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Autore: MikiBarakat96    15/06/2013    2 recensioni
Seguito di "So Wrong, it's Right" (non leggete se non avete prima letto l'altra).
Un anno dopo gli eventi successi nella prima storia, Stella, la sorella di Jack, è riuscita finalmente a realizzare il suo sogno e a superare la sua paura; la sua vita va a gonfie vele, sembra che niente possa andare male e invece ancora una volta si troverà a dover decidere fra la sua carriera e l'amore.
Le recensioni sono sempre bene accette :3
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Long live the reckless and the brave
I don’t think I want to be saved
My song has not been sung
So long live us”.
 
Una settimana dopo essersi riappacificati, la notizia che gli All Time Low si fossero riformati aveva già fatto il giro del mondo. I fans ne furono entusiasti, avevano mandato tantissimi messaggi ai ragazzi via twitter nei quali li ringraziavano per non averli abbandonati e per essere tornati insieme. A rendere doppiamente felici i fans era stata la notizia della mia gravidanza che aveva fatto raddoppiare gli appuntamenti per le interviste; Matt non ne poteva più di organizzare tutto, poverino, ogni giorno chiamavano sempre più redazioni di giornali diversi che volevano fare un’intervista con gli ATL per sapere di più sul motivo del loro scioglimento e per chiedere ad Alex come si sentisse all’idea di star per diventare padre.
La nuova canzone piacque a tutti quelli della crew, era davvero fantastica, ti dava una carica incredibile e sarebbe di sicuro piaciuta ai fans che l’aspettavano con ansia; quella sera, infatti, i ragazzi avrebbero fatto un concerto a Baltimora e avrebbero cantato per la prima volta la loro nuovo canzone che nello stesso momento sarebbe stata pubblicata sul loro sito e quindi sarebbe stata sentita da tutti gli altri fans sparsi nel mondo.
Cassadee era ripartita qualche giorno prima per ritornare dagli altri membri della sua band con i quali anche lei stava scrivendo nuovi pezzi per un nuovo cd. I Simple Plan tornarono in Canada dove passarono gli ultimi giorni di riposo che avevano e dove Pierre potette stare un po’ con Lachelle che tra due mesi avrebbe partorito.
Eravamo tutti riuniti nella stanza grande del backstage: io, Alex, Jack, Rian, Zack, Matt, Vinny, Danny e Matt  Colussy, mancava all’appello solo Jeff che era già andato alla sua postazione e anche Debbie che però ci avrebbe raggiunti in breve tempo.
Nell’attesa di dover iniziare il concerto, Jack si era messo a ballare la macarena in mezzo alla stanza, io ero seduta sul divano con la testa di Alex appoggiata sulle gambe, Rian era seduto per terra e guardava divertito Jack, Zack stava scattando qualche foto girovagando per la stanza, i due Matt parlavano ai walkie talkie e Vinny e Danny parlavano tra di loro delle magliette degli All Time Low che erano in vendita.
<< E se improvvisamente non ricordassi più le parole? Sarebbe… imbarazzante, riderebbero tutti e mi tirerebbero addosso di tutto! >>, disse Alex preoccupato mentre giocherellavo con i capelli che gli scendevano obliquamente sulla fronte.
<< Non succederà, ormai dovresti essere abituato a far sentire al pubblico nuove canzoni, lo sai che le fans la ameranno come hanno amato le canzoni di Dirty Work e quelle di Nothing Personal >>.
Sospirò. << Lo so, ma questa canzone è diversa, è una sorta di ritorno al vecchio sound e l’ho imparata solo da una settimana, potrebbe succedere che mi dimentichi le parole >>.
<< Tranquillo, andrà tutto bene, una volta lì sul palco non avrai più paura e canterai la canzone benissimo >>. Lo rassicurai.
<< Tu sarai con me? >>, mi chiese.
<< Non sul palco, ma sarò dietro le quinte come sempre >>.
<< Allora suggerisci se non mi ricordo le parole >>.
Scoppiammo a ridere.
La porta della stanza si aprì e ne comparve Debbie che rivolse un sorriso a tutti noi prima di soffermarsi con lo sguardo a guardare Jack che per la decima volta stava ripetendo i movimenti della macarena con l’aria per niente stanca anzi, era sempre più allegro.
Debbie scoppiò a ridere. << Ma che diavolo stai facendo? >>, gli chiese.
Jack si strinse nelle spalle. << Faccio riscaldamento >>.
<< Se non la smetti arriverai a suonare stanchissimo >>, lo rimproverò Matt.
<< Non è vero, sono carichissimo per il concerto >>, ribattè Jack.
<< Tranquillo, l’adrenalina non lo farà stancare >>, disse Zack a Matt che sospirando tornò a parlare al walkie talkie.
Debbie si avvicinò al divano dove eravamo seduti io e Alex. << Ho una buona notizia per te >>, mi annunciò sorridendomi, poi, scoccando un’occhiataccia ad Alex disse: << Le tue gambe occupano tutto il divano! >>.
Alex ridacchiò e alzò le gambe per far sedere Debbie e poi le riabbassò mettendogliele sulle gambe.
<< Che viziato che sei >>, sbuffò Debbie.
Alex per tutta risposta le mostrò la lingua.
<< Allora, qual è la buona notizia? >>, le chiesi curiosa.
<< Ho chiamato la casa discografica! >>, esclamò.
<< E? >>.
