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Autore: CassandraBlackZone    14/06/2013    2 recensioni
«Noioso.»
«Che?»
«I freni. Li hai tolti.»
Asia si girò verso la consolle e sbottò un sorriso. «Be’… si cambia.»
Senza girarsi, la siluriana soffocò una risata, salutò con una mano e chiuse la porta sempre dando le spalle. Di nuovo, Asia girò intorno agli innumerevoli comandi della macchina del tempo e in pochi secondi era già all’interno del vortice del tempo. Con una mano sfiorò la leva dei freni. «Dici… noioso?» con fare nostalgico, la ragazza camminò tra i corridoi del TARDIS giusto per aspettare che il suo ospite si svegliasse. Quell’ora la passò a pensare al passato.
Genere: Fluff, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 1, Doctor - 11, Nuovo personaggio, River Song
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Entrati nell’ascensore, Matt si concesse un momento per chiudere gli occhi e riposare, ma fu tutto inutile. Sudava freddo, ed ogni secondo che passava sentiva dentro di se quella terribile sensazione di bruciore.
“Matt… Matt, svegliati”
L’uomo sentiva le palpebre ancora molto pesanti, ma cercò lo stesso di aprirle. Due occhi verde-marrone lo fissavano preoccupati. “Ri…ver…”
La donna subito gli prese la mano sorridendogli “Sono qui, Matt. Resisti, siamo quasi arrivati”
Al primo contatto le mani di Matt le parevano roventi. La preoccupazione e la paura salivano sempre di più. In quel momento la donna proprio non sapeva cosa pensare, non sapeva se essere in apprensione per suo marito oppure essere in collera con lui. Ripensò a quel biglietto scritto in rosso lasciatole da lui e ricordò a fondo le parole. D’impulso sorrise e sapeva già cosa fare.
“Dove… siamo?” chiese lui.
“Nell’ascensore. Rey ci sta accompagnando dal Dottore”
“Ah… ora mi ricordo”
“Il Dottore è stato imprigionato nella torre più alta perché era troppo pericoloso. Chiunque si avvicinasse a lui finiva disintegrato all’istante”
“Che cosa li avete fatto?” Asia guardò disperata il CBM2 che si addolcì solo guardando i suoi occhi.
“In questi otto anni, niente. Te lo assicuro. E’ furbo, non siamo mai riusciti a studiarlo. Anche se pareva una nube molto densa e corporea, dai nostri scanner non venne rilevato nessun peso o altro”
“ Una nube? Mio padre è una nube?”
“Che tu ci creda o no, lo è”
“Ma mio padre sta davvero bene?”
Un leggero tonfo fece trasalire Asia e River. L’ascensore finalmente si era fermato.
“Lo vedrai tu stessa”
Aperte le porte, La ragazza corse lungo il corridoio davanti a se raggiungendo un’enorme porta blindata più alta di lei di almeno un metro e mezzo. Non sapeva perché avesse corso proprio davanti a quella porta: avrebbe potuto girare l’angolo o semplicemente correre verso un’altra, ma no. Aveva la sensazione che fosse quella giusta.
“Asia! Fermati! Dobbiamo seguire Rey! Le porte qui sono tutte e uguali!”
“Veramente la porta è proprio quella”
River guardò Rey stupita che era sorpreso quanto lei e le fece spallucce.
“Ma Asia… come hai fatto?”
Anche la ragazza scrollò le spalle alla madre continuando a fissare la porta bianca. “Non capisco perché ma... sento che papà è qua”
“Il sangue…”
Asia si girò verso Matt che intanto stava chino e appoggiato su una spalla di River
“ E’ grazie al sangue… di tuo padre che ti scorre nelle vene”
“Il… sangue? Che cosa intendi?”
“La fiala… che ti ha iniettato… Vastra, conteneva il sangue di tuo padre”
“Cosa?” La ragazza si ricordò il momento in cui Vastra le iniettò il liquido viscoso e si guardò le mani incredula. Sentì le dita pulsare: allora era vero.
“Credo proprio che… lui sapesse che qualcuno avrebbe cercato… di usare la tua energia rigenerativa… e perciò pensò che quello fosse l’unico rimedio per controllarla a distan.. Ah!”
Matt sentì un dolore improvviso al petto e si accasciò a terra inginocchiandosi. Era ormai arrivato al limite, sentì come della lava incandescente corrodergli gli organi interni per poi arrivare alle ossa.
