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Autore: likeanirishelf_    15/06/2013    3 recensioni
"Lo prendo come un'uscita senz'impegno o come un appuntamento?"
"Prendila come un bambino. Non pensarci proprio e dimmi di si."
Harry partecipa alla festa di compleanno di sua cugina e qui incontra Louis, l'animatore.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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And you don't know how nice that is
But I do

And you throw your head back laughing
Like a little kid

 

Scende dalla macchina e percorre il vialetto, con una corsettina leggera tipica dei ragazzi che non possono permettersi d'indugiare un minuto di più sul da farsi. Difatti, due passi ed eccolo davanti alla porta della casa.
Fuori il calore di metà giugno, crea una cappa malsana di zanzare riunite intorno al lampione che illumina quella via di campagna del piccolo villaggio di Holmes Chapel.
Il ragazzo si pulisce i piedi:poco prima, scendendo dalla macchina, era atterrato con il tacco dei mocassini su una pozzanghera, prova inconfutabile del temporale di due giorni addietro.
Suona quindi il campanello, con l'impazienza di chi non vuole neppure essere nel posto dove si trova.
Eppure Harry deve.
E' il nono compleanno di sua cugina Suzanne e se non si presentasse alla festa, sia lei che i suoi zii ci rimarrebbero molto male.
I tempi sono cambiati dal compleanno di quattro anni fa, quando lui era ancora un bambino che poteva permettersi di sporcarsi i pantaloni  e passare ore nel fango con sua cugina senza essere preso in giro dagli amici e lei era ancora una bambina di cinque anni che poteva ancora permettersi di sporcarsi nel fango senza pensare che fosse affare per bambini troppo piccoli. Harry ama sua cugina, ma il reale problema è che ora come ora, lei è nella fase in cui i bambini si credono grandi.
Non fingono più di fare le maestre e di avere bambini immaginari ai quali insegnare le tabelline.
Non giocano più con i Lego costruendo case e città fantastiche.
Non lavorano più di fantasia perché pensano che sia roba da piccoli.


Nel medesimo istante nel quale la porta viene aperta e Harry viene abbracciato dalla bambina, capisce che forse non ha fatto un buon lavoro con lei e non le ha insegnato che non c'è niente di male nel crearsi un mondo di fantasia, finché è possibile farlo.
Ora lui non può più e quel periodo della sua vita gli manca immensamente.
"Buon compleanno, Suzanne!" esordisce, quando viene liberato dall'abbraccio soffocante della festeggiata.
"Harry, grazie per essere venuto! Ero convinta che avresti preferito stare a casa con la tua ragazza piuttosto che venire alla festa di una stupida bambina come me!".
Ecco, quello era un altro aspetto che odiava della nuova Suzanne. Il vittimismo. Probabilmente lo aveva ereditato dal padre.
"No, Suzanne, non sarei mancato per nulla al mondo e per tua informazione, non ho una ragazza." si ritrova a dire per non tradire l'emozione di fastidio che si sta già facendo spazio nel suo sguardo color verde.
Così entra nella casa e si fa trascinare dalla cugina sino alla cucina, dove saluta velocemente i propri parenti.
Poi si lascia ancora trasportare dalla bambina, finché questa non lo lascia nel bel mezzo del giardino, da solo, perché il campanello suona ancora e ancora e ancora. Ormai la piccola bambina non è più così piccola, se ne deve rendere conto, il suo unico amico non è più lui, ma è circondata da gente della sua età che saprà comprendere meglio i suoi bisogni e il nuovo mondo che si è creata.


Mentre lei scappa e lo lascia solo, nota però in fondo al prato, vicino al barbecue, un giovane dai capelli castani e gli occhi azzurri come il cielo di giugno che si erge sopra di loro.
Non crede che abbia voglia di fare amicizia però, siccome è li per lavorare:è l'animatore della festa.
Così risale i gradini, percorsi poco prima, lascia il giardino e si siede in una delle comode poltrone che si trovano sulla terrazza all'aperto.
Si deve mettere il cuore in pace. Non troverà molte altre persone della sua età, se non l'animatore.
Pensa di schiacciare un pisolino, ma l'arrivo di una quindicina di bambini e delle loro urla gli fanno decisamente cambiare idea.
Non ha mai desiderato la compagnia di sua sorella Gemma come in questo momento. Peccato lei si trovi a Londra per uno stage di lavoro.
E' solo quindi, circondato da palloncini, parenti ultra-quarantenni, bambini e genitori di quest'ultimi.
Dopo circa 20 minuti, una mano si posa sulla sua spalla:è la nonna che passa per un saluto.
"Ciao nonna, tutto okay?"
"Tranquillo, io mi sto divertendo, amo queste festicciole, sono le mie uniche occasioni di vita mondata, non posso mica passare le serate estive tra una festa in discoteca e l'altra come te, ragazzo mio!".
La solita visione positiva tipica di sua nonna lo fa sentire un po' meno a disagio.
Inizia a chiacchierare con lei del più e del meno, infondo non si vedono dall'ultima vigilia di Natale.
Difatti, non andando molto d'accordo con sua madre, è raro vederla presentarsi alla porta di casa sua.
Si sente, a un certo punto, osservato da qualcuno alle sue spalle.
Il suo istinto lo porta a girarsi e si ritrova ad avere pienamente ragione.
La sua schiena stava andando a fuoco, incendiata dagli sguardi del ragazzo dagli occhi azzurri. Sta costruendo un terreno di gioco, forse una piccola caccia al tesoro improvvisata nel giardino della casa.
I bambini sono tutti dentro casa, a mangiare gli spuntini preparati dalla madre di Suzanne; starà approfittando della loro assenza per nascondere i vari indizi e premi, dietro a cespugli, alberi, arbusti, sotto sassi, scarpe, mattoni e foglie.

