettono in cammino. Svoltano a sinistra e lei sente un brivido sulla
schiena,
il flashback di quello che è successo pochi minuti fa le
attraversa l’anima
come uno spettro. Liam se ne accorge e in silenzio le accarezza una
spalla
sorridendole, Prim lo guarda negli occhi rispondendo con un sorriso
obliquo,
segretamente sollevata e felice del
fatto che lui sia lì con lei.
Finalmente arrivano di fronte ad un grande palazzo a 5 piani di un color grigio chiaro, il cartello d’ottone che riporta la scritta “Ambasciata Inglese” luccica alla luce del sole, appeso sopra alla porta di vetro scorrevole che da l’accesso all’edificio. Prim gonfia il petto, lo sguardo deciso e il mento alto le danno l’aria di una ricca donna in carriera.
Liam
la guarda annuire al vento ed entrare, lui incrocia le
dita e la segue poco dopo. Si trovano in un ampio e luminoso salone,le
mura di
un azzurro pastello molto chiaro,appesi a tutte le pareti dei quadri
che
mostrano i tipici paesaggi
britannici,
sulla destra delle scale che portano agli uffici e ai piani superiori,
a
sinistra invece dei tavolinetti a cui sono accostaste delle poltroncine
mentre
al centro si erge imponente un lungo bancone di legno scuro.
<<
Posso esservi
d’aiuto?.>> chiede cordiale ma molto distaccata
una donna sulla
cinquantina, i capelli ordinatamente raccolti in uno chignon perfetto,
gli
occhiali dalla montatura anni
<< Si grazie, mi chiamo Primrose e sto cercando il Signor Malik Zayn.>> le risponde Prim sfoggiando il suo sorriso più ammaliante, il tono di voce morbido e civettuolo.
Se
Liam è stupito di quella sua innata dote da perfetta attrice
di vecchi film non
lo da a vedere, ha anche lui indossato
una maschera. Quella che usa da quando è
nell’esercito, che ha imparato a
mostrare ai suoi uomini nelle missioni, nei momenti critici. Il viso
contratto
ma la mascella rilassata, gli occhi impenetrabili come una coltre di
nebbia, di
certo non è bravo come Prim, ma se vuole mostrarsi
impassibile e inarrivabile
ci riesce appieno.
<<
Avete un
appuntamento?.>> domanda l’anziana segretaria,
li guarda sospettosa.
<<
No purtroppo,
vede siamo partiti soltanto ieri dall’Inghilterra e non abbiamo avuto il
tempo di prenderne
uno.>> si giustifica sinceramente mortificata Prim.
<<
Mi dispiace, il
signor Malik riceve solo per appuntamento.>> è
la risposta fredda della
donna alla quale Liam si affretta a rispondere
<<
Signora Burke,
piacere sono Liam – si avvicina e ammiccando si appoggia al
bancone con un
braccio, indica il cartellino che quest’ultima
ha appuntato alla giacca beige che indossa- vede, ci manda qui un mio
caro amico. Non
possiamo andarcene di qui senza aver parlato con il signor Malik, non
potrebbe
fare uno strappo alla
regola? . >>
La donna si sistema gli
occhiali sul naso
sottile, stira con
le mani le pieghe
della giacca e compiaciuta compone un numero al telefono cordless che
ha alla
sua destra. Liam rivolge un sorriso vittorioso a Prim che lo guarda
stupefatta,
mentre la signora Burke scambia qualche parola veloce al telefono che
poi
ripone nella propria base.
<<
Sta arrivando,
avete dieci minuti prima che salga in sala conferenze.>>
li informa
guardando civettuola Liam che ammicca di rimando, Prim intanto scuote
la testa
divertita da tutta quella scenetta da smielato film d’amore.
<<
Grazie mille
Signora Burke.>> la ringrazia Prim prima di sedersi su
una poltroncina a
caso mentre Liam si allontana dal bancone per osservare con poco
interesse una
fotografia appesa al muro.
Pochi
minuti dopo un uomo
dalla pelle ambrata in un completo
elegante fa
capolino dalla porta
d’ingresso, i capelli neri tenuti in ordine da un lieve
strato di gel e gli
occhi di un caldo color cioccolato al latte, un sorriso obliquo che toglie il fiato. Tiene
una ventiquattrore
nella mano destra mentre l’altra è comodamente
infilata nella tasca della
giacca grigia che indossa, Prim si alza di scatto e volge rapida uno
sguardo
interrogativo alla
segretaria che
ricambia annuendo. Si avvicina all’uomo tendendogli cordiale
la mano, la voce
sicura e melodiosa
<<
Salve Signor Malik, io sono Primrose.>>
<<
Chiamami Zayn per favore.- le risponde l’uomo stringendole la
mano, sembra
sorpreso ma sorride-
Sai
pensavo non saresti venuta. >>
Liam
si avvicina e si presenta a sua volta, nessuna stretta di mano ,
entrambi si
scambiano sull’attenti il saluto militare ,sotto lo sguardo
leggermente
sorpreso di Prim.
<<
Prego seguitemi nel mio ufficio.-dice invitandoli a seguirlo con un
gesto
distratto della mano- Ciao Marta.>> aggiunge poi rivolto
alla segretaria.