“Matt!”
“Non c’è più tempo! Le porte!”
Rey annuì a River e velocemente digitò il codice. Aperti i blocchi le porte si aprirono e una folata d’ aria calda li investì. Una forte luce dorata indusse tutti a socchiudere gli occhi ed entrati nella stanza, tutti alzarono la testa incantati dagli innumerevoli vortici di quella luce.
“Ma è… pazzesco…”
“Questo…è papà? E’ lui!”
“E’ incredibile… rispetto all’ultima volta l’intensità della luce e del calore è aumentata notevolmente”
“E’ il segno che… il Dottore è al limite… proprio come lo sono io” Matt si staccò da River e camminò lungo il corridoio facendo attenzione a non guardare il vuoto sotto di lui
“Matt, no! Fai attenzione a non cadere!”
“Questa è una prigione dimensionale. Se lui cade giù è la fine” aggiunse Rey.
“Matt!”
“Non avvicinatevi!”
River e Asia erano pronte a raggiungerlo, quando si bloccarono al suo richiamo
“E’ molto più pericoloso… se starete vicino a noi”
“Non fare l’eroe, Matt Smith! Adesso noi veniamo…”
“No mamma, aspetta” La ragazza bloccò la madre con un braccio e ignorando le su lamentele chiuse gli occhi. Lasciò che quell’aria calda riempisse i suoi polmoni che subito fluì dentro di se. Un piacevole tepore la rilassò, infondendole sicurezza “Papà… dice che ci dobbiamo fidare”
“Come? Tuo padre? Ma …”
“Io l’ho sentito mamma” Asia guardò decisa negli occhi della donna “Lui me lo ha detto”
River fece per aprire la bocca, ma venne zittita dallo sguardo penetrante della figlia. L’unica cosa che poté a fare era annuire e rimanere in silenzio. Ogni volta che vedeva quegli occhi, River non riusciva a mai a contrastarli e alla fine si sottometteva: era più forte di lei.
“Vai Matt. E fa attenzione”
L’uomo sbottò un sorriso ad entrambe e fece un cenno al giovane CBM2 “Sicuro”
Matt così si girò e osservò la capsula davanti a se. Attorno ad essa fluivano sinuose lingue di energia rigenerativa che al loro contato gli potevano essere fatali; ma lui non si voleva arrendere ora e con decisione cercò di camminare dritto respirando a pieni polmoni, senza più pensare al dolore. Era ormai finita.
“Mamma… dici che tutta quella energia potrebbe ucciderlo?…”
“No, tesoro” River abbracciò la figlia per rassicurarla “Tuo padre non lo permetterebbe mai”
Matt non pensava più a niente. Non sapeva perché ma era felice che finalmente tutto sarebbe finito, che tutto ritornerà alla normalità. Già. Tutto sarà come doveva essere.
La mia intera vita è stata una semplice illusione?
Se pur parole dette da Rey, quando Matt le pronunciò nella sua mente dentro di lui qualcosa scattò, quella terribile sensazione dello stomaco attorcigliato: Matt aveva paura.
Razza di stupido, pensò scuotendo la testa, di cosa ho paura? Che possa rischiare la pelle? Che possa dimenticare tutto questo e credere che fosse stato tutto un sogno? Che possa… cessare di esistere?
L’ultima ipotesi fece rabbrividire l’uomo inducendolo a fermarsi a un metro di distanza dalla capsula: eccolo lì. Ormai era arrivata l’ora di fare ciò per cui è stato creato, senza rimpiangere niente.
Delle lacrime scesero lungo le sue guance.
“Che strano… è come trovarsi davanti alla porta dell’al di là… Con questa luce così forte… Sì… un grosso cancello d’oro… eheh, è davvero buffo come pensiero… eppure io sono ateo”
Ad un tratto Matt si portò una mano al petto. Sentì che l’essenza del Dottore dentro di lui stava scorrendo lungo la gola, un formicolio leggero nelle braccia e sentì il volto in fiamme. Era ora.
“Mamma… che cosa succederà adesso?”
“Giuro che non lo so, Asia. Dobbiamo solo aspettare”
Sotto gli occhi di Asia, River e Rey le braccia e la testa di Matt divennero degli enormi getti di energia più luminosi delle stesse lingue attorno alla capsula: quelli presero a riempire l’enorme prigione sovrastando tutto il resto.
