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Autore: RollingGirl    15/06/2013    9 recensioni
- Courtney, tu che farai da grande? -
- Io ? Beh, io sarò una principessa da grande! -
Può un'amicizia, sempre se chiamata così, rimanere per sempre unita, anche da 'grandi' ?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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- Questa volta hai barato tu! -
- Non è vero! -
- Si invece, ti dava fastidio il fatto di essere una schiappetta e hai barato! Barato! Tu che segui sempre le regole! -
- Io non ho barato, ho giocato secondo le regole e ho vinto! -
- Seh, seh, voi femmine siete tutte buone a inventarvi stupidaggini! -
- Voi maschi dite cose peggiori, Duncan! No, tu sei il primo! -
- A proposito di dire e dire, come dirai a tua madre del vestitino ? - mi disse ridacchiando e sputacchiando allo stesso tempo. 
Posai gli occhi sul mio abitino rosa.. che adesso non si poteva più chiamare abitino, né tanto meno rosa. Dovevo dire che quelle chiazze di marrone sul leggero tessuto avevano il loro fascino però.
Ringhiai mentre provavo a sgrullare via la terra con le mani - è tutta colpa tua! -
- Senti, Principessa dei fanghi, non è colpa mia se non hai classe e ti impiastri ovunque e in ogni modo, eh! -
I miei occhi si ridussero a due piccole fessure, sbattei un piede per terra provocando un minuscolo polverone di terra. Il mio vestito si macchiò ulteriolmente, ma mi rodeva, e agire così mi sembrò il minimo.
Tutta colpa della sua sfacciataggine, e anche mia, perché giocavo sempre con lui, nonostante non ci sopportassimo a vicenda.
Beh, che dire, iniziai a rincorrrerlo per tutto il parco, fino alla strada e fino a casa.
Eravamo entrambi sudati e puzzavamo anche, ovvio, dopo tutte le rotolate nella terra e le cadute sull'asfalto.
Ecco, avevo anche una ferita sul gomito, e mi ero nuovamente sbucciata il ginocchio.
Bene bene, non solo ero sudicia dappertutto, ma ero anche mezza sanguinante.
Parevo una zingarella, piuttosto che una normale ragazzina.
Mi immaginavo solamente la faccia di mia madre una volta che mi avrebbe vista conciata così.
Urla e di sicuro qualche botta. Ah, e la punizione.
Duncan mi diede una pacca sulla spalla. 
- Buona fortuna con tua madre!  Salutamela anche! -
Gli mandai un'occhiataccia e gli risposi a tono.
- Buona fortuna anche a te, mio caro servetto! -
- Buona fortuna un bel niente, a mia madre non glie ne frega niente se torno conciato come un barbone! -
- Ci credo poco. -
- E credici quanto ti pare, intanto a me non dirà nulla, né mi beccherò la punizione! - e mi fece la linguaccia.
- Bugiardo! - 
Senza rispondermi, Duncan con un saltello citofonò a mia madre, che mi scattò il cancello.
- Ciao Principessa dei fanghi, a domani, stessa ora! - mi disse sorridente mentre correva via 
- Ciao.. - replicai senza espressioni.
Non appena varcai la soglia di casa, tutte le mie previsioni si avverarono:mia madre cominciò con le sue grida e la sua ramanzina-quaresima, si può dire che mi spintonò nella vasca da bagno e continuò a gridare più forte di prima.
Poi, pian piano si calmò, e riprese con il suo tono abituale.
- Mamma, scusami per.. il vestito. - feci con la faccia più innocente che mi riusciva.
- Fa niente, tanto devo fare la lavatrice fra un po'.. Stacci attenta però! Ti piace così tanto buttarti nella terra ? -
- Scusa.. - continuai. Mi dispiaceva davvero, era un così bel vestito dopotutto..
Trasse un sospiro.
- Eri con Duncan, vero ? -
- Si. -
Ci fu un ulteriore sospiro da parte sua.
 Iniziò a strofinarmi la testa più forte di prima. Forse era solamente un po' nervosa, pensai.
- Courtney, non voglio che giochi con quel bambino, non mi piace. -
Mi girai fissandola. Beh, non era la prima volta che dalla sua bocca usciva questa frase.