<< Hanno detto che sono contentissimi che tu abbia deciso di continuare la carriera e che sono d’accordo con la tua idea di prenderti un anno di pausa >>.
Sorrisi sollevata. << Fantastico! >>.
<< Ti manderanno anche un cestino di muffin come augurio di buona gravidanza >>, aggiunse Debbie.
<< Un cestino di muffin?! >>, chiese Alex sorpreso.
<< Si, ve lo invieranno a casa >>, rispose Debbie.
Alex mi guardò sorridente. << Dovremmo avere bambini più spesso >>, ridacchiò.
Gli scoccai un’occhiataccia. << Sparisci prima che ti faccia male >>, lo avvertì e lui nonostante ridesse, si alzò e si andò ad unire al balletto di Jack insieme a Rian e Zack.
<< Eeeee… macarena! >>, cantarono insieme.
<< Dobbiamo avvertire anche i ragazzi della band, saranno così contenti quando sapranno che non abbandoni la carriera >>, mi disse Debbie mettendosi seduta a gambe incrociate.
<< Avevo intenzione di chiamarli dopo il concerto >>, dissi.
<< Brava, prima lo fai prima potrò organizzare tutti i tuoi prossimi appuntamenti >>.
Girai di scatto la testa verso di lei e la guardai incredula. Aveva davvero detto quello che avevo sentito?
Mi lanciò un’occhiata in tralice e sorrise vedendo la mia reazione.
Si avevo sentito bene!
<< Oh Dio! Sarai di nuovo la mia agente? >>, le chiesi quasi urlando per la felicità.
<< Certo che si, non troverai mai qualcuno bravo quanto me >>, rise.
Invece che abbracciarla come volevo, mi ci buttai addosso con tutto il peso facendola cadere con la schiena sul divano. << Grazie, grazie, grazieeeeeeeeeee! >>.
<< Ehi attenta che schiacci sia me che il bambino! >>, esclamò continuando a ridere.
Tornai a sedermi liberandola dal mio peso. << Sono felicissima!                Non saprei come avrei fatto a trovare un’altra agente >>.
<< Visto che tutto si è risolto non vedo perché non sarei dovuta tornare a lavorare con te >>.
<< Già, hai ragione >>, sorrisi. << Allora visto che ora sei di nuovo la mia agente devi sapere che per i prossimi concerti mi serviranno dei jeans più larghi oppure mi serviranno dei pantacollant >>.
<< Stiamo già diventando più rotonde? >>, mi chiese battendomi qualche lieve pacca sulla pancia ancora per metà piatta.
Sbuffai. << Stamattina ci ho messo un po’ per chiudermi il bottone dei jeans >>.
Rise. << Se ti disperi adesso, come farai quando avrai la pancia il doppio di adesso? >>.
Affondai la testa nelle mani. << Non me lo ricordare! >>.
<< Ne varrà la pena alla fine, vedrai >>, mi strizzò l’occhio.
Finalmente i ragazzi smisero di ballare la macarena e spinti da Matt, uscirono dal camerino pronti per andare in scena. Mi mancava fare i concerti, sentire l’ansia prima di entrare in scena, scherzare con Sam, Travis, Edward e Chris, sentire la folla che urlava, le sere ai pub dopo i concerti, i lunghi viaggi notturni nel bus… come avevo solo potuto immaginare di rinunciare a tutto quello? Essere diventata una cantante era una fortuna, c’erano persone che ogni anno provavano ad entrare nel mondo della musica ma non ci riuscivano e io che avevo avuto quella fortuna stavo anche per rinunciarci solo perché mi piaceva sempre complicarmi la situazione  anche quando la soluzione ai problemi era così semplice.
In pochi minuti, il concerto iniziò, la prima canzone fu Lost in stereo seguita poi da Stella canzone che nonostante non parlasse di me, mi faceva sempre battere forte il cuore forse perché ogni volta che Alex pronunciava il mio nome si girava verso di me e mi sorrideva. Dopo Stella passarono a Damned if i do ya (damned if i don’t) e Alex prima di iniziare a suonarla disse che questa canzone gli era stata di molto aiuto per prendere una decisione importante. A seguire suonarono I feel like dancing, dove Jack non fece altro che ballettare da una parte all’altra del palco, Heroes, Weightless,Time Bomb, Guts, Break your little heart, Forget about it, Jasey Rae e in fine arrivò il momento della nuova canzone.
<< Bene ragazzi, ci siamo >>, disse Alex madido di sudore. << L’attesa sta per finire >>.
La folla urlò emozionata.
<< Siete pronti per la nuova canzone? >>, chiese.
Le urla aumentarono.
<< Vorrei dedicarla a noi, agli All Time Low e alla ragione della mia vita >>, si girò verso di me sorridendo, << sei molto più coraggiosa di quello che credi >>.
Debbie mi punzecchiò il fianco con un gomito ed io mi sentì arrossire.
<< Questa è The reckless and the brave , spero che vi piaccia >>.
Presi la mano di Debbie e insieme facemmo un respiro profondo. Improvvisamente al mio fianco apparve anche Matt.
<< Nervose? >>, ci chiese.
<< Giusto un po’ >>, rispose Debbie.
<< Probabilmente Alex mi ha contagiata >>, dissi. << Tu? >>.
<< Il fatto che Alex sia nervoso rende nervoso anche me >>.
Gli porsi la mano libera e lui la strinse quasi stritolandomi una mano.
Alex scambiò un cenno di assenso con Jack, poi con Rian e poi con Zack che gli sorrisero all’unisono. 
La folla era silenziosa e il fatto che la canzone iniziasse senza musica e solo con la voce di Alex sottolineò ancora di più la cosa per cui temetti per un attimo che Alex si sarebbe fatto prendere dall’ansia, ma non successe, chiudendo gli occhi iniziò a cantare.
 
