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Autore: LullabyPotter    14/06/2013    7 recensioni
Alessia Augusti è una vecchia amica di tre personalità completamente diverse tra loro.
Una è Leonardo da Vinci, da poco divenuto Maestro. La seconda è Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto IV. L'ultima è Lorenzo de' Medici, il padrone di Firenze.
Alessia dovrà imparare molto presto a destreggiarsi tra un amore impossibile, un'amicizia fraterna e le gelosie dei potenti.
Riario slacciò le dita da quelle di Alessia e fece scorrere l'indice sul profilo della ragazza. «L'oscurità non è poi così male, quando ti ci abitui.» disse, con un leggero sorriso.
Alessia lo guardò di sbieco. «Io non sono mai entrata nell'oscurità.»
«Fin'ora.» replicò Girolamo.
«Fin'ora.» confermò ella, annuendo.

_Eagle ||
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Lorenzo Medici, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7


«Dimmi che non li hai veramente addosso.» Alessia lo fissava trattenendo una risata, mentre richiudeva la porta sul retro. Da quando erano tornati da Firenze non usavano più la porta d'ingresso. Inoltre, il vicoletto sul retro non era trafficato, e quello era un altro motivo per cui Girolamo preferiva passare di lì.
«Non è mia intenzione deluderti, Alessia.» rispose Girolamo, che l'aspettava appoggiato al muro con le braccia incrociate. «Pensavo piacessero anche a te.»
«Li custodisco gelosamente.»* replicò la ragazza, appoggiando una mano sul pancione. «Ma non ti risparmierò, se è quello che speri.»
Il Conte scosse la testa, posando lo sguardo sul ventre tondo di Alessia. In realtà, avrebbero dovuto passeggiare, ma nessuno dei due aveva intenzione di spostarsi. «Ho sempre più l'impressione che sia più grande del normale.»
Anche la ragazza spostò lo sguardo verso il basso, mentre il sorriso si allargava. «Dovremmo decidere il nome.» disse. «Ormai mancano solo due mesi.»
«Come vorresti chiamarlo?» chiese Girolamo. Quando ci pensava aveva una strana sensazione, a metà tra l'impazienza e la paura. Ovviamente, sapeva come nascondere i suoi sentimenti, almeno agli altri, ma di certo non poteva nasconderli a se stesso.
Alessia ci pensò per diversi istanti. «Se fosse femmina, mi piacerebbe Maddalena.»
Girolamo storse appena il naso. «Non credo sia il nome più adatto.»
«Maddalena era una donna forte.» replicò la ragazza, alzando lo sguardo sull'amico.
«Maddalena era una prostituta.» ribatté il Conte.
«E questo chi lo dice?»
«Il Vangelo.»
Alessia storse il naso, piegando il capo da un lato. «Se fosse maschio come lo chiameresti?»
Anche Girolamo dovette pensarci. «Matteo.» rispose infine.
«È il nome dell'Evangelista.»
«Esatto.»
Fu in quel momento che la madre di Alessia fece capolino dalla porta.
Era una donna dal viso bambinesco e i capelli ramati, leggermente più scuri di quelli della figlia. Nonostante fosse vicina ai cinquant'anni, dimostrava almeno una decina d'anni di meno. Osservò Riario, per cui aveva sempre avuto una sorta di timore reverenziale, salutandolo con un lieve inchino, per poi rivolgersi alla figlia. «È arrivata questa per te.» disse, porgendole alcuni fogli piegati. Quando Alessia li strinse tra le dita, la donna scomparve di nuovo dentro casa.
Girolamo osservò l'amica aprire le lettere e il suo viso accendersi gioioso mentre leggeva. «È l'artista?» chiese, quando Alessia ebbe finito di leggere.
Lei annuì, alzando lo sguardo dai fogli. «E di Lorenzo.» piegò di nuovo il capo, assumendo un'espressione che Girolamo conosceva molto bene, e che le aveva visto fare spesso negli ultimi sette mesi. «Immagino che tornare a Firenze sia fuori discussione.»
«Pensavo di essere stato adeguatamente chiaro, al riguardo.» replicò il Conte. «Firenze non è sicura, né per te né per il bambino.»
«Vorrei solo che nascesse lì.» rispose Alessia, riportando lo sguardo sul proprio ventre. «Tra le persone che amo.»
Riario non replicò. Avevano già fatto quel discorso diverse volte. Lui sapeva che Alessia considerava Firenze come casa sua, nonostante fosse nata e cresciuta a Roma, ma non poteva permettere che tornasse nella città dove tutti – o quasi – la volevano morta. E sperava che non le venisse la brillante idea di andarci da sola. Doveva pur avere un minimo di amor proprio.
Era anche vero, però, che il giorno che l'avevano aggredita era anche stato l'ultimo. Nessuno si era azzardato nemmeno ad avvicinarla finché lui era con lei.
La osservò ancora qualche istante, prima di dischiudere le labbra. «D'accordo, Alessia. Partiremo domattina.»
Il viso della ragazza s'illuminò gioioso. «Grazie, Girolamo.»