Harry pensa che forse è lui che sta impazzendo. Insomma, non c'è nulla di male nel posare una volta ogni tanto gli occhi su una persona. Per questo si rigira e fa finta di niente, continuando a conversare con i suoi parenti.
Ma si rende presto conto che non può far finta di niente, perché quegli occhi l'hanno completamente rapito.
Quindi, di tanto in tanto, si ritrova a voltarsi e a guardarlo, sperando che i loro occhi si rincontrino presto.
Gli invitati, capitanati dalla festeggiata, arrivano nel cortile dopo la merenda.
Louis, così pare chiamarsi il bell'animatore, inizia il suo discorso salutando i bambini e illustrando loro le regole di gioco fondamentali.
Harry crede di non aver mai trovato qualcuno che riesca a zittire così tanti bambini e a farli giocare così pacificamente. Infatti, la caccia al tesoro si conclude nel migliore dei modi. Senza morti o liti nel mentre.
Ma non crede, infondo, sia un grande mistero capire perché i bambini si comportino così bene con lui:chi avrebbe il coraggio di far impazzire una bellezza all'apparenza così composta?
All'apparenza. Infatti, il gioco successivo è un gioco di danza. Il primo a provare il gioco è proprio Louis che sembra divertirsi come non mai.
E intanto avviene un secondo scambio di sguardi. Louis sorride ad Harry; quest'ultimo sente che il suo cuore si sta sciogliendo, sente di essere stato intrappolato in quello sguardo per un tempo lungo cent'anni, quando in realtà è durato meno dei secondi che separano una bolla di sapone creata da un bambino dal suo scoppio.
Crede di star diventando ridicolo, i colpi di fulmine non esistono per lui, così come non esistono i fantasmi, gli alieni, gli UFO, le cospirazioni, il principe azzurro e tante altre cose.


Si distrae dall'area di gioco e torna a parlare con la nonna, ma si rende conto che la donna è tornata dentro alla casa come tutti gli altri.
E' rimasto l'unico seduto sulla poltrona della terrazza.
Gira la testa e si ritrova gli sguardi di tutti i bambini e QUELLO sguardo addosso.
Alza le spalle interrogativamente e Louis gli fa segno di raggiungerli.
Suzanne ghigna, con la faccia di chi ha capito troppo e non dovrebbe.
Non avendo molte altre opzioni per ravvivarsi il morale circa la festa, si alza, abbandona la comoda poltrona e scende le scale, fino a raggiungere il morbido prato.
"Si?" domanda quando si ritrova a pochi centimetri dal ragazzo.
"Piacere sono Louis, ma chiamami LouLou. La nostra festeggiata Suzanne, richiede la tua partecipazione al nostro prossimo entusiasmante gioco! Tu devi essere cugino Harry, giusto?" risponde lui con velocità tale da sembrare che alla fine del periodo abbia bisogno di tutto l'ossigeno dell'Universo.
Ha un modo infantile di esprimersi, probabilmente dovuto al suo lavoro.
Ad Harry piace.
"Sisi, cugino Harry in persona! Quale gioco stavate organizzando?" chiede.
"Nascondino a coppie."
"Non avevo mai giocato a questa versione di nascondino. Con chi sarei in coppia?"
"Con me".
Ah, bene. La fortuna è dalla sua parte o è stata solo una mossa molto astuta di sua cugina che continua a ghignare guardandolo?
In questo caso, pensa, si sentirebbe manipolato da una bambina di nove anni. Le bambine di nove anni non possono prendersi gioco dei sedicenni, giusto?
"Oh, fantastico! Iniziamo a giocare?"
Si preparano le regole, le si intavolano, le si spiegano ai partecipanti e si parte.
La casa degli zii era grande, ma il parco in proporzione era immenso. Prendeva acri di terreno e comprendeva anche un bosco. Fortunatamente, nessuno lo conosce bene come lui e Suzanne, quindi può quasi prevedere che i vincitori potranno essere o lui e Louis o Suzanne e Greg-il fidanzatino del mese di giugno della bambina.