“Long live the reckless and the brave
I don’t think I want to be saved
My song has not been sung
So long live us”.
 
La musica iniziò e con lei anche i fans si animarono iniziando a saltare e ad urlare. Sollevati, anche noi tre ci lasciammo andare ai festeggiamenti cantando quelle poche strofe che avevamo imparato della canzone.
 
Looking out at a town called Suburbia
 Everybody’s just fighting to fit in
 Little rats running mazes, having babies
 It’s a vicious little world that we live in
 
Looking back at a life on the other side
I realize that I didn’t fit in
Didn’t hate it
But I didn’t quite relate it
To my precious little world
 
Still I’m leaving
Got a van, got a chance
Got my dignity, got a dream, got a spark
Got somewhere to be
Take a breath, say goodbye
To their precious little world
 
So long live the reckless and the brave
 I don’t think I want to be saved
 My song has not been sung
 
And long live the fast times
So come what may
I don’t think I’ll ever be saved
Our song has not been sung
Long live us”.
 
Era andata! Ai fans piaceva un sacco, non solo quelli presenti al concerto, ma anche gli altri in tutto il mondo, la pagina degli All Time Low stava avendo molte visite e i messaggi su Twitter non potevano essere contati. Quella canzone era un successo su tutta la linea.
L’ultima canzone che suonarono fu Dear Maria, poi augurarono la buonanotte alla folla e tutti elettrizzati rientrarono nelle quinte.
<< Gli è piaciuta! >>, esultò Alex con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
<< Io me lo aspettavo >>, ridacchiai.
Mi prese per i fianchi e mi avvicinò a lui per far incontrare le nostre labbra. Incrociai le braccia dietro il suo collo e passai una mano tra i suoi capelli che erano  completamente bagnati; era incredibile come si sudasse a stare sotto i riflettori mentre si suonava e si cantava.
<< Sono molto fiera di te, hai fatto davvero un bel lavoro con questa nuova canzone >>, dissi quando il bacio finì ma i nostri nasi continuavano a toccarsi.
<< Tutto merito delle meravigliose persone che mi colorano la vita >>, posò le sue labbra sulle mie.
<< Ora vai a farti la doccia che dopo andiamo a festeggiare >>, dissi sciogliendo l’abbraccio.
<< Io avrei un altro modo per festeggiare… >>, mi sorrise sghembo.
Gli diedi una pacca sul sedere. << Vai, muoviti! >>, gli ordinai indicandogli con la mano la direzione dei camerini.
<< La gravidanza ti ha reso una suora >>, protestò.
Scoppiai a ridere mentre Alex spariva insieme agli altri nelle docce. Ne approfittai di quella pausa per uscire
fuori e chiamare i ragazzi della band che come sospettavano erano tutti insieme a casa di Edward e Chris.
<< Pronto? >>, rispose Chris.
<< Chris! Sono Stella! >>, dissi.
<< Ehi ragazzi, c’è Stella! >>, urlò Chris e subito sentì un sacco di rumore sotto. <>.
<< Okay >>.
<< Buonasera Stella! >>, mi salutò Travis.
<< Ciao Stellaaa!  >>, esclamò Edward euforico.
<< Ehi Tell, come stai? >>, mi chiese Sam.
<< Ciao ragazzi, sto molto bene, grazie, voi? >>.
<< Si va avanti >>, rispose Sam.
<< Come sta il nostro futuro nipotino? >>, mi chiese Edward.
<< Bene, l’ho detto finalmente ad Alex e lui è contento, abbiamo deciso di tenerlo >>.
<< Che bello! Non vedo l’ora di vederlo >>, squittì Edward.
<< Siamo contenti per te Stella e da quello che abbiamo letto sul giornale gli All Time Low sono di nuovo insieme e hanno fatto una nuova canzone, quindi sarete tutti al settimo cielo >>, disse Travis.
<< Oh si, lo siamo eccome >>, confermai.
<< Però ci dispiace molto che non potremo tornare ad esibirci insieme per colpa della tua gravidanza >>, continuò in tono triste.
<< Già, ormai mi ero affezionato al nostro gruppo >>, singhiozzò Edward.
<< Mi mancheranno i tour insieme >>, disse Chris.
<< Chissà se troverò mai un altro lavoro >>, sospirò Sam.
<< Avanti ragazzi, non siate tristi, perché è proprio per questo motivo che vi ho chiamato >>.
<< Ci hai trovato un nuovo lavoro? >>, chiese Chris.
<< No! >>.
Li sentì sospirare amareggiati.
<< Perché non avete perso quello vecchio >>, dissi.
<< Sul serio? >>, chiese Edward con tono sorpreso.
<< Si, ho deciso che non lascerò la mia carriera e non lascerò voi, ormai siete anche voi parte della mia grande famiglia >>.
<< Mi fai venire voglia di essere lì con te per abbracciarti forte >>, disse Travis.
<< Ti vogliamo molto bene Stella >>, disse Sam.
<< Anche io ve ne voglio ed è per questo che tra qualche giorno ci rivedremo per rimetterci a lavoro >>.
<< Saremo prontissimi! >>, garantì Chris.
Sorrisi.
 