“Matt! No!”
“Asia, fermati! Non puoi avvicinarti!”
Il corpo della attore scompariva sempre più velocemente in quel turbine incandescente. Quando anche la giacca bordeaux  sparì, Asia chiamò l’amico con un urlo disperato.
“MAAAAATT!!!!!!”
 
E’ tutto finito. Ormai io non servo più. E’ strano dirlo ora che sono… morto? Sì, è molto probabile. Qui è tutto buio, sono sospeso in aria e non sento niente: freddo, caldo, suoni, odori. Niente. Solo silenzio.
Tutto questo mi porta indietro nel tempo. Sì. Mi riporta ai tempi in cui incontrai per la prima volta il Dottore nella mia testa.
Avevo all’incirca sei anni e la prima volta che sentii la sua voce fu quando ebbi un incubo su dei mostri di metallo dalla testa umana. Lui mi disse “ E’ tutto a posto, scusa se mi sono intromesso nella tua testa”.
Fu buffo quando mi disse che il suo nome era il Dottore. Pensai subito a quel telefilm fantascientifico che piaceva tanto ai miei genitori: Doctor Who, la storia di un alieno con due cuori che viaggiava con il suo TARDIS nel tempo e nello spazio. Un pazzo con una cabina blu.
A quel tempo c’era Colin Baker, che interpretava il sesto Dottore, ma appena lui mi disse che indossava una giacca di tweed e un farfallino, cancellai dalla mia mente l’ombrello e la giacca variopinti e la spilla del gatto.
E così  cominciò la sua convivenza nella mia testa. Nel momento del bisogno lui veniva da me e mi parlava. Quando facevo degli incubi lui mi aiutava, quando ero da solo lui mi era accanto, ma  ovviamente non usciva allo scoperto durante le verifiche a scuola.
Spesso mia sorella mi sorprese a parlare da solo e ovviamente spifferò tutto ai nostri genitori. Fui costretto a partecipare a un sacco di sedute da uno strizzacervelli. Ma io non demordevo: io sapevo che il Dottore era reale.
Era bello ascoltare tutte le sue storie. Ogni volta che tornavo a casa da scuola era come se in realtà non ne fossi  mai uscito, perché ogni giorno imparavo qualcosa di nuovo sul TARDIS, i mondi paralleli e alcuni dei tanti segreti dei Signori del Tempo. Persino sentirlo parlare della sua famiglia era piacevole.
Ero sicuro che non ci saremmo mai separati, ma fu triste scoprire che prima poi sarebbe dovuto andare via.
Due anni dopo, una notte, mi mostrò una porta bianca. Una porta che non dovevo assolutamente aprire.
Mi lasciò poi con una frase davvero insolita e dal momento che avevo solo otto anni, non la capì e non la presi troppo sul serio.
“ Ti lascerò una traccia di me che ti proteggerà, ma tu devi promettermi una cosa, piccolo Matt. Che non dovrai mai dimenticare”
Mi dispiace Dottore. Ho paura di non aver mantenuto la promessa. Ora come ora sto per dimenticare tutto. Rimarrò nel buio senza nessun ricordo.
 
“Certo che quando vuoi sai essere melodrammatico”
Matt si sentiva pesante ed esausto. Sentì la schiena irrigidita e la testa pulsare.
“Ti concedi finalmente trenta minuti di riposo e tu pensi già la morte? Per l’amor del cielo, Matt! Hai ancora una vita davanti!”
Il giovane attore per un istante credette di stare impazzendo. Difatti sentiva perfettamente bene la sua voce ma non avendo aperto bocca pensò che fosse solo lui che stava pensando. Ma subito scartò quell’ipotesi e spalancò gli occhi tirandosi su di scatto.
“Ma… ma cosa succede! Chi ha parlato?!”
“Io. Chi altri se no?”
Matt con la coda dell’occhio vide una figura seduta vicino a lui “No… non può essere…”
Lentamente l’uomo si girò tenendosi stretta la speranza che il suo presupposto fosse corretto: i suoi occhi s’illuminarono, le sue labbra s’incresparono in un largo sorriso e lasciò che la sua bocca emettesse una piccola risata.
Era come guardarsi allo specchio, quasi Matt si spaventò di trovarsi davanti la copia esatta di se stesso. Stessi capelli, stessi occhi, stesso mento. Tutto.
