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Autore: annie_HG    14/06/2013    1 recensioni
Karoline Angus ha 15 anni, vive nel distretto 9. Parteciperà alla 52esima edizione degli Hunger Games, lottando contro la morte affiancata da un ragazzo speciale.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Un colpo di tosse, il desiderio di un goccio d’acqua e di aria pulita nei polmoni, il tuo compagno che è svenuto di nuovo; se questa non è una situazione critica…
Mi trovo a pochi passi dalla striscia di terra oltre quale c’è la nostra salvezza, ma questa diventa sempre più stretta, poiché il fuoco continua a bruciare tutto ciò che ci sta intorno. Tento di trascinare Laurence, ma pur essendo molto magro è piuttosto pesante. Cerco di fare del mio meglio. Lo chiamo, tentando di fargli riprendere conoscenza, sento la mia voce roca, piena di disperazione – Laurence! Laurence ti prego svegliati! –
Ma niente. Con grande sforzo lo trascino per un altro paio di metri, mi fermo a riprendere fiato, per modo di dire, visto che ci troviamo in una cappella di fumo e fiamme. Riprendo Laurence per i piedi e ricomincio a trascinarlo verso “l’uscita”.
-       Forza karoline – dico tra me e me – mancano pochi passi, ce la puoi fare - comincio a davvero a credere nelle mie parole. Faccio due passi, mi fermo. Non riesco a continuare. No! Non posso arrendermi ora, non posso! Lo devo a Suzanne, a mia madre e a mio padre, lo devo a tutti quelli che hanno visto i loro parenti morire e lo devo anche a Laurence; mi ha scelta come alleata, sa cosa ho passato e sa che se uno di noi vincesse, sarebbe come rinfacciare a quelli di Capitol City che non possono sterminare intere famiglie in un modo così crudele. Così seppure stremata riprendo a camminare. Questi pensieri posso dire che mi hanno fatto bene, ora mi sento piena di speranza e la speranza è l’unica cosa più forte della paura. Continuo a camminare all’indietro, sperando di non trovare un muro di fiamme al posto del piccolo passaggio. Sono quasi arrivata, manca poco quando… non vedo una pietra dietro di me e inciampo, andando a finire nelle fiamme. Il mio cuore ha un sussulto. Penso a quanto sia stupida, a mandare all’aria tutto così, per una distrazione. So cosa è successo, anzi cosa mi sta succedendo ma… è starno, come se mancasse qualcosa. So di essere ancora viva, so di stare per morire, sono nel fuoco, ma la reazione non è quella che mi aspettavo. Non sento dolore, non sento il fuoco consumare la mia pelle. Il fuoco non mi sta bruciando. Incredula mi rialzo, faccio un passo indietro e mi ritrovo al di fuori di quel luogo infernale:
-       Fiamme finte… - dico con una voce talmente bassa che anche io stento a sentirmi.
Esamino il mio corpo, la schiena brucia e anche tanto, ma il resto del corpo – che dovrebbe essere completamente ustionato – è intatto. Sento un colpo di tosse, mi giro di scatto, pensando ancora una volta di essere vicina alla fine, ma non c’è nessuno alle mie spalle. Poi, improvvisamente, capisco – Laurence! – grido mentre mi butto nuovamente nelle fiamme. Lo prendo e , con una forza che non sapevo nemmeno io di avere, lo trascino fuori in pochi secondi. Dopodiché mi butto a terra stremata.
 
