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Autore: poetictragedy    31/12/2007    15 recensioni
Frank Iero crede nelle streghe, nelle fate, in Babbo Natale e al topo dei denti, ma si rifiuta di credere ai vampiri. Ma le sue idee diventano piuttosto confuse quando nota che il nuovo insegnante di arte, simile ad un dio greco, ha lunghi canini, la pelle diafana e freme dall'agitazione quando vede una goccia di sangue. Fanfiction a più capitoli appena partorita dalla mia mente malata [FRERARD FF]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Deux

"Quanto manca all'estate?"
Frank fece cadere la cenere dalla sigaretta accesa fra le dita e sorrise rassegnato.
"Troppo, amico. Troppo tempo" sussurrò, appoggiato al muro della scuola.
Ray, un ragazzo con un'enorme capigliatura riccioluta e castana, buttò la cicca finita a terra e incrociò le braccia sul petto, osservando l'amico.
"Sei strano in questi giorni, Frank. Sicuro che tutto sia a posto?"
Frank sorrise, un po' felice di avere Ray come amico e un po' rassegnato, perché ciò che provava glielo si poteva leggere sempre sul giovane viso.
"Ho cambiato Fisica con Arte, ci sarà un nuovo professore e sono un po' teso, tutto qui"
No. Non era solo quello.
Durante il weekend non aveva fatto altro che pensare a quell'uomo.
Non aveva mai provato qualcosa come quelle sensazioni dei giorni precedenti verso un uomo.
Era successo altre volte che lui si sentisse attratto dai ragazzi, ma mai in quel modo.
Era come se qualcosa lo avesse colpito e tutte le sue idee e le sue ferme opinioni si fossero messe a ballare la samba in modo disordinato.
"Arte? Perché hai scelto arte?"
"Mi aiuta ad acquistare più crediti per l'università.. Poi è sempre meno pesante di Fisica" disse, ridendo.
Guardò l'ora sull'orologio al polso ed ebbe un sussulto.
Era in assoluto ritardo.
"Cazzo! Spero che il nuovo prof sia un santo, perchè sono in ritardo" Buttò la sigaretta per terra e diede una pacca all'amico come saluto.
Mentre correva per il corridoio, la sua mente produceva milioni di scuse, una più patetica dell'altra.
Arrivò all'aula in fondo al corridoio e spalancò, quasi inciampando sui suoi stessi passi.
Senti mille paia di occhi posarsi su di lui.
Tutti gli alunni erano seduti ai propri posti, le penne fra le mani e i quaderni aperti.
Frank, ancora affaticato dalla corsa, guardò l'orologio sulla parete.
Era in ritardo di due minuti, il prof non avrebbe detto niente.
Quando la figura, che doveva essere il professore da dietro, si girò; Frank sentì una sensazione strana, come se tutti gli organi interni del suo corpo avessero cambiato di posto, giocando e saltellando.
"E' in ritardo, Mr Iero"
Una voce acida, come quella di quel giorno in segreteria.
Frank alzò gli occhi dal pavimento e cercò di farfugliare qualche scusa.
"Ma sono le undici  e trentadue minuti, professore" si giustificò, indicando l'orologio.
"A che ora è la mia lezione, Mr Iero?" Rispose l'uomo, incarcando le sopracciglia scure e perfette.
"A-alle undici e mezzo" sussurrò Frank, guardandosi le punte delle scarpe.
Avrebbe voluto che il pavimento si fosse aperto, per inghiottirlo in un buco infinito.
Non si era mai sentito così umiliato in vita sua.
Non tanto per la sgridata in sé, ma perchè stava facendo brutta figura davanti a quell'uomo.
"Siediti" disse, quasi in un sussurro, il professore.
Frank annuì e noto con dispiacere, che l'unico posto rimasto era un bel banco in prima fila.