Passarono tre mesi dall’uscita di The reckless and the brave e le cose andavano sempre meglio.
Erano cambiate moltissime cose in tre mesi, per iniziare, la mia pancia! Ero diventata una sorta di bomboniera il che era strano perché ero sempre stata magra come uno stecchino nonostante mangiassi molto e invece tutto ad un tratto mi ritrovavo con un pancione ingombrante che non mi faceva neanche allacciare le scarpe! Avevo rinunciato a mettermi i jeans ormai da un po’, già al terzo mese avevo iniziato ad avere seri problemi nel far chiudere quel dannato bottone. Il mio enorme pancione dava a Jack un motivo in più per prendermi in giro, ma per fortuna c’era Alex che ogni volta che Jack faceva qualche battuta gli mollava un bel ceffone dietro la testa.
In quei tre mesi avevo rifatto tutte le tappe del tour che avevo saltato e avevo annunciato ai miei fans il mio
imminente anno di pausa nel quale però avrei continuato a lavorare scrivendo nuove canzoni per il mio secondo album con ovviamente l’aiuto della mia band. Gli All Time Low avevano scritto una nuova canzone: For Baltimore dedicata alla loro città natale, e anche questa canzone aveva riscosso molto successo. Debbie era andata a vivere con Jack dopo una lunga riflessione, Alex mi aveva fatto conoscere i suoi genitori che erano stati gentilissimi con me e mi avevano trattata come se fossi già una di famiglia, anche i miei genitori avevano conosciuto quelli di Alex e da quello che avevo potuto notare andavano molto d’accordo, persino Pesca, Peyton e Sebastian andavano d’amore e d’accordo.
Tre mesi erano passati velocissimi ed erano successe un sacco di cose, avevo vissuto un sacco di prime volte tra cui la prima ecografia della quale sinceramente non avevo capito molto con tutte quelle immagini scure, ma era stato comunque emozionante e Jack si era persino commosso.
Pierre aveva avuto la sua bambina che aveva chiamato Lennon, non l’avevo ancora vista dal vivo, ma dalle foto sembrava davvero carina e assomigliava molto a Pierre soprattutto per gli occhi marroni e le guance paffutelle.
Era giugno, più precisamente il diciassette giugno, il giorno in cui raggiungevo il mio quinto mese di gravidanza e questo voleva dire una sola e bellissima cosa: finalmente avrei scoperto se il bambino che portavo nella pancia era maschio o femmina.
L’ecografia era fissata nel pomeriggio visto che per quel giorno gli All Time Low non avrebbero avuto nessun concerto e quindi potei svegliarmi tardi e prepararmi con calma. Ero diventata una pigrona per colpa di quel pancione, non volevo fare nulla perché mi stancavo subito e la maggior parte delle cose non le riuscivo a fare perché… ero troppo ingombrante.
Jack, Debbie e Matt vennero con noi per assistere all’ecografia, curiosi di sapere cosa li avrebbe aspettati tra quattro mesi se un nipotino o una nipotina.
<< Voglio che sia femmina> >, dichiarò Jack qualche minuto prima che arrivassimo allo studio del ginecologo.
<< Davvero? >>, chiesi sorpresa. << Io avrei detto che avresti voluto un maschio >>.
<< No, se è maschio poi esce come Alex e io non voglio, se è femmina invece esce come te e visto che tu sei mia sorella mi assomiglierà >>.
<< Non è detto che se è maschio esce come Alex > >, disse Debbie.
<< Ha ragione, il sesso non c’entra nulla con i caratteri che avrà il bambino >>, disse Matt.
<< Matt usi parole da lezione di scienze >>, rise Alex che era alla guida.
<< Mi piaceva scienze, era una delle materie che preferivo a scuola >>, ci informò.
<< E sei finito a fare il manager di una band > >, dissi.
<< Preferivo la musica alla scienza >>, spiegò.
<< Ritornando a parlare del bambino >>, intervenne Jack, << a me comunque piacerebbe che fosse femmina > >.
<< Io vorrei che fosse maschio, sarebbe bello insegnargli a suonare la chitarra >>, disse Alex sorridendo. << Ma anche femmina mi va bene >>, continuò.
<< Mmm… mi piacerebbe femmina, sto sempre con troppi maschi >>, disse Matt.
<< Oh si, anche io la voglio femmina! >>, concordò Debbie. << Mi divertirei moltissimo a pettinarle i capelli, a fargli le codine… oh e vorrei giocare a Barbie con lei! >>.