 “Ciao, Matt Smith. E’ un onore conoscerti di persona”
Il Gallifreyano allungò la mano all’attore ancora un po’ scosso e lo alzò con uno strattone. Matt non riusciva a staccargli gli occhi di dosso: più che avere la consapevolezza di aver salvato l’ultimo Signore del Tempo, era sorpreso come se avesse scoperto un fratello gemello segreto. Proprio una fervida immaginazione.
Ma ben presto, lo stupore di Matt si trasformò subito in grande felicità. Vedere quel sorrisetto compiaciuto allargava ancor di più il suo. Era lui: era il Dottore in carne ed ossa, con il suo inconfondibile farfallino.
“S-salve… Dottore…”
“Cos’è tutta questa formalità? Fin’ora mia hai sempre dato del tu
Matt si grattò la nuca un po’ imbarazzato “Beh… ecco… non è facile…”
“Oh, suvvia! Finirò col arrossire!”
Il Dottore fece una giravolta su se stesso per controllare che tutto fosse al suo posto. “Allora? Cosa ne pensi? Non ho dimenticato niente?”
“Ma… come è possibile?”
“Una domanda che si chiedono tutti e ogni volta rispondo: perché è così. Semplice”
“Io ero convinto che… insomma, che io fossi solo un fantoccio usato da te e che finito il mio compito sarei….”
“Wo wo, frena giovane Matt! Corri troppo di fantasia! Qui di pazzo dovrei essere io! E poi per chi mi hai preso? Io sarei capace di giocare con le emozioni altrui? no, non esiste! Non è da me!”
Matt inarcò un sopracciglio guardando perplesso l’alieno che subito si arrese.
“Ok ok…. Niente sensi di colpa… Cribbio… era meglio non intasare la tua mente così a fondo. Devi ammettere che però l’idea della porta è stata geniale. Una porta senza la maniglia, una metafora fantastica! Se la si può chiamare così”
“Ma… come? Che cosa è success…?”
Il Dottore tappò con un indice la bocca dell’umano e gli fece l’occhiolino “Sai, in certe situazioni bisogna sempre ricorrere a una risposta universale. Una risposta che risolve qualsiasi cosa. Spoiler” L’alieno sorrise di nuovo a Matt e quest’ultimo senza accorgersene lo ricambiò “A proposito di spoiler…”
Velocemente il Dottore si sistemò i capelli, il bavero della giacca e per ultimo il suo farfallino. Si schiarì la voce un paio di volte per togliere la tensione: voleva essere impeccabile “Dimmi. Come sto?”
“Oh… ah, ho capito! Sì! Direi che sei perfetto!”
Ottenuta l’approvazione da Matt, il Gallifreyano si girò e camminò lungo il corridoio.
River e Asia erano immobili con lo sguardo fisso sulla figura che avanzava verso di loro: davanti ai loro occhi non vedevano nient’altro che lui. L’enorme prigione, la sensazione di vuoto, la guerra tra CBM2 e la Lega erano fuori dai loro pensieri. Entrambe ripensarono ai momenti che dovettero passare in quei otto anni; tutte le notte passate a pensare a lui. Tutte le notti che piansero da sole.
Era come se il tempo si fosse fermato. Passava inesorabile ma Asia non poteva aspettare e corse piangendo tra le braccia del padre.
“Papà!”
Il Dottore l’accolse a braccia aperte e la ragazza cominciò a stringerlo più forte che poteva. L’uomo cercò in tutti i modi di resistere e lasciare che lei piangesse per lui.
“Papà!! Sei tornato! Papà!”
L’uomo accarezzò dolcemente i capelli della figlia, proprio come faceva quando aveva sei anni “Sì, scricciolo. Sono tornato. Sono qui”
“Papà!”
“E’ incredibile… sono identici! Quello è davvero il Dottor… Professoressa Song!?”
River ignorò totalmente Rey e a grandi passi raggiunse la figlia e il marito. Scostò piano Asia e a braccia conserte squadrò severamente il Dottore. Quest’ultimo analizzò dalla testa ai piedi la donna con gli occhi spalancati.
“Wo… Professoressa Song… non vedo quei vestiti da quando è nata la nostra Asia… Ti stanno ancora una meraviglia, sai?”
