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Autore: giulia_strayeah    15/06/2013    0 recensioni
Questa è una fanfiction su un artista musicale italiano, Emanuele Corvaglia, ma la pubblico in questa sezione perchè EFP non mi permette di pubblicarla nella sua categoria.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Che ci fai tu qua?"
Lo strano tizio mi squadrò dalla testa ai piedi, con aria stranita, poi sorrise:"Accordo la mia chitarra, in piazza c'è troppo rumore e non riuscirei a sentire bene le corde..."
Aveva un buffo accento Veneto.
Annuii, la cosa stava iniziando ad infastidirmi.
Lato positivo: aveva una chitarra acustica fra le mani. Ma andiamo Giulia, davvero queste cose riescono a farti compassione?
Un essere strano appena maggiorenne si era seduto sulla panchina tua e di Lorenzo.
Ma questo qui la chitarra non la può accordare a casa sua? Che so, a Venezia? A Verona?
L'importante è che alzi i tacchi.
Scocciata e disturbata dall'idea che quel coso fosse ancora seduto lì, decisi di reagire: "Scusami, ma qui non puoi restare. Aspetto una persona importante, questa è la panchina dove ci diamo sempre appuntamento; se non ti dispiace..."
Eccolo di nuovo che mi fissava.
Ma era scemo o cosa?
"Piacere, Emanuele."
COSA?! Anche le presentazioni?! Ma cosa c'era che non andava in lui?
Ero leggermente imbarazzata dalla cosa:"e-emh...Piacere, Giulia; non so se hai colto la mia richiesta..."
Sorrise di nuovo:"certo, ho capito, scusami... adesso vado"
Fumata bianca! Habemus Papam! Il miracolo era stato compiuto, era ora!
"Grazie mille, ehm... Emanuele giusto?"
Ecco che iniziavo a prenderci simpatia, finalmente aveva afferrato. La solita bimba viziata che è contenta quando ottiene ciò che voleva!
"Ahah, si, Giulia... ci si becca!"
"Spero solo che la prossima volta non sarà proprio su questa panchina!"
i miei toni sarcastici non potevo risparmiarmeli neppure con gli sconosciuti.
"Tranquilla, ho inteso bene... ora meglio che vada, lascio te il tuo amico nella vostra ehm... intimitàààhh!"
Ahahah, simpatico il coso!
In pochi secondi svanì, sembrava andasse di fretta.
Aspettai seduta sulla panchina qualche minuto, prima che intravedessi la sagoma di Lorenzo avvicinarsi sempre di più.
Erano le undici e mezzo.
  
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