Continuò a parlare, sempre con quella sua aria preoccupata.
- Non mi piace. E non è la prima volta che te lo dico, gradirei che smettessi di passare il tempo con lui, potrebbe portarti sulla cattiva strada. -
- Ma.. -
Evidentemente pensava che era per colpa sua se mi ero ferita e avevo sporcato tutto il mio indumento. 
Cercai di spiegargli che Duncan non centrava più di tanto, e in effetti era vero, e che poi, alla fine ero stata in un parco, andiamo, chi non si zozza in un parco ?
- Non mi interessa se è stato o non è stato lui, ma tu da domani non ci giochi più assieme. Piuttosto preferisco che inviti Clarissa e Layla a casa e mettete tutto a soqquadro, ma tesoro, con Duncan no, è un bambino cattivo! -
Continuai il mio bagno in silenzio. Duncan era insopportabile, petulante e un gran cattivone, ma.. era anche uno dei pochi bambini che mi sopportava.
I suoi giochi, sebbene pericolosi e fuori dal comune, avevano un qualcosa di divertente, anzi, proprio lo stare con una persona così diversa era strano e divertente insieme.
I miei pensieri furono interrotti dall'aprirsi della porta e l'affacciarsi del faccione sorridente di mio padre.
- Paperotta bella! - scattò lui, venendo a darmi un grosso bacio sulla testa.
Paperotta. Ma perché ?
- Ho delle grandi notizie! - continuò lui felice.
- Hanno detto di sì ? - chiese mamma.
- Esatto! Esatto! Una settimana, unica e sola! -
- Ma è fantastico! - e smise di lavarmi i capelli per andare a baciarlo.
Girai la testa disgustata da tale scena. 
Che senso aveva baciarsi in bocca ? Tutti i grandi lo facevano ? Sarebbe toccato anche a me alla loro età ? E se così fosse stato, con chi ?
Rabbrividii.
- Una settimana per che cosa ? -  continuavo a chiedermi.
Provai ad aprire bocca, e papa aveva già intuito tutto.
- A cena ne parleremo meglio, tesoro, sarai felicissima di questa notizia! -
Feci spallucce e continuai il mio bagno. 
Forse era un regalo, o magari sarebbe venuto qualcuno o c'era una sorta di evento importante in vista... Cosa sarebbe potuto accadere dic osì importante ed elettrizzante in una settimana ?
..
Una volta terminata la cena e sparecchiata la tavola, papà  fece sedere me e mamma attorno a lui, e ci prese entrambe le nostre mani stringendole forte.
- Chi si sposa ? - chiesi ingenuamente.
Pensai che di sicuro si trattasse  di un matrimonio di un qualche parente di cui non ricordavo neanche l'esistenza.
Papà  non capendo la mia domanda, fece una risatina e si schiarì la voce.
- Courtney, vorresti una bella casetta più grande, con una camera più spaziosa e un giardino molto molto più bello di questo ? -
Annuii lentamente. Voleva forse fare dei lavori qui in casa ? Non sarebbe stata una cattiva idea.
- Magari potremmo anche comprare il cagnolino che vuoi tanto, se avessimo un giardino più grande.. -
Annuii di nuovo ma non capivo. A cosa voleva arrivare ? Era necessario tutto questo mistero e serie di domande per dire ' Vuoi un cane ' ?
- Dai, diglielo! - insistette la mamma.
- E va bene, e va bene! - si schiarì un altro po' la voce - Indovina ? Ci trasferiamo! -
Quelle parole mi arrivarono dritte nel cervello. Ci trasferiamo. Trasferirsi. Via da qui. Per sempre.
Rimasi immobile per qualche secondo. 
Ero incredula, speravo con tutto il cuore si trattasse di uno scherzo.
- Hai capito, cara ? - mi domandò mamma vedendomi sconvolta.
Non volevo capire. Mi rifiutavo di accettare la realtà, e assieme ad essa anche questa notizia.
- Ma.. ci trasferiamo nel.. nel s-senso.. andiamo a vivere in una casa più grande.. sempre qui in z-zona ? - balbettai sperando in un ' Sì ' come risposta.
Papà rise. - Nono, andiamo proprio via da questa città! Il lavoro mi ha offerto il posto in una città molto lontana e anche molto più bella, avremo una casa più grande e di sicuro anche meglio di questa! -
