Reiner e Leda erano cresciuti insieme nel quartiere d'internamento di Liberio.
Due bambini costretti a diventare adulti presto e a separasi a causa degli orrori di una guerra senza fine.
Dopo cinque anni in missione finalmente Reiner rientra in patria acclamato da tutti: l'eroe, lo Scudo di Marley, il gigante Corazzato ma Leda aspettava semplicemente il ritorno del suo amico.
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“Tutto quello che riuscivo a pensare era che Marley guadagnava il suo Scudo ed io perdevo il mio migliore amico.
Tu credevi che ti servisse essere qualcun altro per farti amare dal prossimo ma per me è sempre bastato che tu fossi te stesso. “

Dietro ogni impresa bellica si nasconde un crimine senza tribunale, coperto di allori, messo in versi, piegato alla morale che più piace ai vincitori.
La storia del crimine la conoscono tutti, quella dei criminali, una volta svestiti dei loro eroismi, non interessa a nessuno.
Eppure è la storia di un criminale l'unica che posso raccontare, e posso raccontarla solo io.
***
Questa è una fanfiction canonverse nell'ambientazione del manga Attack On Titan, incentrata sulla storia di Levi Ackerman e sulla sua relazione con Erwin Smith. La timeline segue quella dell'opera canonica.
Contiene spoiler di tutte le stagioni, compreso il finale non ancora animato.
MI SCUSO FIN DA ORA PER LA LENTEZZA DEGLI AGGIORNAMENTI, LA CUI CADENZA NON SARA' REGOLARE PERCHE' LA STORIA E' IN CORSO DI STESURA E L'AUTRICE E' RINOMATAMENTE INAFFIDABILE.
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Prendiamo
il sentiero paludoso
per arrivare alle nuvole.
(Matsuo Basho)

{Questa raccolta di drabble e flash partecipa al Writober di fanwriter.it!}
Eren era ciò che Levi stava cercando da tanto tempo: un segno.
L'ispirazione assoluta.
{riren; levi/eren}

L’uroboro è il simbolo dell’eterno ritorno, della ciclicità del tempo, raffigurato da un serpente che si morde la coda in un perpetuo moto di causa e effetto.
Eren Yeager ad un certo punto ne aveva preso il posto, assecondando la ciclicità della storia ed affermandosi nell’universo come causa scatenante del genocidio di massa della Marcia dei Colossali.
Diciassette anni dopo, Armin trascorre una vita tranquilla a Marley assieme ad Annie ed i propri figli. Diana, la figlia di mezzo, fatica a trovare il proprio posto nel mondo, nonostante il suo spiccato talento nella meccanica. Un incidente apparentemente innocuo richiamerà i veterani a Eldia, in un viaggio al quale si unirà anche Diana, che da sempre si sente legata alla terra di suo padre.
Armin, Mikasa, Jean, Connie, Historia e Levi si ritroveranno a fronteggiare vecchi fantasmi che pensavano persi in un passato remoto, ma che si rivelano pericolosi per le nuove generazioni, messe a dura prova da un regno distrutto e arrabbiato, fomentato da semi del male che affonderanno in loro radici fatali.
Finché la storia continuerà a ripetersi, l’uroboro continuerà il suo moto.
A meno che qualcuno non lo spezzi.
[SPOILER finale di aot]

Mizuki non ricorda il motivo per cui lei e i suoi compagni si trovano in quel luogo, come vi siano giunti, né tantomeno cosa si trova al di là delle mura dietro a cui si sono rifugiati per sfuggire all’inferno che li ha inghiottiti e quasi uccisi.
Tutto ciò che sa è che non appartiene a quel mondo, e che da qualche parte, al di là dei bastioni che proteggono e al contempo costringono in cattività gli esseri umani, si trovano la sua terra natia e la sua famiglia. Ed è lì, a quel mondo, che vuole fare ritorno, costi quel che costi.
Ma tra lei e il suo obiettivo si estende una terra popolata da Giganti.
La sua unica speranza è affidarsi al gruppo di rivoluzionari noto come Corpo di Ricerca - gli eterni sconfitti, i folli, i morti cha camminano. A quello, e ai suoi occhi dorati in grado di tingersi, all’occorrenza, del colore del sangue.
Per fare ritorno al proprio mondo, dovrà imparare a conoscere e vivere in quello protetto dalle mura. E quando inizierà a creare legami con le persone attorno a lei e la sua storia a intrecciarsi con la loro tornare diverrà sempre più difficile.