Un imbarazzante silenzio e lo sguardo impassibile di River, lasciarono spiazzato il Dottore che subito smise di sorridere e ritornò – per così dire- serio.
“Beh… è una situazione un po’ difficile da gestire… Sì, sono successe un po’ di cose… ma abbiamo tutto il tempo di parlare! Perciò: su col morale e prima pensiamo a salvarci e a scappare da q…”
Un sonoro ciaf riecheggiò nella prigione, seguito da un urlo di dolore del Dottore.
“Ahiaaaa!! Ahiaaa!! Questo ha fatto davvero male, lo sai?! Ma è possibile che ogni volta tu debba accogliermi così?!”
 “E’ MAI POSSIBILE CHE OGNI VOLTA TU DEBBA FARE L’IDIOTA?!”
Il Dottore smise di massaggiarsi la guancia e rimase in silenzio. Gli occhi di River cominciarono a diventare rossi e da essi scivolarono copiosamente le lacrime.
“Perché… perché devi fare sempre l’eroe solitario! Accidenti a te!”
La voce della donna tremava così tanto che quasi faceva fatica a parlare “Io… ho dovuto aspettarti… noi abbiamo dovuto aspettarti per otto anni! Hai idea… di cosa sono otto anni?!”
“River… mi dispiace…” tentò lui.
“Avresti dovuto dirmelo, invece di lasciarmi uno stupido messaggio su uno stupido pezzo di carta!”
“Non potevo! Vi avrebbero uccisi!”
“Eccolo che ricomincia… ho fatto davvero la scelta sbagliata! Non… non avrei dovuto sposare un sentimentale come te! Sei una vergogna!”
“River…” L’uomo cercò di calmare la moglie prendendole la mano. Asia si avvicinò a Matt stringendoli un braccio, mentre Rey la rassicurò appoggiandole una mano sulla spalla.
“No! Sta zitto!! Non voglio ascoltarti!”
“E’ davvero così grave?! Per te è davvero così grave che io abbia cercato di proteggere le persone che am…”
River si alzò in punta di piedi, si aggrappò con entrambe le mani il collo del Dottore e con ancora le lacrime agli occhi lo baciò. L’alieno mosse freneticamente le mani per poi appoggiarle con delicatezza sulle spalle della donna: lentamente prese a farle scivolare lungo la sua schiena.
I due si lasciarono trasportare in quei pochi secondi di piacere. Era ovvio che il Dottore sapesse quanto fossero otto anni: per lui erano più lunghi della sua stessa vita. Un tempo infinito.
A malincuore, il Dottore si staccò e posò le sue mani sulle guance di River. I due cominciarono a respirare affannosamente all’unisono “Frena, professoressa Song. Dobbiamo pur respirare…”
“La solita scusa” La donna sorrise e si asciugò le lacrime
“E poi… ci sono dei minorenni qui”
L’uomo indicò con un cenno del capo Asia che era rimasta tutto il tempo a guardare con le mani alla bocca trepidante d’eccitazione e Matt che incredulo si indicò da solo “Ehi! A chi hai dato del minorenne?”
“ Matt Smith: anche se indossi i miei vestiti, ti darei al massimo cinquecento anni”
L’uomo soffocò una risata con una mano “Ok ok… ho capito!”
“Wow… E’ stato… wo… Non so che dire… E’ una delle poche volte che… vi vedo … come dire… sbacciuchiare!”
Il Dottore e River si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere “Oh, Asia! Hai appena compiuto quindici anni è sei ancora così pura! Non crescere mai!”
“Vieni qui, tesoro”
Asia si buttò tra le braccia dei suoi genitori
“E’ bello rivedervi”
“Oh, sta zitto e continua ad abbracciare, papà”
“Come ho detto, abbiamo tutto il tempo di parlare e farci le coccole dopo” Il Dottore allungò la mano alla tasca della sua giacca dove vi tirò fuori il suo cacciavite-sonico e lo puntò su Rey: subito Asia e River si allarmarono.
“No, papà! Lui ci hai aiutati a trovarti! Lui è buono!”
“Ha ragione! Metti giù il cacciavite, tesoro!”
“ E chi ha detto che sto puntando su di lui?”
Il giovane CBM2 d’impulso alzò le mani “Che… che cosa vuole dire?”