Si alzò dalla sedia e mi sgrullò per le spalle. - Non sei felice ? -
Avevo gli occhi sgranati. Andare via significava perdere e dire addio a tutto e tutti. 
La scuola, gli amici.. tutto.
Pensai subito alle mie amiche con cui ero solita passare interi pomeriggi a giocare a madre e figlia o con le bambole... e a Duncan anche.
L'ultimo nome mi rimbombò in mente più volte. 
Come l'avrebbe presa ? Ci saremmo mai più rivisti ? 
Il solo pensiero della fine di un' amicizia mi provocò un senso di vuoto e tristezza.
- NO! - urlai, e corsi via in camera mia, sbattendo forte la porta.
Iniziai a singhiozzare lentamente, nascosta sotto le coperte. 
- Non voglio trasferirmi, non voglio! - strillai tra le lacrime.
Poco dopo entrò la mamma a parlarmi, ma le sue parole non mi scacciarono neanche minimamente tutta quella tristezza che avevo in me in quel momento.
- Do..dobbiamo proprio ? - chiesi speranzosa tra un singhiozzo e l'altro.
Annuì in silenzio, con lo sguardo triste.
- Ma io non voglio! - insistetti.
- Nemmeno io sono così tanto contenta, ma vedi, è una grande opportunità per papà, e non possiamo fargli perdere tutto per un tu..nostro capriccio! -
- Lui però fa perdere tutto a noi! - gridai in risposta.
- Non dire così, non ti stai perdendo niente.. -
Smisi per un attimo di piangere e tirai su con il naso.
- Troverai amici più simpatici, delle maestre più brave e.. -
Sbuffai, prevedevo una nuova crisi di pianto a breve. Non avevo voglia di parlare con la mamma, almeno non di questo. La 'cacciai' dalla mia stanza, in poche parole
 - Voglio dormire ora, ciao. -
Potevo almeno piagnucolare da sola e in santa pace ?
Mamma mi diede il suo rituale bacio della buonanotte e uscì chiudendosi dietro la porta. Sentii i miei occhi già inumidirsi. Un'altra volta.
...
Mancavano solamente due giorni. Due giorni e poi sarei andatata via, via per sempre.
Avevo ancora una faccenda da compiere: parlare con Duncan.
Il pomeriggio stesso mi diressi al parco di nascosto, non potevo di certo dire a mia madre dove andavo veramente, avrebbe  capito che sarei stata a giocare con Duncan e non mi avrebbe lasciata uscire.
Ero sicurissima di trovarlo al parco, in fondo quel luogo per lui era come una seconda casa.
E infatti lo trovai a infastidire con un bastone un nido di uccelli su un albero.
Lo chiamai, e non appena mi intravide, corse verso di me.
- Sono giorni che non stai venendo più, punizione, eh ? -
- Ma quale punizione scemo!  è che.. è che... -
Mi guardava perplesso.
- Che c'è ? -
- Beh.. vedi.. -
- Ho capito, ho capito, inizio io a contare stavolta! Ma dopo scelgo io a cosa giocare, va bene ? -
- No, non volevo dire questo. -
- E allora cosa? -
- Senti, non posso restare a giocare oggi. -
- E perché ? -
Iniziai a respirare con fatica e sentii lievi gocce di sudore scendere sulla mia fronte, e non centrava niente l'afoso caldo estivo.
- De-devo a-a-aiutare i miei genitori a.. -
Continuava a non capire.
- A mettere via la roba... perché.. -
- Che roba ? In che senso mettere via ? -
- Perché.. vedi.. noi.. -
- Noi... - ripeté.
- No.. noi.. -
- Hai 20 secondi per nasconderti! - e corse verso l'albero-tana.
Lo dovevo aver stufato con tutto quel balbettare.
- DUNCAN, MI TRASFERISCO! - urlai, con gli occhi chiusi.
Sentii i suoi passi avvicinarsi verso di me, aprii gli occhi e me lo ritrovai con l'espressione più incredula di sempre.
- Cosa ? -
- Mi trasferisco. -
Abbassò lo sguardo, strinse i pugni.
- Perché ? -
- Il lavoro di mio padre ha.. -
Neanche mi diede il tempo di concludere la mia risposta che mi interruppe.
- Quando te ne vai ? -
- Dopodomani. -
Non si mosse né parlò per svariati secondi.
- E me lo dici solo ora ? -
- Volevo dirtelo.. ma.. non sapevo come.. - ammisi timidamente.
- Sei un'egoista! Ti importa solo di te stessa! -
- Questo che centra ? Mica è colpa mia se me ne vado, idiota! -