Cerco di non piangere. Sento gli occhi che mi pizzicano e le lacrime imminenti, ma mi sforzo di non piangere.
Laurence è steso a terra, sulla riva del lago, respira appena. Io sono inginocchiata con la sua testa sulle mie gambe. Non so che fare. Cerco di bagnargli la fronte con l’acqua. Strappo un pezzo di stoffa dalla mia maglietta, lo immergo nel lago, lo strizzo per bene e lo appoggio delicatamente sulla fronte del mio compagno. Mi tolgo la giacca, la piego in modo da farla diventare piuttosto doppia e la metto sotto la testa di Laurence, al posto delle mie gambe così posso alzarmi. Entro nel lago, fin quando l’acqua mi arriva alle ginocchia. Ogni movimento è una coltellata nella schiena e ancora non so che fare. Così decido di buttarmi in acqua. Mi levo i vestiti, rimanendo solo con la biancheria e mi immergo lentamente; il refrigerio è immediato, un sollievo inimmaginabile. Non so per quanto tempo rimango in ammollo nell’acqua, so solo che quando ne esco mi sento molto meglio, in tutti i sensi.
In lontananza vedo ancora il fumo dell’incendio, ma stranamente, questo non si è propagato per l’arena.
Laurence è ancora lì, per terra. Respira ancora, ma meglio di prima… forse si sta riprendendo, lo spero proprio. Cerco di fargli bere un po’ d’acqua, con l’unico risultato di bagnargli tutto il collo e il petto; allora mi viene un’idea, lo sposto il più delicatamente possibile e lentamente lo immergo nell’acqua; dopo poco mi rendo conto che per bagnarlo completamente e non farlo affogare, devo entrare anche io in acqua, così mi spoglio di nuovo e mi immergo insieme a Laurence
 
Un colpo di cannone. Gli uccelli che scappano. Il mio cuore che si ferma un attimo. Non penso nemmeno un attimo “ chi sarà?”, perché il mio pensiero è lui. Mi alzo subito e mi accascio su di lui per capire se respira o no. Cerco di fare più silenzio possibile, cerco di cogliere il minimo rumore provenire dal corpo esanime del mio compagno. Pochi istanti di terrore, dove penso: è tutto finito. Ma poi per fortuna lo sento, il suo respiro, caldo e leggero, sul mio orecchio, prendo un grande, grandissimo sospiro di sollievo e mi rimetto a dormire. Mi addormento quasi subito, ma faccio un sogno strano e molto inquietante. *     *     *
Una bambina, bionda, con un bel vestito bianco che corre verso di me sorridente e spensierata in un campo di fiori bianchi e gialli. Improvvisamente si ferma e raccoglie un mazzo di fiori tutti bianchi. La bimba riprende a correre verso di me e si avvicina sempre di più e io provo una gioia immensa nel vederla. Poi in un attimo, sento uno schiocco e il vestito candido della bambina si tinge di rosso, lei cade a pancia in giù. Subito mi precipito verso di lei. Quando arrivo la giro con una mano, subito noto la freccia conficcata nel petto, le chiudo gli occhi, mentre i miei sono pieni di lacrime, e le prendo il mazzo di fiori che non sono più bianchi, ma sporchi di sangue. Nel fare tutto ciò, mi cade dalle spalle la faretra piena di freccie.
        * * *
 
 
 
Mi sveglio, bevo un sorso d’acqua e mi rendo conto che è notte. Sento l’inno di Capitol City e lo stemma apparire nel cielo, mentre mostra l’unico tributo caduto oggi, un ragazzo del distretto 5. Mi guardo intorno, in cerca di qualcosa da mangiare, ma niente. Decido di inoltrarmi un po’ nel boschetto, così nascondo alla meglio Laurence e mi incammino. Faccio qualche metro e vedo una ghiandaia imitatrice posarsi su un albero e cominciare a beccare qualcosa, così ricordo i frutti rossi, buonissimi. Mi arrampico sull’albero facendo, involontariamente, scappare la ghiandaia e raccolgo una grossa manciata di frutti, mettendoli in un sacchetto fatto da me con delle foglie. Scendo dall’albero e ripercorro il breve tragitto a ritroso. Mi dirigo nel punto in cui ho lasciato Laurence e… - No – sussurro – cazzo non è possibile! - .
Il corpo di Laurence è sparito.


Mi sono sforzata di farlo più lungo ^_^ 
Spero vi piaccia 
Annie
  
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