Perfetto, non potrò farmi i cazzi miei, così
Si sedette e tirò fuori tutto l'occorente per seguire la lezione, pur sapendo che non avrebbe ascoltato nessuna parola.
"Bene, prima che il vostro caro compagno Iero m'interrompesse, mi stavo presentando" Frank arrossì ".. Il mio nome è Gerard Way. Potete chiamarmi Mr Way, Gerard o semplicemente professore. Fate come volete, non mi interessa. Sappiate una sola cosa. Se siete qua per imparare a disegnare solo per aggiungerla alla collezione di hobby o di crediti per il college, beh potete anche andarvene. Non voglio perdere tempo con persone che non vedranno oltre la matita e il blocco di disegno"
Gerard finì il discorso, facendo un sorriso d'incoraggiamento.
Alcuni ragazzi si alzarono dal proprio posto e uscirono dalla porta silenziosamente, senza dire niente.
Anche Frank avrebbe dovuto essere tra quelli.
Lui non sapeva disegnare e odiava l'arte. Che diavolo ci stava a fare lì?
Poi guardò il professore.
Per tutta la vita si era dichiarato bisessuale. Sia maschi, che femmine.
Ma in quel momento, osservando la bellezza dei movimenti di Gerard, quel sorriso misterioso e inquietante e la voce aspra, priva di tonalità; capì che la freccia del suo orientamento sessuale tendeva ad essere sempre più sulla parte dei maschi.
Deglutì e cercò di calmarsi.
"Oggi, essendo il primo giorno che vi vedo, passeremo il tempo presentandoci, così vi conoscerò meglio"
Lo sguardo di Gerard incontrò quello di Frank, che arrossì fingendosi indaffarato a cercare una penna nel portapenne a forma di gatto.
Tutti si presentarono, esponendo ciò che amavano, ciò che detestavano, perchè gli piaceva disegnare e, domanda un po' insolita da parte del professore, che caramelle preferissero.
Gerard, appoggiato alla cattedra con le braccia incrociate, guardò Frank, come per esortarlo a parlare.
Frank sentì la lingua annodarsi dal nervoso.
Era strano come quell'uomo davanti a lui lo trasformasse.
Gerard Way stava distruggendo seriamente il castello di carte di Frank.
"Uhm.. Mi chiamo Frank Iero. Ho diciasette anni e mezzo. Amo e detesto troppe cose e le mie caramelle preferite, uhm.. sono quelle limone e miele"
Gerard lo fissò con quegli occhi color miele e poi fece una smorfia.
"Sei piuttosto banale come persona, Frank" disse con un tono quasi annoiato.
Frank spalancò gli occhi e si sentì confuso.
Quel dannato miele lo stava confondendo.
Gli zigomi alti e quel sorriso disarmante lo uccidevano.
"Uhm.. Non, è vero" rispose, sembrando un bimbo offeso.
Gerard parve seccato da quell'attegiamento, poi passò al ragazzo vicino.
Per tutto il resto della lezione, Frank Iero si torturò il cervello cercando dei motivi per giustificare la sua banalità.
Per tutta la vita era sempre stato un ragazzo sicuro di sè, con una fidanzata fissa, gli amici giusti e qualche eccesso ogni tanto.
Ma da quando aveva visto quell'uomo, che poi si era rivelato essere il suo nuovo professore di arte, si era sentito come perso.
Gli pareva di gridare per una strada affollata e poi accorgersi che nessuno lo potesse sentire, poichè non aveva voce.
Osservò ogni movimento del professore.
Il modo in cui si inumidiva le labbraparlando, quando scostava i capelli dagli occhi, il movimento del corpo, che pareva essere stato scolpito su una pietra.
Un'ora passò velocemente.
La campanella suonò e tutti si alzarono per uscire dall'aula. Frank fu l'ultimo ad alzarsi e, quando stava per oltrepassare la porta, una mano gli strinse il braccio.