"Fermati, non correre così, Louis! Non sai dove andare! Questo giardino è immenso, so io dove nasconderci."
Louis rallenta il passo e si gira verso di lui.
"Guidami verso l'Isola Che Non C'è, Peter Pan."
Harry crede sul serio di riuscire ad uscire tanto facilmente da un'affermazione del genere?
Non crede. Infatti la sua pelle si colora subito, può vederlo dal suo riflesso visibile sulla vetrata della camera degli ospiti.
Lascia in secondo piano il suo cuore che martella dentro il petto e ritorna nello spirito del gioco o almeno ci prova.
Insegue Louis, ma sono troppo vicini alla casa.
"Non siamo abbastanza lontani?"
"Non siamo neanche a metà percorso, io voglio andare in un luogo dove non ci troveranno mai."
"Vuoi sempre vincere, Harry?" domanda il ragazzo, bloccando di colpo la sua corsa.
"Non sempre, ma quando so di avere le possibilità di vincere, perché non sfruttarle?"
"Anche contro dei bambini di nove anni?"
"Penserai che sono un mostro se ti rispondo di si?"
"No, solo un vincitore non molto onesto" e sorride.
Sorride mostrando dei denti perfetti.
Sorride e con prepotenza lo fa anche il cuore del ragazzo dagli occhi verdi.
Lo vuole portare alla capanna. Quella dove la nonna lo portava sempre quando era piccolo, prima che la casa passasse agli zii, prima che nascesse Suzanne e tutto il resto.
Si fida di Louis e crede che possa mostrare a lui quel piccolo pezzo della sua infanzia.
Si da dello stupido, dopo questa affermazione tra sé, perché capisce che non si è mai fidato di uno sconosciuto, non riesce neanche a dare fiducia a persone che conosce da decenni!
Ma quel sorriso lo ha rassicurato e ancora di più quegli occhi.
Quando arrivano alla casetta però, trovano una sorpresa.

Per quale motivo, tutti i bambini la circondano, seduti a terra con braccia e gambe incrociate?
"Ne sapevi qualcosa, Harry?"
"No, pensavo fosse nei nostri piani cambiare improvvisamente le regole dei giochi e ritrovarsi circondati da avversari".
"Elementare, Watson. Ci hanno ingannato."
Sono prima circondati, poi assaliti e infine rinchiusi nella capanna.
Come possono essere stati rapiti da degli elementi con quasi la metà dei loro anni, si chiede.
Capisce che lo stesso pensiero vaga nella mente dell'altro.
"Non mi era mai capitato, in due anni di carriera, di essere malmenato e rapito sai?" ma ride mentre lo dice. Probabilmente lui la trova una cosa divertente.
Harry no. Si sente a disagio, perché è troppo vicino all'animatore.
"Hei, perché così teso? Ti senti ferito nell'orgoglio come cugino più grande?"
"No, sono solo un po'..."
"Un po' come?"
"Un po' agitato, soffro di claustrofobia e questo posto è molto piccolo" dice tutto d'un fiato, come tutte le volte che racconta una bugia alla quale non crede neanche lui.
"Sai cosa faccio quando qualche bambino si fa male e piagnucola spaventato? Gli canto una canzone. Vuoi faccia lo stesso con te?"
"No, tranquillo non mi pare il cas..."
Ma lui ha già iniziato a cantare una qualche melodia che Harry non conosce e si innamora anche della sua voce.
Come se non bastassero già gli occhi e il sorriso.
"Canti davvero bene, fattelo dire."
"Grazie mille, mi stai simpatico sai?"
"Anche tu non sei male, LouLou"
"Hai qualcosa da fare stasera? C'è una band che suona al pub, il mio amico Stan è il bassista."
"Lo prendo come un'uscita senz'impegno o come un appuntamento?"
"Prendila come un bambino. Non pensarci proprio e dimmi di si."
"Va bene, quando tutta questa prigionia sarà finita, andremo a sentire al pub il tuo amico Stan, senza pensieri."
"LA TUA VITA SARAAAAAAAAAAA, CHI VORRA' VIVRAAAAAAAA IN LIBERTAAAAAAA."
"Hakuna Matata." cantano insieme.


Vennero liberati dopo un'ora, erano sani e salvi. Pronti per uscire.
Si sarebbero innamorati? Era un appuntamento? Non lo sapevano quel giorno. Ma noi possiamo dire che le cose sarebbero andate per il verso giusto con il tempo e un giorno, avrebbero ringraziato Suzanne e i suoi amici fuori di testa. 





Buone salve, questa one shot senza senso è nata durante la festa di compleanno di MIA cugina (me piacerebbe essere la cugina di Styles eh?), nella quale ho notato delle ENORMI somiglianze tra Louis e l'animatore della festa.
E volete che io su una somiglianza così palese non partorisca un plot malato? HAHAHAHAHA
Spero sia di vostro gradimento.
La dedico a Clara che è dall'altra parte del mondo, sta puzzola, e ad Elena che si è stancata delle Larry che scrivo, ma che comunque continua ad essermi fedele e continua a leggerle.
Alla prossima.
Bye. 
  
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