Inghilterra, diciannovesimo secolo.
Historia vorrebbe vivere libera.
Sasha non ha ancora capito cosa cerca per il suo futuro.
Levi è un soldato che non è mai realmente tornato dalla guerra, Armin un principe all'apparenza perfetto ed Eren deve fare i conti con dei macigni che si porta sulle spalle.
La corte è un incendio insidioso per chi non conosce ancora il mondo.
In un modo o nell'altro, è qui che Amélie dovrà imparare a vivere.
Anche a costo di bruciarsi.
[storia scritta con l'adorabile @Nanak, ily]

E se i nostri eroi del Corpo di Ricerca dovessero vivere le loro vicende in un universo alternativo che risultasse molto simile al nostro mondo attuale, chi potrebbero essere e contro CHI dovrebbero combattere per salvare il mondo?
E questa volta come andrà a finire la storia?
Una commedia- action- sci-fi - romance.
Una quasi canon-divergent-AU che spero vi diverta come ha divertito me scriverla!
[Varie OTP Levi X Hanji una delle tante, le altre vanno scoperte in corso di lettura]

Come sarebbe il mondo se il re venisse rovesciato? Cambierebbero le regole del gioco? Hanji Zoe non si aspettava dei cambiamenti, ma sapeva cambiare a seconda delle circostanze. E ora, pur di restare nei ranghi, avrebbe dovuto sbrogliare il groviglio degli intrighi politici all'interno delle mura. Vedere con occhi diversi ciò che prima le sembrava familiare, combattere la propria coscienza.
E rendersi conto che il suo cuore non sarebbe stato più protetto come prima.

Eren Jaeger è un normalissimo studente dell'ultimo anno delle superiori, innamorato da tempo, e perdutamente, del suo professore di filosofia Levi Ackerman. Hanno avuto anche una storia, terminata per volere dei genitori di Eren. Adesso che il professor Levi è innamorato del professore di matematica, Erwin Smith, sta a Eren fare il primo passo e farsi da parte. Ma se non fosse tutto come sembra?

Ora, al posto delle risate, c’erano lacrime di sangue.
La mano di Eren ne era impregnata e il liquido scarlatto contaminò la pelle bianca di Armin, che neanche ci fece caso.
Gli occhi di Eren scesero su quell’intreccio di dita:
“Avrei voluto mostrarti il mare senza avere le mani sporche di sangue”.
“Avrei voluto che tu condividessi tutto con me, fin da subito. Forse non saremmo arrivati a questo…”.

Il mio nome è Coraline Kirstein.
Questo taccuino serve a raccontare la mia storia. Quella che ho nascosto alla maggior parte di voi per anni.
Vengo da distretto di Trost. All'età di dieci anni mi unì ad una congrega composta da bambini, orfani e non, a cui veniva insegnato, da un uomo di nome Haruma, come costruire oggetti che servissero a difenderci dai giganti. Altri, servivano per difenderci dalle persone. Io li utilizzai da soldato, migliorandone alcuni esistenti, creandone nuovi. Grazie a me, mandammo avanti la guerra contro i giganti e riuscimmo a sconfiggerli quasi tutti.
Qui, vi racconto la mia storia e come sono diventata l'ingegnere capo del Corpo di Ricerca.

In seguito ad una disavventura durante il periodo dell'addestramento, Armin ed Eren si trovano soli, nel bosco, di notte, al buio e Armin è ferito.
Eren, in ansia, è certo di una cosa soltanto: non può permettersi di perderlo.

"A prescindere da quello che ora sappiamo, a prescindere da quanto sbagliati possiamo apparire agli occhi del mondo, e se anche la nostra nascita fosse stata un errore, tutto ciò che abbiamo vissuto non potrà mai perdere il proprio valore. Né quello per cui abbiamo lottato e per cui tanti di noi sono morti. E per questo, voglio che tu sappia che non vi ho mai amato di meno. Mai. Nessuno dei due."
Nell'anno 843 Amelia si unisce al Corpo di Ricerca decisa a realizzare i propri sogni ed entra nella squadra di Erwin Smith, un uomo che nasconde le sue ambizioni dietro la maschera del soldato votato alla salvezza del genere umano. Prima del segreto delle Mura, prima della breccia nel Wall Maria, prima del mare e della verità al di là di esso, le loro vite sono destinate a intrecciarsi con quella di Levi Ackerman, un uomo che viene da un mondo in cui è impossibile avere dei sogni.

“Forse si salverà” pensò.
Se avesse potuto infondere in lui ogni traccia del proprio alito vitale lo avrebbe fatto.
Osservò ancora il volto pallido del giovane, gli occhi chiusi nel limbo di incoscienza e non riusciva a darsi pace: si trattava di un compagno, l’unico caduto sul campo quel giorno ed era già un miracolo, si chiedeva come fosse possibile che tutti gli altri si fossero salvati.

"Non era stata una bella giornata per Armin.
L’addestramento era andato peggio del solito e il piccolo Arlert aveva accumulato errori su errori.
La sua autostima, già così bassa, non ne aveva giovato e Jean non riusciva a distogliere lo sguardo dalla scena che si svolgeva davanti ai suoi occhi, mentre erano seduti a pranzo."