Sedie vuote, a tavoli vuoti.
Tavoli che una volta erano stati il ritrovo di quel gruppetto di persone, diversi e simili fra loro.
Coloro che erano scampati all'inferno così tante volte da trovarsi a loro agio solamente con lame in mano, e sangue di abomini inumani sui loro vestiti. Il caporale alzò lo sguardo dalla tazza di thé che le sue dita stringevano in quel modo così inusuale.
La stanza era pregna di un silenzio pesante.
Nessuno si sarebbe seduto accanto a lui.
Ed andava bene così. Il silenzio è il miglior compagno della solitudine. Si legano, si intrecciano, non sono mai completamente divisi l'uno dall'altro.Di questo, Rivaille ne era perfettamente a conoscenza.
Sedie vuote, a tavoli vuoti.
Non è così, la vita del soldato? Chi vive, chi continua a tenersi aggrappato alla vita, vede chi gli è intorno scomparire come la fuliggine di un falò portata via dal vento. Chi arriva, pieno di speranza, alla fine non sarà che un altro cadavere da bruciare.
Il leggero 'toc' della tazza posata sul tavolo lo distolse da pesanti pensieri. A causa di forze maggiori, da tempo aveva dimenticato cosa significasse provare dolore per una perdita.
Da tempo, aveva abbandonato qualsiasi emozione che potesse interferire con la missione suicida di un soldato della Legione Esplorativa.
Davvero l'eterna gloria di salvatori sarebbe loro appartenuta?
Agli occhi del caporale, non era altro che una pura illusione.
Dal primo all'ultimo, non erano altro che carne da macello con una spada di Damocle ben puntata sulla loro testa, il filo che la sosteneva sempre più fine ad ogni passo.
“Lasciate ogni speranza, voi che vi unite alla Legione.”
Sarebbe stata una gran battuta, una di quelle ciniche frasi che molto spesso si era sentito pronunciare.
Ma nemmeno un cambiamento nella linea delle sue labbra si presentò.
Sarebbe impazzito?
Avrebbe cominciato a vedere facce di fantasmi alla finestra, facce che non più avrebbero assaporato il calore del primo sole dell'estate sul viso?
Fantasmi morti per cosa? Per inseguire utopie, per la speranza troppo grande per un singolo individuo di vedere un giorno un mondo dove tutti possano essere al sicuro.
Se quello, se perdere la ragione, era il destino di ogni persona sopravvissuta all'inferno, Rivaille avrebbe voluto smettere di respirare prima dei primi segni di pazzia.
Ma una sedia non è più vuota, a quel tavolo.
Gli occhi vigili si muovono pigramente verso il ragazzo dai capelli castani e dai decisi occhi verdi che si è seduto, in silenzio.
Un breve scambio di battute, una risatina imbarazzata.
Occhi azzurri squadrano per l'ennesima, infinita volta la stanza.
La presenza di quel moccioso non era mai stata così silenziosamente confortante.
Forse non è davvero così solo.
Ma prima o poi, lo sa, una di quelle due sedie occupate sarà di nuovo vuota.
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note dell'autrice.
L'ispirazione è principalmente venuta grazie a Empty Chair at Empty Tables, da Les Miserables, e da vari post di tumblr in cui si faceva notare il modo in cui Isayama ha sottolineato a suo modo la solitudine di Rivaille dopo la 'Riunione silente'.
Non so se ci sono già fanfiction simili in giro, e non so quanto IC sia il mio modo di scrivere il suo pov.
Ma grazie mille anche solo per averla letta.