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Autore: Mon    14/06/2013    3 recensioni
Una delle cose che, invece, Laura adorava del suo lavoro, era quella di poter andare ai concerti e poterli vedere da una posizione assolutamente privilegiata. Stare al fianco del palco e vedere allo stesso tempo la band che si esibiva e il pubblico che cantava tutte le canzoni a memoria era una delle cose che la emozionava maggiormente.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Gambler'
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Laura aveva parcheggiato la macchina vicino al luogo dove avrebbe dovuto incontrare Nate; era sabato mattina e San Francisco non era caotica come durante la settimana. La città era, quindi, tranquilla, tutto il contrario di quello che invece era Laura. Non sapeva perché Nate aveva voluto vederla a quattr’occhi, di mattina; per quanto volesse conoscere il motivo di quella visita strana, l’unica cosa che veramente le importava in quel momento era rivedere il ragazzo. Camminava veloce, con la sua borsa in mano, e quando arrivò davanti al bar dove lei e Nate si erano dati appuntamento, lo vide seduto. Lui era dall’altra parte della strada e Laura rimase a guardare il ragazzo per qualche secondo; fissandolo trovò l’argomento con la quale avrebbe rotto il ghiaccio. Nate, infatti, indossava una maglia della squadra di basket dei New York Knicks, squadra che a lei non era mai piaciuta. Attraversò la strada di corsa e arrivò al tavolo. «Che delusione Nate, la maglia dei Knicks!» disse, mentre prendeva posto di fronte al ragazzo, appoggiando la borsa sulla sedia al suo fianco. Lui alzò la testa e si abbassò leggermente gli occhiali da sole; la guardò e si chiese come facesse ad essere così sexy anche indossando un semplice paio di jeans, una maglietta a maniche corte e portando i capelli raccolti in una bella e lunga coda di cavallo. Si ritirò su gli occhiali e rispose alla provocazione della ragazza. «Che delusione Laura! Tifare per i Los Angeles Lakers!»
Lei sostenne lo sguardo del ragazzo. «Sempre meglio tifare per i Los Angeles Lakers che portare la maglia di quella squadra di perdenti!»
«Non sono una squadra di perdenti!»
«Bravo! Bel tentativo di autoconvincimento!» rispose la ragazza, sorridendo.
Nate non poté fare a meno di ricambiare il sorriso. «Possibile che con te non riesco mai ad averne una vinta?»
Laura alzò le spalle e allargò le braccia. «Non ci posso fare nulla!»
Il ragazzo si tolse gli occhiali da sole, appoggiò i gomiti sul tavolo e guardò Laura dritto negli occhi. «Mi fa piacere rivederti...»
«Anche a me...» disse la ragazza, sporgendosi verso di lui.
I due si fissarono per qualche istante, senza dire niente, poi fu Nate a continuare. «Dove vuoi andare oggi? Ho la giornata completamente libera, possiamo fare quello che vuoi!»
«Prima di tutto mi fai fare colazione, visto che oggi è sabato e per colpa tua mi sono dovuta alzare all’alba!»
«Scusami se avevo voglia di vederti!»
«Scuse accettate!» disse Laura, sorridendo sorniona, guardando Nate con la coda dell’occhio e poi girandosi verso la vetrina del bar. Chiamò il cameriere e ordinò una brioche e un cappuccino.
Nate la guardò fare colazione, mentre, delicatamente, spezzava la sua brioche, la fissò mentre, con gesti delicati, mescolava lo zucchero nella tazza e non poté fare a meno di guardarla mentre beveva il cappuccino; voleva riassaporare quelle labbra. Sapeva che quello non era né il luogo né il momento più adatto per baciarla, perciò, a malincuore, decise di attendere.
Quando Laura finì la sua colazione, Nate riprovò. «Allora, dove vuoi andare?»
Stavolta la ragazza fu disposta ad ascoltare. «Non lo so, dimmi tu dove vuoi andare, pensavo avessi un piano...»
«Io un piano ce l’avrei, anzi due, te li propongo, poi decidi tu...»
Laura appoggiò i gomiti sul tavolo, mise il mento sul palmo della mano e guardò Nate. «Spara!»
«Piano numero uno: ce ne stiamo in giro per San Francisco e, se vuoi, ti accompagno a fare spese, ovunque tu voglia andare...»
«Interessante... la seconda invece?»
«Ce ne andiamo in spiaggia e ce ne stiamo sotto il sole tutto il giorno...»
«Anche la seconda è bella, ma c’è un piccolo problema. Non ho il costume, quindi opto per la prima. Ti sei offerto, non ti lamentare se ti faccio fare il giro di tutta San Francisco!»
«Non dirò una parola!» rispose Nate, portandosi una mano vicino alla bocca e facendo il segno di chiuderla, gettando la chiave.
I due si alzarono e cominciarono il loro giro; Laura ne approfittò per comprarsi un nuovo paio di scarpe alte e una nuova maglia, blu, larga e con una tigre stampata sopra. Nate approvò l’acquisto.