<< E tu Tell? >>, mi chiese Jack.
In realtà non sapevo cosa volessi, mi andavano bene sia un bambino che una bambina, sarei stata felice in tutti e due i casi  anche se a pensarci bene con una bambina avrei forse capito di più il suo mondo quando sarebbe cresciuta e come aveva detto Debbie avrei potuto giocare insieme a lei con le Barbie quando sarebbe stata piccola, avrei potuto pettinarle i capelli, comprarle tanti vestitini carini. E con un bambino maschio? Non sarebbe stata la stessa cosa, certo, sarebbe stato un mondo tutto nuovo da affrontare, ma mi sarebbe andato bene lo stesso, avrei giocato insieme a lui con i supereroi o con le macchinine e avrei
fatto si che non uscisse un pervertito come lo zio, ma un bravo ragazzo, come Alex, con la testa sulle spalle.
<< Non ho preferenze, qualunque sia il sesso a me va bene >>.
<< Bene, quindi ricapitolando siamo a: tre voti per la femmina, uno per il maschio e un voto neutro >>, disse Jack.
<< Tra poco vedremo chi vincerà, siamo arrivati >>, ci annunciò Alex che si stava dirigendo al parcheggio della clinica.
Il resto si svolse tutto molto velocemente, trovammo parcheggio, entrammo nello studio del dottore che ci fece entrare subito, ci salutò calorosamente tutti, mi chiese come stavo, mi fece stendere sul lettino, accese il monitor, mi spalmò il gel freddo sulla pancia, iniziò a passarmici sopra quello che mi ricordava un pennello e… tadààààà! Ecco le immagini del didentro della mia pancia! A differenza di quando l’avevo fatta la prima volta, in quell’ecografia riuscivo a capirci molto di più infatti quando il dottore ci indicò la testa riuscì a vederla e subito sentì un guizzo al cuore. Quello era il mio bambino o la mia bambina!
Alex mi stringeva forte una mano tra le sue; era bello vederlo così emozionato, mi faceva convincere sempre di più che sarebbe stato un padre fantastico.
<< Volete sapere il sesso? >>, ci chiese il dottore.
<< Si! >>, rispose subito Jack con gli occhi fissi sul monitor.
<< Si >>, confermammo io ed Alex all’unisono.
Jack incrociò le dita e così anche Debbie e Matt. Era una scena che faceva quasi ridere, eravamo lì tutti impazienti di sapere di che sesso fosse il bambino e guardavamo lo schermo come se potesse suggerisci quale era il verdetto.
Il dottore, dopo aver mosso un altro po’ il pennello, si girò verso di noi con un sorriso dolce sul viso. Ecco, eravamo arrivati al momento che tanto avevo aspettato. Maschio o femmina?
<< Congratulazioni, ragazzi, è un maschietto >>.
<< Noooooo! >>, protestarono Debbie, Jack e Matt all’unisono lasciando il dottore perplesso.
Gli occhi di Alex diventarono lucidi e dovette fare un grosso sforzo per non scoppiare a piangere per la felicità. << Oh Dio… è fantastico! >>, esclamò prima di baciarmi la mano.
Peccato, niente Barbie, ma ero felicissima lo stesso, tanto felice che non volevo più aspettare altri quattro mesi, volevo che il bambino nascesse subito.
Era incedibile come in soli pochi mesi la mia visione della gravidanza fosse completamente cambiata, ora ero contenta di avere un bambino, ero contenta che tutti fossero emozionati all’idea della sua nascita e mi sembrava che la gravidanza avesse reso più bella la mia vita, con più amore. La mamma aveva ragione, avere un figlio è una delle cose più belle della vita.
<< Avete già in mente un nome? >>, ci chiese il dottore distraendomi dalle mie riflessioni.
Non avevamo mai pensato ad un nome.
Guardai Alex che scosse la testa. << Non ne ho nessuna idea >>, disse.
<< Ci dobbiamo assolutamente pensare! >>, esclamò Jack.
Tutti lo guardammo perplessi così lui spiegò: << Anche se non è una femminuccia comunque sono felice di avere un nipotino e voglio trovargli un nome! >>.
<< Bene, allora iniziamoci a pensare >>, dissi.
<< Avete ancora quattro mesi, fate pure con calma, non c’è nessuna fretta >>, ci disse il dottore ridacchiando.
Dopo essermi tolta il gel dalla pancia, salutammo il dottore e tornammo alla macchina; neanche iniziato il viaggio che già stavamo discutendo sul nome.
 