“Giovanotto spostati di lato”
Rey senza capire obbedì e appena si spostò anche River puntò una pistola laser
“Ma ciao: Sarah Hamilton”
Con gli occhi colmi di odio, la CBM2 posò sul Dottore uno sguardo truce “Tu… come è possibile?”
“Me lo chiedono in tanti, sì. Comunque sia, a te cosa importa? Non te ne sei mai accorta per otto anni, dubito che potresti capire ora”
“Ti sbagli, avevo già capito. Ero già consapevole che in qualche modo l’uomo chiamato Matt Smith era collegato”
“Se non sbaglio però, come prima candidata, avevate pensato a mia figlia”
“Sì, è vero. Ma mi aveva ingannato l’enorme quantità di energia della ragazza”
“Capisco”
La ragazza cominciò ad avanzare e con lei, anche la guardia del Dottore e di River pronti ad attaccare. “ Ora basta con i giochetti. La guerra contro la Lega sta per  finire, le tue due guerriere cercano invano di bloccare i miei seguaci, ma è tutto inutile. Solo io posso fermarli”
“Oh, solo te? Allora presumo che non sei quella che sembri, dico bene Sarah?”
“Dottore… che cosa intende?”
“Oh, Rey. Non lo hai notato? Questa non è Sarah. Se non sbaglio – da quello che sono riuscito a capire telepaticamente- lei è riuscita a prendere il controllo di voi inconsapevolmente. E ora? E’ come se fosse sicura di se. Troppo sicura di se. Tu… sei il Dalek dentro di lei”
“Il… Dalek?”
La presunta Sarah rimase in silenzio e sorrise “Ma bravo Dottore. Sei un ottimo osservatore”
“Mi dicono in tanti anche questo”
“Allora sai anche che non avete più scampo, che ben presto la tua preziosa Lega verrà distrutta assieme a questo pianeta mentre io e il resto dei miei seguaci scapperemo alla conquista di nuovi mondi”
“Come sarebbe a dire che non è Sarah? Dov’è?!”
“Rey, ti sembra il momento?”
“La tua Sarah, ha lasciato il posto a me. D’ altronde era una misera essere umana. Praticamente una debole”
“Tu… brutto…”
“Non osare insultare gli umani o te ne pentirai”
Il Dalek posò uno sguardo di sfida al Dottore sbottando un sorriso compiaciuto “ E perché? Solo perché consideri gli umani dei tuoi amici io dovrei avere paura di te?”
“Non solo per quello. Gli umani sono le creature più brillanti che conosco. Sì, non saranno perfetti ma hanno una grande forza di volontà che li ha permesso di puntare sempre più in alto. Un giorno hanno sognato di andare sulla Luna e alla fine lo hanno fatto. Hanno sognato di scoprire nuovi pianeti e lo hanno fatto. Ci sono ancora delle piccole lacune, cosa che si risolveranno presto perché se c’è una cosa che ammiro più di ogni altra cosa al mondo è che loro imparano dai loro sbagli”
Il Dalek rimase in ascolto senza contestare. Il Dottore lentamente abbassò il suo cacciavite-sonico e si avvicinò di pochi passi dal nemico.
“No, Dottore!”
“Papà!”
“E c’è dell’altro. Un’altra cosa mi affascina di loro: che sono coraggiosi. Proprio come te, Sarah”
Esterrefatto, Rey si avvicinò al Dottore  “Che… che cosa? Ma lei aveva detto…”
“Ho detto che non era Sarah, ma non ho detto che non c’era. Avanti Sarah, so che ci sei. Ti sei solo distratta un attimo e hai dato il comando al tuo ospite, so che puoi sentirmi”
Il corpo della ragazza sembrava come paralizzato come quello di una bambola. Gli occhi fissi sul Dottore con il volto inespressivo. Pochi secondo dopo, le palpebre sbatterono freneticamente e la bocca si aprì “Io… non capisco…”
“Bentornata”
“Allora… è il Dalek?”
Il Dottore rilasso i muscoli tirando un sospiro di sollievo e accolse con l’occhiolino l’eccitazione di Rey alle sue spalle.
“Sì, Sarah! Sapevo che saresti riuscita a contrastarlo!”
La ragazza guardò con rammarico il Dottore mordendosi il labbro inferiore “Ma… ormai non c’è… più tempo…”
“Oh, Sarah! C’è molto tempo! L’importante che tu or…”
All’improvviso Sarah afferrò per la gola il Gallifreyano e lo alzò da terra. L’uomo si portò le mani al collo cercando disperatamente di liberarsi.