"Iero, tu rimani qui con me fino alla fine dell'intervallo. Sei arrivato in ritardo, d'altronde" disse Gerard, sfoderando un sorriso.
Solo in quel momento Frank si accorse dei canini del professore.
Erano normali, bianchi e dritti. Però avevano qualcosa di strano.
Sembravano quasi più lunghi di un normale canino. Erano inquietanti.
Un brivido gli percosse la spina dorsale.
Gerard notò  lo sguardo del ragazzo e tornò ad assumere un'espressione dura e severa.
Gli indicò il posto davanti alla cattedra.
Frank, confuso e scocciato, si sedette e appoggiò la testa sul palmo di una mano.
Guardò fuori dalla finestra, perdendosi ad osservare le persone che uscivano dalla scuola.
Gli skater sulle loro amate tavole, le ragazzine che si scambiano gli ultimi pettegolezzi, ragazzi che vendono erba ai ragazzi del primo anno, gli sfigati che studiano.
E' una specie di zoo la scuola.
Gerard, che stava leggendo un libro, alzò lo sguardo dalle pagine ingiallite e lo diresse verso lo studente assorto da ciò che succedeva al di fuori dalle mura di quell'aula.
Gli occhi nocciola seguivano con attenzione i movimenti degli studenti nel cortile.
Le sue labbra accennavano un sorriso, quasi come se  si stesse divertendo.
I capelli, castani con riflessi ramati alla luce del sole, gli ricadevano sulla fronte e sulle orecchie piccole.
Gli occhi di Gerard caddero subito sul collo, che una ciocca castana di capelli aveva lasciato scoperto.
Deglutì la saliva che aveva nella bocca.
L'arteria.
Le vene.
Il sangue.
Il battito cardiaco.
Tutto gli rimbombava nella mente, facendolo quasi svenire.
La saliva nella bocca gli sembrava acido.
I canini gli facevano male, sentendoli quasi pulsare.
Dannato Iero.
Proprio quando il suo autocontrollo stava per dirgli addio, Frank incrociò il suo sguardo e sembrò confuso.
"Hai intenzione di fare qualcosa, Iero?"
Frank fece spallucce e si chiese perchè il professore fosse così scorbutico con lui.
"Non saprei, cosa dovrei fare esattamente?"
Gerard chiuse il libro seccato, tenendo un dito come segnalibro e respirò profondamente, cercando di non guardare il collo del ragazzo.
"Scrivi, disegna, pensa"
"Ma stavo pensando.."
"No. Tu non stavi pensando. Tu guardavi gli altri pensare, è diverso" disse sempre con voce seccata.
Frank aprì la bocca, ma poi la chiuse.
Non voleva far incazzare il professore, poichè ogni sua parola sembrava uno schiaffo per Mr Way.
Incrociò le braccia e si appoggiò sul banco, guardando la stanza senza soffermarsi su un punto in generale.
Poi gli occhi furono attirati da qualcosa di bellissimo.
La luce mattutina entrava dalla finestra dell'aula, cadendo sulla figura del professore.
Frank non aveva mai visto niente di più meraviglioso.
Gli occhi erano come delle piccole caramelle al miele con pagliuzze verdi.
Erano fissi sulle pagine da un libro dall'aria vecchia, che pareva essere stato letto un gran numero di volte.
I capelli erano neri come il carbone, senza riflessi.
La pelle bianca sembrava luccicare al sole.
Frank aveva trovato qualcosa da fare.
Osservare, senza sbavare, il suo professore di arte.
Gerard alzò lo sguardo e incrociò quello del ragazzo, che era rimasto con  la bocca semi aperta e la testa inclinata da un lato, come un bimbo che osserva.
Sbuffò scocciato e chiuse il libro.
"Iero, cosa c'è?"
Frank si disincantò e arrossì, balbettando frasi senza senso.
Era diventato proprio ridicolo. Lui non poteva essere attratto da un uomo, era fisicamente impossibile.