***

Il sole cominciava a scendere su San Francisco; Laura era stanca dopo aver girato tutto il giorno per negozi. Guardò il suo orologio, segnava quasi le sette di sera. I due si stavano riposando seduti ad un bar, prendendo un aperitivo. «Ti va un giro sulla spiaggia?» chiese, dopo un po’, Nate.
«Sono distrutta, ma l’arietta fresca della sera potrebbe aiutare a riprendermi. Porto le buste in macchina poi andiamo.» rispose Laura.
Il ragazzo la accompagnò, poi insieme si diressero verso la spiaggia. Non c’era quasi nessuno, coloro che avevano passato la giornata sotto il sole avevano fatto ritorno ai loro alberghi. Adesso c’erano solo quelle persone che volevano godersi il fresco della sera, mentre guardavano il sole tramontare e colorare le acque dell’oceano Pacifico di rosso. Laura si tolse le scarpe, lo stesso fece Nate e insieme si incamminarono lungo la riva, vicino all’acqua, che, delicata, accarezzava loro i piedi.
«Questo momento della giornata è perfetto, questa atmosfera e questi colori mi fanno sempre emozionare. Vivo in un posto meraviglioso, non cambierei San Francisco con nessun’altra città al mondo!» disse Laura, guardando l’orizzonte colorato di rosso.
«Hai ragione, questo momento della giornata è bellissimo. Soprattutto se sei in compagnia della persona giusta...» disse Nate.
La ragazza si girò verso di lui, i due si guardarono. «È tutto il giorno che voglio farlo, ma in centro città non era il caso...» continuò Nate. Si avvicinò a Laura e le prese il viso tra le mani. La baciò. Lei rispose, sentendo le farfalle nello stomaco. Aveva aspettato quel momento tutto il giorno.
Quando si allontanarono, lui la prese per mano e, in silenzio, si incamminarono. Arrivarono di fronte ad un ristorante, con la veranda che dava sulla spiaggia e sul mare.
«Ti va se ceniamo insieme?» chiese Nate.





Buonasera! Eccomi qui con l'ultimo capitolo, poi mancherà solo l'epilogo (già scritto, deve solo essere pubblicato) e poi questa storia sarà conclusa. Mi dispiace un sacco, ci sono affezionata e se lo sono lo devo anche a voi. Mi avete fatto troppi complimenti, che tra l'altro non mi aspettavo, quindi posso solo dirvi un immenso GRAZIE! 
Detto ciò, i ringraziamenti definitivi li lascio per l'epilogo.
Siccome sono ispirata, ho cominciato a buttare giù qualche idea per il seguito e per l'ispirazione ringraziate i nostri carissimi Fun., che l'altra sera a Ferrara sono stati meravigliosi. Adoro la voce di Nate, adoro Jack e il suo modo di suonare la chitarra, adoro Andrew, Nattie, Emily (donna meravigliosa!) e Will. 
Va beh, mi sono dilungata troppo. Vado a rintanarmi nel mio angolino e continuo a scrivere. 
Alla prossima. 
Mon.

  
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