Prim e Liam lo seguono in silenzio mentre salgono le scale, al secondo piano svoltano a sinistra e precorrono un lungo corridoio tappezzato di porte, Zayn entra nella penultima a destra. Prim sente l’ansia farsi strada nello stomaco, si impone di rimanere tranquilla e le basta semplicemente sentire la presenza di Liam per riuscirci.
Si trovano in un grande
ufficio dalle pareti color
glicine, una scrivania sulla quale sono disposti ordinatamente un
computer
portatile, un porta penne, un tempera matite, e una decina di
cartelline da
documenti colorate. Zayn si
butta a peso
morto sulla sua comodissima sedia girevole e invita
i due a prendere posto sulle poltroncine
accostate alla scrivania di
fronte a
lui, apre con nonchalance un piccolo cassetto alla sua destra ed estrae
una
busta da lettere bianca.
<< Allora
credo che tu sia qui, per questa. Appena hai finito di leggerla
avvisami, ho
delle cose da dirti.>> dice mentre la porge a Prim che lo ringrazia flebilmente,
lo sguardo fisso
sulla busta che si rigira fra le mani. Liam osserva la scena attento,
le mani
appoggiate sulle cosce, i sensi all’erta.
Tutto
intorno a Prim diventa muto, ci sono solo lei e quella busta. La apre
decisa
staccando un piccola strisciolina al lato,l’ansia la divora
mentre estrae
velocemente un foglio di carta
ripiegato in tre parti. Deglutisce silenziosamente e inizia a leggere.
3 Agosto
Mia
Prim,
Se
stai leggendo queste righe vuol dire che hai fatto la tua scelta e che
ho avuto
la mia seconda possibilità. Purtroppo d’ora in poi
a te ne verrà data solo una,
‘Buona la prima’ per intenderci. So che la tua
insicurezza potrebbe giocare a
sfavore,ed è per questo che avrai una sola chance, voglio
che tu combatta
questo tuo ‘difetto’.
Non mi perdo in
chiacchiere perché il tempo è davvero poco,
sembra volare troppo in fretta e io
non so cosa darei, per volare da te.
La
risposta è qui, ad Amsterdam.
“
Non sono inciampati ne è stato loro fatto lo sgambetto, non
possono rialzarsi
ma è la gloria a farlo per loro. Il nome è la
chiave, ma solo l’essenziale.”
Hai
tempo fino a domani alle 19:00 in punto, infatti quando avrai scoperto
la
parola ‘chiave’ dovrai tornare da Zayn e riferirla
a lui ,che ti darà le
informazioni utili relativi alla prossima prova. Se così non
fosse e non
dovessi farcela …bè non voglio neanche pensarci,
ti conosco e so che ce la
metterai tutta, non permettere che la tua solita ansia prenda il
sopravvento.
Sei forte Prim, hai una sola possibilità. Ti prego coglila.
Carpe
Diem,
Harry.
Deglutisce
ma la gola resta secca, ripiega con cura la lettera e la ripone nella
busta
bianca. Si prende qualche secondo per calmarsi e ricacciare indietro le
lacrime, poi guarda Zayn e annuisce mordendosi il labbro inferiore con
foga.
<< La risposta è davanti agli occhi, attenta ai dettagli. Ti aspetto domani qui alle 19:00, sii puntuale Prim. -le suggerisce serio guardando però entrambi, mentre lei abbozza un sorriso nervoso.- Ora scusatemi ma ho una riunione importante e non posso proprio tardare.>> si congeda leggermente in imbarazzo.
Prim risponde alla sua stretta
di mano atona,
totalmente frastornata. Sente Liam
afferrarle delicatamente la mano, la guida fuori
dall’edificio in
silenzio e lei lo lascia fare, nessuna resistenza. Un venticello fresco le solletica il
viso e il sole si
nasconde timido dietro alcune nuvole candide, Liam non dice nulla, si
limita
ad attrarla
lentamente a se e stringerla
fra le braccia. Il respiro regolare e le carezze sulla schiena sembrano
tranquillizzare Prim che sospira prima di rivelare a Liam il contenuto
della
lettera, lui ascolta paziente.
<<
Diamoci da fare allora.- la incoraggia lui scostandosi leggermente per guardarla sorridere- Non
vorrai mica
dargliela vinta?! >> aggiunge poi rivolgendole quel
sorriso che tanto la
tranquillizza, quasi quanto il suo amato tè verde. Lei
annuisce lievemente e
scioglie completamente l’abbraccio.
Lo
stomaco di Liam brontola indisturbato, le guance
si colorano leggermente di rosso e fanno
sorridere Prim che con finto entusiasmo ma determinata e leggermente
sollevata
aggiunge
<< Assolutamente!. Mia nonna diceva sempre che si ragiona meglio a stomaco pieno, perciò andiamo a mangiare un boccone, non si sa mai che la soluzione ci folgori mentre mangiamo il dessert. Stavolta però, pago io sergente Payne. E’ un ordine.>>
Angolo autrice
Ehilà donzelleeee!
Mi scuso per il ritardo ma ho ricevuto visite da parenti, direttamente dall'argentina con furore!
Che dire, il gioco è iniziato e dal prossimo capitolo si entrerà nel vivo della storia :)
Non ho avuto molto tempo per rileggere perciò mi scuso in anticipo per gli errori hehe :3
Ora scappo! Grazie mille a tutte voi che seguite\leggete in silenzio
L'apprezzo davvero, grazie.
Un
bacione,Chiara