-Sei un'egoista comunque! Non hai pensato a noi ? A noi, si, noi, ci lasci tutti quanti qui ? -
- Ma se neanche vi importa di me, mi escludete sempre! -
- Perché ti piazzi sempre come un'antipaticona! -
- Perché stai dicendo questo ? -
- Non sei una principessa, sei una strega! - mi urlò queste parole praticamente in faccia, per poi correre subito via.
- E tu sei un mostro! - gli urlai dietro, e fuggii anch'io.
...
Il mio sguardo era rivolto verso papà che sbraitava cercando di infilare nel portabagaglio più valige di quante mai avrebbero potuto starcene, mentre la mamma  parlava con dei signori alquanto panciuti e barbuti riguardo ai mobili che ci avrebbero dovuto portare alla casa nuova, tutti avevano un gran da fare, esclusa me.
Pensavo ancora alla scenata di Duncan.
Perché aveva reagito così ? Perché mi aveva detto tutte quelle brutte cose ? Perché questo stupido trasloco! Tutta colpa del lavoro di papà! tanti impiegati che ci sono, perché proprio lui dovevano scegliere ? E uffa!
Sentii di nuovo delle leggere lacrime rigarmi il volto, ma le trattenni.
Piangere era proprio l'ultima delle cose da fare in quel momento.
- Courtney sali, è ora di andare. - mi chiamò mia madre.
Mi alzai lentamente dallo scalino del portone di casa sul quale mi stavo praticamente appisolando e feci per andare verso lo sportello della macchina, quando udii una voce familiare chiamare il mio nome.
Era Duncan.
Mi si piazzò praticamente davanti, incrociai le braccia.
- Che vuoi. - gli dissi con un tono poco cordiale.
- Ero.. ve..venuto a salutarti e.. -
- Bene, ciao. - e gli passai praticamente davanti, ignorandolo.
- No, aspetta! -
Mi voltai di nuovo verso di lui. 
- Courtney, dai! Becchiamo il traffico così! - mi urlò papà da dentro l'auto.
Notai la mamma guardare in cagnesco Duncan, ma non ci badai. 
- Un attimo! - risposi, poi mi rivolsi di nuovo a lui. - Veloce, che ti serve ? -
- Ti volevo chiedere scusa, per le cose che ti ho detto.. non le pensavo veramente.. ecco. -
Duncan, il bambino più temuto da tutti, che si scusava, per giunta con una bambina.
Non potei non rimanere scioccata. 
Sorrisi, in fondo eravamo due bambini, era normali dirsi certe 'diavolerie' a quell'età.
- Perdonato. - 
- Beh..allora cia.. no, ferma, tieni! - mi prese una mano, la girò  e vi ci poggiò sopra  un piccolo fiorellino rosa, addirittura lo teneva sui i palmi  per paura di rovinarlo.
Era la giornata delle grandi sorprese o cosa ?
- Non dire niente! - continuò lui facendomi il segno di stare zitta - Soprattutto guai se lo dici in giro! -
- E chi li rivedrà più! - dissi riferendomi ai bambini cui eravamo soliti passare le nostre giornate.
Gli sorrisi ancora per qualche istante, prima di prendere di nuovo parola.
- Grazie, è bellissimo! -
- Fa buon viaggio, e non fare l'antipatica come sempre con i tuoi nuovi compagni! -
- Sì, e tu non farti sbattere in prigione prima del tempo! -
Scoppiammo entrambi a ridere, e ci abbracciammo. 
Ma fu un abbraccio cortissimo, tre secondi, massimo quattro.
- Ciao Duncan! - 
Lo salutai  con la mano, allora corsi in macchina dato che i miei genitori iniziavano ad impazientirsi.
- Non ti scorderò mai, Principessa! - urlò, quasi vicino alle lacrime.
Quelle parole, assieme a quel suo urlo improvviso, mi rimasero scolpite nella mente. 
Non avevo mai immaginato che.. Duncan, Duncan il bambino che picchiava bambini e maestre, avesse mai potuto dire parole più belle. 
Chissà se le pensava veramente ma.. non aveva importanza.
Papà mise in moto e la macchina iniziò a muoversi lentamente.
Dal finestrino, lo notai restare immobile, a guardare il fumo nero della nostra auto che si allontanava per poi sparire in fondo alla strada.
Montò in sella alla sua bici e andò via, dirigendosi chissà dove.. forse al parco, alla nostra quercia.