Lui aveva una ragazza, per dio.
Non poteva piacergli un uomo, più vecchio di lui e persino che gli insegnava arte.
"Niente, professore. Stavo.. uhm.. pensando?"
"Mh. Ne dubito" concluse Gerard, schioccando la lingua sui denti. Si guardò le mani e poi si ricordò che Frank fosse stato l'unico a non dire cosa rappresentasse l'arte per lui.
"Iero?"
"Sì, professore?"
"Perché sei qua?"
"Perché me lo ha detto lei, professore?" disse incerto Frank, guardandolo in modo confuso.
Gerard lo fulminò con lo sguardo, facendo roteare gli occhi.
"Non intendo ora. Perchè ti sei iscritto a questo corso? Perchè ti piace l'arte?"
Frank entrò nel panico assoluto.
Come poteva rispondergli?
E' solito delle persone confuse e nel panico dire cose che non si pensano e assolutamente prive di senso.
"Perchè è un bell'hobby"
Successe una cosa molto strana.
Gerard si alzò dalla sedia e sbattè i pugni violentemente sulla cattedra.
"E' LA COSA PIU' STUPIDA CHE ABBIA MAI SENTITO! COME PUOI DIRE CHE L'ARTE SIA UN HOBBY? MICHELANGELO, LEONARDO,  CARAVAGGIO, PICASSO AVEVANO SOLO VOGLIA DI DISEGNARE SECONDO TE?" urlò, senza controllarsi.
Frank lo guardò terrorizzato, immobile.
Aveva così paura che le parole e i pensieri si erano come ghiacciati nel cervello, senza essere epressi.
Gerard digrignava quasi, il viso nero di rabbia.
Poi si distese e cambiò espressione.
Sembrava che la rabbia, provata due minuti prima verso Frank, si fosse rivolta verso se stesso. Strinse i pugni e abbassò la testa, senza guardare lo studente.
"Vai a fare pranzo, Iero" sussurrò con voce ferma.
Frank non riusciva a muovere un muscolo.
Era troppo terrorizzato.
"Hai capito? Vai" disse Gerard, sottolineando l'ultima parola.
Il ragazzo trovò finalmente la forza per alzarsi e raccolse lentamente tutte le cose, mettendole nella sua borsa a tracolla dei Misfits.
Prima di uscire dall'aula si fermò a guardare il professore.
Gerard aveva la testa fra le mani e guardava fisso il dorso della cattedra.
Poi si girò verso di Frank e incrociò lo sguardo.
In quel momento Frank sentì il cuore fargi un balzo.
Gli occhi del professore erano neri come la pece.


~


Gerard arrivò a casa sospirando e con mille pensieri nella testa.
Suo fratello Mikey venne a salutarlo con un sorriso e ritornò in cucina a finire di cucinare i cupcake che lo avevano tenuto occupato tutto il pomeriggio.
"Com'è andato il primo giorno di lavoro, fratellone?"
Gerard, irritato dal pensiero dell'incidente del giorno, buttò la giacca sul divano in soggiorno e raggiunse il fratello nella cucina.
Annusò il profumo di vaniglia e cioccolato che invadeva la cucina.
Una persona umana avrebbe avuto l'acquolina in bocca solo al pensiero di addentare quei dolcetti che cuocevano nel forno in quell'istante.
Lui l'aveva avuta guardando il collo di quel ragazzo.
Si sedette sulla sedia e si incantò, pensando a mille cose.
Mikey mise nel frigo l'impasto rimasto e si fermò ad osservare il fratello, preoccupato dallo sguardo perso nel vuoto.
Ma soprattutto preoccupato per il colore delle sue iridi.
"Gee, cosa succede?"
Gerard non rispose. Forse non aveva sentito nemmeno la domanda.
Continuava a vedere gli occhi, il sorriso, le guance arrossate e il collo di quel ragazzo.
