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Autore: Lisa_sCreativity    15/06/2013    2 recensioni
"La osservo alzare il capo da un libro e guardare il professore con strafottenza, ha fatto il suo. Ha risposto alla domanda. Adesso ritorna alla sua precedente occupazione.
Il professore continua a spiegare ma a me non interessa, mi avvicino a lei e le circondo le spalle con un braccio, so che si arrabbierà ma adoro che mi dedichi un po’ delle sue attenzioni.
Dal primo capitolo.
Genere: Guerra, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ottobre, vampa improvvisa!
 
Jess tornò dal bagno.
-Ciao Jess! Fatta tutta?
-No, ne ho serbata un po’ per fartela assaggiare!
-Che dolce …
-Per te questo e altro!
Sbuffa spazientita,  osservo i suoi boccoli scuri ondeggiare lentamente e ricaderle in modo buffo sul viso. Le coprono quegli enormi occhi da cerbiatto, si è messa il mascara oggi. Mi farà morire! Alza lo sguardo dal libro, è sempre immersa nella storia, mi guarda con occhi di vetro che osservano un mondo lontano, una storia lontana non me. Sembra che abbia cinque anni e in quel momento inizio a sorridere, quei sorrisi stupidi e compiaciuti. Che vanno da un orecchio all’altro, ti si stampano di nascosto e rimangono lì come una cagata sotto una scarpa, puzzano d’amore e sono del colore della felicità e, come tutte le volte che pesti una merda, vieni preso in giro per la tua stupidità!
Ma purtroppo si riscosse.
-‘Cazzo guardi?!
-Oh lasciamo perdere non capiresti nemmeno se … ripeto lasciamo perdere!
-Oh oh oh Randy, Randy stiamo perdendo colpi, dov’è la tua battutina pronta?
-Nessuna battutina, me ne vado al cesso!
-Ma …
-Prof posso uscire?
 
Mi sedetti appoggiato al pavimento con una nocca sanguinante. Lo scaffale di legno del corridoio era scalfito dal mio pugno. Non si poteva andare avanti così: lei ci riusciva sempre, mi guardava io andavo in confusione facevo cazzate e non riuscivo a renderla felice, non riuscivo più a essere il suo eroe: quello che la salva dalla merda nel mondo! Ma non ci riuscivo e questo mi frustrava!
 
-Hey ce l’hai fatt … E quella mano?
-Quella mano ha cinque dita, cinque unghie e …
-Quella mano ha duemila schegge ed esce sangue!
-Jess, io …
-Randy che succede?
-Non te n’è mai fregato un cazzo, ecco cosa succede! Né di me e ne del resto perciò fanculo! Io ti amo, amo te, il tuo carattere di merda, la tua situazione che ti porta a crederti al di fuori di ogni rapporto umano!
Mi alzai dalla sedia facendola cadere e puntai dritto alla porta, incurante degli sguardi attoniti del resto della classe e sentendomi trafiggere dai suoi occhi. Alla porta mi voltai per osservare la sua reazione. Piangeva, non me lo perdonerò mai!
 
Ottobre, la notte che mi scaldò il cuore!

Randy? La sua sfuriata mi aveva ferita. Non ero minimamente arrabbiata con lui ma con me stessa: come potevo perdere il ragazzo d’oro che sogno dalla quinta elementare!  Era arrivato dall’Argentina e pareva già un uomo in confronto a loro nani di dieci anni.
L’avevano picchiata, erano dei ragazzi di prima media che dovevano mostrarsi “forti” a delle ragazze di terza media. Lui aveva assistito alla scena ed era intervenuto.
-Si stanno lodando con quelle ragazze dammi la mano e scappiamo!- le aveva detto lui porgendogliela. Non sapeva che ero la bambina più lenta al mondo nella corsa, inoltre le gambe erano state percosse ripetutamente.
-Non corro per niente veloce! –farfugliai tra le lacrime.
Randy non rispose, mi sollevò e corse via. Dopo un po’ si fermo, esausto e sorrise:
-Sei come gli uccellini, vuoti o pieni d’aria se preferisci.
-Io non sono piena di niente, sono vuota, vuota, vuota!
-Non dire così, sei solo triste perché ti hanno fatto male.
-Già e siccome non sono piena di niente non sono potuta volare via!
-Ma io sono un grifone: metà aquila e metà leone! Ti prometto che ti proteggerò per sempre!
-è una promessa?
-Lo è!
 
Cosa era successo ai due amici di un tempo? Cosa era successo quel giorno? Randy l’amava e l’unica reazione che era riuscita ad avere era un isterico pianto!
 
Il telefono squillava chissà se mi avesse risposto, non so se avete mai aspettato che quello che vi piace vi risponda e siete lì con il cellulare in mano in attesa, fremete e sentite lo stomaco avvoltolarsi su se stesso e ancora e ancora. Le chiamano “farfalle” ma per me sono soltanto mesti sciabordii. Stavo per chiudere la chiamata quando rispose:
-Jess.-non era né sorpreso né adirato né felice, dalla sua voce trapelava frustrazione e tristezza.
-Randy io …
-Jess non è il momento!
-Randy ascoltami, è importante!
-No, Jess dobbiamo parlarne domani … io
Un gemito e una donna urlare il nome di Randy, non poteva deludere il suo premio di consolazione!
-Jess, scusa io non …Jess tiprego io …- farfugliò prima che chiudessi la chiamata e che i miei buoni propositi fossero smentiti!

  
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