 

 

- Questa volta hai barato tu! -

- Non è vero! -

- Si invece, ti dava fastidio il fatto di essere una schiappetta e hai barato! Barato! Tu che segui sempre le regole! -

- Io non ho barato, ho giocato secondo le regole e ho vinto! -

- Seh, seh, voi femmine siete tutte buone a inventarvi stupidaggini! -

- Voi maschi dite cose peggiori, Duncan! No, tu sei il primo! -

- A proposito di dire e dire, come dirai a tua madre del vestitino ? - mi disse ridacchiando e sputacchiando allo stesso tempo. 

Posai gli occhi sul mio abitino rosa.. che adesso non si poteva più chiamare abitino, né tanto meno rosa. Dovevo dire che quelle chiazze di marrone sul leggero tessuto avevano il loro fascino però.

Ringhiai mentre provavo a sgrullare via la terra con le mani - è tutta colpa tua! -

- Senti, Principessa dei fanghi, non è colpa mia se non hai classe e ti impiastri ovunque e in ogni modo, eh! -

I miei occhi si ridussero a due piccole fessure, sbattei un piede per terra provocando un minuscolo polverone di terra. Il mio vestito si macchiò ulteriolmente, ma mi rodeva, e agire così mi sembrò il minimo.

Tutta colpa della sua sfacciataggine, e anche mia, perché giocavo sempre con lui, nonostante non ci sopportassimo a vicenda.

Beh, che dire, iniziai a rincorrrerlo per tutto il parco, fino alla strada e fino a casa.

Eravamo entrambi sudati e puzzavamo anche, ovvio, dopo tutte le rotolate nella terra e le cadute sull'asfalto.

Ecco, avevo anche una ferita sul gomito, e mi ero nuovamente sbucciata il ginocchio.

Bene bene, non solo ero sudicia dappertutto, ma ero anche mezza sanguinante.

Parevo una zingarella, piuttosto che una normale ragazzina.

Mi immaginavo solamente la faccia di mia madre una volta che mi avrebbe vista conciata così.

Urla e di sicuro qualche botta. Ah, e la punizione.

Duncan mi diede una pacca sulla spalla. 

- Buona fortuna con tua madre!  Salutamela anche! -

Gli mandai un'occhiataccia e gli risposi a tono.

- Buona fortuna anche a te, mio caro servetto! -

- Buona fortuna un bel niente, a mia madre non glie ne frega niente se torno conciato come un barbone! -

- Ci credo poco. -

- E credici quanto ti pare, intanto a me non dirà nulla, né mi beccherò la punizione! - e mi fece la linguaccia.

- Bugiardo! - 

Senza rispondermi, Duncan con un saltello citofonò a mia madre, che mi scattò il cancello.

- Ciao Principessa dei fanghi, a domani, stessa ora! - mi disse sorridente mentre correva via 

- Ciao.. - replicai senza espressioni.

Non appena varcai la soglia di casa, tutte le mie previsioni si avverarono:mia madre cominciò con le sue grida e la sua ramanzina-quaresima, si può dire che mi spintonò nella vasca da bagno e continuò a gridare più forte di prima.

Poi, pian piano si calmò, e riprese con il suo tono abituale.

- Mamma, scusami per.. il vestito. - feci con la faccia più innocente che mi riusciva.

- Fa niente, tanto devo fare la lavatrice fra un po'.. Stacci attenta però! Ti piace così tanto buttarti nella terra ? -

- Scusa.. - continuai. Mi dispiaceva davvero, era un così bel vestito dopotutto..

Trasse un sospiro.

- Eri con Duncan, vero ? -

- Si. -

Ci fu un ulteriore sospiro da parte sua.

 Iniziò a strofinarmi la testa più forte di prima. Forse era solamente un po' nervosa, pensai.

- Courtney, non voglio che giochi con quel bambino, non mi piace. -

Mi girai fissandola. Beh, non era la prima volta che dalla sua bocca usciva questa frase.

Continuò a parlare, sempre con quella sua aria preoccupata.

- Non mi piace. E non è la prima volta che te lo dico, gradirei che smettessi di passare il tempo con lui, potrebbe portarti sulla cattiva strada. -

- Ma.. -

Evidentemente pensava che era per colpa sua se mi ero ferita e avevo sporcato tutto il mio indumento. 

Cercai di spiegargli che Duncan non centrava più di tanto, e in effetti era vero, e che poi, alla fine ero stata in un parco, andiamo, chi non si zozza in un parco ?