Era un suo studente, cristo.
Ed era pure umano.
"Gee?"
"Dimmi Mikey" rispose meccanicamente Gerard senza distogliere lo sguardo da un set di piatti con degli orribili uccellini dipinti sopra.
"Hai fame?"
"Penso di sì"
"Tanta o poca?"
"Diciamo che ho un certo languorino"
"Uhm. Se vuoi i cupcakes sono quasi pronti. Hanno la vaniglia e il cioccolato, li ho fatti a strisce, così sembravano delle zebre" disse il ragazzo, sorridendo con dolcezza.
"DIO, MIKEY. CHE CAZZO ME NE FREGA DEI CUPCAKES! SAI CHE NON LI MANGEREMO MAI COME LORO, CHE DIAVOLO LI PREPARI A FARE? SPRECHI SEMPRE E SOLO TEMPO!"
"ALMENO IO NON PERDO TEMPO A DISEGNARE SCARABOCCHI SENZA SENSO, ALMENO IO VENDO I CUPCAKES AI BAMBINI DELL'OSPEDALE CHE CI NUTRONO OGNI GIORNO, INSENSIBILE CHE NON SEI ALTRO!"
Gerard buttò i piatti con gli uccellini per terra e andò in camera sua, sbattendo con violenza la porta.
Mikey guardò con tristezza i frammenti dei piatti sul pavimento e rimpianse di non essere capace a piangere.
Un'ora dopo Gerard uscì sul terrazzo e si accese una sigaretta.
Quel tubicino pieno di tabacco aveva un sapore orrendo, ma gli distendeva tutti i nervi che schizzavano nel suo corpo.
Un rumore di passi lo fece voltare.
Mikey si appoggiò alla ringhiera del balcone e guardò le luci di Newark spegnersi mano a mano che le persone andavano a dormire, rintanandosi nei loro letti caldi e accoglienti.
"I tuoi cupcakes non sono male, se li potessi mangiare penso che diventerei obeso a causa di quei cupcakes" disse Gerard, guardando la luna splendente nel cielo, illuminata solo in parte.
"I tuoi disegni non sono scarabocchi senza senso, provo invidia per non saper disegnare come te" disse Mikey, sorridendo fra di sè, forse con un pizzico di tristezza.
"Però quel set di piatti era orribile, cazzo. Dove diavolo lo hai preso?" disse, ridendo.
"L'ha scelto Alicia. Sai che a lei piacciono gli uccelli"
Gerard si votò con un sorriso malizioso dipinto sul viso.
Tutti e due scoppiarono a ridere e Mikey, un po' rosso in viso, diede un pugnetto sulla spalla del ragazzo.
"Idiota"
"Beh meglio per te che le piacciono, insomma.. se non dovesse essere così, avreste tanti problemi"
Risero un'altra volta, poi calò un silenzio tra i due fratelli Way.
Erano persi nei pensieri e nei suoni della notte.
"Oggi penso di averla trovata. Quella cosa di cui ti parlavo un po' di mesi fa"
Mikey lo guardò, esortandolo a continuare il discorso.
"..E' di una bellezza indescrivibile. Sembra la prima nevicata dell'anno. Sorprendente e indescrivibile"
"Come si chiama?"
"Frank" Sorrise, al ricordo di quel ragazzo così goffo e strano "..è un mio studente"
Mikey alzò le sopracciglia sorpreso.
"Non potrà essere un problema?  Insomma, dopotutto gli umani hanno delle severe leggi sui maggiorenni che usufruiscono dei minorenni.. Non vorrei che ci cacciassimo in altri guai"
Gerard rise piano, scuotendo  la testa.
"Mikey, non sono sicuro che sia lui, calmati. Poi avrà sicuramente cambiato corso"
"Per quale motivo?"