Due giorni dopo, gli All Time Low avevano un concerto a Washington! Una delle città più belle che avessi visto. Quella sera avrei cantato anche io, ma solo due canzoni quindi non avevo affatto bisogno di provare per questo io e Debbie approfittammo del pomeriggio di prove per andare a visitare la città e fare tantissime foto che poi avremmo dato a Zack che, poverino, sarebbe voluto venire con noi.
Su Twitter Jack aveva già annunciato ai fans del sesso del bambino ed erano nati tantissimi Tweet in cui i fans dicevano che non vedevano l’ora di vedere il piccolo Gaskarth o che speravano tanto diventasse un cantante come tutti e due; il mio profilo Twitter era pieno di messaggi d’auguri e lo stesso quello di Alex, era davvero incredibile come i fans fossero contentissimi della mia gravidanza e come cercassero di essermi vicini in qualunque modo.
Dopo il giro per la città, io e Debbie tornammo nello stadio dove si sarebbe svolto il concerto, così che io potessi iniziare a prepararmi. Vestirmi per un concerto era una cosa che mi piaceva moltissimo, amavo indossare sempre vestiti diversi e cambiarmi durante il concerto, rendeva tutto più emozionante, più bello! Lo so, era una cosa stupida, ma mi aveva sempre emozionata da quando ero piccola, quando immaginavo i miei concerti mi vedevo sempre con tantissimi vestiti diversi, tanti accessori e pettinature sempre diverse che con i capelli lunghi che avevo erano anche facili da fare.
Purtroppo con l’ingrossarsi del mio pancione, la scelta dei vestiti da indossare durante i concerti era diventata sempre più difficile; non volevo nulla che evidenziasse il fatto che fossi incinta, ma purtroppo quel pancione enorme si evidenziava da solo qualunque cosa mettessi addosso -come d’altronde era normale-, solo il nero riusciva a rendermi almeno un po’ più snella e fu per questo che –anche se contro il volere di Debbie- indossai un vestito lungo fin sopra le ginocchia, nero, a pois bianchi, legato con un cintura nera all’altezza dello stomaco, che scendeva con un gonna larga e fresca che non mi stringeva affatto la pancia e non me la evidenziava nemmeno.
Debbie mi arricciò i capelli con la piastra rendendo i miei capelli -di solito lisci come una lastra- pieni di boccoli che non mi stavano affatto male. Insieme ad un po’ di trucco e a delle ballerine con poco tacco, l’effetto fu fantastico e ne fui molto soddisfatta, soprattutto perché Alex non appena mi vide mi riempì di baci e mi continuò a ripetere che ero bellissima finché Jack non lo portò via di peso prima che mi “prosciugasse”.
Il concerto iniziò nel migliore dei modi e The reckless and the brave fu cantata a squarciagola da tutti come anche For Baltimore che nonostante fosse uscita da poco, la sapevano ormai tutti a memoria tanto la melodia ti entrava in testa.
Verso la fine del concerto, cantai Under a Paper Moon con Alex che era diventata una sorta di canzone della nostra storia d’amore e successivamente cantai Remembering Sunday la cui prima parte cantata solo da Alex, la passai seduta accanto a lui a guardarlo e a pensare a quanto fosse dannatamente sexy quando era tutto sudato con i capelli che non avevano più una direzione e a come fossi stata fortunata a trovare un ragazzo come lui che mi amava , che era dolce con me e che rendeva speciale ogni singolo momento della mia vita.
La canzone finì ed Alex si alzò dallo sgabello, mi prese per mano e mi fece fare un inchino mentre diceva nel microfono: << Un bell’urlo per la mia Stella >>.
La folla urlò scaldandomi il cuore.
Alex mi baciò la fronte e mi sussurrò: << Sei stata bravissima >>.
<< Oh anche tu >>.
<< Tu di più >>.
Scoppiammo a ridere insieme.
Salutai la folla e la ringraziai prima di tornare dietro le quinte dalle quali nel mentre stavano riuscendo i tre quarti mancanti degli All Time Low.