 

```


Sebbene fossero passati solo sette mesi, ad Alessia era sembrato molto più tempo. Nonostante tutto ciò che era successo in quella città, non riusciva a starne lontana. A Roma c'erano sua madre e Riario, a Firenze c'era il resto della sua famiglia.
«Quello non è un bambino solo.» era così che Leonardo l'aveva salutata non appena entrata nel suo studio.
«Riuscirai mai a salutare come le persone comuni?» domandò Zoroastro, voltandosi verso l'amico con espressione esasperata.
Alessia rise. «Che cosa intendi dire?»
Leonardo si avvicinò, indicando il ventre tondo dell'amica. «È troppo grande. Un solo bambino non può essere così grande.»
«Da quando siete un esperto di gravidanze, artista?» domandò Girolamo, alzando appena le sopracciglia.
Leonardo evitò di replicare, continuando a osservare l'oggetto del suo discorso. «A parer mio, sono due.»
«Leonardo, si può sapere cosa stai farneticando?» Zoroastro posò una mano sul fianco e con l'altra si appoggiò al tavolo su cui l'artista faceva i suoi esperimenti e sezionava i cadaveri.
«Sono due.» ripeté Leonardo, alzando finalmente gli occhi e notando che tutti lo stavano guardando perplessi. «Due gemelli.»
«L'ultimo oppiaceo ti ha fatto male, te lo dico io.» replicò Zoroastro, scuotendo la testa.
Girolamo notò che Alessia si limitava a seguire il discorso con un enorme sorriso sulle labbra. Si rese conto che a Roma non era mai così allegra. Nonostante tutte le preoccupazioni, era lì che doveva stare. Tra l'artista pazzo e i Medici. Fu solo in quel momento che capì perché voleva che il bambino – o i bambini, perché anche il Conte era convinto fossero due – nascesse lì. Era la sua città. Il sangue dei Medici le scorreva nelle vene e così anche l'amore per Firenze.

 

```


Quella notte Girolamo non dormì affatto.
Leonardo era riuscito, non si sapeva come, a inserire nella camera di Alessia un letto matrimoniale, cosicché i due potessero dormire insieme.
Girolamo si voltò verso la ragazza, che invece era sprofondata nel mondo dei sogni da diverso tempo. Quando era addormentata sembrava persino più fragile del solito. Era incredibile come si fosse evoluto il loro rapporto in così poco tempo.
A Roma si era sparsa la voce che lei era rimasta incinta, voce che era giunta anche a Sisto. Lo aveva convocato per parlare della cosa e gli aveva detto chiaramente che non avrebbe mai dovuto riconoscere il bambino. Doveva comportarsi come se non fosse stato suo.
Per la prima volta, Girolamo era tentato di fare tutto il contrario. Quello era il suo bambino, l'erede dei Riario. Non poteva lasciare che scomparisse nel nulla.
Ma non era solo quel pensiero a tenerlo sveglio. C'era qualcos'altro, una specie di tarlo. Una sensazione. Che stesse per accadere qualcosa. Che l'indomani non sarebbe stato un buon giorno. Era quasi simile alla paura, ma Riario non lo associava a quel sentimento. Era un... presentimento.
Sperò che fosse dovuto solo al fatto di trovarsi a Firenze con la donna che la città non vedeva l'ora di bruciare.


 


Note dell'autrice«

E' la prima volta che posto ad un orario decente, ma lo ammetto, l'ho fatto per Hev che così non si sente in colpa.
Allora, qui ho decisamente abbassato il livello del ritmo, ma l'ho fatto apposta. Perchè il prossimo, vi avviso, sarà da brividi. E sarà anche l'ultimo prima dell'epilogo e del sequel (di cui devo decidere il nome).
*riferimento alla ff di Hev "Una volta all'anno" <3
Dunque, prima di lasciarvi recensire degnamente, i miei ringraziamenti:
a Hev, Giulia e Agnè perchè sono fantastiche;
a Jess, perchè mi betizza i capitoli ed è fantastica anche lei;
e a 
sassa AlesherlyGenFlea e Juliet96 per le recensioni. GRAZIE.

»Eagle«

  
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