- Non mi interessa se è stato o non è stato lui, ma tu da domani non ci giochi più assieme. Piuttosto preferisco che inviti Clarissa e Layla a casa e mettete tutto a soqquadro, ma tesoro, con Duncan no, è un bambino cattivo! -

Continuai il mio bagno in silenzio. Duncan era insopportabile, petulante e un gran cattivone, ma.. era anche uno dei pochi bambini che mi sopportava.

I suoi giochi, sebbene pericolosi e fuori dal comune, avevano un qualcosa di divertente, anzi, proprio lo stare con una persona così diversa era strano e divertente insieme.

I miei pensieri furono interrotti dall'aprirsi della porta e l'affacciarsi del faccione sorridente di mio padre.

- Paperotta bella! - scattò lui, venendo a darmi un grosso bacio sulla testa.

Paperotta. Ma perché ?

- Ho delle grandi notizie! - continuò lui felice.

- Hanno detto di sì ? - chiese mamma.

- Esatto! Esatto! Una settimana, unica e sola! -

- Ma è fantastico! - e smise di lavarmi i capelli per andare a baciarlo.

Girai la testa disgustata da tale scena. 

Che senso aveva baciarsi in bocca ? Tutti i grandi lo facevano ? Sarebbe toccato anche a me alla loro età ? E se così fosse stato, con chi ?

Rabbrividii.

- Una settimana per che cosa ? -  continuavo a chiedermi.

Provai ad aprire bocca, e papa aveva già intuito tutto.

- A cena ne parleremo meglio, tesoro, sarai felicissima di questa notizia! -

Feci spallucce e continuai il mio bagno. 

Forse era un regalo, o magari sarebbe venuto qualcuno o c'era una sorta di evento importante in vista... Cosa sarebbe potuto accadere dic osì importante ed elettrizzante in una settimana ?

..

Una volta terminata la cena e sparecchiata la tavola, papà  fece sedere me e mamma attorno a lui, e ci prese entrambe le nostre mani stringendole forte.

- Chi si sposa ? - chiesi ingenuamente.

Pensai che di sicuro si trattasse  di un matrimonio di un qualche parente di cui non ricordavo neanche l'esistenza.

Papà  non capendo la mia domanda, fece una risatina e si schiarì la voce.

- Courtney, vorresti una bella casetta più grande, con una camera più spaziosa e un giardino molto molto più bello di questo ? -

Annuii lentamente. Voleva forse fare dei lavori qui in casa ? Non sarebbe stata una cattiva idea.

- Magari potremmo anche comprare il cagnolino che vuoi tanto, se avessimo un giardino più grande.. -

Annuii di nuovo ma non capivo. A cosa voleva arrivare ? Era necessario tutto questo mistero e serie di domande per dire ' Vuoi un cane ' ?

- Dai, diglielo! - insistette la mamma.

- E va bene, e va bene! - si schiarì un altro po' la voce - Indovina ? Ci trasferiamo! -

Quelle parole mi arrivarono dritte nel cervello. Ci trasferiamo. Trasferirsi. Via da qui. Per sempre.

Rimasi immobile per qualche secondo. 

Ero incredula, speravo con tutto il cuore si trattasse di uno scherzo.

- Hai capito, cara ? - mi domandò mamma vedendomi sconvolta.

Non volevo capire. Mi rifiutavo di accettare la realtà, e assieme ad essa anche questa notizia.

- Ma.. ci trasferiamo nel.. nel s-senso.. andiamo a vivere in una casa più grande.. sempre qui in z-zona ? - balbettai sperando in un ' Sì ' come risposta.

Papà rise. - Nono, andiamo proprio via da questa città! Il lavoro mi ha offerto il posto in una città molto lontana e anche molto più bella, avremo una casa più grande e di sicuro anche meglio di questa! -

Si alzò dalla sedia e mi sgrullò per le spalle. - Non sei felice ? -

Avevo gli occhi sgranati. Andare via significava perdere e dire addio a tutto e tutti. 

La scuola, gli amici.. tutto.

Pensai subito alle mie amiche con cui ero solita passare interi pomeriggi a giocare a madre e figlia o con le bambole... e a Duncan anche.

L'ultimo nome mi rimbombò in mente più volte. 

Come l'avrebbe presa ? Ci saremmo mai più rivisti ? 

Il solo pensiero della fine di un' amicizia mi provocò un senso di vuoto e tristezza.

- NO! - urlai, e corsi via in camera mia, sbattendo forte la porta.

Iniziai a singhiozzare lentamente, nascosta sotto le coperte. 

- Non voglio trasferirmi, non voglio! - strillai tra le lacrime.