"Gli ho urlato addosso. Stavo per scoppiare, avevo paura di perdere il controllo. Lui non scappava, se ne stava lì a guardarmi con aria da Bambi indifeso e non si muoveva. Dio, Mikey non sai quanto ci abbia messo per zittire le voci nella mia testa"
Mikey annuì, immaginandosi la scena, vista e testata innumerevoli volte.
"Perchè gli hai urlato addosso?"
"Ha detto un'idiozia sull'arte e lo ha detto pure scostandosi i capelli dalla nuca, dandomi un amplio panorama del suo sistema sanguigno"
Mikey rise, immaginandosi la scena.
"Allora dev'essere proprio lui"
Gerard lo fulminò con lo sguardo, pur ridendo assieme a lui. Poi buttò la sigaretta nel buio, facendo uscire quel fumo così nocivo ai mortali dalla bocca perfetta.
"Spero che non sia lui. Non vorrei rovinarlo. Sarebbe come graffiare la tela della Gioconda.."
"Non saprei bene cosa consigliarti, Gee. Saresti un pericolo, questo è vero, però è un tuo studente come tutti gli altri. Ignoralo e tutto sarà più facile"
Gerard guardò le luci delle case, sognando di poter dormire anche lui come gli esseri umani, e sorrise con tristezza.
"Già, l'indifferenza è il modo migliore per evitare di aprire un rapporto"
E in quel momento, Gerard Way desiderò di poter convincere il suo cervello con così tanta facilità con cui aveva pronunciato quella frase.






____

Meow :3
Mi ha fatto moltissimo piacere sapere che qualcuno abbia letto e recensito quella schifezzuola, davvero.
Prima che me ne dimentichi.
Gerard non è come Edward.
Le pupille diventano nere e bla bla bla, però non è Edward. Quindi non penso che seguirò la storia della Meyer, anche perchè sennò non mi divertirei a scrivere.
Però la bellezza dei vampiri, beh, quella si sa. Loro sono perfetti e noi facciamo schifo, il concetto è dappertutto non solo su Twilight :D
Ah, vorrei dire un'altra cosa HAPPY BIRTHDAY BOB BEAR! <333333
Il Bryar più Bear del mondo.  Guarisci presto, man.
Per altro spero che vi sia piaciuto questo capitolo, un po' lunghino, ma non potevo tagliare il dialogo tra Michele e Gerardo.
Ecco. Proprio per quanto riguarda il loro discorso, sì è molto difficile comprendere di cosa stiano parlando, però date tempo al tempo, tutto verrà spiegato lol.

@darklady: te l'ho aggiornato, vedi? così inizi il 2008 leggendo un po' di Frerard! ♥
@Idra_31: uh sono contenta che ti piaccia, grazie per la recensione! ♥
@linkin park: a me è venuta l'acquolina in bocca a scrivere sui cupcakes :Q_ grazie per la recensioone ♥♥
@ vampire junkie : Frankie è  sempre meraviglioso, lui è un omino fatto di muffin, grazie per la recensione ♥
@CenereInafferrabile: Aahah no per carità non voglio assumermi la colpa della tua morte ;O; comunque anche io adoro Twilight, anche se sinceramente questa storia mi è venuta in mente guardando "La regina dei dannati" che è sui vampiri ed è fichissimo *O* guardalo! grazie per la recensione, ♥
@Anna: Non ti preoccupare, puoi anche non contenerti, ormai si sa che i vampiri sono dei sex symbol punto e basta :D grazie per la recensione ♥
@Fake_Romance: oh beh sono contenta che ti piaccia! ♥ ps. i mcr sono vampiri secondo me, punto e basta :D
@blinka: eccoti l'aggiornamento! spero che ti piaccia :P
@BlueAndYellow: a parte lo sbav per il tuo nick, dato che blue and yellow è una delle mie canzoni preferite degli usatini, sono contenta che ti piaccia e spero anche che tu abbia indovinato chi sia il figo acido :°D ♥
  
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