“No!” River caricò la pistola laser e iniziò a sparare ma invano. Ogni colpo rimbalzava sull’armatura.
“Dannazione… avendo il corpo di un Cyberman, sicuramente avrà aggiornato i sistemi!”
“Mamma, ti prego dobbiamo aiutarlo!”
“Ti prego Asia! Fammi pensare!”
“Che… strano… mi pare un deja-vu… anche se io vivo nei deja-vu… oh, ma perché ogni volta ne esco con una frase stupida?!”
“Mi sembra di avertelo detto, Dottore. Sarah non c’è più”
“Ti sbagli…. Quella era lei… lo so…”
“Taci!”
“Lascia subito il Dottore” Rey tramutò il suo braccio in un grosso machete laser puntandolo contro Sarah.
“Oh, tu non oseres…”
Il Dottore si sentì improvvisamente cadere e con un tonfo si trovò con la schiena a terra. Subito si portò una mano su di essa e la fece scricchiolare un paio di volte.
“Ahia… potevi almeno avvisare… Non sono giovane come una volta…”
Il Dalek osservò sbigottito il suo braccio appena mozzato vicino ai suoi piedi e squadrò ferocemente Rey
“A quanto pare hai osato”
il giovane CBM2 alzò il machete pronto ad attaccare “Quando tutto sarà finito, le riattaccherò il braccio”
“Oh, credimi. Non serve”
Con un cenno del capo, il braccio metallico cominciò a muoversi da solo e con un balzo si attaccò in pochi secondi alla spalla.
“Ma… cosa?”
“I corpi dei Cyberman sono molto utili. E’ stata una fortuna trovarne uno in mezzo a quel campo di battaglia”
“Maledetto….”
“E ora, se permetti. Ti farò fuori”
“Stai lontano da lui!”
Il Dottore puntò nuovamente il cacciavite sonico al Dalek “Lascialo andare, o ti faccio saltare la testa!”
“Oh, ma che paura. Allora vuoi morire prima tu?”
Asia, che tra le braccia di Matt affondò il volto nel suo petto, incapace di guardare. Il Dalek era già pronto a scagliare un colpo laser, quando qualcosa lo bloccò inducendolo ad abbassare il braccio. Era come se i suoi occhi guardassero il vuoto, spenti e inespressivi.
“Ma cosa?…”
“Chi è che ha?...”
Il Dottore indietreggiò strisciando ad una distanza di sicurezza.
Il Dalek si portò a fatica una mano al petto e sentì sulle dita qualcosa di viscido. Alzata la mano, spalancò gli occhi: era il suo sangue. Il sangue dei Dalek.
Nell’enorme prigione calò il silenzio. Il corpo del Dalek si accasciò ai piedi di Rey che rimase sconvolto se non anche arrabbiato
“Chi… è stato?” A denti stretti Rey guardò prima il Dottore che subito sventolò le mani e poi River che scosse la testa “ CHI E’ STATO??!!”
Sono stato io
Una profonda voce metallica riecheggiò cupa e attirò l’attenzione di tutti che guardarono verso la fonte: davanti alla porta principale c’era un creatura alta e robusta, vestito con una grossa armatura argentata e un casco integrale. Tra le mani teneva una grossa arma aliena da fuoco.
“ La missione è stata completata”
“Ehi! Tu chi sei! Si può sapere perché lo hai fatto?!”
La domanda del Dottore venne subito ignorata e la creatura avanzò a grandi passi verso di loro.
“Maledetto… Io tu…!”
“No, Rey! Meglio non rischiare!” lo fermò il Gallifreyano.
“Ma Sarah!...”
“Sarah respira ancora, ora dobbiamo pensare a lui!”
Con uno strattone, il Dottore allontanò Rey dal corpo del Dalek moribondo e insieme a River coprirono Asia e Matt con tutto quello che avevano. Il Signore del Tempo non riusciva a capire chi fosse. Più ci ragionava, più non ci arrivava. Può darsi che sia perché si era appena risvegliato o magari stava solo invecchiando. L’unica cosa che sapeva, era che non stava andando come aveva sperato.
La misteriosa creatura si fermò a pochi metri dal corpo del Dalek che respirava a fatica.
La missione è stata completata
   
 
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