Poco dopo entrò la mamma a parlarmi, ma le sue parole non mi scacciarono neanche minimamente tutta quella tristezza che avevo in me in quel momento.

- Do..dobbiamo proprio ? - chiesi speranzosa tra un singhiozzo e l'altro.

Annuì in silenzio, con lo sguardo triste.

- Ma io non voglio! - insistetti.

- Nemmeno io sono così tanto contenta, ma vedi, è una grande opportunità per papà, e non possiamo fargli perdere tutto per un tu..nostro capriccio! -

- Lui però fa perdere tutto a noi! - gridai in risposta.

- Non dire così, non ti stai perdendo niente.. -

Smisi per un attimo di piangere e tirai su con il naso.

- Troverai amici più simpatici, delle maestre più brave e.. -

Sbuffai, prevedevo una nuova crisi di pianto a breve. Non avevo voglia di parlare con la mamma, almeno non di questo. La 'cacciai' dalla mia stanza, in poche parole

 - Voglio dormire ora, ciao. -

Potevo almeno piagnucolare da sola e in santa pace ?

Mamma mi diede il suo rituale bacio della buonanotte e uscì chiudendosi dietro la porta. Sentii i miei occhi già inumidirsi. Un'altra volta.


...


Mancavano solamente due giorni. Due giorni e poi sarei andatata via, via per sempre.

Avevo ancora una faccenda da compiere: parlare con Duncan.

Il pomeriggio stesso mi diressi al parco di nascosto, non potevo di certo dire a mia madre dove andavo veramente, avrebbe  capito che sarei stata a giocare con Duncan e non mi avrebbe lasciata uscire.

Ero sicurissima di trovarlo al parco, in fondo quel luogo per lui era come una seconda casa.

E infatti lo trovai a infastidire con un bastone un nido di uccelli su un albero.

Lo chiamai, e non appena mi intravide, corse verso di me.

- Sono giorni che non stai venendo più, punizione, eh ? -

- Ma quale punizione scemo!  è che.. è che... -

Mi guardava perplesso.

- Che c'è ? -

- Beh.. vedi.. -

- Ho capito, ho capito, inizio io a contare stavolta! Ma dopo scelgo io a cosa giocare, va bene ? -

- No, non volevo dire questo. -

- E allora cosa? -

- Senti, non posso restare a giocare oggi. -

- E perché ? -

Iniziai a respirare con fatica e sentii lievi gocce di sudore scendere sulla mia fronte, e non centrava niente l'afoso caldo estivo.

- De-devo a-a-aiutare i miei genitori a.. -

Continuava a non capire.

- A mettere via la roba... perché.. -

- Che roba ? In che senso mettere via ? -

- Perché.. vedi.. noi.. -

- Noi... - ripeté.

- No.. noi.. -

- Hai 20 secondi per nasconderti! - e corse verso l'albero-tana.

Lo dovevo aver stufato con tutto quel balbettare.

- DUNCAN, MI TRASFERISCO! - urlai, con gli occhi chiusi.

Sentii i suoi passi avvicinarsi verso di me, aprii gli occhi e me lo ritrovai con l'espressione più incredula di sempre.

- Cosa ? -

- Mi trasferisco. -

Abbassò lo sguardo, strinse i pugni.

- Perché ? -

- Il lavoro di mio padre ha.. -

Neanche mi diede il tempo di concludere la mia risposta che mi interruppe.

- Quando te ne vai ? -

- Dopodomani. -

Non si mosse né parlò per svariati secondi.

- E me lo dici solo ora ? -

- Volevo dirtelo.. ma.. non sapevo come.. - ammisi timidamente.

- Sei un'egoista! Ti importa solo di te stessa! -

- Questo che centra ? Mica è colpa mia se me ne vado, idiota! -

-Sei un'egoista comunque! Non hai pensato a noi ? A noi, si, noi, ci lasci tutti quanti qui ? -

- Ma se neanche vi importa di me, mi escludete sempre! -

- Perché ti piazzi sempre come un'antipaticona! -

- Perché stai dicendo questo ? -

- Non sei una principessa, sei una strega! - mi urlò queste parole praticamente in faccia, per poi correre subito via.

- E tu sei un mostro! - gli urlai dietro, e fuggii anch'io.


...


Il mio sguardo era rivolto verso papà che sbraitava cercando di infilare nel portabagaglio più valige di quante mai avrebbero potuto starcene, mentre la mamma  parlava con dei signori alquanto panciuti e barbuti riguardo ai mobili che ci avrebbero dovuto portare alla casa nuova, tutti avevano un gran da fare, esclusa me.