Stavo per uscire dalla scena, quando sentì Jack dire al microfono: << Cos’è quello? >>.
Curiosa mi girai verso di lui e seguì il punto lontano che stava indicando come stavano facendo anche Alex,
Rian e Zack. Nonostante i riflettori mi accecassero riuscì comunque a vedere un grande cartello bianco con una scritta grande nera che riuscì a leggere solo dopo un po’.
Chiamatelo Colin”.
Rimasi a fissare il cartello perplessa. Chi dovevamo chiamare Colin?
Dopo qualche altra occhiata al cartello capì e sorrisi alla folla come una stupida per l’emozione forte che mi stava travolgendo. Mi girai verso Alex che ricambiò il sorriso e mi si avvicinò per stringermi a se.
<< Oh mio Dio! >>, esclamò Jack al microfono. << State proponendo un nome per il mio nipotino? >>, chiese Jack emozionato.
Dalla folla arrivarono alcuni “Si” e successivamente altri cartelli come il primo si alzarono e tutti avevano sopra scritto un nome diverso, tutti maschili ovviamente.
Rimasi completamente a bocca aperta, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere ma proprio mai mai mai in vita mia! Era un gesto così carino, così speciale che dovetti trattenermi dallo scoppiare a piangere.
<< Oh Dio, siete fantastici ragazzi, davvero >>, disse Alex passando lo sguardo tra i tantissimi cartelli che i fans ci stavano mostrando.
Alcuni cartelli li vedevo ma non riuscivo a leggerli ma anche se ci fossi riuscita come avrei mai potuto ricordarmi tutti i nomi e poi sceglierne uno?
<< Non li vedo tutti >>, sbuffai.
<< Ehi, Jeff! >>, urlò Alex al microfono, << potete illuminare la folla così riusciamo a vedere tutti i cartelli? >>.
Chiesto, fatto, immediatamente tutta la sala fu illuminata ed io riuscì a leggere tutti i nomi. Ce ne erano di tutti i tipi: Carl, Brendon, Cory, Denver, Duke, Eddie, Jude, Joe, Leo, Tom, Michel, …
Erano tantissimi nomi e io non avevo idea di come fare a ricordarmeli tutti, ma per fortuna, mio fratello aveva avuto già un’idea infatti lui e Zack si erano fatti portare alcuni pezzi di carta e una penna e avevano iniziato a scrivere tutti i nomi commentandoli con la folla esultante. Io ed Alex li aiutammo per fare prima e quando finimmo di scriverli tutti li contammo ed erano almeno un centinaio, davvero troppi tra cui scegliere, ma li avremmo comunque valutati, sarebbe stato bello dire un giorno che il nome di nostro figlio ce lo aveva suggerito una o un fan.
A fine concerto, dovemmo subito ripartire per tornare a Baltimora e durante il viaggio nel pulmino iniziammo a leggere tutti insieme i vari nomi che avevano proposto i fans per cercare di decidere quello definitivo.
<< Vediamo… abbiamo… James >>, lesse Matt dal foglio bianco che teneva tra le mani.
<< Mi piace >>, disse Rian.
<< James Gaskarth… suona piuttosto bene >>, disse Jeff annuendo varie volte.
<< Mi ricorda il nome di un nobile >>,disse Jack.
<< Di un nobile? >>, chiese Alex accigliato.
Jack si strinse nelle spalle. << Si, non so perchè >>.
<< Perché non chiamarlo James? >>, chiese Rian.
<< No, non mi piace, avanti il prossimo! >>, ordinò Jack.
<< Uh! C’è William! >>, esclamò Matt.
Risi. << Sarebbe carino chiamarlo con il tuo secondo nome >>, dissi rivolta ad Alex.
<< No, non mi piacciono i genitori che danno il proprio nome ai figli, potrebbe prenderla come: hai il mio nome quindi devi essere come me >>, disse Alex.
<< Che ne dite di un’unione tra i vostri nomi? >>, propose Vinny.
<< Uscirebbe un nome osceno! >>, esclamò Zack contrariato.
<< Stellex >>, annuì varie volte Jack.
<< Sembra un nome unisex >>, commentò Rian.
<< Ha ragione, Vinny hai avuto un’idea pessima >>, gli disse Alex.
<< Continuiamo con la lista >>, propose Debbie.
Matt tornò a studiare la lista dei nomi. << Sam >>.
<< No, mi ricorda il mio batterista >>, scossi la testa.
<< Però è un bel nome >>, commentò Colussy.
<< Perché non lo chiamate Matt >>, propose Jeff.
