Fuori dal mio confine

Quando tua madre decide che dovrai passare l'inverno in America, lontano da casa, in un college pieno di ragazzi che sicuramente non perderanno occasione per prendere in giro il tuo accento, inizi a maledirla dal profondo del tuo cuore. Quando poi ti viene annunciato che, prima di arrivare a Lima -ś, proprio in quel buco di Lima che non avevi mai sentito nominare prima di vederlo scritto sull'opuscolo della tua nuova scuola-, dovrai trascorrere una settimana da tuo zio Angus nel Kentucky, inizi a pensare ad un brillante piano per vendicarti. Quando, per finire, arrivato nel Kentucky tuo zio ti annuncia che ha aperto da qualche mese uno strip club e che dovrai trascorrere le prime quattro sere a spillare birre a uomini arrapati e donne un po' troppo in là con l'età pronte a pagare per sognare sugli addominali di un ventenne, arrivi a volere la morte dei tuoi genitori. Una morte lenta e dolorosa, se possibile.
Tutto questo, ovviamente, avviene solo nella tua testa. Nel mondo reale, i tuoi genitori sono vivi e vegeti nella casa in Irlanda, e tu sei nel Kentucky dietro il bancone del nuovo strip club dello zio Angus.