Pensavo ancora alla scenata di Duncan.

Perché aveva reagito così ? Perché mi aveva detto tutte quelle brutte cose ? Perché questo stupido trasloco! Tutta colpa del lavoro di papà! tanti impiegati che ci sono, perché proprio lui dovevano scegliere ? E uffa!

Sentii di nuovo delle leggere lacrime rigarmi il volto, ma le trattenni.

Piangere era proprio l'ultima delle cose da fare in quel momento.

- Courtney sali, è ora di andare. - mi chiamò mia madre.

Mi alzai lentamente dallo scalino del portone di casa sul quale mi stavo praticamente appisolando e feci per andare verso lo sportello della macchina, quando udii una voce familiare chiamare il mio nome.

Era Duncan.

Mi si piazzò praticamente davanti, incrociai le braccia.

- Che vuoi. - gli dissi con un tono poco cordiale.

- Ero.. ve..venuto a salutarti e.. -

- Bene, ciao. - e gli passai praticamente davanti, ignorandolo.

- No, aspetta! -

Mi voltai di nuovo verso di lui. 

- Courtney, dai! Becchiamo il traffico così! - mi urlò papà da dentro l'auto.

Notai la mamma guardare in cagnesco Duncan, ma non ci badai. 

- Un attimo! - risposi, poi mi rivolsi di nuovo a lui. - Veloce, che ti serve ? -

- Ti volevo chiedere scusa, per le cose che ti ho detto.. non le pensavo veramente.. ecco. -

Duncan, il bambino più temuto da tutti, che si scusava, per giunta con una bambina.

Non potei non rimanere scioccata. 

Sorrisi, in fondo eravamo due bambini, era normali dirsi certe 'diavolerie' a quell'età.

- Perdonato. - 

- Beh..allora cia.. no, ferma, tieni! - mi prese una mano, la girò  e vi ci poggiò sopra  un piccolo fiorellino rosa, addirittura lo teneva sui i palmi  per paura di rovinarlo.

Era la giornata delle grandi sorprese o cosa ?

- Non dire niente! - continuò lui facendomi il segno di stare zitta - Soprattutto guai se lo dici in giro! -

- E chi li rivedrà più! - dissi riferendomi ai bambini cui eravamo soliti passare le nostre giornate.

Gli sorrisi ancora per qualche istante, prima di prendere di nuovo parola.

- Grazie, è bellissimo! -

- Fa buon viaggio, e non fare l'antipatica come sempre con i tuoi nuovi compagni! -

- Sì, e tu non farti sbattere in prigione prima del tempo! -

Scoppiammo entrambi a ridere, e ci abbracciammo. 

Ma fu un abbraccio cortissimo, tre secondi, massimo quattro.

- Ciao Duncan! - 

Lo salutai  con la mano, allora corsi in macchina dato che i miei genitori iniziavano ad impazientirsi.

- Non ti scorderò mai, Principessa! - urlò, quasi vicino alle lacrime.

Quelle parole, assieme a quel suo urlo improvviso, mi rimasero scolpite nella mente. 

Non avevo mai immaginato che.. Duncan, Duncan il bambino che picchiava bambini e maestre, avesse mai potuto dire parole più belle. 

Chissà se le pensava veramente ma.. non aveva importanza.

Papà mise in moto e la macchina iniziò a muoversi lentamente.

Dal finestrino, lo notai restare immobile, a guardare il fumo nero della nostra auto che si allontanava per poi sparire in fondo alla strada.

Montò in sella alla sua bici e andò via, dirigendosi chissà dove.. forse al parco, alla nostra quercia.

 

~

 

 

Angolo dell'autrice: Beh, buonasera a tutti ^^ Adesso con la fine della scuola ho molto più tempo per scrivere, e come mio solito mi scuso per il ritardo, perdonatemi DD:

Ho dato il meglio di me anche in questo capitolo, non sono sicura sia venuto benissimo, ma ahimé, io ci ho provato! Forse, ho fatto Duncan un po' troppo smielato (?), ma suvvia, abbiamo tutti questo 'soft side' da bambini, chiudiamo un occhio va.. :') 

[Perdonate la lunghezza del chappy DD:]

Spero di non avervi annoiato con questo capitolo, beh, leggete e recensite ^--^


Besos, RollingGirl ~


  
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