Scossi la testa. << Pessima idea! >>.
Ci mancava solo che chiamassi mio figlio come il ragazzo che era innamorato di me. Lanciai una veloce occhiata a Matt che però fingeva di star leggendo la lista e di non star ascoltando.
<< Sarebbe divertente, avremmo tre Matt >>, continuò Jeff.
<< Nooo >>, sbuffò Jack. << Sarebbe troppo un casino >>.
<< Luke? >>, lesse Matt.
<< Nah >>, lo scartò Alex.
<< Bill? >>.
<< Mi fa pensare ad un ciccione ubriaco >>, disse Jack guadagnandosi una generale occhiata perplessa.
<< Walter? >>.
<< Andiamo avanti! >>, ordinò Rian.
<< Enrico? >>.
<< Neanche morto! >>, sbottai.
<< Concordo! >>, disse Alex.
<< Zack? >>.
<< Ci sono già io come Zack >>, protestò il bassista.
<< Harry? >>.
<< Ti presento Selly >>, scherzò Jack e tutti scoppiammo a ridere con tanto di lacrime agli occhi.
<< Simon? >>.
<< Mmm… niente male >>, disse Jack.
<< Si, potrebbe andare >>, approvò Debbie.
<< Simon Gaskarth… si, mi sa che mi piace >>, annuì Rian.
<< Si, anche a me piace >>, dissi, poi mi girai verso Alex per vedere se anche lui era d’accordo.
<< Si, anche per me va bene, ma continuiamo a leggere la lista così vediamo se ne troviamo un altro più bello >, propose.
<< Concordo con il futuro papà >>, disse Zack sorridendo ad Alex.
<< Allora andiamo avanti, il prossimo è… Ralph >>.
<< Mi da l’idea di capelli rossi >>, commentò Matt Colussy.
<< Cosa che non succederà mai visto che nessuno dei due è rosso >>, disse Rian.
<< Mi sa comunque di capelli rossi >>, si strinse nelle spalle Colussy.
<< David? >>.
<< Troppo Simple Plan >>, rise Jack.
<< Ned? >>.
<< Mi ricorda Nerd >>, disse Vinny facendo una smorfia.
<< Max? >>.
<< Mi piace, finisce con la “x” come Alex >>, approvò Debbie.
<< Max Gaskarth… potrebbe andare >>, annuì.
<< Bene, ne abbiamo già trovati due, andiamo avanti >>, disse Alex.
<< Bob? >>.
Jack scosse la testa. << Un camionista >>.
<< Mi fa pensare ad un gatto >>, disse Zack.
<< Dean? >>.
<< No >>, lo eliminò Jeff.
<< Jake? >>.
<< Sa molto di Jack >>, commentai.
<< Cameron? >>.
<< Un bel nome, ma non suona molto con Gaskarth >>, disse Debbie.
<< Mason? >>.
<< Potrebbe andare >>, annuì Rian varie volte.
<< Avanti! >>, esclamò Jack.
<< Robert? >>.
<< Come Rian? >>, chiese Jack accigliato.
<< Robert Gaskarth… >>, feci la prova.
<< Non suona male >>, disse Alex.
<< Davvero chiamereste il bambino con il mio primo nome? >>, ci chiese Rian meravigliato.
Annuì. << È un bel nome e se a te non dispiace potremmo chiamarlo proprio così >>.
Alex sorrise. << Si, sono d’accordo anche io, mi piace come nome e se penso che è anche il nome di uno dei miei migliori amici mi piace ancora di più > >.
Il viso di Rian si illuminò e la sua bocca si aprì in un sorriso più luminoso del solito. << A me non dispiace affatto, anzi, mi farebbe felicissimo! >>.
<< Bene, allora che Robert Gaskarth sia! >>, esclamai.
<< Sarà bello chiamare Robert una persona che non si arrabbierà >>, commentò stupidamente Jack.
<< A me piace molto >>, disse Debbie sorridendo.
<< Quindi siamo tutti d’accordo? >>, chiese Jack.
Lo eravamo.
 
 
 Salveeee!
Okay, ce l'ho fatta :D non ero sicura di riuscire a postare stasera, mi sono ritrovata con un sacco di cose da fare tra cui la valigia, una torta e guardare Garfield *-* (ma quanto è tenero quel gatto? :3)... ma alla fine ce l'ho fatta U.U ho corretto in fretta e furia quindi se trovate degli errori è per questo e forse ho anche scordato di staccare qualche virgoletta, se è così fatemelo sapere ;).
Che ve ne pare del nome del bambino? :3 ci ho messo un po' a deciderlo e inizialmente avevo optato per Max, poi però ho pensato a Robert e mi è piaciuto tanto *w*. Beneee... ora devo andare a dormire che domani mi devo alzare presto D:.
Buonanotteeee :D
A sabato!!

Miki*
 
 
 
 
 
 
  
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